Gazzettino Anno III n.7 Flipbook PDF

Gazzettino Anno III n.7

12 downloads 108 Views

Story Transcript

DICEMBRE 2022

O N I T ZZET

IL GA Anno III - n. 7

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

Il Magico Natale

“Il Natale non è un giorno… Il Natale è uno stato d’animo da vivere ogni giorno…!” (Vera Santoro)

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

2

IN QUESTO NUMERO Pag. Pag.3 3

Pag. 6 7

Pag. 10

Pag. 12

EDITORIALE MESSAGGI AUGURALI

EDITORIALE ATTIVITA’ ANCRI NAZIONALE

Pag. 14

APPROFONDIMENTO

Pag. 19

MEDICINA

ATTIVITA’ ANCRI FOGGIA Pag. 21

ATTUALITA’

Pag. 27

LA REDAZIONE Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGI A “Capitanata” Dicembre 2022 - Anno III - n.7

Redazione: Via Napoli,14 - 71122, Foggia Direttore Editoriale: Cav. Aurelio VIETRI Direttore Responsabile: Cav. Beniamino PASCALE Contatti: [email protected]

IL TERRITORIO

BACHECA

La collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono. La redazione si riserva, a termini di legge, di sintetizzare gli articoli e le lettere quando ciò si renda necessario per esigenze tipografiche o di spazio e lascia agli autori delle lettere e degli interventi la responsabilità degli stessi. I dati personali sono trattati in base alla legge 196/03.

In questo numero hanno collaborato : 

Ins. Maria ACQUAVIVA



Giornalista Loris CASTRIOTA SKANDERBEGH



Cav. Roberto CAVICCHIA



Dott.ssa Ada MELISSANO



Arcivescovo Mons. Vincenzo PELVI



Ins. Santa PICAZIO

Copertina : Realizzazione a cura della Redazione

PAGINA 3

I

L

G

A Z Z E T T I N O

MESSAGGI AUGURALI Avvolti dalla luce

S.E. Mons. Vincenzo Pelvi Arcivescovo Metropolita Diocesi Foggia- Bovino

L’angelo disse: “Non temete, vi annuncio una grande gioia: oggi è nato Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. Dio si fa bambino e come bambino si mette fiduciosamente nelle nostre mani. Egli viene come bambino perché possiamo accoglierlo e amarlo. Davanti al mistero, a questa realtà così tenera, così bella, così vicina ai nostri cuori, il Signore ci dona una luce interiore per incontrarlo, avvicinarci a lui, avvicinarci a tutti noi. La luce dona calore, offre amore e dove c’è un bambino che nasce, emerge stupore. Nella luce di Betlemme appare quella luce che il mondo attende. In quel bambino che giace nella stalla, Dio mostra la gloria dell’amore, che dà in dono se stesso e che si priva di ogni grandezza per condurci sulla via dell’amore. La luce di Betlemme non si è mai più spenta e lungo i secoli ha toccato uomini e donne. Dove spunta la fede in quel bambino, lì sboccia anche la bontà verso gli altri, l’attenzione premurosa per i deboli e i sofferenti, la grazia del perdono. Così Dio insegna ad amare i piccoli, ad amare i deboli. Ci insegna in questo modo il rispetto di fronte ai bambini. Il bambino di Betlemme dirige il nostro sguardo verso tutti i bambini sofferenti e abusati nel mondo, i nati come i non nati. Verso i bambini che, come soldati vengono introdotti in un mondo di violenza; verso i bambini che devono mendicare o sono sfruttati come schiavi; verso i bambini che soffrono la miseria e la fame; verso i bambini che non sperimentano nessun amore. In tutti loro respira il bambino di Betlemme, Dio che si è fatto piccolo. Gesù nasce povero e fragile e i Signori del nuovo mondo con le loro tendenze culturali cercano di anestetizzare le nostre coscienze con motivazioni presuntuose. Anche allora si aspettava un Messia vittorioso, glorioso, potente, capace di liberare il popolo dall’oppressione romana. Ma a Betlemme, in quel primo Natale della storia, i notabili del tempo, i dottori e gli scribi non se ne accorgono. Solo i pastori, al messaggio dell’angelo accorrono per vedere il segno luminoso loro dato. Ecco allora il significato cristiano del Natale: Gesù si fa povero, diventa “nulla” e il non contare “nulla” lo rende terreno comune dove Dio e l’uomo si incontrano; e vi si incontrano con tanta maggiore verità quanto più radicale è la povertà. Gesù spunta da una mangiatoia e spiazza tutti, nasce povero perché ogni uomo è povero; nasce in una grotta, per essere vicino a chi non ha casa né un luogo dignitoso dove potersi rifugiare; nasce nell’umiliazione, perché ogni uomo è colpito da umiliazioni che lo feriscono e lo lacerano; nasce solo, perché la solitudine attanaglia il cuore di ogni persona; nasce in una situazione precaria, perché non c’è posto per lui nell’albergo; nasce bisognoso di cure come ogni bambino che si apre alla vita, per stare accanto ad ogni uomo bisognoso; nasce figlio di Maria, perché anche noi possiamo averla come madre; nasce figlio legale di Giuseppe, per farci capire che è vero padre chi ama e ha a cuore i suoi figli. Non è forse questo il senso del Natale? Dio si trova nella carne di chi diventa prossimo. Questa verità ci dona gioia e coraggio. Il Signore non ci ha guardato dall’alto, da lontano, non ci è passato accanto, non si è rivestito di un corpo apparente, ma ha assunto pienamente la nostra natura e la nostra condizione umana. Non ha lasciato fuori nulla, eccetto il peccato: l’unica cosa che lui non ha.

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

4

Egli ha preso tutto ciò che siamo, così come siamo. Il Natale ci invita a riflettere, fa rinascere in noi la tenerezza umana che è vicina a quella di Dio. E oggi abbiamo tanto bisogno di tenerezza, tanto bisogno di ascoltarci e incontrarci, davanti a tante miserie. Seguiamo questa strada e vivremo sereni. Alla Vergine Maria, che ha accolto il figlio di Dio fatto uomo con la sua fede, con il suo grembo materno, con la cura premurosa, con l’accompagnamento vibrante di amore, affidiamo il nostro Natale. Lo facciamo in questa liturgia eucaristica in cui contempliamo il corpo di Cristo che nacque a Betlemme per la nostra salvezza. † Vincenzo Pelvi

PAGINA 5

I

L

G

A Z Z E T T I N O

Pensiero di Natale

Cav. Aurelio Vietri Consigliere Nazionale Referente Puglia

Il Natale ritorna, come ogni anno, con il suo carico di emozioni, con i suoi riti, le sue luci, i suoi colori, con la sua grande capacità di riportarci indietro nel tempo alle nostre tradizioni, ai ricordi della nostra infanzia e giovinezza quando tutto sembrava magico ed incantato. Non sono più giovane e sono passati ormai tanti anni dalla mia infanzia; tuttavia, ricordo ancora i canti, sempre gli stessi, che la mia mamma mi cantava dai primi giorni di dicembre fino alla vigilia della festa. Vicino al braciere, mi teneva sulle ginocchia e cantava: a me piaceva sentirla e pian piano memorizzavo parole e melodia. Bei tempi e con un significato del Natale molto più profondo. Oggi lo spirito con cui viviamo il Natale è diverso. Con il passare del tempo il Natale ha cambiato aspetto. Sebbene il significato di questa festa resti, almeno all'apparenza, dedicato all'amore, viviamo in una società dove spesso è più importante il momento dello scambio dei regali piuttosto che il ricordare le origini del Natale e i valori che porta con sé. Nella società di oggi ci scambiamo gli auguri su Whatsapp, inviamo immagini e messaggi in serie. Dedichiamo molto tempo a cercare regali all'ultima moda piuttosto che scegliere un pensiero che scaldi il cuore di chi lo riceve. Molti decidono addirittura di trascorrere il giorno del 25 dicembre in vacanza, lontani dalla famiglia. Un tempo, ovviamente, non era così. Anche se non c'erano soldi sufficienti per decorare la casa al meglio o non si riusciva a comprare nessun regalo, si era felici per il semplice fatto di trascorrere questa festività natalizia con i propri parenti e genitori. Il calore della casa e la gioia del ritrovarsi tutti insieme erano più importanti di ogni altra cosa. Oggi i valori sono cambiati. Purtroppo il Natale si colora di tanta nostalgia ma anche di tristezza, di angoscia, di infelicità. Tavole apparecchiate. Sedie vuote. Rapporti infranti. Famiglie separate. Sono questi gli scenari che spesso si presentano ai nostri occhi e pur riconoscendo i vantaggi che internet e gli smartphone hanno apportato, dobbiamo con amarezza constatare che la tecnologia ha reso i rapporti umani molto più freddi. Considerazioni amare le mie che però non ci devono distogliere dal buon giudizio sul Natale che avevamo da piccoli e che ci ha accompagnati fino ad oggi che siamo adulti. Il Natale con la sua magia ci deve stregare, ci deve indurre a diventare tutti più buoni, più disponibili e solidali verso gli altri. Ci deve rendere capaci di non chiudere gli occhi sui tanti problemi che ci circondano a partire da quelli mondiali come le guerre, la fame e la sete nel mondo, la povertà che spinge i popoli all’emigrazione fino a quelli sociali come la disoccupazione e la perdita dei posti di lavoro, i disagi giovanili legati all’uso di alcol e droghe, i bambini abbandonati e maltrattati, gli ammalati che soffrono, l’aumento dei poveri e bisognosi. Carissimi, che il prossimo Natale possa essere per me e per voi tutti come quello di quando eravamo bambini, un Natale colmo di felicità e di speranza e che il nuovo anno possa essere foriero di salute, di serenità ma soprattutto di pace fra i popoli. Cav. Aurelio Vietri

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

6

EDITORIALE Natale: magiche emozioni!

Cav. Aurelio Vietri Presidente Sezione Territoriale ANCRI Foggia “Capitanata”

Mancano ormai pochi giorni all’arrivo del Santo Natale e dovunque, anche nella mia città, ci si prepara a festeggiare questo momento magico in cui si intrecciano sentimenti, emozioni, legami familiari, aspettative ma soprattutto una visione della vita più dolce, più buona, più ricca di positività. In questi giorni, ogni volta che all’imbrunire passeggio per le vie della mia città, l’atmosfera, i canti mi ricordano quanto il Natale possa essere incantevole, suggestivo, avvincente sul piano emozionale, come sappia trasformare in magia tutto ciò che ci circonda, E’ una festa dilagante che si diffonde in ogni cosa: la musica, luci colorate, vischio rosso dappertutto, Babbi Natale che si arrampicano sui balconi, renne illuminate, al- beri addobbati ben visibili da ogni finestra. Mi guardo attorno. Gli addobbi mutano l’aspetto dei posti che frequento quotidianamente in qualcosa di davvero unico e fiabesco. Facciate di case, chiese, vicoli bui prendono vita grazie alla pioggia di luci meticolosamente appese e che danno vita ad uno sfavillante scintillio che tutto avvolge. Persino i semplici alberi, che normalmente non noto e passano inosservati assumono forme e colori nuovi. Con poco, la magia del Natale riesce a rivestire ogni angolo della città e lo trasforma. Lo spirito del Natale, a giudicare dal luccichio delle luci, è dappertutto dentro e fuori dai negozi.. Lo si nota e si sente ovunque. Un pensiero però mi passa per la mente: questo spirito del Natale sta realmente anche nel cuore delle persone? Da piccolo mi è stato facile credere alle storie di Babbo Natale (e dei suoi aiutanti elfi) perché vivevo, come tutti gli altri bambini, la giornata senza progetti sul domani, in maniera spensierata. Adesso però, l’esperienza mi porta a mettere in dubbio il futuro e quanto di bello esso possa riservarmi. Adesso sono più logico, sono portato istintivamente a riflettere. Ed ecco che mi viene da pensare che forse, e questo mi fa sorridere non poco tra me e me, anche noi siamo come le luci di Natale, ad intermittenza. Anche noi ci accendiamo e ci spegniamo a seconda delle nostre emozioni e del nostro stato d’animo. La mente corre…e se, come illuminiamo alberi e presepi, imparassimo ad accendere anche le nostre vite facendo luce continua sulle nostre emozioni? Secondo me basterebbero pochi, piccoli, semplici gesti per rendere le nostre vite più ricche di luce come ad esempio il sorriso che rende tutti più attraenti ed è per eccellenza simbolo di apertura verso gli altri. Il sorriso esprime disponibilità ad aiutare, volontà di mettere il nostro tempo al servizio degli altri. Potrebbe certamente contribuire a rendere e a renderci più felici. L’essere utili ad altri aiuta a distogliere tutta l’attenzione dai nostri problemi personali e a pensare

PAGINA 7

I

L

G

A Z Z E T T I N O

in positivo. Penso…se solo imparassimo ad usarlo, e non solo a Natale ma nei restanti 364 giorni, sarebbe fantastico perché come ha scritto Gianni Rodari “Se ci diamo una mano, i miracoli si faranno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno”. Non si può negare l’evidenza. Il Natale e tutte le sue festività comportano un periodo carico di emozioni che, specialmente per chi come me non è più un ragazzino, portano sempre anche un misto di nostalgia e malinconia. A volte una telefonata da parte di chi non ci aspettavamo ci stupisce e allora ci rammarichiamo per non averlo preceduto, altre volte invece restiamo delusi per gli auguri che non ci arrivano. Per i più credenti l’aspetto religioso della rinascita porta con sé l’occasione di guardare con fiducia al percorso della vita. Ci si accorge di quanto i figli o i nipoti sono cresciuti e un po’ si rimpiangono gli anni trascorsi. E poi i bambini, i veri protagonisti di questo periodo: che siano figli, nipoti o cugini, riescono a trasmettere quel qualcosa di magico che coinvolge piacevolmente gli adulti nei quali si risvegliano emozioni e sensazioni di un tempo, in un vortice che non consente a nessuno di restare indifferente. Forse perché il Natale è la festa della famiglia, del calore delle case, dell’occasione per un saluto con chi non si sente da tempo… tutti aspetti che stimolano i ricordi e la riflessione sul tempo che passa, sui cambiamenti che segnano noi stessi e le persone a noi care, a volte anche il rimpianto di chi non c’è più. “Cogito ergo sum” (Penso quindi esisto) diceva il grande Cartesio. Ed allora io esisto perciò penso… se è vero che il Natale è un momento di grande festa, allegria e felicità perché porta con sé anche sentimenti di ansia e malinconia? Non si può negare che le festività natalizie possono rappresentare per qualcuno momenti difficili, in cui è inevitabile confrontarsi con la solitudine o con delusioni vissute che sembrano non lasciare spazio ad altri sentimenti, non si può negare che possono portare alla mente ricordi del passato che si vorrebbero dimenticare. Nonostante tutto però, nel mio fantasticare, mi viene spontaneo pensare che una delle magie del Natale è proprio il ricordo del passato, un grande ed importante dono che porta con sé ogni anno, un dono molto speciale perché innesca in noi la capacità di dare nuova luce alle nostre emozioni, al nostro stato d’animo facendoci apprezzare quello che abbiamo indipendentemente da ciò che abbiamo avuto e che adesso è intorno a noi. Solo vivendo al massimo il nostro presente potremo un domani essere fieri di ciò che abbiamo vissuto. È questo il concetto che dovremmo sempre tenere a mente non solo a Natale ma in qualsiasi momento in cui la malinconia prende il sopravvento sulle nostre emozioni Secondo il mio modesto parere, se teniamo sempre presente questa considerazione nel nostro operato, ci accorgeremo che la felicità non risiede negli addobbi della città, ma nella luce dei nostri cuori.

Cav. Aurelio Vietri Direttore Editoriale

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

8

Gobbo, mani come artigli, collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo. Sarà così l’Uomo del 3000? Intanto c’è da meditare.

Cav. Beniamino

Pascale

Direttore Responsabile Socio Sezione Territoriale ANCRI Foggia “Capitanata”

Da uno studio commissionato dall’americana Toll Free Forwarding ai suoi ricercatori sull’uomo del 3000, sono scaturiti alcuni prototipi relativi a una possibile evoluzione del genere umano che “sarà gobbo, avrà mani come artigli, un collo basso e spesso, tre palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo. Avrà dimensioni inferiori e probabilmente sarà anche meno ‘prestante’ dal punto di vista intellettivo. L’umanità potrebbe andare incontro a una trasformazione causata dal massiccio uso della tecnologia. Che ne sarà dell’Homo Sapiens? Questo il parere del professore sansevere-

se, N. Michele Campanozzi, laurea in Teologia, Filosofia e Psicologia Clinica, ha tenuto lezioni e

corsi di psicologia clinica e di etica presso varie università (Roma-La Sapienza, Ancona, Foggia) ed è Direttore scientifico emerito del laboratorio di Biopsicocibernetica di Bologna: “La selezione naturale e la conseguente evoluzione sono costantemente in atto anche nella nostra specie, che pur essendo quella dominante - purtroppo in grado di annichilire le altre, oltre che la Terra – non è immune ai processi biologici che scandiscono da miliardi di anni il percorso evolutivo della vita. Certamente si tratta di un lavoro ipotetico, in quanto previsioni di questo genere a lunghissimo termine non possono essere formulate, perché solo circoscrivendole a breve o a medio termine possono avere un valore quanto più possibile attendibile dal punto di vista scientifico”. Campanozzi ha continuato dicendo che: “Innanzitutto è da vedere se fra un millennio questa umanità, con i danni arrecati al sistema Terra continuerà ancora a esistere. Poi, non sappiano la tecnologia cosa produrrà di eccezionale nel futuro: ci sarà l’intelligenza artificiale che governerà anche l’uomo? L’essere umano sarà gobbo, avrà mani come artigli, un collo basso e robusto, due palpebre per occhio e anche un cervello più piccolo, ecc. Ritengo che, circa la postura è inevitabile che nel tempo, l’Uomo nel suo continuo dipendere dalla macchina potrà avere una gobba (con un corpo sempre piegato in avanti: schiena non più a S ma a C); un collo basso e più largo del normale (per indolenzimento dei muscoli: ‘collo tecnologico’ per

sostenere la testa curva); le mani probabilmente appuntite, dato il continuo premere delle dita sulla tastiera (se ancora simile a quella attuale) con lo sviluppo della ‘sindrome a tunnel cubitale’ o del ‘gomito retto’; molto verosimilmente svilupperà una seconda palpebra interna più grande per occhio per difendersi dalle tante esposizioni a radiazioni di radiofrequenze provenienti dagli schermi utilizzati. Tutte queste modificazioni somatiche con il passare del tempo lentamente entreranno a far parte del DNA di ogni individuo perché ritenute vantaggiose che, codificandole con l’evoluzione, diventeranno patrimonio ereditario per le nuove generazioni. Fin qui nulla di straordinario: com’è a tutti è noto, questo è già accaduto in passato. Come conseguenza – ha continuato Campanozzi - potrebbe essere alterata anche l’estetica nelle persone e la salvaguardia dello stesso benessere psicofisico sarà costretto a trovare nuove strade nella medicina in vista della sua conservazione e eventualmente metodiche molto più efficaci di quelle odierne per curare possibili nuove patologie. Relativamente a un cervello più piccolo e con dimensioni quindi ridotte, anche questo è probabile che avvenga, come peraltro già verificato nel passato (circa 3000 anni fa all’Homo), perché molte funzioni oggi ancora svolte da alcune aree della corteccia cerebrale, sostituite nel tempo dai dispositivi elettronici, verranno gradualmente a essere disattivate e quindi come atrofizzate e, in seguito, a non riprodursi.

PAGINA 9

La conseguenza è la diminuzione delle dimensioni del cranio e quindi della massa cerebrale, costituita oggi da circa 100 miliardi di neuroni, ciascuno dei quali tramite le sinapsi può stabilire con altri dai 2000 ai 10.000 collegamenti, generando conseguenti incalcolabili fonti di informazioni. La biblioteca mentale verrebbe in tal modo a essere sostituita, e come trasferita, in quella virtuale, dove basterebbe un semplice click per avere la risposta a una qualsiasi domanda. Le stesse osservazioni valgono anche per la possibile fissità dello sguardo e quindi degli occhi: quando questi ultimi per intere ore del giorno sono concen-

I

trati su un piccolo spazio (lo schermo di un computer, magari quantico o altro), difficilmente saranno poi più liberi di spaziare su larghi orizzonti dai quali sono stati allontanati. Previsione? Una più che probabile perdita di attenzione sui luoghi aperti, con un visus certamente più che mutato in quanto a acutezza visiva”. La morale di Campanozzi, nelle conclusioni: “Parafrasando Erich Fromm, dico che per non diventare detriti della Storia occorrerebbe essere molto attenti a che il progresso non faccia ‘macchine che agiscono come uomini e non producano uomini che agiscono come macchine’. Speriamo”. Ma, alla fine, c’è da considerare

L

G

A Z Z E T T I N O

anche l’aspetto spirituale che porta alla domanda: Resteremo “ad immagine e somiglianza di Dio?” Questa la risposta e le conclusioni del professor Campanozzi: “Questo è il vero problema. Sempre se, chiaramente e lo speriamo, la vita continuerà sulla Terra. Al di là dell’aspetto fisico dell’uomo del 3000, il problema resta quello spirituale, dovendo restare legati ai valori, all’etica, ai modelli positivi, anziché a quelli sbagliati. Credo che l’immagini di Dio resterà nell’uomo ma non sapremo quale possa essere quest’immagine”. Cav. Beniamino Pascale

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

ATTIVITA’ ANCRI … dalla Sezione Territoriale di Foggia Il Presidente ed i Soci tutti della Sezione Territoriale ANCRI Foggia hanno ricordato, in occasione della celebrazione della Giornata dell’Unità d’Italia e delle Forze Armate, quanti si sono sacrificati e si sacrificano in nome della Patria e della sua Unità.

4 Novembre - FOGGIA GIORNO DELL’UNITA’ NAZIONALE e DELLE FORZE ARMATE. La Sezione Territoriale ANCRI Foggia “Capitanata” rappresentata dal Presidente ed alcuni Soci ha partecipato alla importante manifestazione in Piazzale Italia nella quale autorità religiose, militari e civili hanno omaggio a chi si sacrificato per il bene della Patria.

Attività

10

PAGINA 11

I

L

G

A Z Z E T T I N O

9 Novembre–Ascoli Satriano (FG) La Sezione Territoriale ANCRI Foggia incontra le scolaresche. L'invito della Dirigente dell'I.C. "Nicholas Green" dott.ssa Anna Rosa Chiauzzi è stato accolto con entusiasmo dal Presidente della Sezione, Cav. Aurelio Vietri che ha dialogato con gli studenti sul tema "Giornata dell' Unità Nazionale e delle Forze Armate". Il Canto degli Italiani, la recita di poesie, la lettura di " lettere dal fronte", l'esecuzione di brani musicali eseguiti con tanto sentimento, unitamente a quanto esposto dal relatore, hanno reso la giornata molto interessante e proficua sia sul piano emotivo sia sul piano istruttivo. Un ringraziamento alla Dirigente scolastica per la sensibilità mostrata nel proporre la trattazione di un tema poco conosciuto dalla nuova generazione. Gradita la presenza del segretario della sezione, Cav. Alessandro Lionti.

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

12

ATTUALITA’ La Seniority in classe:

TUTELA E DECORO AMBIENTALE

Cav. Roberto CAVICCHIA Socio Sezione Territoriale ANCRI

Pescara

1. QUANTO CI METTONO I RIFIUTI A DECOMPORSI NELLA NATURA (in spiaggia?); 2. RISPARMIO ENERGETICO NELLA CASA. “AFORISMA SULLA FORMAZIONE”:“Buon Maestro è chi

avrà generato un discepolo capace di superarlo.” Giovanni A. Barraco (scrittore siciliano) Con questa citazione, voglio enfatizzare l’impegno della Seniority ad agire al meglio per la realizzazione di un ponte nuovo per trasferire ai giovani, i maggiori “stakeholder” (portatori di interesse), ovvero alla giovane generazione al vivere in modalità di virtuoso equilibrio con l’ambiente. “la nuova sfida della Seniority nella scuola, un ponte tra i Seniores e i Giovani”. “TUTELA E DECORO AMBIENTALE”

ria con il tempo che vola dove un anno sembra meno di un mese, questa riflessione nasce dal fatto che "chi la dura la vince" e, il desiderio della seniority di trasferire le proprie conoscenze maturate nel mondo lavorativo verso le nuove generazioni, con incontri di formazione/informazione ove generano partecipazione e interesse sociale in tutte le attività dell’uomo e nelle sue molteplici professioni con il principio di valutazione della causa/effetto dell’evento. Interessante è stata l’ attenzione ed il coinvolgimento di questi giovani nel voler diventare “sentinelle del decoro ambientale cittadino” e del Sociale, verso le responsabilità degli amministratori locali e orientare l’intera offerta di un sistema territoriale, ove ha nella protezione della natura il suo tratto distintivo. Di seguito alcuni momenti di formazione/informazione svolta presso alcune scuole in Abruzzo. Incontro formativo svolto in palestra della Scuola Elementare “Silone” di Montesilvano (PE), l’incontro ha voluto traguardare il coinvolgimento della scolaresca verso le proprie famiglie del rispetto dei valori ambientali e della sicurezza in casa;

Superiore “Alessandro Volta” di Pescara, l’incontro ha voluto traguardare il coinvolgimento verso il coinvolgimento e trasferimento dell’informazione dei propri coetanei per il rispetto dei valori ambientali e della sicurezza.

Classi Scuola Media”Antonelli” di Pescara

Classi C/o I.I.S. “A. Volta” di Pescara

1. QUANTO CI METTONO I RIFIUTI A DECOMPORSI NELLA NATURA (in spiaggia?)

Buttare i rifiuti nella natura non è un atto privo di conseguenze e ha forti impatti per il nostro ecosistema. Sono tantissime le persone che lasciano in giro di tutto, senza pensare a quanto tempo servirà alla natura per riuscire a smaltire il risultato di questi atti incoscienti. Prima di rispondere nello specifico alla domanda sulla sigaretta, di seguito una serie di prodotti di uso comune con il tempo massimo necessario a farli degradare, ossia scomparire, senza l' intervento di riciclo dell'uomo. I risultati sono terrificanti.

Un’ importante esperienza formativa/informativa sulla tutela e decoro ambientale, recepita con grande attenzione nella scuola e svolta nell'anno scolastico 2017/ /18 in Abruzzo, presso scuole eleClassi di quarta e quinta Scuola Elementare mentari di 4a e 5a classe, scuole “Silone” di Montesilvano (PE) medie di 2a e 3a classe e istituti superiori di 4a e 5a classe. incontro formativo svolto in A volte ci si imbatte in notizie che 1.1 RIFIUTI: TEMPO NECESSAaula magna della scuola Media RIO PER DECOMPORSI SE ABlette in tutta fretta o superficialmente, scorrono via dalla memo- ”Antonelli” e l’Istituto Istruzione BANDONATI NELLA NATURA:

PAGINA 13

carta igienica: 1 mese; torsolo di mela: 1 mese fazzoletto di carta: 3 mesi cerino: 6 mesi giornale quotidiano: 12 mesi calzino: 1 anno chewing gum: 5 anni olio del motore: 10 anni lattina in alluminio: 100 anni ruota di gomma macchina: 100 anni pila al mercurio: 200 anni sacchetto di plastica non biodegradabile: 450 anni cartuccia di inchiostro di stampante: 1.000 anni. 1.2 QUANTO CI METTE UN MOZZICONE DI SIGARETTA A DECOMPORSI NELLA NATURA?

Veniamo ora alla sigaretta, che è tremenda. E non solo perché fa male alla salute! Il mozzicone di una sigaretta senza filtro impiega 6-12 mesi per dissolversi, perché è fatto di sola carta (cellulosa) e fibre vegetali di tabacco, insomma è biodegradabile. La durata del processo varia in funzione della temperatura e dell'umidità del luogo in cui il mozzicone si trova. In particolari condizioni di freddo intenso, per esempio, non vi è praticamente processo di decomposizione e il mozzicone resiste intatto. Se la sigaretta ha il filtro (la maggior parte delle sigarette sono questo tipo), la storia è molto più lunga. Infatti il filtro è composto di un materiale chimico sintetico che è molto resistente.

I

L

G

A Z Z E T T I N O

Dunque, in condizioni normali, saranno necessari dai 5 ai 12 anni di tempo per distruggere il filtro che, in questo periodo, potrebbe non solo sporcare la spiaggia ma anche, magari, soffocare un pesce che dovesse ingoiarlo. Insomma la sigaretta non solo nuoce all'organismo... ma anche alla natura!

phone collegato alla presa quando il telefono risulta caricato al 100% o, ancora, lasciare il condizionatore con la presa inserita o l’interruttore (chiuso) in posizione “ON” o, l’impianto stereo in modalità non operativa in attesa di riaccenderlo chissà quando. Le possibili soluzioni: Per prima quella a costo zero : scollegare tutti gli apparecchi a 2 RISPARMIO ENERGETICO NELLA CASA mano, uno per uno. Staccate la spina (elettrica) C’è poi la ciabatta (multi-preÈ molto semplice rendersi conto sa) con interruttore, che con un della possibilità di ottenere un ri- semplice on/off consente di scolsparmio sulla bolletta elettrica, legare in un colpo solo tutti gli basta dare un occhio nella proapparecchi ad essa collegati. pria abitazione e verificare quanti Altra forma di multi-presa è piccoli elettrodomestici sono at- quella “intelligente”, in quanto taccati alla rete. contenente un sensore che imTelevisore, forno a microonde, posta da solo il passaggio da sveglia digitale, frullatore, mac- stand-by a completo distacco dechina del caffè, computer, play- gli apparecchi. station, etc etc… Ognuno di questi strumenti, costantemente collegato alla presa elettrica, consuma una piccola quantità di corrente, anche quando non è in funzione. Secondo i dati recepiti da uno studio in merito è emerso che gli apparecchi in questione, producono circa il 10% di consumo di Da notare che il sensore comunenergia elettrica nell’economia que comporta un consumo di domestica. energia, seppur minore ma coNon utilizzati e fermi nella posi- munque presente. zione di standby 24 ore su 24 e 7 In ultimo si può prendere in giorni su 7, risultano una inutile considerazione l’utilizzo di disfonte di spreco quindi, il favore positivi anti stand-by che sono che potete farvi, è quello di stac- inseriti a cavallo tra la presa e care la spina. l’apparecchiatura. Ovvio che non è pensabile scol- Infine a complemento di quanto legare il forno o la lavastoviglie detto sopra, investire su porte e ma sicuramente è superfluo man- finestre che garantiscano un alto tenere il caricatore dello smartlivello di efficienza energetica ed un isolamento termico ideale si rivelerà nel tempo la miglior scelta. La bolletta ne sarà alleggerita per tutti gli anni a venire, con buona pace di tutti i sensi di colpa. Cav. Roberto Cavicchia

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

14

APPROFONDIMENTO La corruzione Il 9 dicembre di ogni anno ricorre la Giornata Internazionale contro la corruzione, un’occasione per porre l’attenzione sulle conseguenze di un fenomeno sociale, politico ed economico che colpisce tutti i Paesi, priva i cittadini di diritti fondamentali, rallenta lo sviluppo economico, mina le Istituzioni e lo Stato di diritto. Il sostantivo corruzione deriva dal verbo corrompere, che secondo il vocabolario della Treccani, ha vari significati. Uno in particolare si riferisce all'opera di qualcuno che induce qualcun altro a fare del male. Tenendo presente proprio questo significato oggi, quando si parla di "corruzione", si parla tendenzialmente di un passaggio di denaro o altri favori in cambio di un risultato ambito come può essere ad esempio vincere un appalto o venir assunti con un certo trattamento economico in un certo luogo. La corruzione è una piaga che

affligge purtroppo quasi l’intera umanità e gran parte delle istituzioni pubbliche rappresentando molto spesso motivo di scandalo. Se proviamo ad analizzare questo fenomeno ci accorgiamo di come essa sia stata sempre ed è tutt’ora presente nella società umana. Si presenta come la deviazione del dovere di ciascun cittadino e delle istituzioni dalle sue legittime finalità: si portano avanti interessi pri- vati e personali e non

finalizzati al bene comune, si è portati a far prevalere se stessi ad ogni costo, sfociando molto spesso nell’illegalità. Ma ciò che maggiormente oggi spaventa, non è tanto l’atto in sé, non sono i favoritismi, gli scambi di denaro o false promesse, bensì il considerare tutto ciò quasi normale. Nella società in cui viviamo il rispetto per gli altri e la giustizia sono due valori che grazie ai comportamenti sbagliati dovuti alla corruzione, accecati dal desiderio di dominio e di ricchezze facili, pian piano stanno svanendo. Siamo così abituati, da una ventina d'anni a questa parte, a considerare la corruzione come una dinamica normale che anche se ogni tanto i giornali e la magistratura riportano alla nostra attenzione l'esistenza, da qualche parte, di un codice morale e del diritto che ci dice che la corruzione va punita e non dovrebbe regolare le nostre vite, tuttavia non ci crediamo: “è tutto uguale, non cambia mai niente” è un modo di dire tipico degli italiani.

PAGINA 15

Questo modo di dire e di pensare si traduce però anche in un modo di “non fare”, in un'immobilità complice che sostiene questo sistema sbagliato di comportamento come ben sa chi ne approfitta. Tangenti o denari rubati attraverso pratiche corrotte che sostengono attività criminali quali i traffici illeciti di persone, droga o armi, evasione fiscale, riciclaggio e altri flussi illeciti portano via risorse e benefici a scuole, ospedali e infrastrutture di base. Si crea un circolo vizioso che impoverisce sempre più i paesi dove il problema è presente in maniera eclatante perché ad esempio gli investimenti stranieri leciti vengono scoraggiati e le piccole imprese nazionali non riescono a superare l’ostacolo dei così detti “costi di avviamento”. La corruzione minaccia quindi, nostro malgrado, il benessere delle nostre società, il futuro dei nostri figli e la salute del nostro pianeta e come tale deve essere combattuta da tutti, per tutti. Il 31 ottobre 2003, l’Assemblea Generale dell’ONU, in risposta al crescente fenomeno della corruzione e alla minaccia che rappresenta per la stabilità e la sicurezza, ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (United Nations Convention against Corruption). La Convenzione, entrata in vigore nel dicembre 2005, rappresenta uno degli strumenti più innovativi ed è il primo strumento giuridico vincolante nella lotta contro la corruzione: mira a promuovere un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno, anche in considerazione della sua dimensione transnazionale; prevede misure di prevenzione e la criminalizzazione delle principali forme di corruzione. L’Assemblea ha, inoltre, designato il 9 dicembre “Giornata

I

internazionale contro la corruzione” per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla corruzione e sul ruolo della “Convenzione” nel combatterla e prevenirla. La Convenzione è entrata in vigore nel dicembre 2005. Gli obiettivi della commemorazione sono: Unire gli sforzi dei governi, della comunità imprenditoriale, della società civile e di altri settori nella lotta alla corruzione. Informare il grande pubblico sui mali della corruzione. Condividere i risultati, le sfide e la strada da percorrere nella lotta alla corruzione. Amplificare i messaggi anticorruzione in tutte le sfere del Paese e incoraggiare il pubblico a chiedere un servizio senza corruzione. Consentire al pubblico di svolgere un ruolo di supervisione e denunciare la corruzione. Sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della corruzione, dell’etica e dell’integrità e ottenere il loro sostegno nella lotta alla corruzione. Crea una piattaforma comune che rafforza la collaborazione tra la polizia e la magistratura per l’arresto e l’estradizione dei colpevoli. La Convenzione prevede altresì misure finalizzate al recupero dei patrimoni trafugati, le prime nella loro specificità, che obbligano i paesi a restituire capitali o beni, ottenuti attraverso atti di corruzione, al paese ai quali sono stati sottratti. L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine gioca un ruolo essenziale nel sostenere i paesi ad adottare pienamente la Convenzione, migliorare gli strumenti nazionali di contrasto e a creare istituzioni in grado di prevenire e reprimere le più pervasive forme di corruzione. La domanda che a questo punto

L

G

A Z Z E T T I N O

mi pongo è: come poter risolvere il problema della corruzione? Associazioni, cortei, dibattiti hanno la sola funzione di sensibilizzare la popolazione su questo argomento così delicato. Chi dovrebbe operare dovrebbero essere i politici: ma quanti sono disposti a mettere a rischio la loro carriera? a portare avanti la propria idea in un contesto così ostile e opprimente quale è quello della corruzione?

Poiché la corruzione si trova sia nei paesi ricchi che in quelli poveri e contribuisce all’instabilità e alla povertà, secondo il mio modesto parere, solo se facciamo della lotta alla corruzione una lotta d’insieme tra cittadini e istituzioni tutte, solo così potremmo sperare di riuscire a superare questo ostacolo e cercare di vivere per la prima volta in nome della libertà e della giustizia. Cav. Aurelio Vietri (fonte web)

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

16

Relazionarsi in modo efficace……

Dott.ssa Ada Melissano Consulente di immagine e Corporate Coaching

Il primo passo per favorire la crescita e l’ indipendenza di un individuo è quello di iniziare a credere, fermamente, in se stessi. Tu non sei il risultato delle aspirazioni o delle frustrazioni altrui, ma un individuo irripetibile, capace di sintonizzare con la parte più vera e creativa di sé per realizzare i propri sogni. Più sei in sintonia con i tuoi desideri e le tue aspirazioni più profonde, più sei in pace col mondo che ti circonda. “ Conosci te stesso”. E’ il famoso motto attribuito all’oracolo dell’antico tempio di Apollo, a Delfi. Come suggerisce il filosofo greco Socrate, con questa frase, l’oracolo intende invitarci a riconoscere la scintilla del divino, racchiusa in ognuno di noi, una via maestra da percorrere fino in fondo per giungere a una conoscenza più profonda e appagante di se stessi. Difatti, ognuno di noi è molto più di quanto gli altri, ma soprattutto egli stesso, crede di essere. Ogni individuo possiede capacità

e attitudini proprie in cui poter eccellere. Tutto sta nel saperle portare alla luce. L’essere umano è composto da elementi ugualmente importanti per la sua crescita individuale: corpo, mente, spirito, emozioni, relazioni. In ognuno di questi elementi dobbiamo sviluppare e potenziare i nostri talenti per ottenere risultati veramente importanti. I talenti applicabili alle componenti umane sono le forme di intelligenza che usiamo in diversi ambiti della nostra esistenza. Soffermiamoci sulla parola “ INTELLIGENZA”. Essa deriva dal latino intelligentia, che a sua volta proviene dal verbo intelligere (traducibile in italiano con capire). Quest’ultimo vocabolo costituisce la forma contratta del verbo lege’re (leggere) preceduto dall’avverbio “ intus”( dentro). Ergo, per estensione, è possibile affermare che la parola ha il duplice significato di capire e di leggersi dentro. Capire e interpretare gli eventi che ci coinvolgono e le risposte emotive e fisiche che diamo loro. L’intelligenza, in sintesi, è una forma di auto conoscenza, che permette di progredire e avere successo in ogni ambito nella nostra vita. Attraverso l’intelligenza, detta anche emotiva, andiamo incontro all’ autoconsapevolezza, all’autocontrollo, alla consapevolezza sociale e alla gestione del rapporto con gli altri in diverse situazioni. Ad esempio negli affetti, nel lavoro e nella vita sociale. Il suo giusto utilizzo permette di acquisire maggiore comprensione

di sè e delle dinamiche di relazione.

Quanto più questo talento sarà presente in noi, ovvero saremo realmente capaci di “ intelligere” le nostre emozioni, tanto più riusciremo a vivere un’esistenza piena e soddisfacente con le nostre esigenze, aspettative, obiettivi. Per di più, maggiore equilibrio, spirito di iniziativa ed empatia sono alcune delle opportunità che ci vengono donate da questo tipo di talento-intelligenza. E perché no, unita a gran parte di buon senso Spirituale, si viene spinti verso un significato più profondo per avere un’apertura mentale verso nuove conoscenze ed esperienze basate sui principi di fiducia, solidarietà, amicizia e amore. E’ fondamentale, però, aggiungere conoscenze e informazioni utili a svolgere il proprio lavoro, in maniera efficace incrementando, non solo, il nostro sapere, ma anche la saggezza della nostra mente esperienziale per organizzare e valorizzare le nostre relazioni. Non abbiate paura di agire con intelligenza . “Date valore alle vostre relazioni”. Ada Melissano

PAGINA 17

I

L

G

A Z Z E T T I N O

Riflessioni sull’AVVENTO In questi giorni frenetici che precedono il Natale, passeggiando fra le stradine della mia città e vedendo intorno a me luci sfavillanti, addobbi, mi viene spontaneo pensare a Gesù. Intorno vetrine piene di luci, di Babbi Natale con le renne e le slitte o che si arrampicano sui balconi. Sento cantare "Bianco Natale", "Jingle Bells" e molte altre canzoncine ma nulla che possa far pensare a Gesù. Ovunque angioletti, giochi, dolci appetitosi ed invitanti ma di Gesù nessuna traccia! Eppure il Natale dovrebbe rappresentare proprio l'arrivo di Gesù in tutte le case, in tutte le famiglie! Ed allora mi chiedo: quale tipologia di Natale è intorno a me, quale messaggio ne scaturisce? Gesù è nato tra le luci e tra le ricchezze o in una semplice stalla a Betlemme? Si può festeggiare il Natale senza Gesù ?Si può separare il Natale da Gesù? o dare importanza a tutto tranne che alla Sua nascita? In questo periodo che liturgicamente viene chiamato Avvento dovremmo fare in modo di non essere attratti dalle cose fatue quali ad esempio un bellissimo albero addobbato o la preparazione di un mega pranzo. Dovremmo pensare più a noi stessi, incontrare il Signore ed accoglierlo nel nostro cuore anche perché è l’unico capace di capire le nostre debolezze e consolarci con la sua presenza. L’Avvento è il momento propizio perché ciò avvenga. Chi incontra Gesù Cristo nella propria vita acquisisce nel cuore una serenità e una gioia che nessuno e nessuna situazione posso-

no più togliere. Ma cos’è l’Avvento? L'Avvento, al di là del significato commerciale odierno un po' dedito al superfluo anche se piacevole, ha un profondo significato religioso: è il periodo che nella liturgia cristiana precede il Natale e segna l'inizio di un nuovo anno liturgico dell'anno ecclesiastico occidentale. L'Avvento dura 4 domeniche, le quattro domeniche che precedono il Natale ,quello Ambrosiano dura sei settimane. Nel 2022 inizia domenica 27 novembre con i primi Vespri della prima Domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola; nella terza domenica di Avvento facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per la Natività del Signore. L'Avvento è un tempo che indica tre cose: 1. l'inizio di un nuovo anno liturgico, corrispondente al presente che viviamo, 2. una memoria, ossia dell'evento storico della venuta nella carne del Signore, 3. l'attesa escatologica o ultima, in relazione alla nostra esistenza Anche se nella lingua latina la parola “avvento” significa “venuta”, il significato più comune indica l’attesa. In effetti, la teologia dell'Avvento ruota attorno a due prospettive principali. Da una parte con il termine "adventus" (= venuta, arrivo) si vuole indicare il tempo di preparazione alla solennità del

Natale in cui si ricorda l’anniversario della prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini, dall'altra parte contemporaneamente si vuole indicare il tempo in cui, attraverso tale ricordo, lo spirito viene guidato all'attesa della seconda venuta del Cristo alla fine dei tempi. È un annuncio di gioia che risuona in tutto il mondo. Nascendo da Maria a Betlemme, Gesù ci riapre la porta di casa e ci offre la possibilità di tornare ad essere pienamente figli di Dio. Il nostro sguardo è orientato al mistero della nascita del Figlio di Dio. Un evento che colma di gioia le nostre vite e pervade, per sempre, il tempo e la storia: è la gioia del sentirsi amati e rappacificati con Dio Ogni domenica le letture del Vangelo hanno precise caratteristiche e si riferiscono alla venuta del Signore alla fine dei tempi (I domenica), a Giovanni Battista (Il e III domenica), agli antefatti immediati della nascita del Signore (IV domenica). I più popolari simboli dell'avvento sono: La Corona, il Calendario e la Lanterna. La Corona dell'Avvento è una tradizione natalizia soprattutto nei paesi di cultura anglosassone e germanica. E’ a forma di un

cerchio ed è costituita da rami di piante sempreverdi, su cui sono posizionate 4 candele, che sim-

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

boleggiano le quattro domeniche dell’avvento. Ogni domenica si accende una candela. In alcune versioni c'è anche una quinta candela, di colore bianco, da mettere all'interno della corona: la candela rappresenta Cristo ed è accesa con i primi vespri della Vigilia di Natale.

La prima candela, di colore viola o rosso, è la Candela del Profeta, a ricordare le profezie sulla venuta del Messia La seconda, di colore viola o rosso, è la Candela di Betlemme, a ricordare la città in cui è nato il Messia La terza di colore viola o rosso, è la candela dei pastori, a indicare le prime persone che videro e adorarono il Messia. Questa candela può essere anche rosa come i parametri del sacerdote in questa liturgia La quarta candela di colore viola o rosso, è la Candela degli Angeli, i primi che annunciarono al mondo la nascita del Messia Secondo un’altra tradizione, l’accensione di ogni candela indica la Vittoria della Luce sulle tenebre che avviene dalla sempre prossima venuta del Messia. Le candele rappresentano Speranza, Pace, Gioia e Amore, mentre la corona è simbolo di unità ed eternità e le foglie sempreverdi simboleggiano la speranza della vita eterna. La Corona dell’Avvento può essere decorata con fiocchi e nastri di colore rosso simbolo dell’amore

di Gesù che diventa uomo. La Corona dell'Avvento può essere messa in salotto, o in un luogo, dove si ritrova la famiglia ed essere centro di preghiera giornaliera o settimanale. Il Calendario dell'avvento è un calendario speciale con tante caselle che cominciano ad essere aperte dal 1 dicembre. E che mostra i giorni rimanenti fino alla vigilia di Natale. Alcune versioni di calendari moderni per i bambini hanno un cioccolatino per ogni giorno d’avvento oppure una sentenza saggia. Il primo calendario dell’Avvento è comparso in Germania nel XIX secolo, quando la

mamma del piccolo Gerhard Lang ne realizzò uno composto da 24 dolcetti, alcuni a forma di stelline, fissati su un foglio di cartone. Lang, diventato adulto, aprì un ufficio di stampa e produsse quello che poi è diventato il calendario dell’Avvento, con un’immagine colorata per ogni giorno di Avvento. Per i bambini è sempre una gioia aprire la casella sul calendario e

PAGINA

18

scoprire quale sorpresa nasconde. Il divertimento è per i piccoli ma anche per i più grandi: ogni mattina, prima di andare al lavoro o a scuola, si apre una finestra dell'Avvento e si guarda la sorpresa, che può essere un pensiero di pace, una preghiera, una storia sul Natale, una leggenda, dei dolcetti, degli angioletti o personaggi del presepe che giorno dopo giorno ci accompagnano a Natale.. La Lanterna dell'avvento è una lampada con dentro una candelina. La lanterna è un simbolo della storia di Gesù sulle donne che attendevano l'arrivo dello Sposo con le lampade accese. Tante le qualità che devono caratterizzare il buon cristiano in questo periodo di preparazione al Natale liturgico: la vigilanza, la fede, la speranza, la conversione, la preghiera, la gioia. Il tempo dell’Avvento ha come icona quella della Vergine. Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni” » grazie «al suo “sì” umile e coraggioso». La presenza della Solennità dell’Immacolata Concezione – 8 dicembre – fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo..

(fonte web)

CAV.

PAGINA 19

I

L

G

A Z Z E T T I N O

MEDICINA: il medico informa... Gli Anziani e l’Alimentazione Il mangiare è stato, è e probabilmente sarà sempre un piacere per tutti noi. E’ anche fonte di socialità e per le persone anziane assume un aspetto importante da gestire con le dovute cautele.

Una buona e corretta attività fisica stimola e tonifica le funzionalità cardiache e respiratorie, contribuisce al mantenimento della forza e dell’elasticità muscolare, migliora il coordinamento dei movimenti e i riflessi, influenza favorevolmente l’umore, favoriInvecchiare fa parte della nostra sce il sonno, previene l’osteopovita ed il processo di invecchia- rosi. mento non si può fermare, si può solo rallentare stando attenti alla forma fisica con muscoli ed articolazioni sempre in movimento attraverso l’esercizio fisico quotidiano. Si può rallentare anche, e soprattutto, adottando un’alimentazione corretta, bilanciata. Infatti alcune sostanze, contenute principalmente nella frutta e nella verdura possono incidere positivamente sull’invecchiamento mentre altre possono accelerare i processi di insorgenza di alcune patologie. In generale, un anziano per vivere meglio dovrebbe alimentarsi bene oltre che mantenersi in per- Per una perfetta alimentazione la fetta forma. prima regola generale, ma sempre L’attività fisica, ad esempio, do- fondamentale, è che ogni pasto vrebbe essere esercitata almeno 3 dovrebbe essere bilanciato, ovvevolte la settimana per almeno 30 ro contenere i vari principi nutritiminuti. vi ed essere misto e variato.

I pasti giornalieri dovrebbero essere 4/5, non molto abbondanti in modo da facilitare anche il processo digestivo. Bisogna fare attenzione perché le patologie correlate all’alimentazione possono essere molteplici e di diversa natura. Esse possono derivare sia da carenza sia da eccesso degli apporti alimentari

quotidiani, per squilibrio qualitativo e quantitativo L’arterosclerosi o le iperlipidemie (valore di colesterolo e trigliceridi alti), le cardiopatie e le malattie vascolari come l’ictus, ad esempio, il diabete mellito o l’obesità, sono quasi sempre correlate con un’alimentazione caratterizzata da eccessivi apporti nutrizionali e da squilibri fra gli alimenti. Negli anziani è possibile che si verifichi una riduzione degli apporti alimentari a causa di anoressia, depressione, nausea, vomito, disfagia, difficoltà di masticazione e di deglutizione. Le stesse terapie farmacologiche possono essere causa di malnutrizione. I diuretici, per esempio, possono

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

portare a deficit di zinco e di vitamina B6; i lassativi possono comportare carenza di calcio e di vitamine A, D, E e K. In primis è bene dire che anche per un anziano l’alimentazione quotidiana deve assicurare il giusto apporto di calorie, ovvero dell’energia necessaria a tutti i processi fisici e psichici. Le calorie possono provenire, in percentuali diverse, da diversi principi nutritivi che sono: le proteine, i grassi e gli zuccheri (attenzione: anche l’alcool è fonte di calorie!). In generale, quando si parla di anziani e alimentazione, si nota subito che nella dieta sono spesso presenti poche proteine anche se moltissime patologie croniche diffuse ne consiglierebbero il consumo. A onore del vero, va anche tenuta in considerazione la difficoltà dell’intestino di un anziano ad assorbire le proteine. Non tutte le proteine sono uguali però: quelle contenute nei cibi di origine animale (latte e derivati, uova, carne e pesce) sono “migliori” di

quelle contenute nei legumi (fagioli, piselli, ceci…) o nei cereali (riso, grano, frumento). Si dice che le prime hanno un più elevato valore biologico, sono cioè meglio “utilizzate” dall’organismo. Quindi almeno una volta al giorno l’anziano dovrebbe consumare una porzione di latte, di carne o di pesce. Per quanto riguarda i carboidrati, nella dieta dell’anziano sono importanti perché forniscono all’organismo energia per le funzioni del metabolismo: in un giorno tipo almeno la metà dei cibi consumati dovrebbero contenere i carboidrati. I grassi, si sa, fanno parte a sé. Queste sostanze alimentari non dovrebbero superare in una alimentazione equilibrata il 30 – 35% delle calorie totali. Anche i grassi come le proteine non sono

PAGINA

20

tutti uguali per una alimentazione salutare. È meglio consumare alimenti che contengono grassi di origine vegetale come: Olio di oliva (preferibilmente extravergine), olio di semi di arachide, frutta secca piuttosto che grassi di origine animale, quali burro, lardo, pancetta, strutto. Per condire i cibi “a crudo” meglio usare l’olio di oliva. Per la cottura meglio usare olio di oliva o di arachidi. Infine, un ultimo cenno a vitamine e sali minerali, anch’essi importanti quando si parla di anziani ed alimentazione. Il calcio è importantissimo per il mantenimento della robustezza delle ossa e, con l’avanzare dell’età, diminuisce la capacità dell’intestino di assorbirlo e, di conseguenza, va aumentato il suo apporto. Legata all’assorbimento del calcio c’è poi la Vitamina D, molto importante, ad esempio, per contrastare l’osteoporosi. Viene spontaneo chiedersi se alimentazione e nutrizione siano la stessa cosa Niente di più sbagliato! Si tratta di due concetti profondamente diversi. Quando ci alimentiamo non facciamo altro che introdurre del cibo nel nostro corpo, senza pensare tanto a COSA introduciamo. In sostanza, alimentarsi equivale a mangiare. Di contro, nutrirsi ha a che fare con le proprietà nutrizionali di ciascun cibo, e con l’apporto di determinate sostanze al nostro organismo. La nutrizione, dunque, serve a capire quali sono gli elementi fondamentali di cui il corpo ha bisogno al fine di avere un’alimentazione corretta. La nutrizione è una scienza, mentre l’alimentazione equivale ad un comportamento. CAV.

(fonte web)

PAGINA 21

I

L

G

A Z Z E T T I N O

IL TERRITORIO Natale a Foggia in passato

Loris Castriota Skanderbegh Giornalista

Le festività natalizie si sono piegate da tempo alle tendenze della società consumistica, perdendo l’originario significato religioso per piegarsi alle inesorabili leggi del commercio. A volte è utile, quindi, ricordare com’era il Natale del passato, quando le celebrazioni erano più solenni e le feste in casa più sobrie. Cosa accadeva, ad esempio, a Foggia nell’800? Ce lo racconta il “Giornale Patrio Villani”, cronaca familiare scritta quasi quotidianamente dai componenti di questo casato nobile, di origine campana, che diede i natali a professionisti del settore legale e appassionati storici locali. I capifamiglia delle varie generazioni appuntavano gli avvenimenti del capoluogo –e non solodal 1801 al primo ‘900, sia pure dal punto di vista della élite cittadina. Non ci sono particolari di quel che avveniva attorno al fo-

colare domestico nei giorni del Natale, ma è interessante scoprire almeno gli usi che i Foggiani osservavano “in pubblico”. All’inizio dell’800, dopo i turbolenti avvenimenti della Repubblica Napoletana, la città viveva gli eventi tradizionali in modo sommesso. Sul “Giornale Patrio” si legge, in data giovedì 24 dicembre 1801, che le famiglie agiate si recano a porgere gli auguri solo al Duca Troiano Marulli, vicario generale nelle province di Matera, Lucera, Trani e Lecce, e alle autorità del Tribunale della Dogana delle pecore «essendosi tolto l’uso di girare per tutti». Dopo qualche altro anno di celebrazioni in tono minore, torna un po’ di allegria nel 1806. Riprende il “passeggio” delle famiglie nelle ore notturne del 24 dicembre, grazie anche al bel tempo e alla luna piena: fattore da non trascurare in una città priva di pubblica illuminazione, dove si rischiava di rimanere vittime di furti negli angoli più bui. Nel 1823 troviamo già cenni sul commercio natalizio di prodotti alimentari: «Giovedì 25. Tempo rigido. Le parate solite a farsi in questi giorni da’ commestibili sono state in quest’anno ricche di frutti di ogni sorte, ed affollate di compratori tanto del proprio comune quanto de’ comuni più vicini della provincia». Tre anni dopo, per la notte del 24, si parla di celebrazioni religiose particolarmente sentite: «Questa popolazione è stata tutta in veglia, girando le chiese, a malgrado del cattivo tempo e della pioggia dirotta. Nella basilica la funzione ebbe principio alle l0 della sera e protratta fino alle due

dopo mezza notte. Grande orchestra accompagnò la messa solenne, ed una folla immensa vi è concorsa per la novità della musica, che da più anni non aveva avuto luogo in simile funzione». Nel 1827, tornano i cenni ai mercati alimentari natalizi: «Martedì 25. Tempo freddo. [...] La nostra città presentava ieri l’altro ed ieri uno spettacolo d’ilarità e d’abbondanza, che dovette sembrar nuovo agli stessi foggiani. I prodotti delle varie stagioni, i frutti, la verdura, il pesce, la carne, la cacciagione, ed i commestibili d’ogni specie erano in tal copia nelle piazze e nelle più ampie strade della città, che formavano il più bel colpo d occhio e la grandiosità della giornata, che doveva seguire». L’anno appresso si fa cenno anche ai fuochi d’artificio, che di solito venivano sparati nella piazza davanti a Palazzo Dogana: «Giovedì 25. Tempo sereno. [...] Lo sparo durante la notte è stato al di là degli anni precedenti e la popolazione, profittando del bel tempo e caldo, si è trattenuta la maggior parte in veglia, girando per i così detti mattutini [le preghiere recitate in chiesa la mattina molto presto]. Il “Giornale” ci rivela anche che il Teatro cittadino rimaneva chiuso durante il novenario e che

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

riapriva la sera di Natale con uno spettacolo “di grido”: martedì 25 dicembre 1838, ad esempio, con il «nuovo spartito di Donizetti “Gemma di Vergy”».

il solito nei seguenti giorni 26 e 27 del corrente mese». Un fatto curioso ma increscioso, avvenuto nel 1845, privò i Foggiani di una golosa tradizione:

Nel 1839, di un cenno al mercato alimentare: «Lunedì 25. Questa mattina ha avuto principio [...] la fiera introdottasi da pochi anni a questa parte, e ciò nondimeno è affollata da forestieri e mercadanti in proporzione della stagione. Una discreta quantità di animali si è esposta venalmente ne' luoghi consueti, e si sono fatti non pochi negozi. Essa continuerà secondo

«Giovedì 25. Una circostanza tutta nuova avvenuta ne’ laghi di Lesina e Varano, e propriamente ne’ depositi de’ capitoni per vendersi nella vigilia del Santo Natale, li ha fatti ritrovare morti: per cui questa specie di pesce, tanto ricercato e di consuetudine nella presente festività, è dell’intutto mancata». Di presepi si parla per la prima

PAGINA

22

volta nel 1852: «Sabato 25. [...] Diversi presepi si sono formati in alcune chiese, come specialmente nella chiesa del Purgatorio [la cosiddetta chiesa dei Morti] ed in quella di Gesù e Maria da’ padri Minori Osservanti, ed anche in diverse private». Il periodo postunitario creò seri problemi di ordine pubblico, come si legge nel “Giornale” del 1862: il 25 novembre, primo giorno della Fiera di Santa Caterina, pochissimi erano gli espositori e i clienti «perché niuno si è arrischiato a viaggiare per lo benedetto brigantaggio». Nel 1864 si trova cenno alla tradizione già diffusa degli zampognari: «Domenica 25. [...] in questo anno vi sono stati i consueti cellomellai [ciaramellari], i quali ànno girato per le strade della città per le diverse novene particolari precedute alle festività della Concezione, e di Natale». Una carrellata di storie sui Natali passati che fa riflettere sulla graduale perdita di senso di questa celebrazione ai tempi nostri. Resta vivo, per fortuna, quel senso di allegria e di commozione che prende durante i giorni cruciali delle feste, quando ci si riunisce ancora in casa, con i parenti e gli amici più stretti, per giocare assieme a tombola o a carte, mangiare cibi tradizionali, scambiare i ricordi dei tempi che furono e, magari, versare qualche lacrima davanti al “focolare” moderno della TV per un bel film di Natale. Manteniamo queste belle usanze perché –tutti se ne accorgono con il passare del tempo- sono quelle che ci fanno trascorrere alcuni dei veri momenti felici della vita.

Loris Castriota Skandebergh

PAGINA 23

I

L

G

A Z Z E T T I N O

Natale nella mia città: profumi e tradizioni

Maria Acquaviva Insegnante

L’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, si entra nel vivo della festività del Natale; infatti c’è l’accensione dell’albero che le famiglie hanno preparato e riccamente addobbato da giorni. Un tempo l’albero aveva sui rami agrumi e frutta secca e la neve era realizzata con bambagia bianca. Molti allestiscono il presepe, tradizione molto antica, scegliendo statuine e paesaggi per renderlo spettacolare; il presepe del passato era realizzato con materiale di scarto del falegname. È bello passeggiare per

le strade affollate risplendenti di luminarie e percepire melodie natalizie provenienti da negozi ed i vari profumi dei dolci tipici che si sprigionano da pasticcerie e panetterie. Il Natale è un momento dell’anno molto atteso da adulti e bambini, porta tradizioni e usanze antiche, le città illuminate creano atmosfere suggestive, per le strade si organizzano meravigliosi mercatini con dolciumi e prodotti tipici da regalare. Alcune tradizioni non ci sono più, come i “faló”, enormi cumu-li di legna che si accendevano in ogni rione nel giorno di Santa Lucia, il 13 dicembre, perché non ci sono più spazi aperti e sicuri. Un’altra tradizione scomparsa è quella degli zampognari che venivano dall’Abruzzo, terra di transumanza, per farci ascoltare melodie negli angoli delle strade e nei condomini. Erano in due, uno suonava la “zampogna”, l’altro la “ciaramella”. Indossavano una giacca in lana cardata, un gilet in pelle di pecora, il mantello e calzettoni di la

na. Secondo la tradizione essi avrebbero suonato motivi dolci e soavi alla Vergine Maria prima del parto. Il Natale è la festa religiosa più sentita perché nasce Gesù Bambino, ed anche gastronomica perché ricca di golosità. Il dolce per eccellenza di Foggia sono le “cartellate”, un impasto di farina, olio e vino bianco da cui si ricavano delle losanghe sottili, strette tra pollice ed indice e avvolte dando forma ad una coroncina. Vengono fritte e condite con il vino cotto e ricoperti di mandorle, noci o zuccherini

colorati, esse simboleggiano le lenzuola che coprivano il Bambino Gesù nella mangiatoia.

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

Altre specialità sono le “mandor- Il giorno della Vigilia, il 24 dile atterrate”, i “calzoncelli”, dolce cembre, in tutte le case si gustano a forma di raviolo fritto, riempito “pettole”, piccole palline di pasta lievitata fritte e ricoperte anche con mosto e miele.

di mostarda, che simboleggia il cuscino di Gesù Bambino, “taralli neri” impastati con vino cotto, farina, mandorle e cioccolata, “mostaccioli” che simboleggiano i dolci di Bambino Gesù.

PAGINA

24

A sera le famiglie si riuniscono per il “cenone” natalizio, attorno ad una tavola riccamente imbandita; è una cena a base dim pesce, ma non mancano le orecchiette con le cime di rapa, piatto rappresentativo della città. A mezzanotte molti si recano alla Santa Messa, si gioca e si scambiano i regali, una tradizione antica perché simboleggia il dono che ci ha fatto Gesù: la sua nascita. Per i più piccini il Natale è magia: aspettano Babbo Natale che arriva dalla lontana Lapponia con le sue renne e porta loro i regali che hanno desiderato. Maria Acquaviva

PAGINA 25

I

L

G

A Z Z E T T I N O

Il Gargano

Docente Santa Picazio

Eravamo giovani e questo ci dava il coraggio necessario. L'essere giovani aiuta molto in questo caso. A furia di penetrare in quei luoghi ancora sconosciuti ai più, ci rendemmo conto che in fondo non eravamo neppure i primi ad aver scoperto e goduto di tanta bellezza. Prima di noi c'erano stati popoli antichi, addirittura popoli paleolitici che lo avevano scelto, inse-

Quella di Cagnano, per esempio, che merita una trattazione a parte per la sua importanza. E' una grotta più riservata, meno nota, ma non per questo meno significativa. E poi, che dire della grotta che conserva nella roccia l'impronta delle ali di questo Arcangelo spericolato, ed innamorato del Gargano proprio come me? La grotta è quella che si trova nei pressi della Madonna D'Elio, scoperta per ca-

Il Gargano, sebbene non sia un territorio molto esteso, diventa difficile conoscerlo tutto per davvero. Sono molte le zone che sembrano nascondersi a loro stesse. Posso affermarlo avendo più di una volta deciso di addentrarmi in gole, boschi ed anfratti vari. Non era difficile trovare compagnia per me, visto che anche mio marito, a cui piaceva la mia propensione per l'avventura, mi seguiva volentieri. Ma, per quanto riguarda il Gargano, non è stato semplice. E, spesso, a venirci in aiuto, quando stavamo per perdere la via di casa, sono stati i tanti punti di riferimento; il mare prima di tutto. Il nostro girovagare, infatti, ci ha messi spesso di fronte a momenti critici, di fronte ad una realtà che avevamo poco considerata. Non c'erano ancora le indicazioni sui sentieri, o sulle zone boschive, come ci sono ora. E' vero che quando facevamo noi i pionieri non c'era molta attenzione neppure per l'orografia del territorio. Non eravamo tanti a nutrire il desiderio di conoscere più a fondo la terra che ci aveva dato i natali, ed ancora meno erano gli studiosi che si dedicavano allo studio del nostro territorio. Almeno a noi non ne arrivava nemmeno l'eco.

La suggestiva 'Grotta dell'Angelo', sul Monte Elio uno dei tre luoghi di culto del Gargano attribuito all'Arcangelo Michele

diandosi nel nostro Gargano. Era un territorio carsico, ricco di grotte, di cui alcune saranno state giudicate confortevoli dai nostri antenati. Infatti, furono tante le grotte abitate in un tempo lontano, ormai difficile anche da calcolare per noi profani. Abbandoniamo perciò di proposito il Paleolitico ed il neolitico per avvicinarci al nostro tempo. E tornano le grotte. Già, perché ci rendiamo subito conto che anche il nostro amato San Michele aveva preso casa proprio in una delle nostre grotte. La Grotta più nota è quella di Monte Sant'Angelo. Ma le grotte scelte dal Santo sono davvero tante.

so da pastori. Questo argomento merita certo più spazio anche solo per elencare i luoghi dove trovare una grotta dedicata al San Michele. Però, senza allontanarmi da questi luoghi interessanti per le cose già dette, vorrei restarci per raccontare anche altro. Vorrei parlarvi di un argomento di grande importanza davvero di cui, pur non essendo io la protagonista, ho seguito tutto molto da vicino, e continuo a farlo. Il tutto comincia con una telefonata. Se può fare storia ci tengo a sottolineare che avevamo ancora il telefono fisso. Dall'altro lato una voce che non conoscevo

Notiziario Sezione Territoriale ANCRI FOGGIA “Capitanata”

PAGINA

26

si presenta e mi chiede se ho tem- degli astri, e soprattutto quello del per tuffarsi nella ricerca di nuove po per ascoltarlo. Comincia con il sole. Ci muoviamo, infatti, su una conferme. Il suo entusiasmo mi dirmi che ha saputo da amici co- montagna che da sempre è indica- contagia. Si decide di fissare tutto in un primo libro che viene presentato in un incontro davvero importante, soprattutto per gli ospiti che scelgono di esserci. Il libro è davvero interessante e convince anche i meno disponibili a crederci. Ma quella che ancora non si ferma è la ricerca dell'Arch. Raffaele Renzulli. Ora, fra alti e bassi, come chi deve offrire qualcosa di importante alla propria terra, Raffaele comincia ad raccogliere i primi seri riconoscimenti ed a poter sperare in una ricerca condotta secondo i canoni previsti dalla scienza archeologimuni che sono la Presidente della ta come la MONTAGNA del SO- ca e storica. Appoggiandosi a sede di Foggia dell'Archeoclub LE. questa determinante ricerca sono d'Italia e che per questo ritiene Non poteva che chiamarsi così! state organizzate una serie di inche potrei interessarmi alla sua contri ed escursioni. ricerca. Ci sono stati anche degli attestati, Lo invito a raccontarmi, e mentre graditi ma non proprio chiari. lo fa, io mi carico di curiosità al Molti se ne rendono conto; all'Artal punto che vorrei già essere sul chitetto servono altri riconoscimenposto. Mi controllo e dico che la ti. In fondo ha speso la sua vita cosa potrebbe interessarmi e che con un pensiero fisso IL GALdobbiamo risentirci. A pranzo LUCCIO spostandosi continuariferisco a mio marito che si entumente fra Benevento e la sua siasma anche più di me e che mi MONTE. II 24 settembre 2022 incoraggia a seguire l'Arch. Raf- Disco Galluccio di pietra -Monte Sant’Angelo durante un incontro viene sostefaele Renzulli e la sua ricerca. nuta dai partecipanti l'idea di Non sto più nella pelle. Sono da creare un Parco Archeologico per sempre convinta delle cose che ho valorizzare le tante testimonianze sentito, e sapere che adesso c'è di un territorio scelto dai nostri anche un serio Architetto che si antichissimi antenati. L'area prointeressa non mi lascia indifferenposta per il parco è vastissima. te. A fatica lascio passare qualche Credo che sarei anch'io in grande giorno, poi richiamo l'Architetto difficoltà a scegliere cosa valorizper stabilire un appuntamento per zare. potermi recare a verificare con i Il Gargano è una terra benedetta. miei occhi i tanti indizi, e per ten- Una ricerca di questo tipo, con- Sarà per questo che anche gli Artare di poter ricostruire una storia dotta da una persona legata alla cangeli non hanno esitato ad abipiù che antica. Ne sono letteral- valorizzazione del proprio territo- tarla. mente affascinata. Più scendo, più rio non può rimanere riservata a Santa Picazio vedo, più mi sembra di capire lungo. Infatti, si comincia a parquel mondo di persone di un tem- larne, e anche troppo. po perduto, completamente affi- Ma Raffaele non si arrende, e tordati ad un Galluccio di pietra per na a Monte Sant'Angelo appena stabilire e ricordare il percorso può dalla Benevento dove vive,

PAGINA 27

I

BACHECA

L

L’angolo delle curiosità

Lo sai che?

LA REDAZIONE AUGURA

Vuoi collaborare con la redazione per il successo del nostro “Il Gazzettino”? Inviaci i tuoi suggerimenti, articoli e curiosità … e noi provvederemo a pubblicarli!

G

A Z Z E T T I N O

Get in touch

Social

© Copyright 2013 - 2024 MYDOKUMENT.COM - All rights reserved.