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LA RIVISTA DI INFORMAZIONE, BUON CIBO E DIVERTIMENTO DI IPERAL

AFFETTATI LE SELEZIONI” IPERAL SINONIMO DI QUALITA E CONVENIENZA Anno 9 - Numero 7 settembre 2022 Una copia omaggio per i possessori di CartAmica costo eventuali copie successive 1 €

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Affettati “Le Selezioni” Iperal il meglio dei salumi da tutta Italia Le eccellenze lombarde, le specialità delle altre regioni, gli affettati light amici della linea e quelli più sfiziosi: una gamma vasta e tutta da provare

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celti con cura dai nostri esperti tra le migliori specialità di tutta Italia, i prodotti della linea “Le Selezioni” sono sinonimo della qualità che ogni giorno noi di Iperal ci impegniamo a garantirvi, sempre a un prezzo competitivo. La linea “Le Selezioni Iperal” racchiude un’ampia gamma di affettati, che si distinguono non solo per bontà e prezzo ma anche per praticità. Si trovano infatti già pronti in comode vaschette al banco take away dei nostri supermercati. Buoni e “in linea” Nella nostra linea “Le Selezioni Iperal” non mancano affettati buoni ma leggeri. Per esempio, il petto di tacchino al forno prodotto solo con fese fresche di tacchini provenienti da allevamenti italiani selezionati. Con un contenuto massimo di grassi del 2%, può essere consumato da solo o con un’insalata, per un pasto leggero ma ricco di energia. Il nostro petto di tacchino al forno è anche privo di glutine e derivati dal latte. In pratiche confezioni da 120 grammi si trova anche il petto di pollo al forno, ideale per un pranzo veloce all’aperto in queste giornate di settembre ancora così miti. Nella nostra selezione non poteva mancare il prosciutto cotto nostrano, ricavato da carne di alta qualità di suini al 100% di filiera lombarda, valorizzata da una lenta cottura in forni a vapore. Dalla montagna alla vostra tavola Facendo tesoro di un’antica tradizione della Valtellina, la bresaola punta d’anca “La Pregiata” ha il posto da regina sulla tavola degli sportivi che non vogliono rinunciare al gusto. Grazie al suo processo di stagionatura che richiede dalle 4 alle 8 settimane, la bresaola unisce un elevato apporto proteico a un basso contenuto di grassi. E se questo non è sufficiente, è anche una velocissima idea “salva pasto”. Basta metterla tra due fette di pane o in un piatto con una spruzzata di olio e limone e qualche scaglia di parmigiano per valorizzarne tutto il sapore.

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Pronti per l’ora dell’aperitivo Che il vostro aperitivo ideale sia un cocktail più elaborato o un bicchiere di vino da sorseggiare in compagnia, abbiamo l’abbinamento adatto per entrambi. Nella linea “Le Selezioni Iperal” provate il nostro salame piacentino DOP. Come prevede il disciplinare di produzione, questo speciale salame si distingue per il suo gusto leggermente speziato, risultato dei 45 giorni minimi di stagionatura della

«Fra le migliori specialità regionali, sono eccellenze scelte con cura dai nostri esperti e proposte a un prezzo competitivo»

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carne di suini allevati esclusivamente tra Lombardia ed Emilia Romagna. Restando in provincia di Piacenza, perché non provare la nostra coppa piacentina DOP? Come per il salame suo conterraneo, anche la coppa piacentina della nostra selezione è lavorata seguendo fedelmente il suo disciplinare. Una lavorazione che richiede passione e pazienza, dato che una buona coppa piacentina deve stagionare sei mesi e affinarsi in cantina per poter vantare il titolo dop. Noi di Iperal abbiamo anche pensato che quando si parla di salumi piacentini non ci può essere due senza tre. Per questo fra “Le Selezioni Iperal” del banco take away potete trovare anche l’Antipasto dei tre salumi piacentini DOP, per assaggiare insieme salame, coppa e pancetta piacentini fedeli alla tradizione.

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Il meglio della tradizione italiana Il nostro viaggio tra le specialità d’Italia continua facendo tappa nella cittadina laziale di Ariccia, famosa in tutto il mondo per la sua porchetta IGP. Quella che potete trovare nei nostri punti vendita è ancora il prodotto del processo artigianale che usa soltanto carne suina di qualità da filiera garantita e selezionata, sale, pepe, rosmarino e aglio. Risalendo verso nord si arriva in Toscana per assaporare l’arista al forno, una pietanza dalla storia secolare già citata in un documento risalente alla fine del 1200. Seguendo la tradizione, l’arista della nostra linea “Le Selezioni” è prodotta solo con lonze fresche di suini da allevamento italiano, poi cotte e rosolate per ottenere il sapore e la morbidezza che l’hanno resa uno dei salumi toscani più noti. E per finire in bellezza non può mancare il nostro prosciutto crudo stagionato 24 mesi, salato e lavorato a mano prima di essere messo a riposo per due anni nelle cantine dei nostri produttori di fiducia.

Consigli di degustazione

Nei nostri negozi

Ottimi da soli, un’esplosione di gusto abbinati con altre pietanze. Ogni affettato della linea “Le Selezioni” aspetta di incontrare la sua anima gemella. Un buon inizio è abbinarli con alcune specialità di settembre, ma la vostra voglia di sperimentare è l’unico limite. Fichi Tagliati a metà e adagiati su un una fetta di prosciutto crudo stagionato 24 mesi, per esaltare il sapore di entrambi. In alternativa, da provare con la coppa piacentina. Uva Un grappolo di uva bianca e alcune fette di salame piacentino disposti su un tagliere in legno: un’idea semplice da aperitivo per unire gusto e colpo d’occhio. Pane di segale Con un pane scuro dal sapore deciso come quello di segale l’abbinamento ideale è un salume che sappia tenergli testa. Qualcuno ha detto bresaola punta d’anca “La Pregiata”?

Le nostre nuove proposte Tra gli affettati “Le Selezioni Iperal” presto troverete anche alcune gustosissime novità: lo speck affettato Alto Adige IGP, il Fiocco della Valtellina, il lardo d’Arnad DOP, il prosciutto cotto ottenuto da animali allevati senza l’uso di antibiotici e la pancetta Gran riserva.

Grissini integrali L’abbinamento grissini e salumi è quasi un sinonimo di finger food. Per i grissini integrali quello ideale è con il sapore delicato ma gustoso dell’arista al forno.

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indice

Sommario Il buono

Divertirsi insieme

Primo piano

Territorio e divertimento

2 Affettati “Le Selezioni” Iperal, il meglio dei salumi da tutta Italia

38 Lago Aviolo, acque smeraldo in Valcamonica

Buon cibo 6 Le idee del mese: 7 prodotti consigliati da Iperal per la tua merenda

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42 Ciclabile dei laghi di Garlate e Olginate

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12 Uva, l’energia della Puglia sulle nostre tavole

44 Pietra ollare, “magia” della Valchiavenna 47 Orticolario a Cernobbio (CO), la natura come stile di vita

14 Frolla, l’impasto jolly per torte e crostate

In evidenza

18 Burro e latte biologici Valtellina Iperal

50 Sport inclusivi per atleti speciali

20 Risotto tricolore, golosa tradizione

Stare bene

24 Polpettone ripieno in crosta 26 Tintilia del Molise DOC 2019

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Novità Primia

53 Cosa è successo a settembre 54 Sedano, scopriamo perché fa bene alle ossa

29 Baci di dama, dolcezza piemontese

58 Maria Teresa De Filippis al volante della storia

Le buone ricette di Iperal: menù abruzzese

Ambiente

32 Virtù, minestra teramana

62 Riuso del vetro per una casa più bella

33 Lenticchie abruzzesi 34 Arrosticini

Salute, benessere e famiglia

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66 Lo sapevate che

36 Parrozzo

Anno 9 - Numero 7 settembre 2022

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Le idee del mese 7 prodotti consigliati da

Per la merenda

Crostatine “Fatto da Noi” Poche cose sono in grado di risvegliare i ricordi come una buona crostata, che magari abbia il sapore di quella preparata dalla nonna per la merenda dopo un pomeriggio di giochi all’aria aperta. Con le crostatine “Fatto da Noi”, il gusto della tradizione si unisce alle pratiche monoporzioni, per avere sempre il loro gusto sfizioso a portata di mano. Per accontentare tutti i golosi, le nostre crostatine sono disponibili con marmellata di mirtilli, albicocche, mele e frutti di bosco.

Semplici e gustose Farina di grano tenero, latte, burro, uova 100% italiane da allevamento a terra. Sono questi gli ingredienti che i nostri chef selezionano per preparare ogni giorno i prodotti di pasticceria. E il tocco finale, nelle crostatine, lo dà la marmellata di frutta: per una merenda irresistibile.

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Yogurt Valtellina Iperal Nel banco frigo dei nostri supermercati si può trovare un’ampia selezione di yogurt biologici, tutti disponibili in barattoli trasparenti di diverso formato: al naturale o ai gusti albicocca, mela, mirtillo, ciliegia, miele, frutti di bosco nel vasetto da 150 grammi; in quello da 500 grammi per lo yogurt bianco classico o con lo 0,1% di grassi; da 130 grammi per lo yogurt vellutato alla vaniglia, al mirtillo o alla fragola.

Dalle Alpi alla tua tavola I nostri yogurt Valtellina Iperal nascono nella Latteria sociale di Chiuro, cooperativa lattierocasearia fondata nel 1957 nel cuore delle Alpi. Qui vengono preparati con fermenti lattici vivi selezionati, rispettando con rigore i tempi naturali di acidificazione del latte, il segreto per avere yogurt cremosi e ricchi di calcio e proteine.

Il buono dell’agricoltura bio

Barrette ai cereali Via Verde Bio Si può avere uno snack da viaggio senza rinunciare a ingredienti sani e genuini? La risposta è sì. Basta cercare nei nostri supermercati le barrette ai cereali Via Verde Bio. Con una base di frutta secca, le barrette sono disponibili nella variante con i frutti rossi, in quella con uvetta e albicocche e in quella più sfiziosa con canditi e cioccolato. Ogni confezione contiene tre barrette incartate singolarmente, sempre pronte per uno snack al volo.

Tutti gli ingredienti usati nelle barrette Via Verde Bio sono il prodotto di agricoltura biologica, con tecniche di coltivazione naturale. Questo significa evitare di usare fitofarmaci e fertilizzanti chimici, valorizzando la produttività della terra con cicli differenti di coltura e rispettando i ritmi che la natura ci chiede. Solo così si ottengono ingredienti sani e a filiera corta.

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Succhi di frutta Via Verde Bio I succhi di frutta Via Verde bio Primia sono perfetti per rinfrescarsi e fare il pieno di energia a metà giornata. Disponibili al gusto pera, albicocca e pesca: il brick da 200 ml rende questi succhi di frutta ideali da avere sempre in borsa o nello zaino durante una gita o una passeggiata in montagna.

Per una merenda veloce e gustosa I vostri figli sono appena usciti da scuola con una fame da lupo? Per una merenda sana, veloce e gustosa, abbinate un succo di frutta Via Verde Bio con qualche galletta. Potete scegliere tra diverse alternative: dalle classiche di riso integrale fino a quelle di mais o di grano saraceno. Anche i cracker sono ideali per completare la merenda a base di un succo di frutta bio.

Una curiosità dalla Liguria

Focaccia “Fatto da noi” Farina di grano tenero, olio extravergine di oliva e sale sono tutto quello che ci serve per sfornare uno dei piatti più semplici e allo stesso tempo gustosi della cucina mediterranea, da mangiare da sola o da farcire con gusto e fantasia. Secondo noi la migliore resta quella servita con pomodoro a fette e qualche foglia di basilico.

I genovesi intingono la focaccia nel cappuccino. Un’usanza davvero inusuale fuori dalla Liguria, dove invece tutti ne assicurano la bontà. Non resta che trovare il “coraggio” e provare!

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Antiossidante naturale Ricca di provitamina A, vitamine B1, B2, B6, E e C, acido citrico, acido malico, niacina e acido folico, oltre a flavonoidi e carotenoidi, la mela è un incredibile antiossidante.

Mele Potrebbe servire una vita intera per provare le oltre 7mila varietà di mela che si trovano nel mondo. In Italia se ne trovano ben duemila. Non a caso, il nostro Paese è il sesto produttore mondiale di mele, con quasi 2,4 milioni di tonnellate l’anno. Una bella quantità, ma ben lontana dal primato della Cina, che in un anno ne produce addirittura 39 milioni di tonnellate, quasi la metà del totale mondiale.

Golosità “Più Bassi Sempre“ Fanno parte della linea di prodotti con il bollino “Risparmio garantito”, che indica il nostro impegno a fornire sempre ai nostri clienti prodotti di qualità al miglior prezzo possibile. Le nostre confetture extra sono buonissime e sane, preparate con 70 grammi di frutta per ogni 100 grammi di prodotto.

Marmellate Valtellina Iperal Le confetture extra Valtellina Iperal sono disponibili al gusto di lamponi, frutti di bosco, albicocca, fragole, mirtilli e castagne. Provatele sul pane a colazione, per farcire torte e crostate ma anche per arricchire una colazione a base di yogurt bianco e cereali.

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Uva l’energia della Puglia sulle nostre tavole convenienti in cucina

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Perfetta da consumare dalla colazione allo spuntino fino al tagliere dell’aperitivo: questo frutto è sinonimo di convivialità e simboleggia benessere e abbondanza

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roccante e succosa, l’uva è una delle regine della tavola di questo periodo grazie anche alle diverse varietà presenti e ai tanti usi che se ne possono fare in cucina, dagli antipasti fino al dolce. Ma è perfetta anche come spuntino di metà giornata, magari accompagnata da una piccola quantità di frutta secca. La prima diffusione La coltivazione risale alla notte dei tempi: dall’Armenia sembra che la vite sia stata diffusa in Tracia e poi, grazie ai navigatori Fenici, alla Grecia e all’Italia fino alle regioni centro-settentrionali. Gli Etruschi ne coltivavano una tipologia selvatica che è stata fatta risalire al XII sec. a.C.: poi il contatto con i Greci permise loro di importare nuovi attrezzi e modalità di lavoro. Si deve ai Romani l’introduzione di questo frutto nelle regioni dell’Europa centrale. Uva e prosperità Nell’antica Grecia l’uva era simbolo di fertilità e il suo pregiato succo, ovvero il vino, era definito come “nettare divino”. Nel Medioevo l’uva significava benessere, prosperità e abbondanza. E ancora oggi si usa consumare l’uva come rito di buon auspicio: pensate che ad esempio in Spagna nella notte di San Silvestro si suggerisce di mangiarne dodici chicchi nei dodici secondi che precedono la mezzanotte per assicurarsi un anno prospero. Proprietà In un solo grappolo d’uva sono contenute tante proprietà benefiche: vitamina A, E, K; ma anche calcio, fosforo e potassio. Questo frutto favorisce un’azione

antiossidante e antinfiammatoria a beneficio del sistema cardiovascolare. Di norma 100 g di uva apportano 61 calorie. (Fonte: Enciclopedia Humanitas www.humanitas.it). L’uva da Iperal La coltivazione dell’uva da tavola selezionata da Iperal avviene in Puglia, nei territori a nord di Bari. Sono ricchi di nutrienti come il calcio e il potassio che permettono di garantire quel bilanciamento perfetto tra zuccheri e acidità. Questo prodotto è caratterizzato da un colore vivace e dall’acino sodo e succoso. Una filiera curata in ogni sua fase, dalla tutela del territorio della vite alla raccolta, dal trasporto fino alla consegna nei nostri supermercati.

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Dolcissima idea Preparate questa torta all’uva per stupire tutti. Usate 250 g di uva rossa, tagliate a metà ogni chicco ed eliminate i semi. In una terrina sbattete 3 uova con 250 g di zucchero. Aggiungete 250 g di farina setacciata, 1 bustina di zucchero vanigliato, la scorza di un limone, un bicchiere latte e 120 g di burro ammorbidito. Quando l’impasto è cremoso versate una bustina di lievito e mescolate. Rovesciate metà del composto in una teglia, adagiate metà degli acini. Riempite con il resto dell’impasto e guarnite con l’altra metà di acini. Infornate in modalità statica a 180° per 35 minuti: fate la prova dello stecchino per verificare la cottura. Servite con una spolverata di zucchero a velo.

Le regole dell’uva a tavola Per il galateo occorre seguire alcune regole per gustare questo frutto a tavola. Si serve sui piattini da frutta, in piccoli grappoli, in modo da offrire una porzione simile a ciascun commensale. Viste le dimensioni, l’uva si mangia con le mani: con la sinistra si tiene il grappolo mentre con la destra si prendono gli acini, uno alla volta per gustarne pienamente il sapore.

“Bianca o rossa, l’uva di settembre si riconosce per il sapore pieno e avvolgente”

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Frolla l’impasto jolly per torte e crostate Tecniche in cucina Dalla farina giusta ai differenti risultati che si possono ottenere dosando diversamente gli ingredienti base. Ecco come ottenere un composto perfetto per le preparazioni dolci

Il trucco da chef Per la frolla Milano «125 g di burro morbido vanno lavorati con 125 g di zucchero, un pizzico di sale e gli aromi prescelti. Si uniscono poi 40-50 g di uova sbattute (circa un uovo mediopiccolo) e infine 250 g di farina». Si procede poi come per la versione classica.

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ccomuna crostate, biscotti, tortine, dolci ripieni ed è capace di conquistare al primo assaggio. Scopriamo tutti i segreti della pasta frolla con Vincenzo Iannetti, chef e formatore diplomato alla Gambero Rosso Academy, e che collabora con Insideat.eu, leader nell’organizzazione di experience enogastronomiche; le sue ricette sono sul canale YouTube “iCuochi by Insideat”. La farina «Per una buona frolla è necessario optare per farine deboli, che si gonfino poco. Il valore W, che a volte è specificato sulle confezioni, deve essere inferiore a 200. Si tratta di un indice che segnala la capacità della maglia glutinica (la struttura a rete formata dalla farina lavorata con l’acqua e che è in grado di intrappolare i gas prodotti dalla lievitazione, formando delle bolle) di assorbire liquidi e di sostenere la lievitazione». Se invece non troviamo questo riferimento, basterà guardare la tabella nutrizionale e prediligere una farina che abbia al massimo 10 g di proteine per 100 g di prodotto. Poco importa invece la raffinazione: usare una farina 0, 00, 1 o 2 dipende solo dai gusti. Opzioni fra cui scegliere Esistono diversi tipi di frolle: sebbene siano tutte preparate con farina, burro, uova e zucchero, e poi aromatizzate con scorza di agrumi o vaniglia, la proporzione tra la quantità di burro usato rispetto al peso della farina produce risultati molto diversi tra loro. «La frolla Milano è quella più equilibrata in cui il burro è il 50% della farina ed è adatta a qualsiasi uso». Anche la tecnica e l’ordine con cui si impastano gli ingredienti può creare impasti molto diversi fra loro. Nella sablée, ad esempio, si parte dal burro freddo che viene “sabbiato” con farina e zucchero: si lavora, quindi, fino a ottenere delle “briciole” di burro ricoperte dagli altri ingredienti. Solo a questo punto si aggiungono le uova. Il risultato sarà particolarmente friabile. La ricetta classica dello chef La ricetta dello chef Iannetti per la frolla “classica” prevede di impastare per poco tempo (indicazione valida per qualsiasi tipologia di questa preparazione) 150 g di burro morbido a pezzetti con 110 g di zucchero, un pizzico di sale, un uovo e un tuorlo. Solo a questo punto si aggiungono 250 g di farina. Il composto va poi fatto riposare per almeno 30 minuti in frigo, prima di essere steso e cotto (bianco o già farcito) per circa 30 minuti nel forno statico a 160-170 °C.

La frolla Napoli Detta anche frolla povera, è l’ideale per accogliere ripieni particolarmente umidi: è più asciutta e contiene più farina in proporzione al burro. La ricetta del nostro chef perevede «125 g di burro, 110 g di zucchero, 40-50 g di uovo, un pizzico di sale, che non deve mancare mai, e 300 g di farina». Il procedimento è quello che abbiamo visto per le altre versioni.

Crostata con fichi e crema pasticcera Semplice e di grande effetto è la crostata con crema pasticcera e frutta di stagione: in questo caso usiamo i fichi. Per la frolla affidatevi alla ricetta dello chef Iannetti. Per la crema usate 4 tuorli, mezzo litro di latte intero, 120 g di zucchero semolato, 40 g di amido di mais e la scorza di limone per aromatizzare. Cuocete la crostata mettendo in superficie legumi secchi o dei pesetti. Po farcitela con la crema fredda e i fichi freschi a spicchi.

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Burro e latte biologici il prodotto fresco di eccellenza La tradizione e la cura per le materie prime, lavorate con amore, consentono di realizzare alimenti che racchiudono l’autenticità della Valtellina da gustare a tavola

Quando burro e latte vanno a nozze Nella cucina francese il burro è un ingrediente molto apprezzato e utilizzato in tante preparazioni dolci o salate come la salsa Roux de farine, la base di molti intingoli d’oltralpe. Il roux si ottiene sciogliendo il burro in una casseruola e incorporando la farina fin quando il composto non risulta ben amalgamato e fluido. Da questa base si ottengono salse vellutate come la famosissima besciamella.

Un dolce di campagna lombardo In una ciotola unite 200 g farina di mais, 100 g di farina 00, una bustina di lievito in polvere e la scorza grattugiata di un limone. In un secondo recipiente amalgamate con le fruste 150 g di zucchero, 100 g di burro ammorbidito, 2 uova. Aggiungete 200 ml di latte a filo e poi, sempre mescolando, il mix di farine con lievito, un poco alla volta. Cuocete in forno statico a 180° per 40 minuti.

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ella suggestiva cornice della Valtellina si realizzano delle produzioni di eccellenza. Tra queste ci sono il latte e anche uno dei suoi nobili derivati ovvero il burro, che accompagnano i più piccoli nella crescita e assicurano un’alimentazione bilanciata per tutti. Li trovate fra le proposte della linea Valtellina Iperal da agricoltura biologica, nei nostri banchi del fresco. Entrambi fanno parte dei prodotti a Risparmio Garantito, i “Più Bassi Sempre”. Latte Valtellina Iperal biologico Il latte Valtellina Iperal biologico racchiude, nella sua confezione da un litro, l’esperienza e la vocazione lattiero-casearia di questo territorio. Lo produce per noi la Latteria sociale Valtellina, da sempre attenta al benessere degli animali e dell’ambiente da preservare. Solo così è possibile ottenere un prodotto che, ad ogni sorso, rievoca i valori della Cooperativa che da oltre 40 anni coniuga modernità e tradizione, per garantire freschezza e sapore eccellenti. Fresco e intero, va conservato in frigorifero a una temperatura da 1° a 6° C.

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Burro Valtellina Iperal biologico La latteria sociale di Chiuro, per produrre il burro biologico Valtellina Iperal, utilizza come materia prima la panna fresca da centrifuga biologica italiana: è una lavorazione tipica del latte appena munto, ideale per realizzare alimenti di altissima qualità. Come il latte fresco, si conserva in frigo alla temperatura ideale da 1° a 6° C. Ogni panetto da 125 g, riconoscibile dal colore candido e dalla consistenza cremosa, racconta tutta la genuinità delle Alpi. Latte e burro nella cucina valtellinese La combinazione di questi due alimenti è spesso presente in alcune ricette tipiche valtellinesi. Non solo pizzoccheri e polenta taragna, latte e burro sono alla base di un’altra ricetta tipica: gli gnocchetti della Valchiavenna, chiamati anche pizzoccheri bianchi al cucchiaio. La mollica di pane viene messa a bagno nel latte per un paio d’ore, poi sminuzzata e mescolata alla farina con sale e acqua. Questi gnocchetti vengono cotti in acqua salata per 3-4 minuti insieme a una patata sbucciata e tagliata a cubetti. Il condimento prevede un soffritto di aglio a fettine, burro e salvia. Il tocco finale, formaggio d’Alpe e pepe in superficie.

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Risotto tricolore golosa tradizione lo trovi da Dall’incontro fra alcuni prodotti tipici italiani nasce questa invitante proposta, preparata con cura dai nostri cuochi

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usto e semplicità: sono due delle caratteristiche di questo piatto che i nostri cuochi preparano con cura e che trovate nel reparto gastronomia fra le proposte “Fatto da Noi”. Un piatto pronto da consumare, sano e saporito, che nasce dall’incontro fra alcuni dei migliori prodotti della tradizione culinaria italiana: riso al pomodoro, mozzarella di bufala e foglie di basilico. La ricetta Iperal La linea “Fatto da Noi” si arricchisce di un primo piatto che racchiude alcune eccellenze italiane: il riso Carnaroli, tipico delle aree tra Lombardia e Piemonte lungo il corso del Po, e la mozzarella di bufala campana DOP. I nostri cuochi iniziano preparando il brodo vegetale e poi si dedicano al riso che viene tostato per pochi minuti, un’operazione utile per preservarne la croccantezza e la cremosità. Si prosegue, sempre in padella, aggiungendo il brodo prima e la passata di pomodoro poi. Regolata la sapidità con il sale, si porta a cottura in 15 minuti. Infine avviene la mantecatura, con l’aggiunta di qualche fiocco di burro e una generosa spolverata di Grana Padano. Non resta che lasciare riposare qualche istante, a fuoco spento.

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Conservazione e degustazione Questo goloso risotto può essere consumato entro cinque giorni dalla data di preparazione. Per gustarlo comodamente al lavoro o a casa, è necessario scaldarlo al microonde per due minuti alla massima potenza. Oppure in padella, ma a fuoco medio, e sempre per due minuti. Si suggerisce di aggiungere due cucchiai di acqua a temperatura ambiente per far ammorbidire la preparazione e ravvivare il sapore di tutti gli ingredienti. Una volta aperta la confezione, la pietanza va conservata in frigorifero e consumata nell’arco delle 24 ore successive. Il riso Carnaroli Si diffonde attorno all’anno 1945 dall’incrocio di due varietà presenti nel nostro paese già da fine ‘800, il Vialone e il Lencino. È molto amato da chef e cuochi per le sue caratteristiche uniche come i chicchi lunghi, la resistenza alle lunghe cotture, la capacità di assorbire bene i condimenti tanto da essere definito anche il “re dei risi”. Per queste particolarità è scelto molto spesso per le preparazioni che non si consumano appena cotte e si possono conservare in frigorifero. Questa varietà è anche alla base del riso al salto, tipico piatto di recupero della tradizione culinaria lombarda: una sorta di crocchette realizzate con il riso avanzato e cotte nel burro fuso fino a ottenere una superficie croccante.

“Il riso Carnaroli è l’ideale per preparare piatti che necessitano di lunghe cotture e non vanno mangiati subito”

Il tocco finale Il risotto tricolore viene suddiviso e inserito nelle vaschette salva freschezza da 250 g: è questo il momento in cui si aggiunge la crema di bufala, realizzata frullando la mozzarella con l’aggiunta di un po’ di panna per bilanciare la cremosità della preparazione. Qualche goccia di un’emulsione a base di olio e di basilico e il piatto è pronto per essere sigillato e distribuito subito nei supermercati.

Una mozzarella da francobollo Apprezzata nelle corti papali già nel XVI secolo, amata da tutti in Italia e all’estero, non sorprende che nel 2011 sia stato emesso un francobollo celebrativo dedicato proprio alla mozzarella di bufala DOP. L’occasione era la serie tematica “Made in Italy” di Poste Italiane che includeva anche altre eccellenze gastronomiche con la Denominazione di Origine Protetta come Gorgonzola, Parmigiano Reggiano e Ragusano.

Mozzarella di Bufala Campana DOP Percorsi di Gusto Una specialità irresistibile, realizzata nel rispetto delle numerose prescrizioni richieste per la sua creazione. Ha l’inconfondibile colore perlaceo, la crosta delicata e un “cuore” succoso e intenso: la Mozzarella di Bufala Campana DOP Percorsi di Gusto è prodotta da un fornitore che si trova proprio nel cuore di questa zona e che cura ogni aspetto della filiera, dall’allevamento delle bufale fino alla lavorazione affidata alla sapienza e alla manualità dei mastri casari.

PROSCIUTTO COTTO NAZIONALE

PREMIUM

Il Prosciutto Cotto Nazionale Premium deriva dalla lavorazione di cosce di suino 100% italiane provenienti esclusivamente da allevamenti certificati e selezionati, cotto lentamente al forno a vapore al naturale, senza glutine, senza polifosfati aggiunti e senza derivati del latte.

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Polpettone ripieno in crosta

Ricette creative ed economiche Un piatto della tradizione in una nuova veste, quella di un abbraccio croccante di pasta brisé che racchiude un morbido cuore di bontà

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l polpettone è uno dei piatti più amati e popolari perché, con la fantasia, si può creare ogni volta una variante diversa. Proprio come questa, buona e scenografica al tempo stesso, racchiusa in un bauletto di pasta croccante. Un modo per ravvivare una ricetta intramontabile alla quale è impossibile resistere.

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Polpette in padella In cucina giocare d’anticipo è sempre un bene: preparate in abbondanza il ripieno del polpettone in crosta, magari acquistando la confezione risparmio della nostra macinata scelta. Lo stesso impasto vi servirà a realizzare delle gustose polpette da far dorare in padella con un filo d’olio. Continuate la cottura aggiungendo poco brodo: una volta che sarà evaporato, otterrete delle polpette umide all’interno ma croccanti all’esterno. Servitele con una salsa di pomodoro a parte.

Ingredienti Per 4 persone sono necessari un rotolo di pasta brisé, 600 g di macinato di bovino, 200 g di mollica di pane, 150 g di parmigiano grattugiato, 200 g di pancetta dolce a cubetti, 8 uova, 2 cucchiai di latte, un cucchiaio di pangrattato, un pizzico di noce moscata, un ciuffo di prezzemolo, sale, pepe nero. Procedimento Iniziate preparando quattro uova sode: immergetele in un pentolino colmo d’acqua e cuocetele per otto minuti dal bollore. Prelevatele e fatele freddare. Mettete la mollica di pane in ammollo nel latte. Dedicatevi al polpettone: in un recipiente amalgamate la carne macinata, tre uova leggermente sbattute, il parmigiano grattugiato. Aggiungete il pane strizzato, il prezzemolo tritato, la noce moscata, sale e pepe. Da ultimo i cubetti di pancetta. Mescolate per ottenere un impasto sodo. Rivestite uno stampo da plumcake con della carta da forno e sistemate qui il rotolo di pasta brisé. All’interno disponete metà dell’impasto, praticate una piccola incavatura per ospitare le uova sode, intere e sbucciate. Completate con il resto della carne. Chiudete il polpettone con la pasta, facendo aderire bene i lembi. Eliminare l’eventuale eccesso da utilizzare per realizzare dei decori da posizionare sul bauletto. Sbattete in una ciotola l’ultimo uovo e spennellate la preparazione. Infornate a 180° in modalità statica per circa 50 minuti. Come tagliarlo Questo tipo di preparazioni sono invitanti quanto sceniche perché hanno un ripieno colorato al loro interno. Una buona regola, per una riuscita perfetta nel momento del taglio, è quella di farle raffreddare bene. In questo modo sarà più facile toglierle dallo stampo: la pasta del rivestimento non si sbriciolerà e la carne all’interno risulterà compatta.

Macinata scelta di bovino Fa parte dei “Più Bassi Sempre” la carne macinata scelta di bovino adulto che trovate nel reparto macelleria dei nostri supermercati. Fra i prodotti della linea “Risparmio Garantito”, questa confezione risparmio da circa 900 grammi vi permetterà di realizzare gustose preparazioni per tutta la famiglia: dal polpettone ripieno alle polpettine, fino alla farcia di gustose verdure cotte al forno e gratinate.

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buon cibo

Tintilia del Molise DOC 2019 nel bicchiere Dal colore rosso rubino con sfumature violacee, è sapido, pulito e fresco nonostante l’alcolicità (14% in volume). Gli abbinamenti sono con la cucina di terra molisana, come i fusilli conditi con lardo, pomodoro e peperoncino o la “pizza di grano”

buon cibo

T

intilia è un vitigno autoctono a bacca nera autorizzato soltanto nel Molise, una regione poco più grande della Val d’Aosta. Iscritto nel Catalogo Nazionale delle Varietà nel 2003, negli ultimi decenni era stato spiantato perché poco produttivo e sostituito con altre uve, dal Montepulciano d’Abruzzo all’Aglianico al Sangiovese, oltre ai soliti Merlot e Cabernet francesi. L’uva dei monti molisani È un’uva piuttosto rustica, adatta all’ambiente montuoso molisano. Probabilmente deve il nome alla sua caratteristica tinta rosso rubino intenso, utile negli uvaggi con altre varietà. Rivalutata di recente da alcuni viticoltori locali, ha un buon tenore di acidità fissa, dei tannini non aggressivi, un corredo aromatico non molto ampio ma bene espresso, e una notevole gradazione alcolica. Attualmente la sua superficie vitata totale è limitata a un centinaio di ettari. La scelta di Iperal Il Tintilia del Molise DOC della vendemmia 2019 scelto da Iperal è quello di Di Maio Norante, una cantina con 123 ettari di vigne a nord del Gargano in provincia di Campobasso. In particolare, l’uva Tintilia è allevata a spalliera (4500 ceppi/ettaro con una resa di 80 quintali per ettaro) su cinque ettari in contrada Raminelli dell’agro di Campomarino, in una masseria del feudo dei marchesi Narenta di Santa Cristina. È interessante notare che in questo territorio già i Sanniti e i Romani coltivavano la vite. I grappoli raccolti nella prima metà di ottobre a una altitudine di 300-350 metri sono vinificati “in rosso” con circa un mese di macerazione delle bucce nel mosto. Il vino matura in tini d’acciaio e in parte in botti di rovere; poi si affina per sei mesi in vetro prima dell’immissione al consumo.

Caratteristiche Il Tintilia 2019 è rosso rubino con sfumature violacee; al naso sa di piccoli frutti rossi, radice di liquirizia e pepe, con lieve ricordo erbaceo, mentre in bocca è sapido, pulito, fresco nonostante l’alcolicità (14% in volume). Può conservarsi per qualche anno, ma è già pronto da bere.

Abbinamenti A tavola va servito a temperatura ambiente (18°C). Gli abbinamenti sono con la cucina di terra molisana, come i fusilli (pasta casereccia arrotolata su un ferretto) conditi con lardo, pomodoro e peperoncino o la “pizza di grano” (torta rustica salata) con bietole e salsicciotti. Classici sono poi i mariage con l’agnello e il capretto al forno, il maialino allo spiedo e i formaggi stagionati (caciocavallo silano).

A cura di Alberto Zaccone, enologo Docente di Analisi Sensoriale all’Istituto di Enologia dell’Università Cattolica di Piacenza. Enologo, giornalista, sommelier ad Honorem. Premio Targa d’Oro dell’Associazione Enologi Italiani, Premio Internazionale Gutturnium. Revisore della Voce Vino dell’Enciclopedia Treccani. Autore delle Voci Vino Acqueviti di Vino e di Vinacce dell’Enciclopedia Europea Garzanti. Socio fondatore di SD Smart Distribuzione Italia.

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primia

Baci di dama dolcezza piemontese

gusto tipico Italiano Prodotto tradizionale della produzione dolciaria piemontese, i nostri Baci di Dama provengono da un’azienda a conduzione famigliare attiva dal 1974

P

iccoli e golosi, si gustano accanto a una tazza di caffè ma anche come pasticcini da tè fanno una splendida figura. I Baci di Dama sono invitanti anche perché belli da vedere, con quel matrimonio fra i biscotti e il cioccolato che piace agli occhi e prelude all’esperienza del palato. Anche chi è attento alla linea potrà concedersi un piccolo peccato di gola, se riesce a resistere alla tentazione fermandosi a un solo dessert: il rischio cedere e assaggiarne uno dietro l’altro è dietro l’angolo, data la bontà di questi dolcetti. La scelta di Iperal Ci siamo affidati a un’azienda a conduzione famigliare che produce prodotti tipici piemontesi sin dal 1974. La sede, dal 2004, si trova a Biella dove uno dei tre laboratori è dedicato alla pasticceria e al cioccolato. Un sa-

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“Perfetti in ogni momento della giornata, si sposano sia con il tè sia con il caffè, accontentando i gusti di tutti” pere antico e il recupero delle ricette tradizionali della regione si uniscono alla costante attenzione alla ricerca e all’innovazione. Il risultato sono prodotti di eccellenza, creati con le migliori materie prime e seguendo i metodi di lavorazione artigianali tramandati dai soci fondatori. Ingredienti di qualità La nocciola Piemonte, della varietà Tonda Gentile Trilobata, è un’eccellenza a livello mondiale e la si riconosce per le caratteristiche organolettiche e per l’aroma unico e inconfondibile. Nei nostri Baci di Dama è l’ingrediente fondamentale, presente al 16%. Immancabile anche il cioccolato, selezionato fra i migliori extra fini ed extrafondenti, contenenti esclusivamente burro di cacao. Zucchero, farina di grano tenero di tipo “00”, burro, mandorle e miele millefiori completano la lista di ingredienti di questa vera sfiziosità. Abbinamenti per tutti Se avete intenzione di organizzare una merenda al buffet, per i più piccoli sarà ideale servire i Baci di Dama insieme ad altri biscotti come i canestrelli o le lingue di gatto. Da bere, perfetto un succo di frutta alla mela o all’albicocca. Per gli adulti: una selezione di tè e tisane o un caffè lungo. Se servite i Baci di Dama a fine pasto, offrite anche un bicchierino di Passito di Pantelleria. Fonte: Agorà Network

Auriga, dal 1933 il gusto pregiato del vero tonno lavorato in Sicilia. www.tonnoauriga.it seguici su

Le buone ricette di

da staccare e conservare

Menù abruzzese RICETTE REGIONALI Primi con legumi e verdure, secondi di carne iconici e dolci golosi: la cucina abruzzese conquista tutti con gusto e varietà

Dalle cime del Gran Sasso alle spiagge sul Mar Adriatico, l’Abruzzo è caratterizzato da un paesaggio variegato e modellato dalla natura che si ritrova nei suoi piatti. Legumi e verdure sono presenti in tante preparazioni: è una cucina regionale che racchiude, in ogni assaggio, tutte le sue tradizioni. Un esempio è la ricetta delle virtù teramane, vero e proprio inno alla vita che fiorisce, composta principalmente da verdure e legumi. Immancabili la carne alla brace, in particolare quella di pecora, i formaggi e i salumi che racchiudono i sapori di una volta. Una proposta culinaria tutta da esplorare, magari sorseggiando un buon bicchiere di Montepulciano d’Abruzzo.

buon cibo

vino consigliato TERRAMARE CERASUOLO D’ABRUZZO DOP CL 75

Ingredienti

Denominazione: DOP Regione: Abruzzo Vitigno: Montepulciano Colore: rosato intenso Profumo: intenso, fruttato, con sentori di ciliegia, fragola e petunia Gusto: armonico ed equilibrato con un’interessante persistenza Gradi alcolici: 12,5% vol Temperatura di servizio: 14°-16°C

LIATO IG

DA IPE

Per la minestra: 125 g di piselli secchi, 125 g di fagioli secchi, 125 g di ceci secchi, 125 g di fave secche; 50 g di pancetta; 50 g di prosciutto crudo, 1 kg di verdura mista (indivia, scarola, spinaci, bietole, cicoria), 300 g di pasta corta, 3 gambi di sedano, 4 cipolle, 2 carote, 2 spicchi d’aglio, un ciuffo di prezzemolo, maggiorana, timo, 9 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, 1l di acqua, sale Per le polpettine: 250 g di carne di manzo macinata, un uovo, pecorino grattugiato q.b., sale, pepe Per il brodo di maiale: 250 g di cotenna di maiale, uno zampetto, un osso di prosciutto

CONS

Virtù, minestra teramana

RAL *

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Procedimento La sera mettere a bagno separatamente i legumi secchi. Al mattino seguente lessarli divisi, con un battuto di sedano, aglio, cipolla, carote, e un cucchiaio di olio rispettando i diversi tempi di cottura. Soltanto i piselli vanno invece lessati con un trito di cipolla, prezzemolo e un cucchiaio di olio. Tagliare le cotenne in listarelle e far bollire in acqua per 2 ore con l’osso di prosciutto, una carota, una costa di sedano, una cipolla. Poi tagliare la carne in grossi pezzi. Pulire le verdure, cuocere in acqua salata per 5 minuti dal bollore. In una ciotola mescolare la carne macinata con un uovo, sale, pepe,

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pecorino: formare delle polpettine grandi quanto un fagiolo e cuocere in un tegame con 2 cucchiai di olio e 3 mestoli di acqua per 3 minuti. In una casseruola fare una base di cipolla, aglio, sedano con 3 cucchiai di olio. Allo sfrigolio aggiungere il prosciutto crudo, la pancetta a dadini e la carne precedentemente bollita e spezzettata. Coprire con 1 lt di acqua e cuocere per 20 minuti. Per ogni ingrediente successivo da aggiungere, irrorare ogni volta con un mestolo d’acqua: prima i legumi, poi verdure, polpettine, odori. Spegnere e far riposare. Lessate la pasta al dente e unirla alla preparazione.

2 ore (più il tempo di ammollo dei legumi)

6 ore

difficile

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buon cibo

Lenticchie abruzzesi Ingredienti

PICCINI BUON GOVERNO ALL’USO TOSCANO IGT CL 75

RAL *

Procedimento Mettere a bagno le lenticchie se indicato sulla confezione. Lessare i legumi per mezz’ora in acqua salata con le foglie di alloro. Incidere le castagne con un taglio orizzontale, sistemarle su un vassoio da forno e poi cuocere per 40 minuti a 180° in modalità statica. Sfornare e far stiepidire per una decina di minuti prima di sbucciarle e sbriciolarle grossolanamente. Tagliare a pezzetti il lardo da far soffriggere con l’olio in un tegame dai bordi alti. Aggiungere una carota pelata

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e tagliata a dadini assieme alle erbe tritate, alle castagne e a un mestolo di acqua calda. Salare e pepare a piacere e cuocere per 10 minuti. Versare nel tegame le lenticchie con la loro acqua di cottura, mescolare bene e cuocere per altri 10 minuti. Su una piastra o in una padella antiaderente tostare leggermente le fette di pane da dividere in due e condire con un filo di olio a crudo, per accompagnare la degustazione della pietanza.

30 minuti (più l’eventuale tempo di ammollo dei legumi)

1 ora

facile

DA IPE

Denominazione: IGT Regione: Toscana Vitigno: Sangiovese 80%, Merlot 10%, Colorino 5%, Cabernet 5% Colore: rosso rubino intenso Profumo: fruttato Gusto: morbido, di buon corpo, persistente Gradi alcolici: 13% vol LIATO IG Temperatura di servizio: 16°-18°C CONS

200 g di lenticchie, 50 g di lardo, 16 castagne, 4 cucchiai di olio extra vergine d’oliva, una carota, 3 foglie di alloro, 8 fette di pane, 5 foglie di basilico, maggiorana, pepe, sale

vino consigliato

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buon cibo

Arrosticini

La dispensa

Ingredienti 800 g di carne di pecora, 30 g di olio extravergine di oliva, un rametto di rosmarino, sale fino

Prova la ricetta con i nostri ingredienti

Procedimento Eliminare le parti più grasse dalla carne. Tagliare la polpa di pecora in listarelle orizzontali e poi in cubetti spessi circa 1 cm ciascuno. Infilzare in un lungo spiedino di legno otto pezzetti di carne. Ripetere l’operazione finché non è terminata la carne. In un contenitore capiente versare l’olio extravergine di oliva, aromatizzare con il rametto di rosmarino e far marinare per un’ora. Per cuocere gli arrosticini si usa di solito una fornacella, una sorta di braciere rialzato e stretto, altrimenti va bene anche una griglia da oliare e scaldare molto bene per non far attaccare la preparazione. Adagiare gli arrosticini da girare ogni minuto su ciascun lato per far formare la tipica crosticina. Non resta che salare e gustare questa prelibatezza.

Olio extravergine di oliva Primia

vino consigliato MARINA CVETIC MONTEPULCIANO DOC CL 75

Rosmarino

RAL *

Il loro gusto unico e la semplicità della cottura hanno reso gli arrosticini - pietanza simbolo di convivialità uno dei piatti più conosciuti e diffusi al di fuori del territorio abruzzese

DA IPE

LIATO IG

CONS

Denominazione: DOC Regione: Abruzzo Vitigno: Montepulciano Colore: rosso rubino intenso Profumo: note speziate e calde Gusto: caldo e avvolgente con tannini vellutati Gradi alcolici: 14,5% vol Temperatura di servizio: 16°-18°C

Sale fino Primia

buon cibo

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Sapevi che... Si diffusero negli anni ’30 grazie a due pastori dell’altopiano del Voltigno, che tagliarono la carne di una pecora anziana a pezzetti e la infilarono in bastoncini di legno di vingh, pianta spontanea del luogo

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20 minuti

10 minuti

facile

Li trovi anche pronti da cuocere nel reparto macelleria

buon cibo

Parrozzo

vino consigliato TERRE DE LA CUSTODIA SAGRANTINO MONTEFALCO DOCG

Procedimento Sciogliere lentamente il burro in un pentolino senza portare a bollore. Separare i tuorli dagli albumi e metteteli in due diverse ciotole. Montare i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Unire le mandorle, il semolino, la buccia grattugiata del limone, il burro fuso e il liquore. Montare gli albumi a neve ferma da incorporare, poi, al primo composto con movimenti delicati dall’alto al basso. Imburrare e infarinare uno stampo a forma di cupola da 18 cm e versare l’impasto da cuocere in forno, già

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30 minuti

LIATO IG

CONS

6 uova; 200 g di zucchero; 60 g di burro; 150 g di semolino; 200 g di mandorle tritate; 2 cucchiai di liquore tipo amaretto; la scorza di un limone Per la glassa: 200 g di cioccolato fondente; 20 g di burro

caldo, a 160° in modalità statica per 50 minuti. Poco prima di sfornare fare la prova dello stecchino nella parte centrale: se asciutto, tirare fuori il dolce. Far intiepidire per 10 minuti prima di rigirare la cupola e adagiarla su una griglia da forno. Infine preparare la glassa utilizzando un tegamino posto a bagnomaria dove far fondere il burro con il cioccolato. Procedere quindi con la decorazione: versare il composto appena fuso sulla cupola e far solidificare a temperatura ambiente.

50 minuti

facile

DA IPE

Denominazione: DOCG Regione: Umbria Vitigno: Sagrantino Colore: rosso rubino intenso con riflessi granati Profumo: complesso e deciso con sentori di confetture Gusto: caldo, morbido e con eleganti tannini Gradi alcolici: 14,5% vol Temperatura di servizio: 16°-18°C

Ingredienti

RAL *

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territorio e divertimento

Lago Aviolo acque smeraldo in Valcamonica Laghi da scoprire in Lombardia Piccolo tesoro nella natura incontaminata, il lago è custodito all’interno del Parco dell’Adamello e ospita ogni anno tantissimi visitatori. Scopriamone segreti e caratteristiche

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acchiuso nel ricchissimo bacino naturale del Parco dell’Adamello, il lago Aviolo è una delle mete turistiche più apprezzate dell’intera Lombardia. Soprattutto nei mesi più caldi dell’anno, moltissimi turisti si riversano sulle sue sponde per godere della sua atmosfera magica e rilassarsi. Circondato da ogni lato dalla natura, questo piccolo laghetto semi-artificiale, sorge nella zona più alta della Val Paghera, ai piedi dell’affascinante monte Baitone, che da un secolo si specchia nelle sue acque color smeraldo. Guido Calvi, responsabile del Servizio Parco Adamello - comunità montana di Valle Camonica, ci guida tra le insenature di questo piccolo gioiello, alla scoperta delle sue origini e dei suoi segreti. Una composizione unica «Il Lago Aviolo è un piccolo laghetto semi-naturale», spiega Calvi. «Semi-naturale perché sorge sul letto di un laghetto alpino pre-esistente». Al suo interno si trova una diga, alta poco più di un metro, praticamente invisibile all’occhio dei visitatori. Ciò che invece non passa inosservato è lo splendido contesto naturale in cui è immerso: «Il panorama è reso particolarmente suggestivo dalla presenza del Monte Baitone e del Monte Aviolo che si specchiano nelle sue acque, ma anche dalla fitta vegetazione che lo circonda». Come raggiungere il Lago Partendo da Vezza d’Oglio, un grazioso paesino della Valle Camonica, si prosegue seguendo le indicazioni verso Val Paghera - Aviolo. Dopo circa sei chilometri si raggiunge un parcheggio a pagamento da cui parte il sentiero che conduce al lago. Nei periodi di grande affluenza è spesso attivo un servizio di navetta che permette ai visi-

Conca dell’Aviolo © Dario Bonzi

tatori di raggiungere lo stazionamento senza dover usare la propria auto. «La salita che porta al Lago Aviolo dura circa un’ora e mezza. Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche, ma non va comunque sottovalutato», sottolinea Calvi. «Si tratta pur sempre di un percorso escursionistico e sono quindi necessari un livello di preparazione fisica congrua con l’ambiente e soprattutto calzature e vestiario adatti ad affrontare un’escursione di alta montagna». Camosci, stambecchi e marmotte Salite le cosiddette scale dell’Aviolo - i gradini naturali ricavati dalla roccia presenti sul percorso - si raggiunge infine il lago. «A pochissimi passi dalle sue acque si apre una affascinante piana naturale», spiega Calvi. «Qui

territorio e divertimento

“A 1930 metri sul livello del mare, è una meta particolarmente apprezzata d’estate, dalla quale partono affascinanti percorsi escursionistici”

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territorio e divertimento

I rifugi Aviolo e Alla Cascata Nella zona limitrofa al Lago di Aviolo si trovano anche due rifugi alpini: l’omonimo Rifugio Aviolo e il Rifugio Alla Cascata. Due strutture particolarmente apprezzate dai turisti, che possono offrire l’occasione per una pausa rigenerante e fungere anche da punto di partenza per numerosi sentieri nella zona. Per info: Rifugio Aviolo 036476110; [email protected] Rifugio Alla Cascata 329 6338406; [email protected]

sorge il nostro Osservatorio Faunistico. La struttura è attiva nei fine settimana. E offre, grazie all’aiuto dei nostri collaboratori, la possibilità di ammirare e conoscere la fauna della zona. Trovandosi all’interno del Parco Naturale dell’Adamello, la zona dell’Aviolo ospita tantissimi stambecchi e camosci, che vivono liberi. Inoltre, grazie ad un recente progetto del Parco, si è rinforzata la popolazione di marmotte presenti sul sito».

© Mauro Speziari

Relax, ma non solo «Nei dintorni del Lago si trovano diversi spazi e un rifugio, ideali per trascorrere una giornata all’insegna del relax. Non mancano, però, le opportunità per visitatori ed escursionisti esperti». La zona dell’Aviolo è un importante snodo per alcuni degli itinerari più impegnativi e affascinanti delle Alpi lombarde. «Partendo dal lago si può raggiungere il sentiero delle aquile e compiere il percorso ad anello intorno al Monte Aviolo, che da

Edolo tocca anche il Rifugio Malga Stain e la Val Gallinera. L’escursione dura all’incirca 7 ore». Di poco più breve - tra le 4 e le 5 ore - è il percorso che dal Lago di Aviolo, attraverso l’ex sentiero numero 1, raggiunge il passo delle Gole Larghe e conduce sino al rifugio Garibaldi e all’Adamello. «Sempre dall’Aviolo si può infine raggiungere il bivacco Festa con un’ora di camminata». Uno spettacolo da preservare Per la sua posizione riparata - a 1930 metri sul livello del mare - il Lago Aviolo è una meta particolarmente apprezzata. «Occorre comunque ricordare che ci si trova all’interno di un parco naturale e bisogna rispettare alcune regole di comportamento, che sono ben spiegate nei vari cartelli lungo il sentiero. Prime fra tutte: tenere i cani al guinzaglio e non abbandonare i rifiuti», spiega Calvi. «Il parco è particolarmente godibile d’estate, ma lo spettacolo offerto nei mesi autunnali non è da meno. Il consiglio, quando possibile, è di visitarlo durante la settimana e non nei weekend così da evitare l’affollamento». Una precauzione da tenere a mente non solo per ragioni logistiche, ma anche ambientali; preservare un simile gioiello dal turismo intensivo è (anche) nostro dovere.

Bauer esige solo ortaggi di primissima qualità, che seleziona con cura e lavora con metodi lenti e delicati preservandone il sapore e le preziose proprietà. Per dare gusto ai tuoi piatti in modo naturale, senza glutammato aggiunto, senza aromi nè additivi.

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Sicuramente buono.

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80 g.

ph: Luisella Savorelli - Val di Gresta - Trentino.

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territorio e divertimento

Ciclabile dei laghi

di Garlate e Olginate A colpi di pedale Pedalando in famiglia nei luoghi descritti da Alessandro Manzoni, all’interno del Parco Regionale Adda Nord. Il percorso è percorribile anche con il passeggino o in sedia a rotelle Il ponte Azzone Visconti

U

n percorso ciclopedonale attraverso i luoghi manzoniani che fanno da sfondo al famoso romanzo “I promessi sposi”: percorrendo la Ciclabile dei laghi di Garlate e Olginate sarete accompagnati costantemente dalle placide acque lacustri e, nello stesso tempo, circondati da montagne che con la loro sagoma caratterizzano delle vedute davvero uniche. I due laghi manzoniani All’interno del Parco Regionale Adda Nord (www.turismo.parcoaddanord.it) e lungo circa 18 chilometri, il tracciato compie un anello pianeggiante, praticabile anche con sedie a rotelle e passeggini. È possibile partire da uno qualsiasi dei comuni attraversati, ma consigliamo di farlo da Lecco, presso il Ponte Azzone Visconti: quello che - come dice l’incipit de “I promessi sposi” - “par che [...] segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni”. Proprio qui nascono i due laghi attorno a cui si sviluppa il percorso, attrezzato con fontanelle, aree giochi e punti ristoro. Da Pescate a Olginate Dirigendosi verso Pescate, sulla sponda destra dell’Adda, si gode di una vista spettacolare sul borgo di Pescarenico, sulla riva opposta, con il Resegone sullo sfondo. È l’antico villaggio di pescatori dove

il Manzoni colloca il convento di Fra Cristoforo e la fuga in barca di Lucia, con il celebre “Addio ai monti”. Giunti a Garlate merita una visita il Civico Museo della Seta Abegg (www.museosetagarlate.it), ricavato all’interno di una storica filanda settecentesca: conserva una collezione di macchinari in uso dal XVII secolo e mostra le principali fasi di lavorazione della seta, dall’allevamento del baco alla torcitura del filo e la tessitura. Si prosegue poi verso Olginate, dove si ammira la diga che regola le acque del lago di Como e l’ottocentesca Villa Sirtori, prima di attraversare l’Adda sul Ponte del Lavello, ex ponte ferroviario oggi riqualificato e riservato a bici e pedoni. La riva sinistra e il castello dell’Innominato Si arriva così sulla riva sinistra a Calolziocorte, dove si può visitare il Santuario di Santa Maria del Lavello (www.monasterodellavello.it): edificato a cavallo del XIV-XV secolo dai frati dell’Ordine dei Servi di Maria nel luogo in cui scaturì una fonte che si diceva fosse miracolosa, ospita affreschi rinascimentali e barocchi. Risalendo verso Lecco si incrocia Vercurago, da cui si può raggiungere il castello dell’Innominato con una passeggiata di 30 minuti: è un complesso fortificato risalente al XIV secolo appartenuto a Francesco Bernardino Visconti, nobile cui è ispirata la figura manzoniana dell’Innominato. Godendo di una magnifica vista sul Monte Barro, si arriva poi a Pescarenico e infine si torna al punto di partenza.

territorio e divertimento

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Flora e fauna del lago di Olginate Il Lago di Olginate, formato da un allargamento del fiume Adda, è una Zona Speciale di Conservazione per la sua rilevanza naturalistica. Sulla sua superficie di 78 ettari, che comprendono anche le sponde, conserva tratti di vegetazione palustre, torbiere e piccoli boschi. Il sito è importante soprattutto per la presenza di numerosi uccelli migratori e di uccelli acquatici come la folaga, il tuffetto, lo svasso maggiore e l’airone cinerino.

La mappa LECCO Ponte A. Visconti

Castello dell’Innominato

PESCATE

VERCURAGO GARLATE Civico Museo della Seta

OLGINATE

18 km -

CALOLZIOCORTE Santuario di Santa Maria del Lavello

Percorso ad anello - Dislivello: 86 mt Tempo: 1 h circa (senza soste)

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territorio e divertimento

Pietra ollare “magia” della Valchiavenna Tradizioni e territorio Dalle antiche statue degli idoli alle straordinarie pentole per la cottura degli alimenti: viaggio nella storia di uno dei materiali più iconici di Piuro e della Valchiavenna

territorio e divertimento

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olto più di un semplice materiale da lavorare, la pietra ollare è il simbolo di una tradizione antichissima, che in Valchiavenna ha trovato per secoli la sua capitale d’elezione. A lungo utilizzata per la produzione di pentole destinate alla cottura e alla conservazione dei cibi, fu conosciuta in Europa e nel mondo per la sua alta qualità, prima di cadere in disuso, scalzata dall’utilizzo di altri materiali. Oggi sopravvive grazie al lavoro di un artigiano chiavennasco: Roberto Lucchinetti, che a partire dal 1988 ha fatto rivivere la sua tradizione. Che cos’è la pietra ollare La pietra ollare è una pietra di grana fine, ha un colore grigio che tende al verde, con venature bianche e nere. «La sua storia è legata a doppio filo con quella di Chiavenna e in particolar modo con il borgo di Piuro. Qui si trovavano, infatti, alcune delle cave di estrazione più famose», spiega Lucchinetti. «La sua lavorazione è una delle attività artigianali più tradizionali delle Alpi. Basti pensare che l’oggetto più antico rinvenuto risale a circa 9000 anni fa. Inizialmente veniva utilizzata soprattutto per la produzione di statuette e idoli».

“Ritenuta a lungo magica per la sua capacità di resistere al fuoco e conservare a lungo la temperatura” Una pietra “magica” «Nell’antichità, la pietra ollare veniva ritenuta magica per la sua capacità di resistere al fuoco e conservare la temperatura a lungo». Grazie a queste caratteristiche fu così presto riscoperta: «Sin dall’antichità venne infatti adoperata per la produzione dei laveggi, pentole molto sottili e ideali per la cottura; ma anche dei füragn, contenitori all’interno dei quali era possibile conservare alimenti come carni cotte e strutto per tantissimo tempo (addirittura 50 anni)». Sono però stati ritrovati anche numerosi altri oggetti realizzati con questo materiale: dai calici alle stufe, passando per le piòte (piastre per la cottura).

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…e il declino «Nel 1618, dopo alcuni giorni di pioggia, Piuro venne colpita da una frana. I cavatori piuraschi furono accusati di aver eroso la montagna con il lavoro di estrazione e per questo di aver causato la tragedia. In realtà, tra le cause più accreditate della caduta fu la proprio la pioggia che cadde copiosa per tutta l’estate», racconta Lucchinetti. «L’attività di estrazione si spostò così dal borgo (completamente sommerso) verso la montagna. La lavorazione della pietra ollare, pur diminuendo, sopravvisse sino al 1866, quando le leggi del mercato (e l’affermarsi del metallo) soppiantarono il suo utilizzo». Un’arte viva Soltanto 123 anni dopo, grazie alla passione di Roberto Lucchinetti, la lavorazione della pietra ollare è stata liberata dalle pagine dei libri di storia per tornare a far parte dell’attualità. «Nel 1988 - spiega l’artigiano - ho ripreso la lavorazione della pietra ollare apprendendo le antiche tecniche. Nel 1994 ho aperto il mio laboratorio, costruito sui resti di un’antica officina». Ed è proprio qui, che l’antica “magia” è tornata a vivere.

L’arte nel solco della tradizione Nel suo laboratorio, ancora oggi, Roberto Lucchinetti realizza non solo pentole, bistecchiere, calici e oggetti in pietra ollare, ma anche altri prodotti artigianali con un occhio di riguardo alla tradizione di Piuro e della Valchiavenna. Si dedica anche alla tessitura artigianale di filati naturali - lino, canapa, lana e cotone, su tutti - e alla scultura, con la produzione di statue in granito e pietra.

Il successo mondiale… La capacità di esaltare i sapori valse ben presto la fama in tutta Europa. Al successo della pietra ollare contribuirono anche le numerose guerre che si combatterono sul Mediterraneo nel 400, che resero sempre più difficile importare la ceramica dall’Africa, sin lì uno dei materiali più utilizzati per la produzione di pentole e contenitori. Fotografie di Chiara Lucchinetti

territorio e divertimento

Orticolario a Cernobbio (CO), la natura come stile di vita Cosa succede nel territorio Nel parco botanico di Villa Erba, giardini tematici e installazioni ispirati al tema della fiaba. Spiccano le realizzazioni degli artisti selezionati al concorso internazionale “Spazi Creativi”

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iante rare e da collezione, artigianato artistico e design con più di 290 espositori selezionati, un fitto calendario di incontri, laboratori didattico-creativi per i bambini. Tutto questo è Orticolario, la manifestazione - giunta alla sua dodicesima edizione e dopo due anni finalmente di nuovo in presenza - che si svolgerà a Villa Erba di Cernobbio (CO) dal 29 settembre al 2 ottobre 2022. L’evento, che nel 2019 ha sfiorato la soglia dei 30.000 visitatori, sarà arricchito anche da performance, proiezioni di film nelle segrete della Villa Antica e show floreali. Al centro della

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rassegna, l’arte, capace di andare oltre e di abbattere i confini tra interno ed esterno. Non mancherà lo spazio dedicato alla promozione della cultura e alla beneficenza: durante i tre giorni di evento e per tutto il resto dell’anno verranno raccolti contributi per il Fondo Amici di Orticolario e per cinque associazioni benefiche del territorio. Paesaggi da fiaba e Bambù da riscoprire Il tema dell’edizione 2022 si rifà al potere dell’immaginazione e alle parole di Gianni Rodari: “Le fiabe aiutano a ricordare, a rivivere, a esplorare il mondo, a classificare persone, destini, avvenimenti. Aiutano a costruire le strutture dell’immaginazione, che sono le stesse del pensiero”. Proprio la fiaba è il motore di nuovi modi di pensare il paesaggio: i cinque finalisti del concorso internazionale “Spazi Creativi” - valutati dal Comitato di Selezione tra le proposte inviate da architetti, designer, paesaggisti, artisti, giardinieri e vivaisti - si racconteranno realizzando il proprio progetto nel parco storico di Villa Erba, coinvolgendo spettatori e visitatori della manifestazione. La pianta di questa edizione è il Bambù: «una graminacea straordinaria intorno alla quale, in Italia, ci sono disinformazione e pregiudizio», sottolinea Moritz Mantero, presidente dell’evento. «È una pianta da riscoprire, da valorizzare». Per tutte le informazioni sull’evento fate riferimento al sito www.orticolario.it e alle pagine social: Orticolario è su tutte le piattaforme.

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Sport inclusivi per atleti speciali dalla nostra comunità Attività sportive che permettono proprio a tutti di fare movimento e creare nuove relazioni: scopriamo le proposte locali per alcune discipline paralimpiche

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o sport nella sua essenza più pura: quella capace di strappare un sorriso, far uscire di casa, favorire la socializzazione e competere con grinta ma anche grande fairplay. È questa l’essenza delle discipline paralimpiche, che sul nostro territorio vengono offerte ad atleti con e senza disabilità in molte forme. Scopriamone alcune. Il baskin Quattro canestri per giocare tutti insieme: il baskin, nato a Cremona all’inizio degli anni Duemila, è basket inclusivo che fa giocare sullo stesso campo atleti con disabilità motorie e intellettive ma anche uomini e donne senza disabilità, sia cestisti che non sportivi. «Ogni squadra deve avere l’articolata composizione di questi profili e ci sono due canestri in più, uno per parte, per chi ha una mobilità limitata», spiega Andrea Mikis D’Onghia, Coordinatore della sezione Lombardia Nord dell’EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi), organo del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), nato nel 2019 per sostenere anche questo sport. In Italia sono 148 le società attive con oltre 4000 tesserati. Nel nostro territorio ci sono squadre a Bagnatica, Villa D’adda, Albavilla, Milano e in Val Seriana e Val Imagna e non solo (vedi box).

2014 è stato Mauro Perrone, ex atleta oggi Vice Tecnico della nazionale italiana e Delegato alla promozione della boccia in Italia: «È un gioco simile alle bocce, con però delle sfere più leggere e di pelle per essere facilmente impugnabili. Possono essere tirate, lanciate, spinte con i piedi ma anche rilasciate attraverso uno scivolo per gli atleti che non riescono in altro modo: la rampa viene posizionata da un assistente, girato di spalle rispetto al campo, seguendo le indicazioni del lanciatore». In Italia ci sono 28 società sportive e 120 tesserati, di cui 40 in Lombardia che gareggiano a Milano, Varese, Cremona, Brescia e Bergamo. Il calcio integrato Il calcio integrato è uno sport in cui persone con disabilità (intellettiva e relazionale) e senza (gli “atleti amici”) giocano insieme. «Valgono le regole del calcio», spiega Antonio Zambelli, Coordinatore progetti socio-educativi sportivi dell’A.S.D. G.S. Bresso 4, che opera nell’Oratorio Madonna della Misericordia di Bresso (MI). «Le squadre sono composte da 5 giocatori con disabilità e da 3 “atleti amici”, giocando in un campo di calcio a sette. Siamo stati tra i primi gruppi sportivi a praticarlo, da ormai 20 anni». Oggi, grazie al Centro Sportivo Italiano Milano, esiste un vero e proprio campionato a cui aderiscono sempre più società sportive soprattutto tra Milano e Monza, come l’Ausonia Oreno Vimercate, l’Ascot Triante Monza, l’ASO Cernusco. Negli ultimi anni si sono moltiplicate in tutta Italia iniziative di calcio integrato.

“Baskin, boccia paralimpica e calcio integrato favoriscono la socializzazione e rappresentano lo sport nella sua essenza”

La boccia paralimpica Uno sport davvero per tutti: la boccia paralimpica, presente alle Paralimpiadi fin dal 1984, è lo sport più inclusivo che ci sia perché è l’unico praticabile da persone che hanno disabilità gravi e gravissime. A portarlo in Italia nel

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Il calcio paralimpico sperimentale arriva in FIGC

Le Pantere Sporting alle Qualificazioni Nazionali

Esperienza importante per il calcio per le persone con disabilità intellettiva e relazionale è quella nata tre anni fa grazie alla FIGC DCPS (Divisione Calcio Paralimpico e Sperimentale), ovvero la sezione paralimpica della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Il prossimo 24 settembre il Bresso 4 ospiterà un torneo triangolare con rappresentative che svolgono proprio il campionato FIGC.

Dopo la pandemia è ripreso finalmente il campionato e, nella sezione Lombardia Nord, a spuntarla sono state proprio le Pantere Sporting di Cusano Milanino (MI) di Andrea D’Onghia, nate come progetto dell’Anffas Nord Milano e Sporting Milanino. Nel campionato Senior A hanno regolato le altre corazzate del territorio: i Millepiedi Varese, l’Eureka Monza, il Sanga Milano e la Salus Gerenzano.

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Cosa è successo a

settembre A spasso nel tempo

Il debutto del telegiornale in Italia, la fine del secondo conflitto mondiale, l’uscita del primo numero del New York Times sono alcuni dei fatti storici avvenuti in questo mese 2 settembre 1945

18 settembre 1851

Fine della Seconda Guerra Mondiale

Il primo numero del New York Times

La resa del Giappone coincide con la conclusione formale della Seconda Guerra Mondiale. Il 2 settembre 1945 il paese nipponico si arrende a bordo della nave USS Missouri ancorata nella Baia di Tokyo. La resa fu accettata dal generale americano Douglas MacArthur. A portare la bandiera bianca il ministro degli esteri Mamoru Shigemitsu e il generale Yoshijirō Umezu. Il 15 settembre l’Imperatore Hirohito annunciò alla radio la firma della resa.

Al suo esordio nelle edicole il nome era “The New York Daily Times”. Sei anni più tardi avrebbe preso il nome con cui oggi è noto, perdendo il “Daily”. Nacque su iniziativa di Henry Raymond (primo direttore), George Jones e E.B. Wesley. Fu il primo giornale della città ad avere un edificio costruito proprio per ospitarlo, nella piazza che gli deve il nome: Times Square.

10 settembre 1952

21 settembre 1924

In Italia inizia l’era dei TG

La prima autostrada al mondo (in Italia)

Sede RAI di Milano, ore 21. Viene trasmesso in Italia il primo telegiornale in forma sperimentale. Le notizie riguardarono la regata storica di Venezia; il funerale del Conte Sforza; la campagna elettorale negli Usa; la corrida portoghese; il Gran Premio di Formula 1 a Monza con la vittoria di Ascari. Fino al 1953 il telegiornale andava in onda tre giorni a settimana. Il 3 gennaio 1954 iniziarono le trasmissioni in forma regolare, con una durata di 15 minuti.

Alla presenza di Vittorio Emanuele III, re d’Italia, un corteo di auto percorreva, inaugurandola, l’Autostrada Milano-Varese: è italiana la prima autostrada al mondo; si trattava infatti di una strada a pedaggio per uso generale. La “Autolaghi” nacque da un’idea dell’ingegnere Piero Puricelli: quella di una strada veloce che dalla città di Milano portasse alle zone turistiche dei laghi di Varese, di Como e del Lago Maggiore.

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Sedano scopriamo perché fa bene alle ossa Benessere nella spesa Questo ortaggio ha un buon contenuto di vitamina K, elemento che insieme al calcio protegge la densità ossea. Per questo è consigliato inserire il sedano nella dieta e consumarlo a qualsiasi età

Alessandra Esposito, biologa nutrizionista, è laureata all’Università di Pavia e riceve a Vigevano. È esperta in autosvezzamento ed educazione alimentare.

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er insaporire il brodo, come base del ragù accanto a cipolle e carote, ma anche in insalata accompagnato da altre verdure e arricchito dalle proteine per un sano piatto unico. Il sedano, troppo spesso relegato al ruolo di co-protagonista, è un alimento da rivalutare e consumare regolarmente. Si tratta infatti di uno scrigno di proprietà benefiche, un vero e proprio alleato della salute che riesce a sorprendere anche all’interno di ricette originali e bevande dissetanti. Ne parliamo con la dottoressa Alessandra Esposito, biologa nutrizionista che riceve a Vigevano (https://www.nutrizionistaesposito.it).

Centrifugato sedano e zenzero Ecco una bevanda fresca e dissetante adatta a tutti. Usate due gambi di sedano con le foglie, ½ radice di zenzero, una mela verde e mezzo ananas. Dopo aver lavato tutti gli ingredienti, eliminato la buccia dello zenzero, il torsolo della mela e la buccia dell’anans, inserite tutto insieme nell’estrattore o nella centrifuga e gustate appena pronto.

Proprietà nutrizionali «Il sedano è un ortaggio fortemente ricco d’acqua (ne contiene poco meno del 90%) e a bassissimo contenuto calorico: apporta soltanto 23 kcal per 100 g», spiega l’esperta. «In più è ricco di potassio, fosforo, calcio e vitamina A, oltre ad essere una buona fonte di vitamina K, magnesio, folati e vitamina C». Alleato delle ossa sane Se il sedano è noto per i suoi benefici soprattutto a favore del sistema scheletrico c’è un motivo che risponde al nome di vitamina K. «Grazie al buon contenuto di Vitamina K (fillochinone), il consumo di sedano è particolarmente utile per migliorare la coagulazione sanguigna, ma soprattutto per proteggere la densità ossea. Infatti questo nutriente, insieme al calcio, è necessario per la buona salute dell’osso. Una carenza di vitamina K e calcio è associata a un aumento del rischio di fratture». Gli altri benefici «Grazie all’alto livello di acqua che contiene, il sedano è fortemente idratante e drenante», aggiunge la dottoressa Esposito. «Inoltre, le fibre del sedano hanno un’azione prebiotica (che favorisce lo sviluppo e l’attività dei batteri “buoni”, come i Bifidobatteri o il Lattobacilli, utili per la salute di sistema immunitario e metabolico) e agiscono sul miglioramento della salute intestinale e sulla riduzione del meteorismo». Come consumarlo Il consumo di sedano è consigliato a qualsiasi età e dati i benefici è bene che faccia parte della dieta di tutti. «Per mantenere inalterate le sue proprietà nutrizionali è consigliabile consumarlo crudo oppure cotto ma con metodi di cottura che minimizzino le perdite nutrizionali come quella al vapore o il sottovuoto». In alternativa si può scegliere di stufarlo per pochi minuti.

Pesto di sedano e anacardi Occorrono 80 g di sedano (sia foglie che gambo), 40 g di anacardi, uno spicchio d’aglio, un pizzico di sale, 50 g di Parmigiano Reggiano DOP grattugiato, olio extravergine d’oliva quanto basta. Lavate perfettamente il sedano, sia le foglie sia il gambo, poi asciugate con un canovaccio pulito. Pelate lo spicchio d’aglio. Inserite nel frullatore il sedano tagliato a pezzi, lo spicchio d’aglio, gli anacardi, il formaggio, il sale e l’olio di oliva. Frullate e servite come condimento per la pasta oppure per accompagnare pane o bruschette.

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Maria Teresa De Filippis al volante della storia La prima donna Una leggenda dell’automobilismo, che superò i pregiudizi oltre che gli avversari. Fino a diventare la prima donna a prendere parte a un Gran Premio di Formula 1

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na pioniera che ha aperto la strada all’ingresso definitivo delle donne nell’automobilismo. Maria Teresa De Filippis è stata la prima esponente femminile in assoluto a gareggiare in Formula 1: un traguardo raggiunto correndo contro ogni pregiudizio. La velocità nel sangue Nacque a Napoli l’11 novembre 1926 in una famiglia aristocratica. Si appassionò sin da piccola al mondo dei motori grazie al papà Franz, conte e imprenditore che nel tempo libero partecipava a corse automobilistiche in compagnia dei suoi figli maschi, ma anche della figlioletta. Sarebbe stata una scommessa con i fratelli, che discutevano sulle reali capacità di Maria Teresa, a portarla al suo esordio in gara. Così nel 1948, a soli 22 anni, salì a bordo di una Fiat Topolino e smentì subito chi la sottovalutava. Vinse infatti la 10 km che da Salerno portava a Cava dei Tirreni, lasciandosi alle spalle tutti i colleghi maschi. Da quel giorno ci prese gusto, anche per smentire i preconcetti e lo scetticismo che all’epoca potevano circondare una donna che si impegnava nelle corse. L’esordio in Formula 1 L’atteso debutto arrivò nel 1958. Prese dapprima parte al Gran Premio di Siracusa, non valido per il campionato. Quindi partecipò al Gran Premio di Monaco, senza tuttavia riuscire a qualificarsi alla gara. L’appuntamento con la storia, però, era solo rimandato: il 15 giugno al

Gran Premio del Belgio gareggiò e terminò in decima posizione. Si qualificò anche ai Gran Premi d’Italia e Portogallo, dove fu costretta al ritiro per guasti meccanici. Ormai non aveva più nulla da dimostrare, ma questo non le evitò di scontrarsi nuovamente con le discriminazioni di genere nel circuito motoristico. Il “Pilotino” Soprannominata “Pilotino” per la sua corporatura esile, la De Filippis negli anni successivi si mise in luce in vari campionati italiani, guidando dapprima una Osca, per poi salire sulla Maserati. Anni di grandi risultati e ottimi piazzamenti anche nelle classifiche finali delle competizioni. Risalgono al biennio 1953-54 i successi nella 12 Ore di Pescara, nel Trullo d’Oro e nei circuiti di Caserta e Siracusa. Mentre nel 1955 arrivò la vittoria nella Catania-Etna. Successi che non passarono inosservati e valsero alla De Filippis la possibilità di esordire in Formula 1, al volante della Maserati 250F.

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Il ritiro Al Gran Premio di Francia la sua partecipazione non fu accettata. “L’unico casco che una donna dovrebbe indossare è quello del parrucchiere”, sarebbe stato uno dei commenti sprezzanti che la De Filippis dovette subire. Quelle parole però furono però solo benzina per continuare con impegno ancora maggiore. A porre fine alla sua carriera ci pensò invece un tragico destino. Quando nel 1959 l’amico Jean Behra morì in una gara in Germania il Pilotino decise infatti di abbandonare le corse.

Formula 1 al femminile Altre donne italiane hanno contribuito a scrivere la storia della Formula 1. Ad esempio, anche la piemontese Lella Lombardi è riuscita a schierarsi sulla griglia di partenza di un Gran Premio e, oltre a vantare il primato assoluto per numero di gare disputate, al GP di Spagna del 1975 divenne anche la prima e unica donna a raggiungere la zona punti al volante di una March. Negli anni Novanta fu poi la volta di Giovanna Amati, che non riuscì però mai a qualificarsi per le gare. Nella storia della Formula 1, in 70 anni, solo cinque sono state le donne importanti: oltre a De Filippis, Lombardi e Amati, anche Divina Galica e Desiré Wilson.

“Soprannominata “il Pilotino” per la sua corporatura esile, con le sue qualità di guida e caratteriali si lasciò spesso alle spalle i colleghi maschi”

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Riuso del vetro per una casa più bella Riciclo dei materiali I contenitori possono essere riutilizzati soprattutto per creare piccoli elementi d’arredo utili o decorativi. Ecco tante soluzioni amiche dell’ambiente

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l vetro è un materiale elegante e versatile. Molto utile nella vita quotidiana, grazie alle sue caratteristiche può essere inserito con armonia come decorazione in qualsiasi arredamento di casa. Inoltre è perfetto sia per gli usi casalinghi che per quelli in esterna, come in giardini, balconi e terrazzi. Perciò è sicuramente consigliabile provare a recuperare vecchie bottiglie, barattoli vuoti e bicchieri per qualche progetto di riciclo creativo. Pinterest, in questo senso, è una miniera di spunti e suggerimenti, mentre su YouTube si trovano tutorial e guide anche per creazioni di una certa complessità. Le tante vite delle bottiglie Le bottiglie sono gli oggetti in vetro più semplici da impiegare in lavori di riciclo creativo e soprattutto di riutilizzo: basta solo cambiarne la destinazione d’uso per dar vita a portacandele o vasi da fiori da collocare nei punti più svariati della casa o del giardino. L’effetto, specie se si impiegano bottiglie con una foggia insolita, vintage o particolarmente accattivante, è garantito, con uno sforzo davvero minimo. È infatti possibile decorarne l’esterno dipingendole, foderarle con carta colorata o incollarvi sopra piccoli elementi aggiuntivi, ad esempio di feltro. Se avete voglia di cimentarvi in un progetto più complesso, potete trasformarle in insolite basi per lampade da tavolo, aggiungendo un bulbo con interruttore e un paralume da avvitare al collo della bottiglia. Un’altra idea originale consiste poi nel sostituire il tappo a vite di una vecchia bottiglia di liquore con quello di un dispenser, dando vita a un esclusivo contenitore per sapone liquido. Decorazioni fai da te Vasi, bicchieri e barattoli di conserve sono perfetti per essere riciclati come lanterne o portacandele, oppure per creare centrotavola o decorazioni, per esempio a tema autunnale o natalizio. Se avete un calice rimasto spaiato potreste utilizzarlo, capovolto, come base per una candelina “tealight” e dipingerne la campana con soggetti legati alla stagione attuale o riempirla con neve sintetica spray, figurine di pastori, foglie essiccate o ghiande e noci per i festeggiamenti di fine anno. Per una variante ideale per Halloween, scegliete invece soggetti “mostruosi” come fantasmi e streghe o dipingete l’esterno del classico arancione delle zucche aggiungendo un sinistro ghigno nero e occhi scuri.

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Portafoto in poche mosse Se cercate un modo originale per esporre le vostre foto più belle, potete utilizzare un vecchio barattolo in vetro con tappo a vite sufficientemente ampio. Collocatevi all’interno l’immagine, magari in bianco e nero o in toni seppia, poi creategli attorno la giusta ambientazione. Ad esempio con sabbia e conchiglie sul fondo per una foto al mare o con foglie e fiori secchi per creare il contorno giusto a un’immagine autunnale.

“Pozioni magiche” per i bambini Un’ampolla di vetro, che magari nella sua prima vita aveva contenuto un distillato o olio, dopo essere stata accuratamente pulita si può trasformare in una suggestiva fiala per una “pozione magica”, da preparare assieme ai bambini. Basta sovrapporre liquidi di diversi colori e densità, come detersivo per piatti, acqua, olio e alcol denaturato, facendo attenzione a non miscelarli: il risultato sarà davvero affascinante e l’ampolla “misteriosa” potrà trovare posto su una mensola o in una libreria.

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Lo sapevate che…

curiosità, storie e leggende dal territorio Un “luogo del Tuffo nel passato Fiera del Conte a Il museo cuore” a Bormio sul lago d’Iseo Lentate sul Seveso delle Pentole Un salto nel Medioevo aspetta i visitatori della Fiera del Conte, dal 16 al 18 settembre: tre giorni di festa che ruotano attorno all’Oratorio di S. Stefano. Da non perdere il corteo storico con costumi d’epoca, sbandieratori e danze medievali, la rievocazione degli antichi mestieri e le dimostrazioni didattiche per i più piccoli.

Nella campagna 2022 del Fondo Italiano per l’Ambiente, candidata a “Luogo del cuore” c’è anche la chiesa del Sassello o della Madonna della Pazienza. Piccolo edificio a un’unica navata, sorge su una roccia (“Sassel”) al limitare dell’antico borgo di Bormio. Si vota fino al 15 dicembre.

Uno dei musei più curiosi della regione si trova a Rozzano (MI). Una collezione sulle “Pentole nella Storia” che va dal III millennio a.C. ai giorni nostri. Il viaggio nei secoli passa dagli antichi Romani alle corti rinascimentali fino alla metallurgia avveniristica, a pezzi provenienti da tutto il mondo e persino alle cucine d’epoca per le bambole.

Ogni prima e terza domenica del mese di settembre dalle 7.30 alle 18.30 sul Lungolago Marconi di Paratico, l’appuntamento è con il mercatino “Un Tuffo nel Passato”, a cura dell’Associazione Naturalmente Paratico. Giunto alla dodicesima edizione, è il ritrovo per gli amanti di antiquariato e artigianato.

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Reg. Trib. Sondrio N. 404/2013 del 15/10/2013 Una copia omaggio per i possessori di CartAmica. Distribuito presso i punti vendita del gruppo Iperal. Anno 9 - numero 7 Chiuso in redazione il 04-08-22. © IPERAL SUPERMERCATI S.P.A. - Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. Tutte le informazioni contenute nel presente numero sono aggiornate alla data di chiusura e potrebbero subire variazioni per cause non dipendenti dalla volontà della redazione. Le immagini riportate sono a scopo illustrativo. Le ricette sono proposte e redatte secondo scienza e coscienza. Non possiamo assumere responsabilità per la riuscita dei piatti.

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