Università degli Studi di Perugia Facoltà di Farmacia Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco
XV° CONGRESSO ITALO-LATINOAMERICANO DI ETNOMEDICINA “Ivano Morelli”
ATTI-RESUMENES
Perugia, 23-27 Settembre 2006 Roma, 28 Settembre 2006
Si ringraziano:
Università degli Studi di Perugia
Università degli Studi di Salerno
Istituto Italo Latinoamericano di Roma
Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco Università di Perugia
Dipartimento di Scienze Farmaceutiche Università di Salerno
Regione Umbria
Comune di Perugia
Provincia di Perugia
Camera di Commercia di Perugia
Eredi G. Loreti (Campello sul Clitumno, PG) Gas Tecnici Foligno (GTF) Steroglass Aboca Duemme Liomatic Azienda Speciale Farmacie (AFAS), Perugia Umbrafarma Federfarma Umbria Federfarma Terni Associazione Titolari di Farmacia (VV) ASCOFAR (Roma) Farmacia del Corso Pucci (Foligno, PG) Farmacia Cappuccini (VT) Farmacia Conti (TR) Farmacia Bruti (Acquasparta, TR)
Comitato Internazionale Joaquín López Bárcena, Guadalupe Mejía Sibaja, Jorge Torres Molina (Messico), Armando Cáceres, Amarillis Saravia (Guatemala), Carolina Madariaga, Inés Ruiz (Honduras), Enrique Murillo, Mahabir Gupta (Panama), Mariano Chica Barrios (Costarica), Lionel Germosén-Robineau (Santo Domingo), Osmany Cuesta Rubio (Cuba), Ricardo Guerriero (Portorico), Rubén Torrenegra (Colombia), Jeannette Méndez, Maria Gualtieri de Altuve (Venezuela), Susana Abdo, Ximena Chiriboga (Ecuador), Fernando Quevedo (Perù), Marisa Piovano, Jose Luis Martinez (Cile), Luis Morales Escobar (Bolivia), Susana Leitão, Wagner Vilegas (Brasile), Teresita Di Bernardi, Aníbal Amat (Argentina), Amarillis Saravia (El Salvador), Mirìe Medina (Nicaragua), Patrick Mayna (Uruguay), Isabelle Basualdo (Paraguay), Paolo Cabras, Francesco De Simone, Tina De Tommasi (Italia).
Comitato scientifico della SILAE Juan A. Garbarino (Cile), Fernando Cabienses (Perù), Plutarco Naranjo (Ecuador), Massayoshi Yoshida (Brasile), Marcello Nicoletti (Italia), Cosimo Pizza (Italia), Paola Vita Finzi (Italia), Víctor Alfonso Maldonado Moreleón (IILA).
Comitato organizzatore Massimo Curini (Perugia), Giovanni Vidari (Pavia), Luca Rastrelli (Salerno), Maria Carla Marcotullio (Perugia), Luisa Pistelli (Pisa), Alessandro Menghini (Perugia), Tullio Seppilli (Perugia).
Segreteria Organizzativa Francesco Epifano (Chieti), Ornelio Rosati (Perugia), Salvatore Genovese (Perugia), Luigi Menghini (Chieti).
BENVENUTI A PERUGIA L’Università degli Studi di Perugia, tramite la mia persona, è lieta di porgere a tutti i partecipanti al XV Congresso Italo-Latinoamericano di Etnomedicina “Ivano Morelli”, un cordiale benvenuto ed un augurio di buona permanenza nella nostra Umbria. Il Congresso, che si inserisce nelle manifestazioni per il VII centenario della nostra Università, fa seguito ai convegni che fin dal 1992 vengono organizzati dal SILAE allo scopo di sviluppare e consolidare attraverso un interscambio di idee, i rapporti tra le comunità scientifiche italo-latinoamericane. I contributi ricevuti, sia sotto forma di comunicazioni orali che poster, evidenziano come lo “stato dell’arte” sia in crescita e le collaborazioni si avviano ad essere più estese e più complete. Perugia attende i Congressisti anche per offrire la visione della sua cultura che per ii trascorsi etruschi e romani è in grado di proporre una vasta gamma di musei, chiese, attività socio-culturali ecc. La sede congressuale è situata all’interno del complesso monumentale di San Pietro, antica abbazia benedettina del X sec., mentre i congressisti saranno ospitati nell’Hotel Sacro Cuore, immerso nel tipico paesaggio umbro, da dove è possibile scorgere Assisi, Trevi, Deruta nonché i campanili delle numerose chiese di Perugia. L’Umbria invece pone alla vostra attenzione alcune bellezze che la gita proposta nel periodo congressuale avrà modo di farvi ammirare. Il Comitato Organizzatore si augura che il Congresso possa svilupparsi in una atmosfera informale e possa quindi essere di stimolo per nuove ricerche e nuovi interscambi nello spirito di quanto si propone la nostra Società Italo Latinoamericana e più in generale la comunità scientifica cui essa fa riferimento. Massimo CURINI
BIENVENIDOS A PERUGIA La Universidad de Estudios de Perugia, a través de mi persona, se complace en transmitirles a todos los participantes al XV Congreso Italo-Latinoamericano de Etnomedicina “Ivano Morelli”, una cordial bienvenida y les desea una feliz estancia en nuestra Umbría. El Congreso, que se inserta dentro de las celebraciones por el VII centenario de nuestra Universidad, constituye la continuación de los congresos que desde 1992 viene organizando la SILAE con el objetivo de desarrollar y consolidar, a través del intercambio de ideas, las relaciones dentro de la comunidad científica italo-latinoamericana. Los trabajos recibidos, ya sea en forma de comunicaciones orales o en carteles, evidencian que el “estado del arte” está en crecimiento y que los intercambios o colaboraciones serán más amplios y completos. Perugia también forma parte de este Congreso porque ofrece a los participantes su cultura que, desde los pasados etruscos y romanos, es capaz de proponer una vasta gama de museos, iglesias, actividades socio-culturales, etc. La sede del Congreso está situada en el interior del complejo monumental de San Pedro, antigua abadía benedictina del siglo X, mientras los congresistas estarán hospedados en el Hotel Sacro Cuore, inmerso dentro del típico paisaje umbrío, de donde es posible percibir Asís, Trevi, Deruta; así como las campanas de las numerosas iglesias de Perugia.
Por otra parte, Umbría pone a vuestra disposición algunas bellezas que se podrán admirar durante las giras propuestas en el período del Congreso. El Comité Organizador desea que el Congreso pueda desarrollarse en una atmósfera informal y pueda por tanto servir de estímulo para nuevas investigaciones y nuevos intercambios dentro de los objetivos que se ha propuesto nuestra Sociedad ItaloLatinoamericana y en general a la comunidad científica a la cual pertenece. Massimo CURINI
15° Congresso “Ivano Morelli” della Società Italo-Latinoamericana di Etnomedicina (SILAE) Anche quest’anno ci ritroviamo insieme per il 15° Congresso della SILAE che si tiene, con la nota alternanza di Paesi, in Italia e nella bellissima città di Perugia. Come sempre il Congresso viene dedicato a uno studioso che si è interessato di almeno uno dei settori della Società Italo-Latino Americana di Etnomedicina e quest’anno viene dedicato ad un nostro Socio prematuramente scomparso che anche la maggior parte dei Colleghi latino-americani sicuramente ricorda per i suoi studi nel settore della Fitochimica e per le sue collaborazioni. Sulla base delle decisioni prese l’anno scorso a Città del Messico, quest’anno ho cercato di promuovere una maggior coesione all’interno dei diversi Paesi impegnandomi a raccogliere i dati personali e scientifici di coloro che si riconoscono come appartenenti a questa Società. In alcuni Paesi i rappresentanti si sono effettivamente attivati in modo da creare delle Sezioni nazionali. Questa iniziativa dovrebbe rafforzare la nostra Società, che inizialmente è nata con lo scopo di sostenere e favorire i rapporti di collaborazione tra i Paesi dell’America Latina e l’Italia nel settore dell’Etnomedicina e che ha svolto un importante ruolo per sviluppare i contatti e favorire le ricerche in quel settore. La più importante e sicuramente la più interessante attività della SILAE è sempre stata quella di organizzare ogni anno, a partire dal 1992, un Convegno che è tenuto ad anni alterni in Italia e in un Paese dell'America Latina: Salerno (1992), Lima, Perù (1993), Roma (1994), Quito, Ecuador (1995), Roma e Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997), Salerno e Roma (1998), Valparaiso, Cile (1999), Urbino (2000) e Isla Margarita, Venezuela (2001), Pavia (2002), Rio de Janeiro, Brasile (2003), Salerno (2004) e Città del Messico (2005). E’ un impegno abbastanza gravoso che è possibile sostenere alternando Stati e città ma è sicuramente il mezzo migliore per fare incontrare e interagire i ricercatori di numerosi Paesi e di discutere tutti insieme i risultati delle ricerche. Come si può vedere dal programma e dal libro dei riassunti, sono molto numerosi i lavori che verranno presentati in forma orale o come poster e che rispecchiano la vivacità della ricerca nel settore dell’Etnomedicina che comprende svariate discipline fra cui l’Antropologia, la Botanica, la Scienza dell’alimentazione, la Fitochimica, la Farmacognosia. Coloro che hanno partecipato negli anni a questi Convegni hanno potuto certamente notare il grande sviluppo di queste ricerche sia internamente ai singoli Paesi sia sulla base di collaborazioni fra paesi e gruppi diversi. Il livello scientifico in questi quindici anni si è molto elevato così come anche sono migliorate le presentazioni dei lavori e questo non solo per l’avvento dell’informatica. Sono stati raggiunti dei risultati di ottimo livello anche da parte di Paesi economicamente più svantaggiati. Sono nate e continuate collaborazioni tra l’Italia e molti Paesi dell’America Latina. Va ricordato che l’Italia ha una grande tradizione a
intrattenere rapporti di collaborazione scientifica con i Paesi latinoamericani in particolare a sostegno della ricerca nel settore dell’Etnomedicina, Desidero ringraziare il Presidente del Comitato Organizzatore Prof. Massimo Curini, la dott. Maria Carla Marcotullio insieme a tutti i Colleghi dell’Università di Perugia e di Salerno che si sono prestati con grande impegno a organizzare questo importante evento, i membri del Comitato Scientifico e del Comitato Internazionale e l’Istituto Italo Latino Americano che ha sempre seguito con interesse e partecipazione le iniziative svolte dalla SILAE. Un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti del Congresso cui auguro un piacevole soggiorno a Perugia sia del punto di vista scientifico che personale. Buon lavoro! Paola VITA FINZI Presidente della SILAE
XV Congreso de la Sociedad Italo-Latinoamericana de Etnomedicina “Ivano Morelli” Este año también nos re-encontramos para celebrar juntos el XV Congreso de la Sociedad Italo-Latinoamericana de Etnomedicina (SILAE) que tiene lugar, como ya es costumbre alternando los países, en Italia y en la bellísima ciudad de Perugia. Como siempre, el Congreso será dedicado a un estudioso que se ha interesado al menos por uno de los sectores de la SILAE. En este caso, está tributado a un Socio de nuestra sociedad desaparecido prematuramente y que también la mayor parte de los colegas latinoamericanos seguramente recordarán por sus colaboraciones y sus estudios en el sector de la Fitoquímica. Sobre la base de las decisiones tomadas el año pasado en la Ciudad de México, este año he tratado de promover una mayor cohesión interna en los diferentes países empeñándome en recoger los datos personales y científicos de aquellos que se reconocen como integrantes de esta Sociedad. En algunos países, sus representantes se han activado con mucho entusiasmo para crear las Secciones Nacionales. Esta iniciativa debe reforzar nuestra Sociedad, que surgió con el objetivo de sostener y favorecer las relaciones de colaboración entre los países de América Latina e Italia en el sector de la Etnomedicina y que ha desempeñado un papel importante para desarrollar los contactos y favorecer la investigación en ese sector. La actividad más importante de la SILAE, y seguramente la más interesante, siempre ha sido la de organizar cada año, a partir de 1992, un Congreso que se ha efectuado alternativamente en Italia y en un país de América Latina: Salerno (1992), Lima, Perú (1993), Roma (1994), Quito, Ecuador (1995), Roma y Padula (1996), Antigua, Guatemala (1997), Salerno y Roma (1998), Valparaíso, Chile (1999), Urbino (2000), Isla Margarita, Venezuela (2001), Pavia (2002), Río de Janeiro, Brasil (2003), Salerno (2004) y Ciudad de México (2005). Esta es una cita muy seria que ha sido posible mantener alternando los Estados y las Ciudades; pero es, seguramente, el mejor medio para encontrar e integrar a investigadores de numerosos países y de discutir todos juntos los resultados de las investigaciones. Como se puede apreciar en el programa y el libro de resúmenes, son numerosos los trabajos que se presentarán en forma de comunicación oral o en cartel. Estos reflejan la fortaleza en la investigación en el sector de la Etnomedicina que comprende varias disciplinas entre las que se encuentra la Antropología, la Botánica, la Ciencia de la Alimentación, la Fotoquímica, la Farmacognosia.
Aquellos que han participado en los Congresos anteriores han podido notar el gran desarrollo de estas investigaciones ya sea al interno de un simple país como sobre la base de la colaboración entre diversos grupos y países. En estos 15 años el nivel científico se ha elevado considerablemente. También se han mejorado las presentaciones de los trabajos no sólo por el avance de la informática. Han sido alcanzados resultados de óptimo nivel hasta de los países económicamente menos desarrollados. Han nacido y crecido colaboraciones entre Italia y muchos países de América Latina. Es de destacar que Italia tiene una gran tradición en establecer relaciones de colaboración científica con los países latinoamericanos, en particular para sostener la investigación en el sector de la Etnomedicina. Deseo agradecer al Presidente del Comité Organizador Prof. Massimo Curini, la Dra. Maria Carla Marcotullio junto a todos los Colegas de la Universidad de Perugia y de Salerno que han trabajado con gran empeño para organizar este importante evento, los miembros del Comité Científico y del Comité Internacional y el Instituto Italo-Latino Americano que siempre ha seguido con interés y su participación la iniciativa llevada a cabo por la SILAE. Una calorosa bienvenida a todos los participantes del Congreso a los que le auguro una agradable estancia en Perugia ya sea desde el punto de vista científico que personal. Buen trabajo! Paola VITA FINZI Presidente de la SILAE
PROGRAMMA
Domenica 24 Settembre 8.30-9.30 Registrazione dei partecipanti 9.30-10.30 Apertura dei lavori Ricordo del Prof. Ivano Morelli da parte della Prof. Alessandra Braca 10.30-10.45 Coffee break 10.45-11.15 PL1- J. Blanco Méndez (Venezuela) Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación
SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA Chairmen: A. Menghini, P. Naranjo 11.15-11.45 PL2- A. H. Ladio (Argentina) Uso y conservacion de plantas silvestres con órganos subterráneos alimenticios en comunidades Mapuche de la estepa de la Argentina 11.45-12.00 OR1- C. V. Nunez (Brasil) Etnoconocimiento de las plantas odontálgicas usadas en el asentamiento Tarumã-Mirim, Amazonas, Brasil. 12.00-12.15 OR2- G. Romussi (Italia) Una ricetta per l’Imperatore Tiberio. 12.15-12.45 PL3- F. Tammaro (Italia) Piante della tradizione curativa e liquoristica ed esperienze di coltivazione in ambiente montano abruzzese
12.45-13.00 OR3- M. F. Ibarguen (Perú) Síndromes culturales de la medicina tradicional peruana 13.00-14.30 Pranzo libero
SESSIONE ETNOBOTANICA-ETNOMEDICINA Chairmen: A.H. Ladio, F. Tammaro 14.30-14.45 OR4- M. García Mesa (Cuba) Proyecto de investigación sobre plantas con posible utilidad para prevenir enfermedades vasculares: colaboración italo-latinoamericana 14.45-15.00 OR5- L. Menghini (Italia) Indagini fitochimiche su Verbascum spp. da popolamenti spontanei abruzzesi
SESSIONE FARMACOLOGIA-FARMACOGNOSIA Chairmen: I. Ruíz, A. Russo 15.00-15.30 PL4- M. Perfumi (Italia) Effetto degli estratti di Hypericum perforatum L. sul consumo di alcool in ratti marchigiansardinian alcool-preferenti 15.30-15.45 OR6- M. T. Alvarez Ramírez (Mexico) Efecto de la infusión del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck), en la densidad osea y parámetros bioquímicos de mujeres productivas con diabetes miellitus tipo II. 15.45-16.00 OR7- T. Di Bernardi (Argentina) Estudios antimicrobianos en fracciones vegetales (fv) obtenidas de Terminalia australis Camb. (Combretaceae). 16.00-16.15 OR8- Esther del Olmo (España) Búsqueda y evaluación de agentes naturales antituberculosos en plantas de Latinoamérica
16.15-16.30 OR9- M. Goleniowski (Argentina) Evaluación de la actividad antitumoral “in vitro” de extractos de plantas nativas de la región Central de Argentina. ore 16.30-17.00 Coffee break
Chairmen: T. Di Bernardi, M. Nicoletti 17.00-17.30 PL5- A. Saravia Gómez (Guatemala) Validacion farmacologica y estudio fitoquimico de plantas medicinales de uso popular en Guatemala 17.30-17.45 OR10- A.S. Fernandes (Brasil) Antioxidant activity of Agaricus blazei 17.45-18.00 OR11- I. E. Ruiz (Honduras) Toxicidad aguda de algunas plantas medicinales de uso frequente en la zona caribeña 18.00-18.15 OR12- S. Abdo (Ecuador) Análisis FarmacognósTico de Valeriana decussata R&P 18.15-18.30 OR13- G. Méndez de Corao (Venezuela) Estudio dermotoxico del extracto del pericarpio de la Punica granatum en ratones. 18.30-18.45 OR14- M. Teresa Alvarez Ramírez (Mexico) Efecto de la combinación de infusiones del pericarpio de naranja (Citrus sinensis L. Osbeck) y de hojas de lima (Citrus limetta Risso) en la presión sanguinea y densidad osea, en mujeres hipertensas de la región del balsas, Mexico. 18.45-19.00 OR15- M. Gualtieri (Venezuela) Actividad antibacteriana de los extractos etanólicos de Azadirachta Indica A. Juss y elaboración de una crema antiséptica contra el acné
20.00 Cena di Inaugurazione
Lunedì 25 Settembre SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI COMPOSTI NATURALI Chairmen: C. Pizza, G. Garrido Garrido 9.00-9.30 PL6- G. Vidari (Italia) Nuovi metaboliti bioattivi da funghi italiani 9.30-9.45 OR16- T.R. Calvo (W. Vilegas) (Brasil) Constituents from Indigofera truxillensis leaves methanolic extract 9.45-10.00 OR17- S. Genovese (Italia) Un nuovo profarmaco dell’acido 4’-geranilossi-ferulico, principio attivo antitumorale di Acronychia baueri Schott 10.00-10.15 OR18- I. Correa Ramos Leal (Brasil) Identification of bactericide fractions from Zizyphus joazeiro, a Brazilian medicinal plant 10.15-10.30 OR19- R. Batista (Brasil) Synthesis and trypanosomicidal activity of novel ent-kaurane glucosides 10.30-10.45 OR20- I. González Leonardi (Venezuela) Producción, recuperación y purificación parcial de antibióticos producidos por Pleurotus ostreatus. Escalamiento a 10 Litros. 10.45-11.00 OR21- D. Vargas-Álvarez (Mexico) Analisis fitoquimico de 12 plantas utilizadas en la medicina popular del Estado de Guerrero ore 11.00-11.15 Coffee break
Chairmen: M. Goleniowki, M. Curini 11.15-11.45 PL7- J. Garbarino (Chile)
Bioactividad, estructura y actividad biológica de metabolitos naturales de Latinoamérica 11.45-12.00 OR22- A. Benavides (Italia) Fatty acids in Dracontium loretense Engl. 12.00-12.15 OR23- N. Waksman de Torres (Mexico) Cuál es la calidad de los productos herbales consumidos por nuestra población? 12.15-12.30 OR24- J. A. González-Lavaut (Cuba) Plantas medicinales para el tratamiento de procesos vírales. 12.30-12.45 OR25- J. A. Severi (Brasil) Triglycoside flavonoids from Guapira noxia (Nyctaginaceae) 13.00-14.00 Pranzo libero 14.00-15.00 Sessione poster (P1-P67)
SESSIONE ANTROPOLOGIA Sessione organizzata insieme a: Fondazione Angelo Celli per una Cultura della Salute (Perugia), Centro Studi Americanistici “Circolo Amerindiano” (Perugia) e Società Italiana di Antropologia Medica [SIAM] 15.00 - 15.15 T. Seppilli (Italia) Introduzione alla Sessione 15.15 - 15.55 PL8- G. Samorini (Italia) Sostanze psicoattive e forme rituali tra le popolazioni dell’America Latina
15.55-16.10 OR26- R. Santoni (Italia) I saperi dei popoli indigeni americani e i meccanismi della proprietà intellettuale 16.10-16.25 OR27- C. Avitabile (Italia) Salute di base e prevenzione in un contesto rurale messicano. 16.25-16.40 OR28- P. Naranjo (Ecuador) Antropologia del mani (peanut, noccioline americane) 16.40-16.55 OR29- R. Corrêa Costa (Brasil) Saber ambiental, economía moral y formaciones territoriales en la Amazonia brasileña. 16.55-17.15 Coffee break 17.15-18.00 Dibattito 18.00 Proiezione del documentario O Santo Daime (Le don sacré), realizzato da Patrick Deshayes (Francia, 1992) sull’uso rituale dell’ayahuasca nel culto del Santo Daime, nato nell’area alto amazzonica intorno al 1920 (documentario gentilmente reso disponibile dal Festival dei Popoli, Firenze). 20.00 Cena
Martedì 26 Settembre SESSIONE ALIMENTI Chairmen: R. Torrenegra, P. Damiani 9.00-9.30 PL9- O. Cuesta Rubio (Cuba) Composición química de propóleos cubanos: Desarrollo y evolución de un tema de investigación. 9.30-9.45 OR30- F. Blasi (Italia) Biocatalyzed synthesis of diacylglycerol oil [DAGO] from vegetable oils for healthiness purposes 9.45-10.00 OR31- T. Di Bernardi (M. C. Rivas) (Argentina) Elementos botánicos de diagnóstico, fisiología de la reproducción, y composición de ácidos grasos en Oenothera affinis Cambess. (flor de la oración) 10.00-10.15 OR32- D. Montesano (Italia) Evaluation of new extraction procedure for obtaining pure lycopene from tomato (Lycopersicon esculentum Mill.) 10.15-10.45 PL10- L. Cossignani (Italia) Structured lipids: synthesis and applications. 10.45-11.00 OR33- F. Galiano (Italia) Il cedro (Citrus medica L), frutto biblico del mediterraneo, sacro alle comunità ebraiche, agrume sorprendente tutto da scoprire 11.00-11.15 Coffee break
SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA Chairmen: A. Saravia, L. Rastrelli 11.15-11.45 PL11- R. Torrenegra (Colombia) Microflora de paramos colombianos, metabolitos producidos por cepas nativas de hongos y su actividad biológica 11.45-12.00 OR34- R. Salgado Garciglia (Mexico) Micropropagación, conservación in vitro y determinación de las propiedades antimicrobianas de tres orquídeas mexicanas. 12.00-12.15 OR35- F. Cabezas (Colombia) Presencia de alcaloides en Eucharis amazonica, E. grandiflora, Caliphruria subedentata y Ccrinum kunthianum, especies colombiana de Amaryllidaceae y su actividad biologica 12.15-12.30 OR36- - R. Batista (Brasil) Synthesis and cytotoxic activity of new ent-kaurane derivatives 12.30-12.45 OR37 D. Vargas Alvarez (Mexico) Análisis preliminar de metabolitos secundarios de Mil hojas (Phyllonoma laticuspis)
12.45-13.00 OR38- I. Ramírez (Venezuela) Actividad antibacteriana e hipoglicemiante de los extractos de diclorometano y metanol del Phyllanthus salviaefolius H. B. K. 13.00-14.00 Pranzo 14.00-15.00 Sessione Poster (P68-P132)
SESSIONE FITOCHIMICA E CHIMICA DEI PRODOTTI NATURALI E FARMACOLOGIA E FARMACOGNOSIA Chairmen: W. Vilegas, G. Vidari 15.00-15.30 PL12- Quevedo titolo 15.30-15.45 OR39-. N. Fucito (Italia) Criteri di sicurezza nel laboratorio universitario chimico-biologico: dalla evoluzione normativa alla buona prassi. 15.45-16.00 OR40- M.García Mesa (Cuba) Espectro antiagregante plaquetario “in vitro” de un extracto de Wendita calysina (Verbach) en plasma humano 16.00-16.15 OR41- C. Ciangherotti (Venezuela) Actividad hipoglicemiante y antihiperglicemiante aguda de extracto acquoso de la raíz de Ruellia tuberosa L. en ratas 16.15-16.30 OR42- R. Arencibia Figueroa (Cuba) Especializado en historia, agrotecnologias y marketing de las plantas medicinales en cuba y el mundo. 16.30-16.45 OR43- M. Barrios Chica (Costa Rica) Efecto de extractos de chayote sobre suero humano con control conocido de colesterol total y triglicéridos 16.45-17.15 Coffee break 17.15 Assemblea 21.00 Cena sociale
LETTURE PLENARIE
RICORDO DEL PROF. IVANO MORELLI Alessandra Braca Il Prof. Ivano Morelli era nato a Pisa l’11 marzo 1940. Laureato in Chimica (Università di Pisa) e in Farmacia (Università di Urbino), ha sviluppato la sua carriera nella Facoltà di Farmacia dell'Università di Pisa prima come Assistente Ordinario alla Cattedra di Chimica Organica dal 1966 al 1980, poi come Professore Incaricato di Fitochimica dal 1968 al 1980 e infine come Professore Straordinario di Fitochimica dal Novembre 1980 e Ordinario della stessa disciplina dal Novembre 1983. Fra i numerosi incarichi di prestigio che ha ricoperto nel corso della sua carriera accademica, svolgendo questa attività con sincera passione e sempre crescente competenza, ricordiamo la Direzione per due decenni dell’Istituto di Chimica Organica prima e Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia dopo, dove ha costituito un impareggiabile punto di riferimento e sicurezza per il buon andamento della sopra citata struttura; la Direzione della Scuola di Specializzazione in "Scienza e Tecnica delle Piante Medicinali" dal 1978 al 2005; la Coordinazione del Dottorato di Ricerca in "Scienza e Tecnologia delle Piante Officinali" dalla sua attivazione e fino al XIV ciclo e quindi quella del Dottorato di Ricerca in "Chimica e Tecnologia del Farmaco e delle Sostanze Bioattive ", attivato dal 2000; la fondazione del Corso di Laurea in Tecniche Erboristiche nell’Università di Pisa. Ultimamente era diventato membro del Senato Accademico dell’Università di Pisa e Presidente della Società Italiana di Fitochimica, di cui era stato uno dei soci fondatori e già Presidente nel triennio 1986-1988. La sua attività di ricerca era rivolta prevalentemente allo studio dei metaboliti secondari provenienti da piante medicinali della flora mediterranea e dei paesi in via di sviluppo, costruendo intorno a sé un laboratorio ben attrezzato e un affiatato gruppo di ricerca. Nel corso degli anni ha pubblicato oltre 250 lavori di Fitochimica su piante della medicina tradizionale Europea, Africana e SudAmericana. La concretezza e disponibilità della sua natura umana l’aveva portato ad essere oltre ad un competente amministratore, anche un apprezzato ricercatore, un grande studioso, appassionato della sua materia, aperto a tutte le esperienze: perciò amava definirsi “sperimentatore delle attività umane”. Ai suoi studenti ripeteva spesso “siate curiosi, perchè la curiosità è intelligenza e induce alla conoscenza e alla scoperta”. Si dimostrava quotidianamente disponibile verso tutti, dai colleghi e collaboratori, ai suoi studenti e allievi, sia italiani che stranieri. Il suo più grande insegnamento è stato quello di aprirsi alle più disparate collaborazioni, sia in ambito locale che internazionale, di ospitare e accettare idee e uomini. La parola “coraggio” che ripeteva a tutti, costituiva una sorta di incoraggiamento a superare i piccoli e i grandi ostacoli quotidiani ed è stata senz’altro il “leit-motiv” di tutta la sua vita, utile anche a lui stesso per affrontare in maniera più determinata il corso della sua breve malattia. Spesso ripeteva che il difficile non è il vivere ma il vivere da uomini. Con la sua scomparsa la comunità scientifica e il mondo accademico hanno perso un valido studioso e scienziato, e in più una vera guida, un uomo tenace, schietto, concreto, come sono gli uomini della campagna toscana, di cui lui era fortemente orgoglioso di essere originario.
PL1 Crisobalanáceas como eje integrador de Cooperación 1 2 3 J. Méndez, * A. Braca, A. R. Bilia. 1
Universidad Central de Venezuela. Facultad de Ciencias, Caracas-Venezuela. 2 Dipartimento di Chimica Bioorganica e Biofarmacia, Universita di Pisa. 3 Dipartimento di Chimica. Universita di Firenze. *
[email protected]
Desde el año 1992, se inició una cooperación con el, para ese entonces, Departamento de Química Bioorgánica de la Universidad de Pisa, que se basó, en sus comienzos, en el estudio de plantas pertenecientes a la familia de las Crisobalanáceas, una Familia Pan Tropical, que de acuerdo a la quimiotaxonomía, tiene su homólogo en la Familia Rosácea, la cual para la fecha en referencia había sido motivo de estudio en el laboratorio de las Sustancias Naturales, coordinado por el profesor Ivano Morelli en el Departamento mencionado, de la Universidad de Pisa. La cooperación, de manera ininterrumpida, ha dado como fruto: el estudio de 20 plantas, 30 presentaciones a Congresos, 20 publicaciones, formación de recursos humanos y lo mas importante, una sólida relación de amistad, que involucró, no sólo personas del Departamento, sino que asoció, con un componente de investigación, a otros colegas de la Universidad de Salerno. El estudio químico y biológico en cuestión, arrojó como resultados, que las Crisobalanáceas, están constituidas, principalmente por compuestos de tipo flavonoides y terpenos, en donde abundan los triterpenos con esqueletos de ursano, lupano y oleano. En relación a la actividad biológica, al igual que las plantas pertenecientes a las Rosáceas, es muy variada: antiviral, antibacteriana, cardiovascular y antitumoral, entre otras. Se presenta un resumen del trabajo químico y biológico de las plantas de la Familia Crisobalanácea, las cuales sin duda, han cumplido un papel integrador en un pequeña parte de la relación bilateral Italia-Venezuela.
PL2 USO Y CONSERVACIÓN DE PLANTAS SILVESTRES CON ÓRGANOS SUBTERRÁNEOS ALIMENTICIOS EN COMUNIDADES MAPUCHE DE LA ESTEPA PATAGÓNICA DE LA ARGENTINA A. H. Ladio Universidad Nacional del Comahue. Laboratorio Ecotono. CONICET. Quintral 1250-8400San Carlos de Bariloche, Río Negro-Argentina.
[email protected] El uso de plantas con órganos subterráneos comestibles tiene una larga historia de uso en las zonas áridas de la Patagonia. Sin embargo, poco se sabe sobre la significancia cultural de estos recursos en las poblaciones rurales del presente. Se indagó el conocimiento, uso actual y conservación de plantas silvestres con órganos subterráneos comestibles en tres comunidades Mapuche (Paineo, Rams y Cayulef) localizadas en la estepa patagónica del SO de la provincia de Neuquén. Se realizaron entrevistas semi-estructuradas y relevamientos florísticos en el área con ayuda de los informantes (N = 98). Las comunidades citaron una riqueza de 12 especies, todas de origen nativo de la estepa patagónica. El 70% de los entrevistados consume órganos subterráneos en forma esporádica durante la primavera. Sin embargo, las especies citadas en cada comunidad tienen una similitud baja con las que efectivamente consumen, mostrando una tendencia marcada hacia la pérdida de la práctica de recolección. Por otra parte, el 100% de los campesinos advirtió que cada vez hay menos plantas en sus tierras debido al sobrepastoreo del ganado doméstico. Se discuten las implicancias de estos resultados desde el punto de vista de la conservación cultural y biológica. Futuros estudios sobre estos recursos de ambientes áridos deberán ser realizados con el fin de promover el mantenimiento de tradiciones que no sólo redundarán en un mejoramiento de la autosuficiencia alimentaria de los habitantes patagónicos, sino también en una mayor conservación de las especies.
PL3 PIANTE DELLA TRADIZIONE CURATIVA E LIQUORISTICA ED ESPERIENZE DI COLTIVAZIONE IN AMBIENTE MONTANO ABRUZZESE. F. Tammaro Corso di laurea in Scienze e tecniche erboristiche, Università L’Aquila; inc. di Botanica Farmaceutica Università G.D’Annunzio Chieti-Pescara
[email protected] I principali usi etnobotanici e fitoterapici (curativi sia umani che veterinari) di molti territori italiani, ed in particolare dell’Abruzzo sono stati in questi ultimi decenni oggetto di studio da parte di numerosi autori.1,2,3,4,5 Il rinnovato interesse per le erbe officinali deriva probabilmente da più ordini di fattori, fra i quali la richiamata attenzione dell’O.M.S. circa lo studio delle medicine tradizionali dei Paesi del terzo mondo, che può risultare interessante anche per il nostro Paese per la variegata complessità e ricchezza della Farmacopea Popolare regionale italiana, che si caratterizza per la varietà di usi tradizionali curativi riscontrabili a ciascun territorio. Inoltre per ormai numerose specie gli antichi usi di fitomedicina sono sottoposti a verifica dalla ricerca scientifica, in non pochi casi ricavandone risultati confortanti. Tra gli antichi usi curativi, nell’Italia Centrale appaiono di più particolare interesse quelli dei paesi di montagna, dove si sono conservati utilizzazioni di piante e rimedi singolari e specifici per i vari territori. Ad esempio nella zona di Cortino, in Provincia di Teramo le resine di Pinacee (soprattutto Pinus nigra) sono applicate su contusioni e protette da strisce di pelli di pecore prive di lana e le cime di rovo (Rubus fruticosus gr.) sono racchiuse in una bottiglia con qualche goccia di olio; poste al sole producono un liquido che fa da unguento per le ferite. Nelle zone montane del Reatino (Petrella Salto, Borbona) davanti all’uscio pendono ad asciugare mazzetti di una piccola genzianacea spontanea, la centaurea minore (Erytrhraea centaurium), che disseccati si adoperano per decotti ipotensivi. Sui M. Simbruini (versante laziale ed abruzzese) le radici di Scrophularia canina (Scrophulariacee) sono fatte bollire ed il decotto raffreddato. In esso è disciolto abbondante sale grosso da cucina. Viene applicato per uso veterinario quale antisettico e cicatrizzante per lavaggi di ferite di animali di grossa taglia (bovini ed equini). Le zone montane dell’Appennino (nella relazione ci si riferisce in particolare ai massicci del Gran Sasso, della Majella, dei Monti Simbruini (Valle Roveto o Alta valle del Liri)) hanno conservato numerosi usi di etnomedicina umana e veterinaria, ed anche utilizzazione di erbe aromatiche per la preparazione di liquori digestivi a base di prugnoli selvatici, rosa canina, angelica di montagna. Molto famoso è il nocino di S.Giovanni per il quale esistono alcune varianti, più o meno tenute segrete, in alcune con aggiunta di erba limona (Melittis melissophyllum, Labiatae). Si riferisce pertanto di alcune preparazioni liquoristiche dell’Abruzzo montano con l’utilizzo di piante aromatiche spontanee.
Esperienze di coltivazione Sono illustrate infine le modalità colturali di 2 piante che costituiscono risorse genetiche regionali di particolare interesse: lo zafferano (Crocus sativus) e la genziana maggiore (Gentiana lutea) Lo zafferano infatti è coltivato da oltre 5 secoli nella Piana di Navelli (una delle rare località italiane); è di antica importazione, presumibilmente dalla penisola iberica, nel secolo XV. A tale specie sono state dedicate recentemente una monografia realizzata a 6 cura dell'Università di L'Aquila e dell’Accademia Italiana della Cucina (1990) ed una a 7 cura di M. Negbi (1999). Occorre tuttavia ricordare che la coltura è da alcuni decenni in forte crisi, con una produzione di zafferano intorno a 70 Kg annui di stimmi secchi. L’alto valore della droga (1 g di filamenti costa 16 euro) ha comunque stimolato in questi ultimi anni la formazione di 4 cooperative ed una diversificazione nella predisposizione merceologica dello zafferano (vasetti, bustine, liquori, ecc). Si riferisce delle tecniche colturali e di essiccazione e conservazione dello zafferano, sulla base delle esperienze tradizionali plurisecolari in atto nel Piano di Navelli (L’Aquila). Vengono infine illustrate le modalità colturali sperimentali quinquennali (con risultati alquanto positivi) della Genziana gialla (Gentiana lutea), importante pianta amaricante, specie protetta sia a livello nazionale che regionale. Il campo sperimentale è posto nel territorio di Palena (versante orientale della Majella), in una radura di faggeta a quota 1200 m circa. Tra le piante di nuova introduzione si riporta infine la sperimentazione in varie zone dell’Abruzzo collinare dal clima mediterraneo (Ofena, Pacentro, Atri) della spugna vegetale (Luffa aegytiaca, Cucurbitaceae), pianta di origine subtropicale i cui frutti essiccati,ricchi di fibre ligno-cellulosiche, trovano applicazioni sia in cosmetica quali spugne naturali sia in campo industriale (pannelli fonoassorbenti, filtri per motori, igiene domestica in sostituzione delle spugne gommose sintetiche). Specie montane per una filiera applicativa medicinale e cosmetica Tra i distretti di importanza farmacobotanica si accenna a quelli della Regione Abruzzo dove si rinviene: 1) Adonis vernalis (Ranuncolacee) noto in Italia solo per 2 località del Gran Sasso Aquilano, intorno a 1200-1300 m in habitat di pascolo arido del tipo xerobrometo; 2) Narcissus poeticus(Amaryllidacee), pianta delle praterie fresche di montagna, del tipo mesobrometi e arrenatereto diffuso soprattutto nell’Altopiano delle Rocche (territorio di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio, Provincia de L’Aquila), i cui fiori annualmente raccolti per una tipica festa locale, e subito dopo gettati a bordo campi , assommano a circa 3-5 quintali. 3) Salvia officinalis var. angustifolia , endemica dell’Italia centrale (Abruzzo e Lazio) arbusto delle pietraie assolate calcaree di M.Salviano (Avezzano) e dei Monti Simbruini della Valle Roveto (da Capistrello a Civitella Roveto), settore di notevole interesse farmacobotanico.8 Sulle predette piante (Salvia officinalis var. angustifol, Adonis vernalis e Narcissus poeticus) sono in corso studi promossi da enti pubblici territoriali per la realizzazione di una filiera applicativa.
Bibliografia 1. Guarrera, 2003- Piante medicinali e medicine alimentari. Un confronto fra tradizioni alpine ed appenniniche. In Museo e costumi Gente Trentina 16:157-176. 2. Guarrera, 2005- Traditional phytotherapy in Central Italy (Marche, Abruzzo and Latium). In Fitoterapia 76:1-25. Elsevier ed. 3. Manzi A:, 2001- Flora Popolare d’Abruzzo.pp.186. Ed.Carabba Lanciano 4. Tammaro 1984- Flora officinale d’Abruzzo. A cura della Giunta Regionale Abruzzo, settore sanità ed Igiene, Agricoltura e Foresta. pp.296. Fabiani ed.Pescara 5. D’Andrea 1982- Le piante officinali del Parco Nazionale d’Abruzzo.Riv.Abruzzese 35:155-176. 6. AA.VV., 1990- Atti del Convegno Internazionale sullo zafferano. L’Aquila 27-29 ottobre 1989. a cura dell’ Università di L'Aquila e dell’ Accademia Italiana della Cucina. 7. Negbi M:, 1999-Saffron Crocus( Crocus sativus L.). Elsevier ed. 8. Tammaro F. e Menghini L., 2004- Risorse farmacobotaniche della valle Roveto e potenziale filiera di applicazione(con carta della distribuzione delle principali specie officinali,liquoristico-cosmetiche e coloranti). A cura della Camera di Commercio di L’Aquila. pp.95
PL4 EFFETTO DEGLI ESTRATTI DI HYPERICUM PERFORATUM L. SUL CONSUMO DI ALCOOL IN RATTI MARCHIGIAN-SARDINIAN ALCOOLPREFERENTI M. Perfumi Dpt. Medicina Sperimentale e Sanità Pubblica – Università degli Studi di Camerino- 62032 Camerino (MC)
[email protected] Quale esempio della validità e dell’incredibile potenzialità terapeutiche delle piante medicinali, purché rigorosamente studiate, viene presentato il lungo lavoro inteso a valutare l'effetto sull'assunzione di alcool indotto da Hypericum perforatum L., specie largamente utilizzata in passato nella medicina popolare con le indicazioni più diverse, a cui oggi, dopo un'intensa sperimentazione e numerosissimi studi clinici, viene attribuito un notevole e convalidato effetto antidepressivo. Diverse le considerazioni alla base dello studio: tra la depressione e l'alcolismo esiste una notevole comorbidità; entrambe le patologie possono essere sostenute da simili alterazioni nella regolazione di alcuni neurotrasmettitori centrali; sostanze ad azione antidepressiva riducono il consumo di alcool. Quindi l’effetto sull’assunzione di una soluzione alcolica al 10% di diversi estratti, ottenuti dalle sommità fiorite della pianta e forniti dalla ditta INDENA (Milano), è stato saggiato su ratti alcool-preferenti geneticamente selezionati, che rappresentano un modello animale molto predittivo per questo tipo di studi. I ratti utilizzati sono stati allevati e selezionati nel Dipartimento a partire da ratti alcool-preferenti del ceppo Sardinian, di cui mantengono tutte le caratteristiche consumatorie e per questo vengono denominati “marchigian-sardinian preferring” o msP rats.. I dati presentati dimostrano che gli estratti di iperico riducono marcatamente l’ assunzione di alcool sia dopo somministrazione acuta e cronica in condizioni di libera scelta tra acqua e soluzione alcolica al 10%, che in condizioni di autosomministrazione, condizione sperimentale in cui l’animale impara a premere una leva, quindi a compiere una lavoro, per ottenere l’alcool. L'effetto in tutte le diverse condizioni sperimentali è inoltre selettivo dal punto di vista comportamentale. Soprattutto non viene influenzato il consumo di cibo, che è spesso un effetto collaterale di diversi farmaci utilizzati nel controllo dell'alcolismo. Inoltre l'inibizione dell'assunzione non è dovuta ad una interferenza con il metabolismo dell'alcool e 1,2 quindi non si può parlare per la droga di un effetto “disulfiram” simile. Ulteriori significativi risultati3 mostrano un’azione sinergistica tra gli antagonisti oppioidi e l’iperico nell’indurre una ancor più pronunciata soppressione del consumo di alcool senza modificare altri aspetti comportamentali. Questo dato e quelli ottenuti in condizioni di autosomministrazione, indicano la capacità della droga di interferire con gli aspetti motivazionali implicati nell’assunzione di alcool.4 A conclusione viene indicata la necessità di studi clinici a conferma di quanto osservato nell’animale per potersi valere dell’iperico anche nel difficile trattamento dell’alcolismo.
Bibliografia 1. Perfumi M, et al. Alcohol Alcohol 2001, 36, 199. 2. Rezvani et al., (2003) Pharmacol Biochem Behav 2003, 75, 593. 3. Perfumi, M. et al., Alcohol. Clin. Exp. Res., 2003, 27, 1554. 4. Perfumi M. et al., Alcohol Alcohol 2005, 40, 291.
PL5 VALIDACION FARMACOLOGICA Y ESTUDIO FITOQUIMICO DE PLANTAS MEDICINALES DE USO POPULAR EN GUATEMALA A. Saravia Gómez et al. Depto. de Farmacología, Fisiología, Laboratorio de Productos Naturales –LIPRONAT- y Bioterio. Facultad de CCQQ y Farmacia. Universidad de San Carlos de Guatemala.
[email protected] Guatemala es un país con una exuberante flora y fauna, y desde nuestros antepasados los mayas, llevamos una cultura sobre plantas medicinales, utilizadas desde esas épocas hasta el día de hoy. En el departamento de Farmacología y como parte de él, tenemos el laboratorio de productos naturales –LIPRONAT- y un Bioterio en el cuál aplicamos las mejores condiciones internacionales para el manejo, uso y cuidado de animales de laboratorio; hemos estudiado las plantas medicinales desde el año 1980 hasta el día de hoy experimentalmente, validando ese uso popular tradicional, que indica el pueblo guatemalteco. Para esto empleamos diferentes tests estandarizados en el mundo, los cuales son: test para el SNC: sedantes-hipnóticos: (placa agujereada, rota rod y chimenea, así como la potencialización del sueño), para la diuresis, los AINES, el estudio de plantas antiespasmódicas, e hipoglicemiantes1 Cuando las plantas medicinales han dado una actividad positiva a dosis internacionales empleadas (750 y 1000 mg/kg de peso corporal del animal en estos casos, ratas y ratones), trabajamos la toxicidad aguda, (DL50), y continuamos con la Fase II que es el estudio fitoquímico de la planta medicinal, haciendo extractos de la siguiente forma: hexánico, cloroformo, acetato de etilo, etanol y agua. A cada extracto obtenido, se le hace el estudio farmacológico correspondiente, en diferentes dosis (5, 10, 25, 50,100 y 200 mg/kg de peso corporal por animal empleado, rata o ratón) para comprobar en qué solvente está el mayor efecto farmacológico; de la respuesta que se obtenga, si es positivo el efecto, trabajamos nuevamente a los extractos con actividad terapéutica, la toxicidad aguda (DL50). A continuación se muestra un listado de las plantas medicinales que han dado resultados experimentales positivos:
1 2 3 4 5 6 7
AINES 12 Acalypha guatemalensis 13 Ageratum corimbosum 14 Arnica montana 15 Catopheria chiapensis 16 Cecropia peltata Cheonopodium 17 ambrosioides L Crescentia alatia
8 Gnaphalium straminium 9 Lepidium virginicum 10 Linun usitatissimum
Moringa oleifera Lam. Petiveria alliaceae L. Punica grantum L. Piper auritum Plantago major Sambucus mexicana
Sansiveria hyacinthoides 19 Solanum nigrescens 20 Tamarindus indica 21 Tridax procumbens 18
12 Matricaria courruntiana
Verbena litorales HBK 23 Wiganda areas var.
SEDANTES HIPNOTICOS 1 Crotalaria guatemalensis
5
11 Lippia alba
2 3 4 1 2 3 4
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14
22
Passiflora edulis Tersntroemia 6 Erythrina berteroana tepezapote 7 Anetum graveolens Daucus carota 8 Valeriana prionophyla Achillea mille follium HIPOGLICEMIANTES 5 Zebrina pendula Prunas amygdalus Euphatorium 6 Rhoco spathacea Semialatum 7 Croton guatemalensis Biaxa orellana Terminalia catappa
ANTIESPASMODICOS 41 Psidium guajava Agastache rugosa Rosmarinus Ageratum corumbosum 42 officinalis Angelica archangelica 43 Ruta chapelensis L. 44 Solanum nigrescens Annona muricata Tanacetum 45 Artemisa mexicana L. phartenium Taraxacum 46 Artemisia vulgaris officinale 47 Tecoma stands Buddelleia amaricana 48 Tegetes lucida Cariandrum atiyum Cecropia obtusifolia Chiranthodendron pentadactylon Chonopodium ambrosioides Chysantherum parthenuim Cinnamomum zeylanicum Citrus aurantifolia
49 Tegetes recta 50 Thymus vulgaris 51 Tridax procumbens 52
Verbena litorales HBK
53 Vernonia leicocarpa 54 Viola odorata
15 Citrus maxima 16 Cuminum cyminum L.
55 Zingiber officinale DIURETICOS
17 Datura candida
1
Achillea mille folium
18 Foeniculum vulgare L.
2
Amarathus hybricus
L. 19 Gnhalium straminium
3
20 Gomphrena globosa L. Hybiscus rosa sinensis 21 L. Hyptis sinuata pohl. Ex. 22 Benth. Junglans 23 guatemalensis
4
Arthrostemma ciliatum Bixa Orellana
5
Buddellia amaricana
6
Chiranthodendron pentadactylon
7
Daucus carota
24 Linum usitatissimum
8
25 Lippia citrodora
9
26 Luffa operculata
10
27 28 29 30 31 32
11 12 13 14 15 16
Malva sylvestris L. Matricaria courruntiana Medicargo sativa Melissa officinalis Mentha pulegium Mentingia calabra C.
33 Nuerolena lobata
17
34 Ocimum basilicum
18
35 Ocimum basilicum L.
19
36 Origanum vulgare
20
37 38 39 40
21 22 23 24
Pelargonium V. Peumus boldus Phylodendron pertusus Pimpinalla anisum L.
Equisetum gigamteum Eupatorium semialatum Guazuma ulmifolia Lam. Hibricus sabdariffa Lippia dulces Persea amareicana Ruta chapelensis Smilax lundellii Smilax regelli Spondias purpurea L. Stenotaphrum secendatum Tamarindus indica Taraxacum officinalis Tecoma Stans Teloxys grayeolens Zea maiz Zingiber officinalis
Bibliografía: 1. Saravia A. Manual de ensayos toxicológicos y farmacológicos experimentales in vivo e in vitro. Ed. Univ. USAC. 2005
PL6 NUOVI METABOLITI BIOATTIVI DA FUNGHI ITALIANI G. Gilardoni, O. Malagòn, R. Negri, M. Clericuzio, P. Vita Finzi, G. Vidari* Dipartimento di Chimica Organica, Università di Pavia, Via Taramelli 10, 27100 Pavia *
[email protected] Da anni vengono condotti nei nostri laboratori ricerche sui metaboliti secondari isolati da funghi superiori (Basidiomiceti); esse ci hanno portato all’isolamento di molti composti, di differente derivazione biogenetica, con insolite strutture molecolari e dotati di interessanti attività biologiche. In questa comunicazione verranno riportati i risultati ottenuti negli ultimi due anni dallo studio di specie fungine raccolte in boschi italiani: Russula mairei, Russula sanguinea, Lactarius ichoratus, Lactarius subdulcis, Lyophyllum transforme, Leucopaxillus amarus. Le strutture dei composti, ad esempio 1-3, sono state determinate prevalentemente con metodi spettroscopici. Verranno illustrati alcuni dati preliminari dell’attività biologica (antitumorale in vitro, di inibizione specifica dell’enzima topoisomerasi I, antifungina, antibatterica) dei composti isolati, così come i risultati di alcuni derivati sintetici 2-acil-ciclopentene-1,3-dioni, analoghi di alcuni metaboliti trichetonici del fungo Hygrophorus chrysodon. Verrà discusso inoltre un interessante sistema di deterrenza chimica, presente nei carpofori di Lattari e Russule, e basato su alcuni composti sesquiterpenici, che protegge i funghi contro parassiti e predatori. HO
H
H
OAc
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O
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O 1
2
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3
PL7 BIODIVERSIDAD, ESTRUCTURAS Y ACTIVIDAD BIOLOGICA DE METABOLITOS NATURALES DE LATINOAMERICA J. A. Garbarino Depto. Quimica, Universidad T.F.Santa Maria-Casilla 110-V, Valparaíso
[email protected] Las tres investigaciones que se presentan constituyen valiosos aportes de la rica biodiversidad del continente latinoamericano, en la innegable conjunción entre la investigación básica y aplicada, y su interrelación con el sector productivo. Los estudios de investigadores del NIH sobre la química y biología de los alcaloides aislados de pieles de ranas del Centro y Sudamérica se remontan al decenio de 1960. A partir de 1974, el estudio de trazas de alcaloides extraídos de la piel de ranas Epipedobates tricolor, cuyo habitat se encuentra en la zona limítrofe de Ecuador y Perú, presentaron una acción analgésica mayor que la morfina. Entre estos alcaloides se estableció la estructura, logró la síntesis y la comercialización de la Epibatidina. Una amplia variedad de serpientes, especialmente venenosas, se encuentran en zonas tropicales y subtropicales del planeta y se han constituídos en un amplio campo de estudios químicos y biológicos. En la presión sanguínea juegan un papel trascendente la angiotensina (hipertensor) y la bradicinina (hipotensor). Del veneno de Bathrops jararaca (“jararaca”), especie endémica del Brasil, se aisló el capotén, un péptido que reduce la presión arterial. Así, el veneno de la “jararaca” potencia la acción de la bradicinina y resulta el colapso circulatorio brusco y mortal cuando un ser resulta mordido. El fármaco Captopril® es fruto de las investigaciones realizadas por científicos brasileros y argentinos, y utilizado para afecciones de hipertensión y cardíacas. Recientes estudios realizados en el Centro de Biotecnología de nuestra Universidad sobre la biotransformación de hormonas vegetales, generó 6 nuevas estructuras químicas con actividad biológica, no reportadas anteriormente. Entre los compuestos producidos se encuentran derivados de hidroxilación, reducción, epimerización de uno de los centros quirales de la molécula original y compuestos generados por la introducción de cadenas alifáticas laterales. Síntesis química y análisis de RMN definen la estereoquímica de cada derivado. Ensayos de actividad revelan que 4 de los compuestos poseen una alta capacidad de inhibición del crecimiento de un hongo fitopatógeno a más bajas concentraciones que las observadas con la molécula original y con el control positivo de inhibición.. Esta investigación permitió establecer un método eficaz de biotransformación para la producción de nuevas moléculas con un incremento en sus propiedades bioactivas, dirigido principalmente a su aplicación en agroindustria.
PL8 SOSTANZE PSICOATLIVE FORME RITUALI TRA LE POPOLAZIONI DELL’AMERICA LATINA G. Samorini direttore della rivista “Eleusis. Piante e composti psicoattivi” Museo civico di Rovereto
[email protected]
L’utilizzo di vegetali allucinogeni per facilitare l’induzione di modificazioni dello stato di coscienza e attraverso queste operare in un senso terapeutico su se medesimi e sugli altri individui, è stato e continua ad essere una pratica diffusa fra le popolazioni latinoamericane. Dalle velada mazateche del Messico centrale — rito di cura guidato da un curandero e supportato dall’assunzione di funghi allucinogeni — alle mesada delle Ande del Perù settentrionale - a base del cactus San Pedro — ai riti amazzonici con l’ayahuasca, questi interventi terapeutici sono profondamente inseriti nei sistemi di cura tradizionali e in diversi casi ne influiscono le basi teoriche mediante precise codifiche delle esperienze visionarie indotte dai vegetali psicoattivi. Di particolare interesse è la bevanda visionaria ayahuasca, considerata da diverse tribù amazzoniche una planta maestro, cioè una pianta in grado di “svelare” le proprietà alimentari, medicinali, tossiche o psicoattive delle altre piante della foresta, attraverso un procedimento e una lettura delle visioni indotte dalla bevanda da parte dello sciamano ayahuasquero. Oggigiorno questi riti si sono sincretizzati in maniera vivace e articolata con le religioni e in alcuni casi con le terapie occidentali.
PL9 COMPOSICIÓN QUÍMICA DE PROPÓLEOS CUBANOS: DESARROLLO Y EVOLUCIÓN DE UN TEMA DE INVESTIGACIÓN. O. Cuesta Rubio,* A. L. Piccinelli, L. Rastrelli, F. De Simone. Instituto de Farmacia y Alimentos (IFAL), Universidad de La Habana, Ave. 23 No. 21425, Lisa, La Habana, Cuba. CP. 13600. *
[email protected] Los estudios sobre la composición química de propóleos cubanos han permitido establecer diferencias con respecto a aquellos propóleos que se producen en zonas templadas. La presencia de benzofenonas preniladas e isoflavonoides distingue a los propóleos cubanos y les confiere un carácter particular. La aplicación de técnicas cromatográficas y espectroscópicas modernas ha permitido el aislamiento y caracterización estructural de 8 benzofenonas preniladas y 13 flavonoides por primera vez desde propóleos de zonas tropicales. El estudio estructural de estos compuestos ha permitido realizar evaluaciones biogenéticas, estereoquímicas, espectroscópicas e incluso botánicas que han favorecido el esclarecimiento de un conjunto de interrogantes sobre la química de los compuestos aislados desde propóleos. Sobre la base de los resultados obtenidos desde propóleos cubanos se realiza una valoración químico-estructural de los metabolitos aislados de propóleos y se presentan los resultados más novedosos y las perspectivas futuras del tema de investigación.
PL10 STRUCTURED LIPIDS: SYNTHESIS AND APPLICATIONS. L. Cossignani,* P. Damiani Università degli Studi di Perugia, Facoltà di Farmacia, Dip. Scienze Economico-Estimative e degli Alimenti, Sez. Chimica Bromatologica *
[email protected] Lipid modification enhances the role fats and oils play in food, nutrition, and health applications. Structured lipids are triacylglycerols that have been modified to change the fatty acid composition and/or their positional distribution in glycerol backbone by chemically and/or enzymatically catalyzed reactions and/or genetic engineering. Molecular structure of triacylglycerols influences their metabolic fate in organisms i.e. digestion and absorption as well as their physical characteristics. Although chemical interesterification catalyzed by metal alkoxides is simple and inexpensive, it is not capable of modifying specific positions due to the random nature of the reactions. Lipase catalyzed interesterification reactions offer the advantage of greater control over the positional distribution of fatty acids in the final product, due to lipase fatty acid selectivity and regiospecificity. Technology is evolving to create structured lipids with a selected fatty acid in the glycerol sn2- position. For instance, incorporating linoleic, arachidonic, or eicosapentaenoic acid at the sn-2- position is being evaluated for the specific objective of modulating serum cholesterol concentrations and essential fatty acid absorption. In this comunication a critical evaluation of the reaction schemes, side reactions and byproducts, sources of the substrate and acyl donors used in the structured lipids production will be presented. Some medical and nutraceutical applications of structured lipids, as infant formulas, products for enteral and parenteral nutrition and reduced calorie fats will be reported together with some functional structured lipids as plastic fats, cocoa butter alternatives and others. Moreover the suitable analytical methods, of great importance in order to monitor the reactions and to confirm the structure of the obtained products, will be discussed.
PL11 MICROFLORA DE PARAMOS COLOMBIANOS, METABOLITOS PRODUCIDOS POR CEPAS NATIVAS DE HONGOS Y SU ACTIVIDAD BIOLÓGICA R. D. Torrenegra Pontificia Universidad Javeriana Bogotá, Colombia
[email protected]
RESUMEN Se ha identificado la microflora de hongos filamentosos originarios de los páramos de Guasca y El Tablazo, presentes en muestras del suelo y en las hojas de las plantas Espeletia barclayana y Espeletia killipii. Los hongos del fitoplano de dichas plantas se aislaron por las técnicas de implante y lavado; los del suelo por técnicas de dilución en placa, implante y lavado. Se aislaron cepas pertenecientes a los géneros Absidia, Acremonium, Alternaria, Aspergillus, Bartalinia, Circinella, Cladosporium, Cuninghamella, Curvularia, Emericella, Epicoccum, Fusarium, Geotrichum, Gliocadium, Metarhizium, Monilliella, Mortierella, Mucor, Nannizia, Paecilomyces, Penicillium, Phitomyces, Phoma, Rhizopus, Scopulariopsis, Stachybotris, Syncephalastrum, Trichoderma, Trichotecium, y un gran número de micelios estériles. Algunas cepas fueron clasificadas según su especie y otras no presentan características similares a las especies conocidas actualmente. Dentro de las especies aisladas, se consideraron típicas del ecosistema de páramo las pertenecientes a Fusarium, Penicillium y algunos mucorales, especialmente Mortierella sp., por ser las más predominantes en este estudio y de acuerdo con reportes anteriores. El ácido micofenólico, ácido fusárico, salicilato del ácido láctico, ácido tetrametil benzoico y un nuevo compuesto de estructura molecular desconocida han sido aislado de Penicillium verrucosum, Penicillium purpurógeno, Acremonium crotocinigenum, Penicillium chrysogenum respectivamente Este Trabajo se realizó con el apoyo financiero de la Universidad Javeriana y el Instituto colombiano para el Desarrollo de la Ciencia y la Tecnología “Francisco José de Caldas”, Colciencias; proyecto 1203-12-10104 QUIMICA DE ALGUNAS CEPAS ESTUDIADAS De los fermentados de las cepas seleccionadas se aislaron e identificaron con base a sus 1 13 datos de MS, RMN- H y C los compuestos mayoritarios:
O
H3C
CH3
CH3
O O OH
HO
O
O
O H3C
O
OH CH3
H3C
OH
CH3
CH3
Acido micofenólico, Penicillium verrucosum
OH
ácido tetrametil rubrum
benzoico,
O H
Penicillium
O
COOH
O
OH N
ácidosalicil láctico,Penicillium purpurógeno O
CH3
Acido fusárico, Acremonium chrysogenum
OH
O
H3C
CH3 O
O
O O
Bikaverina, Acremonium chrysogenum
PL12
quevedo
COMUNICAZIONI ORALI
OR1 ETNOCONOCIMIENTO DE LAS PLANTAS ODONTÁLGICAS USADAS EN EL ASENTAMIENTO TARUMÃ-MIRIM, AMAZONAS, BRASIL. J. M. S. Lima, M. F. Silva, C. C. S. Pinheiro, R. Corrêa Costa, C. V. Nunez* Coordenação de Pesquisas em Produtos Naturais – CPPN Instituto Nacional de Pesquisas da Amazônia – INPA Av. André Araújo, 2936, Aleixo, Manaus, AM CEP 69060-001 *
[email protected] El uso de plantas en la odontología es poco relatado en la literatura, sin embargo hay relatos del uso de especies de la familia Piperaceae para fines odontológicos por la tribu indígena Urabá, en Colombia, donde los indios masticaban fragmentos de gallos para limpiar los dientes, destacando el aspecto saludable de su arcadia dentaria. Visando analizar informaciones sobre el etnoconocimiento a respecto de las plantas usadas como odontálgicas, fue realizado un levantamiento en el Asentamiento Tarumã-Mirim, cerca de Manaus (AM), Brasil. Para la obtención de las informaciones usamos como técnica de investigación la aplicación de un cuestionario respondido por los residentes más viejos cuanto al uso de plantas odontálgicas en las 11 comunidades visitadas, seguido de la colecta del material botánico, para posterior identificación. El asentamiento es formado por personas de varias regiones del Brasil, contribuyendo para la formación de un saber popular sui generis en respecto del uso de plantas medicinales que utilizan, sea de plantas propias del área así como de otras regiones del País, por eso la importancia del etnoconocimiento. Por otro lado percibimos que la principal contribución en las informaciones en respecto del uso de plantas odontálgicas, fue de las personas del interior de los Estados, donde prácticamente cada entrevistado usa una planta en su cotidiano. Las 49 especies encontradas pertenecen a 30 familias, las más citadas fueron: Anacardiaceae (16), Arecaceae (6), Asteraceae (9), Bignoniaceae (8), Euphorbiaceae (10), Lamiaceae (17), Piperaceae (11), Zingiberaceae (7). De estas, las especies más significativas debido a sus usos tradicionales, fueron: caju - Anacardium occidentale L. (Anacadiaceae), cibalena o anador - Marsypianthes sp. (Lamiaceae), coco - Cocos nucifera L. (Arecaceae), cuia - Crescentia cujete L. (Bignoniaceae), jambú - Spilanthes acmella (L.) Murray (Asteraceae), mangarataia - Zingiber officinale Roscoe (Zingiberaceae), piãobranco - Jatropha curcas L. (Euphorbiaceae) e taperebá Spondias lutea L. (Anacardiaceae).
OR2 UNA RICETTA PER L’IMPERATORE TIBERIO. G. Romussi Dipartimento di Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e Alimentari, Università di Genova
[email protected] Nelle Compositiones di Scribolnio Largo, una raccolta di ricette basate principalmente sulle conoscenze della fitoterapia del I sec. d. C. si legge una interessante preparazione per l’imperatore Tiberio, attribuita al medico Cassio. Si tratta di una colice cioè di formulazione farmaceutica utilizzata ad coli inflationem. La colice Cassi fu citata in precedenza nel De Medicina del famoso esperto nell’arte medica, Aulo Cornelio Celso, e venne poi ripresa, circa quattro secoli dopo, da Marcello medico empirico. Le formulazioni riportate dai tre autori sono sostanzialmente eguali, pur presentando alcune varianti, per quanto riguarda la composizione quali- e quantitativa, la tecnica farmaceutica, la posologia ed il modo di somministrazione. Dall’analisi dei singoli costituenti si può notare come nella maggior parte dei casi si tratta di droghe con attività carminativa (sedano, anice, castoreo, nardo, zafferano, prezzemolo), antispasmodica, analgesica (oppio, zafferano, mirra) e quindi particolarmente utili per la cura delle inflationes dolorose del colon. Alcune droghe, viceversa, possono essere considerate solamente eccipienti aromatizzanti (pepe). La modalità utilizzata nella preparazione risulta abbastanza coerente con la tecnica farmaceutica moderna ed egualmente valida è la metodologia della somministrazione. La formulazione della colice Cassii può considerarsi razionale ed efficace dal punto di vista della farmacognosia moderna e ciò spiega la fortuna e la trasmissione nell’antichità ed il suo utilizzo da parte della persona più importante dell’Impero romano e cioè l’imperatore stesso sofferente di colum (Plin. n. h. 26, 9).
OR3 SÍNDROMES CULTURALES DE LA MEDICINA TRADICIONAL PERUANA M. F. Ibarguen CIMT
[email protected] La Medicina Tradicional Peruana es considerada como una de las más ricas del mundo porque tiene diferentes raíces, es pluricultural, es plurilingüe y multiétnica. En este trabajo trataré de exponer sobre los síndromes culturales de la Medicina Tradicional Peruana, que vienen desde nuestros antepasados denominados como “el Susto, el Ojeo, el chucaqui, EL Tullupisco” que pertenecen a las culturas de los Andes Peruanos y otros síndromes como “El Tunchi” El Chullanchaqui” que pertenecen a la Selva Amazónica Peruana donde veremos las metodologías del diagnostico y del tratamientos de estas enfermedades. El susto. Es una afección de sintomatología diversa que se origina por una emoción, accidente o situación de terror que experimenta una persona y que se manifiesta como una afección real inmediatamente después de ocurridos los hechos o luego de transcurrido cierto tiempo. También se le reconoce con el nombre de mal de espanto “manchariska” tanto la concepción etiológica y patológica del susto así como los diversos procedimientos de diagnostico y terapéuticas, varían en las diversas regiones del Perú. La concepción fundamental de esta enfermedad consiste en que “se ha producido el robo del alma, la separación del alma del cuerpo” causado por fenómenos de la naturaleza, como también por una fuerte emoción o espanto por lo tanto la persona estará enferma hasta que se le devuelva el alma al cuerpo; el tratamiento tradicional consiste en la frotación del cuy al cuerpo del enfermo como veremos. El Ojeo Es otro síndrome cultural de los Andes del Perú que afecta generalmente a los niños y también a los animales y plantas, tiene carácter universal. El síndrome se origina cuando un niño ha sido mirado por un adulto que tenga mirada “fuerte” puede ocurrir sin mala intención; el ojeo se caracteriza por fiebre ligera, náuseas, vómitos, diarreas, perdida de apetito, intranquilidad, llanto frecuente. El Diagnostico: se hace con la soba con huevo y el tratamiento también haciendo la limpia, haciendo santiguar al niño y como prevención se usa hilos de color rojo en la muñeca del niño.
OR4 PROYECTO DE INVESTIGACIÓN SOBRE PLANTAS CON POSIBLE UTILIDAD PARA PREVENIR ENFERMEDADES VASCULARES: COLABORACIÓN ITALOLATINOAMERICANA M. García Mesa Instituto de Angiología y Cirugía Vascular, Ciudad de la Habana, Cuba
[email protected] Las enfermedades aterotrombóticas y la insuficiencia venosa crónica constituyen problemas de salud a nivel mundial por sus secuelas de muerte, discapacidad y deterioro de la calidad de vida de quienes las padecen. Los fármacos antiagregantes plaquetarios se utilizan para la prevención de eventos aterotrombóticos (infarto del miocardio, infarto cerebral, trombosis arterial de miembros inferiores), mientras los flebotónicos se emplean en el tratamiento de la insuficiencia venosa crónica. Las opciones terapéuticas disponibles no satisfacen todas las expectativas, en algunos casos por sus efectos indeseables y en otros por sus elevados precios. Algunas plantas que suelen ser utilizadas para preparar infusiones, así como frutas , vegetales y condimentos, poseen principios activos con propiedades antiagregantes plaquetarios, flebotónicos y otros. Esto sugiere la conveniencia de investigar los extractos de estas plantas desde los puntos de vista químico, farmacológico y toxicológico . Esto requiere de un enfoque multidisciplinario que aproveche la experiencia de diversos especialistas en el empleo de técnicas de Análisis químico, Farmacología y Toxicología. A partir de lo antes expuesto hemos elaborado una estrategia, que mostraremos para la investigación de extractos de plantas de interés con la participación de especialistas de la Escuela de Farmacia de la Universidad de Salerno, Italia, encargados del Análisis químico y del Instituto Nacional de Angiología y Cirugía Vascular de Cuba, encargados de la evaluación farmacológica y toxicológica. Esta colaboración ha comenzado a dar sus frutos en los resultados obtenidos hasta el momento en la evaluación farmacológica de un extracto de Wendita calysina producido en Departamento de Ciencias Farmacéuticas, Universidad de Salerno, Italia y en la caracterización química y farmacológica de extractos de Citrus aurantium Ch. elaborados en el Instituto Nacional de Angiología. La integración de otros grupos de investigadores Latinoamericanos e Italianos ampliaría el espectro de resultados en este campo, los cuales pueden tener un impacto importante en el conocimiento de la utilidad de nuestras plantas para reducir la prevalencia de enfermedades vasculares en nuestros países.
OR5 INDAGINI FITOCHIMICHE SU VERBASCUM SPP. DA POPOLAMENTI SPONTANEI ABRUZZESI L. Menghini,1* F. Epifano,1 F. Tammaro,2 B. Tirillini,3 C. Campestre.1 1
2
Dipartimento di Scienze del Farmaco, Via dei Vestini 31, 66013 Chieti Scalo (CH), Italia Dipartimento di Architettura e Urbanistica, Piazzale Ernesto Pontieri 2, 67040 Monteluco di Roio (AQ), Italia 3Istituto di Botanica, Via Bramante 28, 61029 Urbino *
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Il territorio abruzzese presenta, per le sue caratteristiche geografiche e orografiche, un numero elevato di areali ecologici che ne fanno un territorio unico per la ricchezza del patrimonio floristico. Negli ultimi anni è stato avviato un progetto di rivalutazione e recupero della flora officinale spontanea e, nell’ambito di questo progetto, sono stati intrapresi approfondimenti fitochimici su specie del genere Verbascum. In primo luogo sono stati presi in considerazione V. thapsus, già noto alla medicina popolare con il nome di “tasso barbasso” e V. mallophorum, specie a distribuzione ristretta all’area appenninica dell’Italia centro-meridionale. Il genere Verbascum si caratterizza per l’abbondante presenza di 1 derivati glicosidati dell’acido caffeico come il verbascoside (1), e mucillagini che ne OH giustificano l’uso nella tradizione etnobotanica HO Abruzzese come anti-infiammatori e lenitivi.2 O Lo studio consiste in un confronto fitochimico tra diverse specie, raccolte in diverse stazioni spontanee OH OH CH3 nei diversi momenti fenologici, finalizzato ad O OH HO O evidenziare differenze fitochimiche tra le specie, chiarire le dinamiche di produzione ed accumulo dei O O HO H OH OH principi a struttura polifenolica e verificare l’effetto delle diverse condizioni ambientali sul metabolismo 1 secondario. Il materiale vegetale essiccato è stato estratto, per macerazione, con metanolo, ed analizzato mediante HPLC in scala analitica e semi-preparativa su colonna a fase inversa C18. Nelle analisi cromatografiche è stato utilizzato un rivelatore a matrice di diodi utilizzando come riferimento i profili cromatografici a =340 nm, per isolare e quantificare il verbascoside (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico. Il contenuto di questo tipo di metaboliti secondari si è dimostrato elevato in entrambe le specie di Verbascum. Il verbascoside è stato isolato con un ottimo grado di purezza dopo cromatografia semi-preparativa ed identificato mediante spettroscopia NMR per confronto con i dati presenti in letteratura.3 (1) e gli altri derivati dell’acido caffeico sono stati testati quali agenti antimicrobici ed anti-ossidanti. Bibliografia 1. Turker, A.U.; Gurel, E. Phytotherapy Res. 2006, 19, 733. 2. Manzi, A. in Piante sacre e magiche in Abruzzo, Casa Editrice Rocco Carabba, Lanciano (CH), 2003, p.63. 3. Warashina, T.; Miyase, T.; Ueno, A. Phytochemistry 1992, 31, 961.
OR6 EFECTO DE LA INFUSIÓN DEL PERICARPIO DE NARANJA (CITRUS SINENSIS L. OSBECK), EN LA DENSIDAD OSEA Y PARÁMETROS BIOQUÍMICOS DE MUJERES PRODUCTIVAS CON DIABETES MIELLITUS TIPO II. M. T. Alvarez Ramírez Univ. Michoacana de San Nicolás de Hidalgo (Fac. de Biología)
[email protected] América latina presenta una incidencia considerable de la diabetes, la más predominante es la tipo II, causada por hábitos alimenticios inadecuados, por lo que la insulina se vuelve menos eficaz para la captación de glucosa por los tejidos, desencadenando una morbilidad metabólica en la persona. Los flavonoides son metabolitos presentes en los cítricos y se conoce que pueden contribuir en la regulación de este proceso. El objetivo de este trabajo fue valorar los efectos de la infusión del epicarpio de Citrus sinensis (L.) Osbeck, en mujeres productivas con diabetes tipo II, en su densidad ósea y parámetros bioquímicos. Se formaron tres grupos de 35 personas: grupo 1, sin diabetes y sin osteopenia; grupo 2, sin diabetes con osteopenia; y grupo 3, con diabetes y con osteopenia. Cada tres meses se determinaron los parámetros: la densidad ósea por ultrasonido; la glucosa, acido úrico, urea y creatinina por espectrocolorimetría. Los resultados mostraron efectos de la infusión en una mejora en su densidad en los tres grupos (P 50/g tejido, peso fresco) en MS con diferentes dosis y tipos de los reguladores; un 100% de formación de plántulas en MS con 0.05 mg/l de BA en las tres orquídeas; y, un 70% de sobrevivencia después del transplante y aclimatación. La conservación de las tres orquídeas se ha conseguido al cultivarlas en un medio de mínimo crecimiento a 10°C, donde pueden permanecer hasta un 70% viables por 24 meses de cultivo. Con el interés de probar el efecto antimicrobiano de estas orquídeas, extractos acuosos y etanólicos de raíces, pseudobulbos, hojas y flores de plantas adultas, fueron utilizados en bioensayos in vitro contra 5 bacterias (E. coli, P. aeruginosa, K. pneumoniae, Streptococcus sp. y Staphylococcus aureus) y tres hongos (M. circinelloides, C. albicans y Sporotrix schenkii). Solamente los extractos etanólicos derivados O. cavendishianum fueron efectivos con 100% de inhibición en todas las bacterias y entre 50100% contra los hongos; los etanólicos derivados de flores de E. citrina presentaron entre 50-80% de inhibición contra los tres hongos ensayados; Los de L. speciosa no mostraron efecto alguno antimicrobiano.
OR35 PRESENCIA DE ALCALOIDES EN EUCHARIS AMAZONICA, E. GRANDIFLORA, CALIPHRURIA SUBEDENTATA Y CRINUM KUNTHIANUM, ESPECIES COLOMBIANAS DE AMARYLLIDACEAE Y SU ACTIVIDAD BIOLOGICA F. Cabezas,1* J. Argoti,1 S. Martínez,2 C. Codina,3 J. Bastida,3 F. Viladomat.3 1
Departamento de Química. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. 2 Departamento de Agroindustria. Universidad del Cauca. Grupo: Química de Compuestos Bioactivos. 3 Departamento de Productos Naturales, Fisiología Vegetal y Edafología. Facultad de Farmacia. Universidad de Barcelona (España). *
[email protected] Colombia, por su ubicación geográfica en el trópico ecuatorial, presenta una de las biodiversidades más abundantes y variadas en el mundo siendo su riqueza florística un verdadero potencial fitoterapéutico y económico. Entre las familias botánicas de interés son particularmente importantes las diferentes especies de Amaryllidaceae presentes en la región suroccidental y central del País, algunas de ellas introducidas desde Europa y África y otras con carácter endémico. La etnofarmacología recoge, desde la más remota antigüedad, el uso de especies de esta familia el uso en forma de extractos, emplastos, infusiones, aplicaciones externas como: febrífugos, antiulcerativos, antiasmáticos, diuréticos, antitumorales, purgantes, emenagogos, para contarrestar la mordedura de serpientes, para facilitar el parto de la mujer, para calmar dolores de garganta, en fin, son muy amplios los usos por parte de las comunidades indígenas y campesinas. En nuestros estudios fitoquímicos, utilizando los protocolos estandarizados para el efecto, hemos aislado e identificado alcaloides con diferente tipo de esqueleto carbonado, derivados biogenéticamente del acople Fenilalanina-Tirosina, los cuales han sido caracterizado por 1 13 técnicas espectroscópicas a saber: RMN H, RMN C, COSY, ROESY, HMBC Y HMQC. Entre otros se reportan: Licorina, hemantamina, ismina, trisferidina, vitatina, undulatina, tazetina, galantamina, 7-metoxiosoassoanina, 6-O-metilpretazetina y apohemantamina, los tres últimos reportados por primera vez de fuente natural. De especial interés es la presencia del alcaloide galantamina, metabolito utilizado para el tratamiento de la enfermedad de Alzheimer. Se presentan las estructuras de los compuestos identificados y su respectiva actividad biológica.
OR36 ANALISIS FITOQUIMICO DE 12 PLANTAS UTILIZADAS EN LA MEDICINA POPULAR DEL ESTADO DE GUERRERO D. Vargas-Álvarez,* M. Soto-Hernández, B. N. Hernández-Pineda, L. A. Ramos-Chávez, Y. Escalante-Estrada, J. Parra-Mijangos. Universidad Autónoma de Guerrero; Facultad de Ciencias Químico-Biológicas; Avenida Lázaro cárdenas S/N Chilpancingo, Guerrero, México. *
[email protected];
[email protected] Las plantas medicinales de uso regional en Guerrero, son de gran importancia por su actividad biológica en la salud de individuos y comunidades. El valor medicinal de estas plantas recae en algunas sustancias químicas que producen una acción fisiológica definida en el cuerpo humano. Los más importantes de estos componentes activos de las plantas son flavonoides y saponinas de extractos crudos e hidrolizados. Los objetivos de este trabajo fue realizar un análisis preliminar en 12 plantas medicinales; donde se obtuvieron abundantes saponinas y flavonoides en Cheiratodendron pentadactylon y Prunella vulgaris, las plantas que presentaron menor proporción fueron Taraxacum officinale y Hintonia latinflora, la mayoría de los componentes de los extractos tanto crudos como hidrolizados presentaron diferentes máximos de absorción en los espectro arrojados, por dicho resultado, se asume, que son diferentes cada uno de los flavonoides conjugados y no conjugados.
OR37 SYNTHESIS AND CYTOTOXIC ACTIVITY OF NEW ENT-KAURANE DERIVATIVES R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro, 2 J. M. Miguel Del Corral, 2 A. San Feliciano, 2 A. 3 Braga de Oliveira 1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. 2 Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain. 3 Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. *
[email protected]
Kauranes are an important class of diterpenes containing a rigid tetracyclic skeleton exhibiting a wide variety of biological activities such as antitumor, anti-HIV, trypanocidal and antimicrobial, among others1,2. Kaurenoic acid (ent-kaur-15-en-19-oic acid, 1) is an intermediate in the biosynthesis of a number of plant and fungal metabolites, including gibberellins and other phytohormones involved in the regulation of growth and development of higher plants, and occurs abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. 2 (Asteraceae), Xylopia frutescens and Annona glabra (Annonaceae) . Aiming to synthetise novel ent-kaurane derivatives with potential cytotoxic activity, ent-kaurane diterpenes were isolated from ethanol extract of Wedelia paludosa3 and, under usual reaction conditions for estherification, epoxidation, hydroboration, oxidation, reduction and rearrangement, novel compounds were obtained from kaurenoic acid (1), ent-kaura-9(11),16-dien-19-oic acid (grandiflorenic acid) (3) and a mixture of these kauranes (1+3) with ent-kaur-15-en-19-oic acid (iso-kaurenoic acid) (2). Most of these products were evaluated in vitro against several human neoplasic cells. All derivatives were characterized by usual spectroscopy (1HNMR, 13 CNMR, MS). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X). 11
1
16:17
2
15:16
3
9:11,16:17
9 16
17
15
COOH
Bibliografia 1. Ghisalberti, E.L.; Fitoterapia 1997, 68, 303. 2. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119. 3. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65, 283.
OR38 ACTIVIDAD ANTIBACTERIANA E HIPOGLICEMIANTE DE LOS EXTRACTOS DE DICLOROMETANO Y METANOL DEL PHYLLANTHUS SALVIAEFOLIUS H. B. K. S. Villarreal,1 C. Ciangherotti,2 J. Velasco,3 T. Díaz,3 I. Ramírez.1* 1,3
Facultad de Farmacia y Bioanálisis. Universidad de Los Andes. Mérida. 2 Facultad de Farmacia. Universidad Central de Venezuela. Caracas. Venezuela. *
[email protected]
Las infusiones de las hojas, los tallos y las raíces de diversas plantas del género Phyllanthus, son usadas en Brasil y otros países para el tratamiento de los cálculos de riñón y vesícula, la diabetes, la disentería y algunas infecciones de los intestinos. Se ha reportado que extractos de especies de Phyllanthus exhiben efectos contra el virus de la Hepatitis B, así como actividades antitumorales, antibacterianas, antifúngicas. En este trabajo se estudiaron las actividades antibacteriana e hipoglicémica de los extractos de diclorometano y metanol del Phyllanthus salviaefolius. La actividad antibacteriana se determinó por el método de difusión en agar con discos. Se ensayaron los microorganismos: Staphylococcus aureus, Pseudonoma aeruginosa, Enterococcus faecalis, Escherichia coli y Klebsiella pneumoniae. El extracto de diclorometano no mostró actividad antibacteriana. El extracto metanólico (1000 mg/ml) de las hojas del P. salviaefolius presentó actividad contra el S. aureus y E. faecalis. Para evaluar la actividad hipoglicemiante del extracto de diclorometano se utilizaron seis grupos de ratas machos de la cepa Sprague-Dawley (cada grupo está constituido por seis animales). Se suministraron varias dosis del extracto (10, 30, 100 y 300 mg/Kg), la Glibenclamida (hipoglicemiantereferencia) y el vehículo (control). Los niveles de glicemia se midieron utilizando el método de la glucosa oxidasa, al inicio y a las 1,5; 3; 5 y 7 horas post-administración. El extracto mostró una actividad hipoglicemiante óptima a la dosis de 100 mg/Kg con porcentajes de variación de la glicemia fueron los siguientes: -8,22 ± 2,51; -18,13 ± 4,08; -30,75 ± 5,62 y 27,15 ± 5,33 a las 1,5; 3,0; 5,0 y 7,0 horas respectivamente.
OR39
BUSQUEDA Y EVALUACION DE AGENTES NATURALES ANTITUBERCULOSOS EN PLANTAS DE LATINOAMERICA. E. del Olmo Departamento de Química Farmacéutica. Facultad de Farmacia. CIETUS, Universidad de Salamanca. España.
[email protected] La tuberculosis (TB) es una enfermedad sistémica causada por Mycobacterium tuberculosis. La enfermedad pulmonar es la forma de presentación clínica más frecuente, aunque el bacilo puede afectar a otros tejidos u órganos causando tuberculosis pleural, ganglionar, meníngea, ósea, del tracto gastrointestinal, etc. A principios del siglo pasado se descubrieron fármacos muy eficaces para el tratamiento de la enfermedad, tal es el caso de isoniazida y rifampicina, sin embargo, la TB sigue aumentando y se ha convertido en problema de salud serio, exigiendo una acción urgente a escala mundial para evitar que se convierta en una pandemia incurable. La OMS en 1993 declaró la TB de emergencia sanitaria mundial. En la actualidad, una tercera parte de la población mundial está infectada por M. tuberculosis y se estima que en el 2020 alrededor de 1000 millones de personas podrían contraer la infección, 200 millones la desarrollarían y 35 millones de personas morirían por su causa. Un problema adicional lo presentan el desarrollo de resistencias a los fármacos en uso y, se estima que unos 50 millones de personal a nivel mundial están infectadas con cepas multi-resistentes. Las plantas producen metabolitos secundarios como defensa contra el ataque de insectos, microorganismos, herbívoros, etc. Dichos compuestos poseen generalmente actividad antimicrobiana contra diversos patógenos humanos y constituyen la principal fuente potencial de nuevos medicamentos en países en desarrollo, ya que la obtención mediante diseño, síntesis y modelado molecular es poco viable en estos países. Se ha realizado un estudio bio-guiado de más de 300 extractos de plantas de Argentina, Bolivia, Brasil, Guatemala, México, Perú y Portugal, llegando a aislarse e identificarse el producto activo. Mejorándose la actividad, en algunos casos, mediante semi-síntesis de algunos productos activos identificados. Reconocimientos: Proyecto de cooperación desarrollado en el ámbito del Programa Iberoamericano CYTED, SubPrograma X. Proyecto X.11: PIBATUB. Referencias: 1. World Health Organization. Global Tuberculosis Control. WHO Report 2006, Geneva, WHO/CDS/STB/2006, p.12 2. Organización Panamericana de la Salud. El control de la tuberculosis en las Americas: Perfil de los paises 2000. OPS. Washington D.C., 2000. P.1-17. 3. Schnall, B. Peruvian plants hold promise for TB drugs. http://records.wustl.edu/archive/2000/08-10-00/articles/peru.html
4. McCutcheon, A.R., Stokes, R.W., Thorson, L.M., Ellis, S.M., Hancok, R.E.W., L.B.S., Towers, G.H.N. Int. J. Pharmag., 2000, 14, 303.
OR40
TOXICIDAD AGUDA DE ALGUNAS PLANTAS MEDICINALES DE USO FRECUENTE EN LA ZONA CARIBEÑA. I. E. Ruiz,* Y. Mercado. Facultad de Química y farmacia, Universidad Nacional Autónoma de Honduras. TRAMIL Enda Caribe. *
[email protected] Se realizó el estudio de toxicidad aguda en varias plantas medicinales de uso popular en muchos países de la zona caribeña, para poder determinar un rango de seguridad y eficacia en el uso de estas plantas. Se utilizaron las plantas siguientes: las hojas frescas de Eucaliptus rudis, hojas frescas de Eucaliptus citriodora, hojas frescas de Eucaliptus cinerea, hojas frescas de Morinda citrifolia, hojas frescas de Passiflora edulis y semillas frescas de Cucurbita moschata. Se administro los extractos de cada planta a 30 ratones Rokepheler machos y 15 ratones Rokepheler hembras en una sola dosis en concentración de 200, 500, 1000 y 2000 mg/kg, por vía oral y se observó por 14 días. La administración del extracto acuoso de Cucurbita moschata, a ratones machos de la cepa Rockfeller en dosis 200 mg /Kg y 500 mg/Kg de peso, no produjo mortalidad, la dosis de 1000mg/Kg produjo un 16.66% de mortalidad en ratones machos y 33.33 % en ratones hembras , y la de 2000 mg/Kg de peso produjo un 66.66% de mortalidad en ratones machos y 33% de mortalidad en ratones hembras. La determinación de la dosis letal cincuenta, fue de 1673.91mg/Kg de peso en los machos y de 2549.16 en las hembra En esta planta se observa un aumento significativo de peso tanto en hembras como machos. Todos los demás parámetros se observaron normales. En los tres Eucaliptos no hubo ninguna muerte, pero principalmente los machos se observan con el pelo muy erizado, todos los demás parámetros normales. La administración del extracto de maracuyá no produjo ninguna muerte pero se muestran bien excitados, una hora después de su administracción, además tienen el pelo erizado en dosis de 1000 y 2000 tanto en machos como en hembras, todos los demás parámetros están dentro de lo normal.
OR41
ANÁLISIS FARMACOGNÓSTICO DE VALERIANA DECUSSATA R&P
S. Abdo,1* L. Andino, A. K. Albuja, P. Cóndor, P. Vita-Finzi.2 1
Escuela Superior Politécnica de Chimborazo, Facultad de Ciencias, Escuela de Bioquímica y Farmacia, Panamericana Sur, Km, Riobamba, Ecuador. 2 Universitá degli Studi di Pavia, Dipartimento di Chimica Organica, Vía Taramelli 10. PavíaItalia *abdosu @ecosur.org El uso tradicional de valeriana como inductor del sueño y tranquilizante ha sido muy difundido entre los indígenas y campesinos del Ecuador. Debido a que una de las enfermedades con mayor prevalencia en el Ecuador y en el Mundo es el estrés (1) Valeriana está siendo altamente demandada por el mercado nacional e internacional. En el Ecuador, del género VALERIANACEAE existen 35 especies, de las cuales 9 son endémicas (2) En la Provincia de Chimborazo existen 18 especies de valeriana de las cuales algunas son utilizadas, entre ellas, Valeriana decussata Ruíz&Pavia, que se emplea de modo similar a Valeriana officinalis. La demanda de valeriana es alta, representa el 45,5% de volumen de ventas de los laboratorios naturistas y ésta tiende a incrementarse. Lastimosamente hasta el momento la única fuente de provisión ha sido la recolección de planta silvestre, lo cual está generando un impacto negativo debido a que la recolección en forma desmedida, desequilibra la disponibilidad de éste recurso natural y su potencial regenerativo. Ha través de éste trabajo, se están determinado la forma de reproducción para su cultivo y los parámetros de calidad farmacognósticos que presenta V. decussata . El tamizaje fitoquímico evidenció la presencia de: alcaloides, aceites, grasas, lactonas, coumarinas, triterpenos, esteroides, azúcares reductores y compuestos fenólicos en general; además mediante TLC se investigó la presencia de los principios con actividad sedante (valepotriatos - ácidos valerénicos) comparándolos con el Extracto Seco Estandarizado de V. officinalis. V. decussata tiene los principales valepotriatos, valtrato e isovaltrato y ácidos valerénicos, los mismos que fueron determinados por GC-MS en el aceite esencial. Los ácidos valerénicos no se hallan presentes en el extracto fluido La concentración de aceite esencial de plantas recolectadas es de 1.4%, Se tomó como marcador químico el % de quercetina, cuantificado mediante un método espectrofotométrico, teniendo el extracto fluído 1,74 %. Como otro parámetro de calidad se determinó cenizas totales (%) 7.2, Cenizas insolubles en ácido (%) 0.65, Cenizas solubles en agua (%) 6.51, de la fracción volátil se realizó el análisis gas-masa. En el extracto fluido de V. rígida, se realizaron pruebas de biotoxicidad con Artemia salina; presentando un CL50 = 2650 mg/L, y para V. officinalis la CL50 = 3060 mg/L
OR42 ESPECIALIZADO EN HISTORIA, AGROTECNOLOGIAS Y MARKETING DE LAS PLANTAS MEDICINALES EN CUBA Y EL MUNDO. R. Arencibia Figueroa,* A. Hernández Lopez, T. Otero Silveira. Cuba
[email protected] Resumen: Cuenta con la Figura Histórica del Gallego Otero, situado en el Complejo Integral de Investigación y Desarrollo de las Plantas Medicinales, formando parte además del Parque Científico Natural a unos 45 minutos al sur-oeste de la ciudad de Cienfuegos, Cuba perteneciente al municipio de Cumanayagua en el Consejo Popular “La Sierrita”. Con el Científico Popular si usted lo desea podrá recibir sus conocimientos de más de 50 años de experiencias en la Salud Humana, podrá conocer además a su inseparable Esposa Margarita, la cual le brindara una rica tisana o un sabroso café orgánico. La Finca cuenta con una extensión de unas 300 hectáreas dedicadas al cultivo de plantas medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, otras áreas dedicadas al beneficio, secado y comercialización de estas. Áreas de capacitación que comprenden 3 aulas con capacidad para 50 personas cada una de ellas, un centro de información y facilidades que permiten el desarrollo de actividades especializadas científico – técnicas. La Casa Museo de embarro y zinc cuenta con 4 salas expositivas. Sala - 1. Historia del Pueblo de la Sierrita. Sala – 2. Historia del “Gallego Otero” y su descendencia española. Sala – 3. Historia del “Gallego Otero” como Científico Popular. Sala – 4. Historia de las Plantas Medicinales. Las áreas exteriores del museo representaran un patio típico del campesinado cubano con el cultivo de café y plátano en el cual se realizaran actividades con niños y adultos, la comunidad y todo el personal interesado. Se puede apreciar una colección de más de 336 especies, senderos interpretativos, donde se puede apreciar la rica avifauna, especies endémicas y autóctonas de plantas medicinales, amenazadas como el Manajú. Hermosas variedades de orquídeas silvestres en su habitad natural, uno de estos Senderismo culmina en un Sitio Histórico.. Recorrido 1.- Comprende las áreas expositivas con más de 200 especies de las más de 336 existentes en la finca, el área de producción con estancia en el aula de medio ambiente y una explicación sobre agrotecnologías desarrollada en plantas medicinales concluyendo en la casa museo. Recorrido 2.- Comprende la producción de piña orgánica y el plátanal histórico de la finca que conserva y crecen en armonía más de 20 especies de plantas medicinales, concluyendo en la casa museo. Recorrido 3.- Comprende las áreas del predio de la casa vivienda de la finca, área de capacitación, cultivos protegidos, las Meliponas, Organopónico, un encuentro en la casa
vivienda con el gallego Otero y Margarita donde podrán saborear una rica infusión de plantas que deseen, concluyendo en la casa museo. Recorrido 4.- Comprende el área de beneficio y secado concluyendo en la casa museo del sitio y este será a solicitud de especialistas y/o instituciones especializadas, reservándose el derecho de aprobación de las autoridades del parque, la finca y el museo. Recorrido 5.- Comprende los recorridos 1, 2 y 3. Resumen Ampliado: Desde el año 2004 y como parte del proyecto “DESARROLLO AGROBIOLÓGICO y AGROECOLÓGICO DE PLANTAS MEDICINALES EN LA FINCA DEL GALLEGO OTERO DE LA SIERRITA” se ha propuesto de manera empírica por parte de un grupo de compañeros la recolección de piezas relacionadas con la obra y vida del Gallego Otero, científico popular de reconocimiento nacional e internacional y con una amplia historia acumulada. A partir de esta idea se ha producido la búsqueda para una estructura de colecciones que favorezca desde varias dimensiones la creación de colecciones y la búsqueda de objetos que una vez estudiados se conviertan en museables para la apertura del museo de acuerdo a su tipología y género, así como para la creación del discurso museológico que necesita el mismo. La recolección se ha asumido de dos tipos: la cerrada en dos vertientes, una a partir del proyecto financiable antes mencionado, que implica la visualización y estudio de las plantas medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, sus propiedades, formas de cultivo, tratamiento, envase, empleo, y un bosquejo de la historia de las plantas medicinales en Cuba y el Mundo y otra hacia el estudio de la comunidad y el barrio que terminará en la historia de la Granja del Gallego Otero y su inserción en el proyecto como alternativa estratégica que implica toda la labor desarrollada por ella, resultando su influencia en la comunidades de la Sierrita y fuera de ella y el nivel que desde el punto de vista patrimonial posee. Se completa con la historia personal del Gallego Otero por la relevancia que tiene su figura como científico popular, razón de ser de este proyecto según la propuesta del tipo de museo. En la actualidad la Finca cuenta con 25 caballerías (330 hectáreas) con 336 especies de plantas, de ellas 60 ha dedicadas al cultivo de alrededor de 200 especies entre las que se encuentran medicinales, aromáticas, condimentosas y frutales, todas poseen propiedades medicinales y muchas de ellas endémicas o autóctonas en peligro de extinción. 136 variedades crecen en estado natural en el resto del área. Existen 145 piezas, 144 donadas y 1 transferida por el Registro de Bienes Culturales que por su valor tanto histórico y social conforman los fondos que se exponen del inmueble destinado a ese fin. Resultados obtenidos Incidencia del museo en la comunidad:
El museo es altamente reconocido en la comunidad por su labor pedagógica, cultural, política, científica y académica. Se ha convertido en el Centro Cultural de la comunidad. Desde el año 2004 que se adjuntó como Sala del Museo Provincial de Cienfuegos y en la que participaron en su creación representantes fundadores del desarrollo de las plantas medicinales en el territorio nacional y personalidades de Centros de Investigaciones Nacionales ha mantenido un vínculo directo de intercambio, divulgación y desarrollo del conocimiento en esta temática, siendo referencia obligada en este sentido con la Comunidad Científica nacional entre los cuales se destacan el trabajo de investigación a través de convenios establecidos con los Laboratorios Farmacéuticos Oriente, del MINBAS, intercambio con especialistas de diferentes instituciones de la Oficina del Historiador de la Ciudad de la Habana, haciendo referencia especial el establecido con la Farmacia Sarrá, que desde antes de 1959 el Gallego Otero tributaba especies y conocimientos a ella, intercambio con Institutos Nacionales del MINSAP como los mantenidos con el de Endrocrinología, Angiología, Medicina Militar (Naval), con el Instituto Finlay, de Ecología y sistemática, química farmacéutica, toxicología, y con universidades como la de Ciego de Ávila, Centro Vitroplantas de Sancti Spíritus, La Habana, entre otros. Entre los internacionales, se mantiene en intercambio con universidades, cátedras e institutos de Italia, España, Brasil, México, Venezuela, de los cuales hemos recibido visitas, entre ellos el Prof. Dr. C. Gabriele Morelo, director fundador del Instituto Superior de Emprendedores y Dirigentes de Hacienda de la Universidad de Palermo; Roma; Prof. Dra. C. Daniella Bergantín, Prof. Comunicación Social de la Universidad Bocconi de Milano; Prof. Lourdes Hernández de la Universidad de Química Farmacéutica del Distrito Federal de México; Prof. Dra. Julieta González, Presidenta del Instituto Nacional de Geriatría y Gerontología de la República Bolivariana de Venezuela; Prof. Lic. Teresa Fernández Groña, Prof. Universidad de la Coruña, España; entre otros. Se realizan actividades sistemáticas con la tercera edad, visitas a hogares maternos donde se realizan charlas educativas, visitas a centros educacionales tanto como primarios, secundarias básicas, enseñanza especial, conversatorio con personalidades de la localidad y combatientes, encuentros de mujeres creadoras Trabajo educativo Contamos con cuatro temáticas en las exposiciones permanentes como son: historia de la localidad, científico popular, plantas medicinales, Se organizan cursos infantiles como son: medio ambiente, protección de la capa de ozono, plantas medicinales, guías de museos y para adultos secado y conservación de plantas medicinales, preparación de condimentos y colorantes, abonos orgánicos, plaguicidas y repelentes naturales, agrotecnia y beneficio supervivencia con niños exploradores. Se le brinda especial atención a la casa de abuelos existentes en la localidad donde sé desarrollan diferentes actividades para mejorar su calidad de vida, así como el hogar materno donde se desarrolla un programa con las jóvenes gestantes. Rescate de tradiciones Se promueven por el museo 5 actividades tradicionales dentro de ellas el programa jugando en mi barrio con niños de todas las edades, concursos de dulces caseros , plantas ornamentales, tejidos y bordados recuperar los huertos caseros.
OR43 CRITERI DI SICUREZZA NEL LABORATORIO UNIVERSITARIO CHIMICOBIOLOGICO: DALLA EVOLUZIONE NORMATIVA ALLA BUONA PRASSI. Nicola Guido Fucito istituzione
[email protected]
Parlare di sicurezza nel laboratorio chimico-biologico significa parlare di sicurezza in qualsiasi posto di lavoro e della relativa evoluzione normativa. D’altra parte, contrariamente a quanto solitamente si ritiene, il nostro paese ha sempre avuto una struttura di sicurezza abbastanza valida con radici lontane che possono farsi risalire alla fine del 1800; la successiva evoluzione normativa approda a due decreti capisaldi sulle “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” e sulle “Norme generali per l’igiene del lavoro”. Il recepimento delle normative europee comporta l’impostazione del problema sicurezza in un’ottica completamente nuova: non più criteri prescrittivi ma autonoma creazione della propria struttura di sicurezza attraverso l’individuazione e valutazione dei rischi; ciò sempre, naturalmente, con il supporto di standard di riferimento e di principi guida. Il nuovo approccio normativo, così espresso, si inserisce in un orientamento comunitario che mira all’evidenziazione dei problemi per poi farne oggetto di valutazione; in tal modo anche se non si perviene automaticamente alla risoluzione o contenimento dei problemi evidenziati si ha il vantaggio di poterli studiare e farne oggetto di programmi articolati di intervento. La ricerca scientifica ha consentito di impostare la determinazione del rischio in termini di probabilità e magnitudo pervenendo ad una funzione del tipo R = f(P,M) cioè alla dipendenza del rischio dai due parametri probabilità e magnitudo così individuati. Essendo la dipendenza del tipo direttamente proporzionale, si può scrivere la formula R = P * M. Agendo su uno dei fattori o su entrambi si può ottenere una riduzione dell’entità del rischio. Definito il danno e la probabilità, il rischio può essere rappresentato in forma matriciale avente per ascissa il danno e per ordinata la probabilità; in ogni casella il valore esprime il prodotto dei due parametri secondo una scala crescente per cui diviene possibile stabilire una priorità di intervento in relazione ai valori assunti nella matrice del rischio. Alla valutazione del rischio concorrono oltre al datore di lavoro, il responsabile del servizio di prevenzione e protezione nonché, ove previsto, il medico competente responsabile della sorveglianza sanitaria; collabora altresì il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che è ravvisabile a sua volta come una risorsa specifica. La valutazione dei rischi e la stesura del relativo documento di valutazione necessitano di uno schema metodologico che partendo dall’identificazione dei rischi (presenti nella specifica attività in esame) consentirà di identificare i pericoli.
E’ possibile a questo punto delineare in dettaglio un percorso metodologico per concretamente pervenire, attraverso la puntuale disamina dei fattori di rischio, alla stesura del documento di valutazione che rappresenta, oltre il mero adempimento normativo, l’unico modo per acquisire la piena consapevolezza di una realtà lavorativa che si è andata formando nel tempo. Può essere di ausilio l’utilizzazione di liste di controllo cioè di schede, suddivise per fattori di rischio e che per ognuno dei quali propongono dei punti di verifica; solitamente per ogni punto di verifica vengono anche indicati i requisiti minimi richiesti per lo specifico punto. Necessitano, naturalmente, dei requisiti professionali che spaziano su un arco piuttosto ampio di competenze, da quelle più generali del tipo impiantistico a quelle più specifiche dell’attività in esame. Parlare di sicurezza per un laboratorio significa prendere in esame strutture, impianti, agenti fisici, agenti chimici, agenti biologici ecc. Per il rischio chimico è stata espressa la definizione dei requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o che siano il risultato di ogni attività lavorativa che comporti la loro presenza. Per il rischio biologico sono individuate tutte le attività che possono comportare rischi di esposizione ad agenti biologici, sia quelle con uso deliberato di microrganismi che quelle con rischio potenziale di esposizione. La differente tipologia di rischio espositivo condiziona gli adempimenti che il datore di lavoro deve adottare. E’ consigliabile procedere con cautela e con un appropriato metodo di indagine poiché per considerare una situazione pericolosa occorrerà in ogni caso verificare l’effettiva esposizione dei lavoratori all’agente e valutarne l’entità. Non sempre in presenza di esposizione v’è una condizione di rischio. In ogni caso è opportuno intervenire con un approccio preventivo efficace per il contenimento a livelli i più bassi possibili di contaminazione ambientale e di esposizione individuale.
Indipendentemente dai risultati della valutazione, in un laboratorio di ricerca devono vigere dei principi generali di buona prassi con priorità assoluta; in tal modo ci si abitua a privilegiare, nelle scelte operative, i criteri di sicurezza e di benessere fisico, anzi vengono evidenziati maggiormente proprio tali aspetti.
POSTER
P1 COLECCION DIGITALIZADA DE PLANTAS MEDICINALES EN SU HABITAT M. A. García Calderón,* L. R. Chávez Garibay** Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo *
[email protected]; **
[email protected] Se presenta una colección digitalizada de plantas medicinales del municipio de Morelia, Michoacán, México, fotografiadas en su habitat. La información sobre el tipo de planta y su uso medicinal se obtuvo mediante entrevistas con los curanderos locales de las comunidades rurales y se tomó fotografía a aquellas plantas en las cuales por lo menos dos curanderos coincidieron en sus propiedades curativas. Se muestrearon 15 comunidades de 60 existentes, para un total de 200 plantas. La base de datos incluye la fotografía de la planta completa y acercamientos de sus hojas, flores y frutos, su nombre común, la parte de la planta que se utiliza, su forma de preparación y administración, así como las coordenadas geográficas y época de la colecta.La captura se hizo con una cámara digital de 8 megapixeles, la información se grabó en un disco compacto con un software que permite visualizarla como si se tratara de un libro impreso en formato compatible con OS-X y Windows.Algunas de estos especímenes se encuentran en proceso de clasificación botánica para obtener su nombre científico.
P2 ENDEMISMOS ETNOBOTANICOS DE LAS ESPECIES DE RUMEX DE LA REGION MACARONESICA J.F. Jiménez Díaz,1* B.C.Rodríguez de Vera,1 E. Navarro García,2 S. J. Alonso Díaz,2 C. 3 1 Jiménez Rodríguez, R. Chacón Ferrera. 1
Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 2 Universidad de La Laguna, 3 Universidad San Pablo-CEU (España) *jjimé
[email protected]
INTRODUCCION: Se conocen unas 200 especies de Rumex distribuidas por casi todo el mundo. Son arbustos o hierbas perennes con flores unisexuales. Presentan un perianto en 2 verticilos de 3, en el cual el interno se alarga y endurece para formar las valvas del fruto. Poseen 6 estambres y el fruto es una nuez pequeña. ESPECIES DE RUMEX ENDEMICAS DE LA REGION MACARONESICA 1.- RUMEX LUNARIA LINNEO: Es un endemismo de las Islas Canarias. Arbusto de hojas a menudo más anchas que largas, truncadas por la base y redondeadas por el ápice. La inflorescencia es una panícula compuesta. Presenta valvas reniformes u orbiculares. 2.-RUMEX MADERENSIS LOWE: Hierba perenne, de hojas ovado-deltoides, con panícula densa y valvas membranosas suborbiculares. Se encuentra distribuida en Madeira, en las Canarias Occidentales y en Gran Canaria. En Tenerife está frecuentemente localizada en Aguamansa, El Tanque y Garachico a una altura de 600-1200 m. En la Palma, en zonas de laurisilva y pinar en formaciones arbustivas de santa Cruz y Mazo. En la Gomera se localiza en la Cumbre de Vallehermoso y Epina a una altura de 600m. En el Hierro se encuentra localizada en el Risco de Jinama, Fuente del Tinco o Frontera. En Gran Canaria se localiza en diversas partes de la Isla. 3.-RUMEX BUCEPHALOPHORUS SSP. CANARIENSIS: Es conocida también como vinagrerilla, acedera de lagarto y beta. Se encuentra distribuida en todas las Islas Canarias. Flores de color rosado. Presenta un gineceo con 2-4 carpelos unidos, con estilos libres o unidos. El fruto es aquenio o núcula, a menudo trígono y a veces sostenido por los pétalos acrescentes o encerrado en un hipanto. 4.-RUMEX VESICARIUS: Planta muy naturalizada en las Islas Canarias. Es una hierba pequeña con valvas grandes de color rojizo e hinchadas. Sus hojas son enteras y lanceoladas.
P3 ESTUDIO EXPERIMENTAL DEL ESTIMULO CICATRICIAL INDUCIDO POR PRODUCTO ETNOBOTANICO DE LAS ISLAS CANARIAS C. Jiménez Rodríguez,1 J.F. Jiménez Díaz,2* B.C. Rodríguez de Vera,2 E. Navarro García,3 3 S.J. Alonso Díaz, R. Navarro García. 2
1 Universidad San Pablo-CE*, Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 3 Universidad de La Laguna (España) *jjimé
[email protected]
INTRODUCCION: Las heridas y las úlceras cutáneas siguen representando un problema de salud por el enorme coste que su asistencia y tratamiento representa. Ha sido tradicional el uso de recursos etnobotánicos en determinadas poblaciones para abordar dicha problemática. OBJETIVO: Estudiar la influencia sobre la cicatrización de úlceras de piel total en el animal de laboratorio empleando productos naturales, agua bidestilada y suero fisiológico, para la limpieza de las mismas y un extracto puro de Rumex lunaria L. (vulgarmente vinagrera, acedera, etc.) para la cura local de dichas lesiones cutáneas. MATERIAL Y METODOS: Se utilizó como animal de experimentación la rata blanca, cepa Sprague Dawley. A dichos animales se les practicaba una herida ulcerativa en la piel del dorso mediante punch quirúrgico. Diariamente se curaban dichas lesiones con los productos mencionados y se procedía a la valoración ulcerométrica de la superficie evolutiva de la lesión cutánea. Los datos de la cicatrización se procesaron mediante paquete estadístico SPSS 13.0.1. RESULTADOS: El extracto natural de vinagrera se comporta con una gran eficacia cicatricial desde el inicio de la experiencia en comparación con la utilización de elementos “inertes” de limpieza como es el caso del agua bidestilada o, incluso, respecto al grupo control. Se obtuvo en dichos resultados una alta significación estadística. Esta elevada acción favorecedora de la cicatrización experimental se corresponde con su contenido en componentes cicatrizantes (taninos, oxalatos, antraquinonas) que permite establecer una vía de aplicación clínica de un producto natural con las ventajas de una pronta resolución de problemas asistenciales, como es el que representa la cicatrización de heridas agudas y crónicas o úlceras.
P4 FITOQUIMICA DE EXTRACTOS DE RUMEX LUNARIA L. 1 2 3 2 B.C. Rodríguez de Vera, E. Navarro García, J. Trujillo Carreño, S.J. Alonso Díaz, J. F. Jiménez Díaz,1* C. Jiménez Rodríguez.4 1
Universidad de Las Palmas de Gran Canaria, 2Universidad de La Laguna, 3Instituto de 4 Agrobiología y Productos Naturales de Canarias-CSIC, Universidad San Pablo-CEU (España) *jjimé
[email protected]
INTRODUCCION: La fitoquímica constituye un paso previo imprescindible para reconocer los componentes de cualquier elemento vegetal y poder orientar posteriormente su aplicación clínica. MATERIAL Y METODOS: Hojas secas y molidas de Rumex lunaria L., con un peso de 1800 g, fueron sometidas a extracción continua en un soxlhet a temperatura constante. Para dicho proceso, se utilizó primero cloroformo, a continuación acetato de etilo y finalmente etanol. En todos los casos la extracción se realizó hasta agotamiento, obteniéndose en todos los casos soluciones verde – oscuras. Los extractos de cloroformo, acetato de etilo y etanol de hojas de Rumex lunaria fueron sometidos reacciones coloreadas para detectar la menor o mayor presencia (+; ++; +++) o ausencia (-) de diferentes compuestos fitoquímicos. RESULTADOS: Compuesto Cuerpos grasos Resinas Esteroles, terpenos Antraquinonas libres Lactonas pentag. Insta. Antocianos Leucoantocianos Pigmentos carotenoides Taninos Flavonoides Cumarinas Alcaloides Saponinas Antraquinonas combinadas Glúcidos
Extracto clorofórmico + ++ ++ + ++ ++ -
Extr. Acto.etilo ++ +++ + ++ ++ ++ ++
Extr.Etanólico ++ +++ ++ ++ +++ ++
P5 ESTUDIOS CITOGENOTOXICOS INDUCIDOS POR DECOCCION DE MINTHOSTACHYS VERTICILLATA. L. Sabini,* F. Casasnovas, F. Escobar, P. Cordero Gabrielli, S. Zanon. Universidad Nacional de Rio Cuarto, Cordoba, Argentina *
[email protected] En este trabajo se evaluaron los cambios cuali-cuantitativos, macro y microscópicos inducidos por el tratamiento con distintas concentraciones de decocción (D) de Minthostachys verticillata sobre los cromosomas y el ciclo celular de bulbos de cebollas, 1 mediante el test de Allium cepa L. descripto por Fiskesjo. Las alteraciones se evaluaron in vivo sobre las células meristemáticas de los ápices de raíces de cebolla de la especie Allium cepa L. crecidas en agua mineral, en oscuridad, con aireación y a temperatura constante de 25ºC ±0,5ºC por 48 h hasta radiculación. Luego fueron sometidas a tratamiento con las fracciones D preparadas con vegetal colectado en abril y octubre de 2005, empleadas en rango de concentraciones: 12,8 a 3,2 mg/ml y 16,6 a 5,33 mg/ml respectivamente. Se incluyeron 5 bulbos para cada tratamiento que se extendió por 48 h. momento en que se extrajeron 3 raíces por bulbo para la evaluación de alteraciones microscópicas y expuestas por 3 días más a las mismas soluciones para evaluación macroscópica del daño. Al final del ensayo (5 días en total) se determinaron alteraciones en longitud, presencia de color y anormalidades en las raíces. Para el examen microscópico las mismas fueron fijadas, teñidas con orceína lactopropiónica y montadas sobre porta objeto. Fueron analizadas 1.000 células por bulbo para todos los tratamientos y el control determinándose índice mitótico (IM), índices de fases (IF), índices de aberraciones totales (IAT) e índice de aberraciones por fase (IAF). Todos los datos fueron evaluados estadísticamente mediante aplicación del software Prism 3.0 Las dos fracciones vegetales indujeron modificaciones macroscópicas en las raíces, con acortamiento en la longitud de las mismas, sin necrosis del tejido, revelándose ausencia de diferencias estadísticamente significativas entre tratamientos pero sí contra control. Tampoco indujeron el desarrollo de ganchos radiculares, indicador válido de toxicidad, ya que la frecuencia de aparición de esta anomalía (1,21%) estuvo muy por debajo de la media normal. Hubo disminución de los IM en los tratamientos con ambas D respecto del control (p> 1000 μg/mL) was inactive. As conclusion, the kaurene acids 1 and 2 could be at least partially responsible for the cytoxicity of W. paludosa D.C., and kaurane glycosides, if present, would not be significantly toxic to Artemia salina as can be inferred from the effect observed for WF (LC50 >> 1000 μg/mL). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG.
R
11 9
COOH
O
1
R=H
2
R = H;
O 9:11
3
R=
N
O
O OH OH
Bibliografia 1. Batista, R.; Chiari, E.; Oliveira, A.B.; Planta Medica 1999, 65,:83. 2. MacLeod, J.K.; Lewis, I.A.S.; Moeller, P.D.R.; Oelrichs, P.B.; J. Nat. Prod. 1990, 53, 1256.
P15 SYNTHESIS OF OXIDIZED ENT-KAURANE AND ENT-NORKAURANE DERIVATIVES R. Batista,1* P. A. García, 2 M. A. Castro,2 J. M. Miguel del Corral,2 A. San Feliciano,2 A. 3 Braga de Oliveira. 1
Universidade Estadual do Sudoeste da Bahia, Itapetinga, Brazil. 2 Universidad de Salamanca, Salamanca, Spain. 3 Universidade Federal de Minas Gerais, Belo Horizonte, Brazil. *
[email protected]
Ent-kaur-16-en-19-oic acid (ent-kaurenoic acid) (1), a kaurane diterpene found abundantly in some Brazilian species as Wedelia paludosa D.C. (Asteraceae) and Xylopia frutescens (Annonaceae), shows a wide spectrum of biological activities, such as antiviral, antimicrobial, trypanosomicidal, antiinflamatory and anti-hypertensive, among others1. Based on these biological effects, along with our special interest on novel kaurane derivatives, we carried on the synthesis of kaurane aldehydes, important as semisynthetic intermediates, starting from ent-kaurenoic acid (1). The methyl ester 2, obtained by esterification of the acid 1, was submitted to two synthetic pathways. The first one was its epoxidation with MCPBA, yielding exclusively the 16,17α-epoxide 3. Further rearrangement of 3 employing BF3-EtO2 or InCl3 afforded a 1:1 mixture of the epimeric aldehydes 4 and 5 that could not be separated by column chromatography. On the second synthetic sequence, the methyl esther 2 was submitted to hydroboration reaction with NaBH4 and BF3.Et2O, followed by NaOH and H2O2 oxidation, giving selectively the ent-kaurane alcohol 6. Further PDC oxidation of 6 yielded stereoselectively the aldehyde 4 as the major product, together with the kaurane and norkaurane derivatives 7, 8 and 9 as minor products. To the best of our knowledge, this is the first report on the one-pot synthesis of the kaurane and nor-ent-kaurane derivatives 7, 8 and 9 by oxidation of 6, under PDC conditions. All the derivatives were characterized by usual spectroscopy (1HNMR, 13CNMR, MS). Acknowledgements: CAPES, UESB, UFMG, CYTED (sub-programa X). O
R1 R2
R
1 2
R = CO2H R = CO2CH3
CO2CH3
3
CO2CH3
4 5 6 7 8 9
R1 = CHO; R2 = H R1 = H; R2 = CHO R1 = CH2OH; R2 = H R1 = CO2H; R2 = H R1 = H; R2 = OH R1 = R2 = O
Bibliografia 1. Batista, R.; Braga, F.C.; Oliveira, A.B.; Rev. Bras. Farmacognosia 2005, 15, 119.
P16 INTERACCIÓN ENTRE TERPENOS, SU INFLUENCIA EN LA ACTIVIDAD ANTIMICROBIANA N. Gallucci,1 M. Oliva,1 C. Casero,1 J. Zygadlo,2 M. Demo.1* 1
2
UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat. UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina *
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Introducción: Diversas plantas medicinales pueden sintetizar compuestos aromáticos denominados aceites esenciales, que son obtenidos por hidrodestilación o prensado. Estos aceites están constituidos por complejas mezclas de compuestos orgánicos, dentro de los cuales se encuentran los monoterpenos y sesquiterpenos.1 Investigaciones sobre el efecto antimicrobiano y sinérgico de los aceites y/o terpenos permitirán avanzar en el conocimiento de nuevas posibilidades terapéuticas. Objetivos: Estudio de la actividad antimicrobiana (AA) de terpenos y detección de la actividad sinérgica o antagónica de los mismas. Materiales y Métodos: Se probó la actividad de nueve monoterpenos contra Staphylococcus aureus, Escherichia coli y Bacillus cereus. Se determinó la Concentración Inhibitoria Mínima (CIM) y la Concentración Bactericida Mínima (CBM) utilizando la Técnica 2 de Microdilución en caldo. Las asociaciones entre terpenos se probaron por la técnica de Didry et al modificada,3 obteniéndose la Concentración Inhibitoria Fraccionaria (FIC).Resultados: Presentaron AA carvacrol, carvona, eugenol, geraniol y timol. Se destacaron las AA de carvacrol (CIM = 3,21 mg/ml), y timol (CIM = 7,5 mg/ml) contra S.aureus. E.coli fue menos sensible a la AA de terpenos. Carvacrol y timol fueron bactericida sobre todas las cepas ensayadas. Mentol, mentona, citronelol y mirceno no presentaron AA. No se observo actividad sinérgica total en las diferentes asociaciones entre terpenos, la mayoría fueron indiferentes o antagónicas, aunque cabe destacar la asociación Eugenol – Geraniol que presentó sinergismo parcial frente a B.cereus (FIC= 0.65). Bibliografía: 1. Zygadlo, J. & Juliani (Jr.), H. Recent Progress in Medicinal Plants 2001, 8, 293. Phytochemistry and Pharmacology 2. Mann, C. M. & Markham, J. L. Journal of Applied Microbiology 1998, 84, 538. 3. Didry, N. et al. Pharmazie 1993, 48: 301.
P17 BIOACTIVIDADES DE ACEITES ESENCIALES DE ALOYSIA TRIPHYLLA 1 1 1 2 1 M. Oliva, E. Beltramino, M. J. Cortéz, N. Gallucci, J. Zygadlo, M. Demo. * 1
2
UNRC. Fac.Cs Ex Fco-Qcas y Nat. UNC. Fac. Cs Ex. Fcas y Nat. Argentina *
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Introducción: Aloysia triphylla (cedrón) se cultiva desde Méjico hacia el sur de América. Es un arbusto aromático, de olor penetrante. El aroma y sabor difiere de acuerdo a la cantidad de aceites esenciales (AE) y la proporción en la que se encuentren los componentes que forman parte de estos. Los AE han demostrado propiedades benéficas para la salud humana y animal, como actividad antitumurogénica, antioxidante y antimicrobiana. Objetivos: Evaluar la actividad antimicrobiana (AA) y citótoxica de AE de especies cultivadas de A. triphylla Materiales y Métodos: Se estudiaron especies de Argentina: Río Primero, La Paz, Las Viñas y de Paraguay. Los AE fueron obtenidos por hidrodestilación y sometidos a cromatografía gaseosa. Se utilizaron cepas bacterianas: S.aureus, S.epidermidis, B.cereus, M.luteus, E.faecalis, E.coli, Klebsiella sp, P.mirabilis, P.aeruginosa y levaduras: C.albicans, Rhodotorula sp., Hansenula sp .Se determinó la AA y la Concentración Inhbitoria Mínima 1 (CIM) por técnica de disco. El análisis de citotoxicidad de los AE se realizó sobre Artemia 2 salina. Resultados y Discusión: Los principales terpenos identificados en cada AE, presentes en diferentes concentraciones, fueron: α-pineno, limoneno, α-tujona, neral, geranial, Dgermacreno, bicyclogermacreno y espatulenol. El AE Rio Primero presentó mejor AA, y Salta presentó la menor AA. Se destacan las CIM de Rio Primero y La Paz sobre S. aureus (56,25 mgr/ml). Todos los AE fueron activos contra las tres levaduras, destacandosé La Paz (CIM:7,03 mg/ml). AE Rio Primero y Salta no presentaron toxicidad frente a A. salina; mientras que La Paz fue muy tóxico. La composición química de cada aceite influye en sus bioactividades; los componentes terpénicos interactuan confiriendolé propiedadades particulares. Bibliografía: 1. De Feo, V. et al. J Essent.Oil Res. 1998, 10, 61. 2. Franssen, F. et al. Antimic. agents and Chemoteraphy. 1997, 41, 1500.
P18 PROPIEDADES ANTIBACTERIANAS DE PROPÓLEOS CUBANOS C. Cassina, N. Gallucci,** M. Oliva, A.L. Piccinelli, O. Cuesta Rubio, L. Rastrelli, F. De Simone, M. Demo.* Universidad Nacional de Rio Cuarto *
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[email protected] Introducción: Los propóleos son mezclas complejas de origen biológico elaborados a partir de resinas, bálsamos, gomas y otras exudaciones de plantas, que la abeja Apis mellifera recoge y modifica, adicionándoles cera, polen y enzimas, etc; para proteger la colmena de las adversidades del medio. La composición de los mismos varía de acuerdo a su origen botánico y fitogeográfico, siendo diferentes los de orígen europeos y americano Las propiedades que se le han atribuido a los propóleos son: actividad antibacteriana, antiviral,. antifúngica, citostática, antioxidante y antiinflamatoria. Es utilizado como antibiótico natural, particularmente en infecciones de las vías respiratorias. Objetivo: Evaluar la actividad antimicrobiana (AA) de diferentes muestras de propóleo. Materiales y Métodos: Cepas bacterianas: S.aureus meticilino sensible (MSSA) y meticilino resistente (MRSA) S. epidermidis, B. cereus, M. luteus, E. faecalis, E. coli y Klebsiella spp. Para probar la capacidad antimicrobiana de los propóleos se emplearon las técnicas de difusión en disco, utilizando 10µl.de propóleo al 10% en etanol y la técnica de difusión en pozo utilizando 50µl. Se analizaron 11 muestras de propóleos cubanos determinando la Concentración Inhibitoria Mínima (CIM).1, 2 Resultados y Discusión:. Las muestras M6, M15, M29, M33, M35, M45 y M61 inhibieron a todas las especies Gram positiva. B. cereus y E. Faecalis fueron inhibidas por todas las muestras,. S. aureus MRSA fue inhibido por 9 de los propóleos ensayados, destacandosé M15 (CIM= 0,62 ug/ml). Las bacterias Gram negativa fueron resistentes La técnica de pozo demostró ser mas efectiva para detectar AA de propóleos. M8, M21, M38 y M42 presentaron escasa actividad. Los resultados obtenidos permiten concluir que la actividad biológica de propóleos varía según su orígen fitogeográfico. Las muestras activas podrían ser utilizadas como quimioterapéutico natural contra patógenos Gram positivos. Bibliografía 1. V. De Feo, et al. J Essent.Oil Res., 1998, 10, 61. 2 H.L. De Pooter, et al. Flavour and Fragrance Journal, 1995, 10, 63.
P19 EFECTO FITOTÓXICO DEL EXTRACTO ACUOSO DEL DURAMEN DE ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM. R. Castro Ortíz, D. Raya González, A. Flores García, M. M. Martínez Pacheco.* Instituto de Investigaciones Químico Biológicas, Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo. Morelia, Michoacán. México. * mpacheco @zeus.umich.mx Enterolobium cyclocarpum (Jacq) Griseb. (parota, nombre común mexicano) es un árbol autóctono que se localiza desde México en las vertientes centrales del Pacífico y del Golfo de México hasta el Norte de Brasil y Colombia. En la región se utiliza como una especie restauradora del medio ambiente, como forraje, en la ebanistería y en la fabricación de muebles. Por la gran resistencia natural que presenta el duramen de esta especie a la biodegradación es de interés para buscar compuestos biocidas. El efecto fitotóxico del extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum (Jacq) Griseb. fue evaluado. Se observó que la germinación de semillas de Lillium multifollium (dicotiledónea) y Trifollium repens (monocotiledónea) y el crecimiento de las raíces a las 48 h se inhibió completamente cuando se incrementó la concentración del extracto acuoso de 0 a 13.33 mg/ml. Para medir el daño ejercido por el extracto acuoso se midió la liberación de iones intracelulares, se determinó la conductividad del medio que contuvo a las células de tabaco TBY2 y el extracto vegetal y se observó que la conductividad aumentó conforme aumentó la concentración del extracto, de 76.2 a 805 μS/cm en cuatro minutos y el pH del medio ligeramente se acidificó de 6.10 a 5.54. Se concluye que el extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum posee un efecto fitotóxico sobre la germinación de las semillas y el crecimiento de la raíz de L. multifollium y T. repens. Los cambios en el pH y en la conductividad del medio de suspensión de las células de tabaco TBY2 es una respuesta a nivel celular a los compuestos fitotóxicos presentes en ésta especie maderable. Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009. D.R.G. fue becario CONACYT.
P20 ESCRUTINIO DE LA ACTIVIDAD MICROBICIDA DE EUPATORIUM SP, Y ENTEROLOBIUM CYCLOCARPUM E. García Sánchez, M. A. Gomez Hurtado, F. García, M. E. Morales López, R. E. N. Del Río, M. M. Martínez Pacheco. Instituto de Investigaciones Químico Biológicas. Universidad Michoacana de San Nicolás de Hidalgo.
[email protected] En Michoacán se estima que existen 4,000 especies vegetales, algunas de ellas se utilizan en la etnomedicina y de ellas se requieren estudios detallados para el mejor aprovechamiento del recurso natural. En este contexto, fueron seleccionadas Eupatorium puchela, Eupatorium ersenei y Enterolobium cyclocarpum especies vegetales endémicas de la región para hacerles un escrutinio de actividad microbicida. Se utilizó el ensayo de difusión en agar, se ensayaron extractos de los órganos de la planta obtenidos con agua, metanol, hexano y metil cloruro a una concentración de 6 g de extracto, contra el hongo dimórfico Candida albicans y trece bacterias; diez gram positivas y tres gram negativas. Los microorganismos son aislados clínicos silvestres y varias son enterobacterias. Se observó que C. albicans fue sensible a los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano, mientras que fue insensible al extracto metanólico de Eupatorium sp. y al extracto acuoso de E. cyclocarpum. Los extractos obtenidos con metil cloruro y hexano de E. puchela ejercieron un efecto bacteriostático contra las bacterias gram negativas, mientras que las bacterias gram positivas fueron insensibles. Un comportamiento similar se observó en extracto acuoso del duramen de E. cyclocarpum. Los extractos de E. ersenei ejercieron un efecto bactericida en las diez bacterias gram negativas y las tres gram positivas utilizadas en el estudio. En un análisis químico preliminar de los extractos de Eupatorium sp. se determinó que los compuestos mayoritarios son cromenos, terpenos y sesquiterpenos mientras que en el extracto acuoso de E. cyclocarpum fueron fenólicos y glúcidos. Se concluye que de las tres especies ensayadas, E. ersenei contiene compuestos con efecto microbicida. Agradecimientos. El presente trabajo fue apoyado por la UMSNH al proyecto CIC-2.1MMP y por el FoMix Michoacán-CONACYT al proyecto Michoacán-2005-C01-009.
P21 CHEMICAL COMPOSITION OF GRASSHOPPERS NATURAL PRODUCT FOR HUMAN NUTRITION J. Rivero-Martínez,1* Ma. C. Herrera,2** V. Melo.3*** UNAM-CCH1 plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental C.P. 08500 México, D.F. UAM-I.2 Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340. UAM-X.3 Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960. *
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[email protected] Insects have played an important role in the history of human nutrition, in Mexico grasshoppers consumption is popular. There are more than 57 species considered as edibles. Assessement of the nutritive value in grasshoppers and treehoppers Taeniopoda eques B. (1), Brachystola magna G. (2), Melanoplus femurrubrum D. (3) and Schistocerca sp (4), edible insects traditional foodstuff commonly consumed by rural communities and urban cities of Mexico, were performanced to obtain information needed to be provided to people in areas where most of the proteins intake comes from plant legumes-beans, cerealmaize and some of insects, such as grasshoppers, popular food among several socioeconomic groups, these organisms can be, easily reproduced and not expensive. Insects important component of the daily diet of many mexicans were gathered at different mexican states. Samples collected were classified according insect taxonomy and proximal analyzes of macronutrients in dry basis, performed by A.O.A.C. (1995) methods. Data obtained were proteins (1) 71.05%, (2) 73.87%, (3) 73.25%, (4) 70.92%. Lipids (1) 5.85%, (2) 6.02%, (3) 4.71%, (4) 6.26%; inorganic material (1) 2.95%, (2) 2.52%, (3) 2.05%, (4) 3.75%, Fibre (1) 10.56%, (2) 7.08%, (3) 11.15%, (4) 9.16%. Nitrogen free extractives (1) 9.59%, (2) 10.51%, (3) 8.84%, (4) 9.91%. Data shows, grasshoppers are high in proteins, lipids content are low, regarding inorganic material, minerals were not identified, fibre is well related with requirements and soluble carbohydrates source of energy are in a good level. Results point out the great importance that intake of edible insects represent in nutrition for mexican population.
P22 GRASSHOPPERS SPHENARIUM PURPURASCENS CH. SOURCE OF CALCIUM FOR RURAL COMMUNITIES V. Melo,1* Ma. C. Herrera,2** J. Rivero-Martínez.3*** 1
UAM-X. Calz. del hueso 1100, Villa Quietud, México, D.F. C.P. 04960. 2 UAM-I. Av. San Rafael Atlixco 186, México, D.F. C.P 09340. 3 NAM-CCH plantel oriente, Prol. Periférico Oriente s/n esq. Sur 24 Col. Agrícola Oriental C.P. 08500 México, D.F., *
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[email protected] Calcium plays crucial role in building and keeping proper hardness of the banes and teeth. Calcium with phosphorus and magnesium undergoes crystallization and is part of osseous tissue causing its hardness, therefore calcium is the most important mineral salt of the skeleton. Human organism is able to keep this mineral level in the blood even if its amount delivered with food is variable. Calcium supply with food has the biggest influence in the content of this element in the human organism. The main source of calcium are dairy products, but most of the time these foodstuff is not affordable for population. Grasshoppers popular food by cultural tradition are consumed roasted with corn tortilla. The aim of this study is to assess calcium and phosphorus essential macrominerals for human body. Macromineral analysis in dry basis was for calcium by Atomy Absorption Spectrophotometer and phosphorus colorimetrically determined of a triple acid digested extract. Data obtained were: calcium 408 mg/100g and phosphorus 320mg/100g. Grasshoppers are consumed with other foods like corn cereal, beans leguminous and some green leaf vegetables, they are another source of calcium and phosphorus. Calcium absorption degree depends on organism needs, and bioassimilability on the diet components. Grasshoppers are a source of calcium and phosphorus however they can not be consider as only supply in the diet they should be consume with other foodstuff. Insect are regularly consumed and well accepted by people of rural communities and urban cities.
P23 ESTUDIO SOBRE LA PROLIFERACION DE LINFOCITOS NORMALES DE LITHRAEA MOLLEOIDES (VELL.) ENGL. (ANACARDIACEAE). P. G. López,* L. C. Cogoi, C. Anesini, G. Ferraro. Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956 (1113), Ciudad Autónoma de Buenos Aires, Argentina. *
[email protected] Lithraea molleoides (Vell.) Engl. (Anacardiaceae), de nombres vulgares “molle”, “chichita”, “molle de Córdoba”, es un árbol de 6 a 8 metros de altura, de hojas color verde oscuro de 35 centímetros de longitud, lanceoladas y terminadas en punta. Crece en Sudamérica, especialmente en Argentina, Brasil y Uruguay donde es muy conocida por sus propiedades medicinales: antiartrítica, hemostática, diurética, tónica y para el tratamiento de diferentes enfermedades respiratorias. En este trabajo se analizó la acción del extracto cloruro de metileno de Lithraea molleoides y de un compuesto aislado a partir del mismo (1,3-dihidroxi-5-(tridec-4’,7’-dienil) benzeno) sobre la proliferación de linfocitos T de ratones BALBc in vitro. La respuesta sobre la proliferación fue determinada mediante la técnica de incorporación de [3H]-timidina ([3H]TdR) al ADN celular y posterior evaluación de la radioactividad nuclear por espectrometría de centelleo líquido. Los resultados obtenidos fueron: Extracto 0,1 µg/ml: 300 ± 25 %; 1 µg/ml: 100 ± 8 %; 10 µg/ml: 45 ± 3,0 %; 100 µg/ml: -5 ± 0,4 %, 600 µg/ml: -13 ± 1 %. Compuesto 0,1 µg/ml: 60 ± 5 %; 1 µg/ml: 50 ± 4 %; 10 µg/ml: - 28 ± 2 %; 100 µg/ml: -35 ± 2,5 %. Los resultados están expresados como Proliferación (% del basal) y representan la media ± ESM de tres experimentos realizados por triplicado. Podemos concluir que el extracto cloruro de metileno y el compuesto aislado de L. molleoides presentaron una respuesta bifásica sobre la proliferación de los linfocitos normales, estimulando la proliferación a concentraciones bajas e inhibiendo a concentraciones altas. El efecto inmuno estimulante sería de potencial importancia en terapeútica.
P24 HYDROCOTYLE BONARIENSIS: ACTIVIDAD ANTIPROLIFERATIVA SOBRE CÉLULAS DE UN LINFOMA MURINO O. Hnatyszyn,* C. Anesini, A. Ouviña, G. Ferraro. Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires, Argentina. *
[email protected] Hydrocotyle bonariensis Lam. (Apiaceae), comúnmente conocida como”redondita de agua“ o “paragüita”, es una planta herbácea que crece en el Norte y Centro de la República Argentina. Las infusiones que se preparan con las hojas, sumidades floridas y tallos se utilizan en medicina popular y se le adjudican propiedades diuréticas, estimulantes, emenagogas y antisépticas. Por otro lado, las hojas maceradas en alcohol se utilizan externamente en cataplasmas para curar heridas inflamadas. Dado el uso popular y la cercanía con otra especie ampliamente utilizada (H. asiática), se encaró el estudio fitoquímico-farmacológico de esta especie Sudamericana. El objetivo del presente trabajo fue evaluar in vitro la acción antiproliferativa de los extractos acuoso (EA), diclorometánico (ED) y metanólico (EM) de H. bonariensis sobre células del linfoma murino BW5147. La proliferación se determinó mediante la incorporación de [3H]timidina al ADN celular que se midió posteriormente mediante espectrometría de centelleo líquido. Los resultados muestran que el EA es el más efectivo a bajas concentraciones (0,01-10 µg/ml) inhibiendo la proliferación en hasta un 50%. Los otros extractos se muestran altamente efectivos a concentraciones más elevadas, especialmente con 100 µg/ml (68,5% de inhibición para el ED y 60% para el EM) y 1000 µg/ml (92% de inhibición para el ED y 84% para el EM). El estudio fitoquímico del extracto metanólico permitió observar un amplio perfil fenólico, entre los cuales fueron aislados e identificados los flavonoides rutina, quercetina, isoquercitrina y un fenil propanoide (ácido clorogénico). Con estos datos se continúa trabajando con los distintos extractos para aislar e identificar el (los) compuesto(s) responsables de la actividad antiproliferativa en linfocitos tumorales.
P25 ACTIVIDAD INSECTICIDA DE ARGENTILACTONA S. Clemente, R. Priestap, G. Mareggiani, A. Bandoni, G. Ferraro* Cátedra de Farmacognosia, IQUIMEFA (UBA-CONICET), Facultad de Farmacia y Bioquímica (UBA), Junín 956, (1113) Buenos Aires. TE/FAX: 5411 4508-3642. *
[email protected] Aristolochia argentina Griseb. (Aristolochiaceae) es una especie utilizada en la medicina popular como infusión debido a que posee propiedades antidiarreicas, astringentes y antihemorroidales. Sus extractos, que tienen actividad antibacteriana y antifúngica reportada, revelaron la presencia de ácido aristolóquico, alcaloides y 5-hydroxiácido lactona. El aceite esencial contiene 57-89% de argentilactona, compuesto volátil que se acumula en toda la planta y cuya actividad insecticida fue evaluada en este trabajo sobre una especie de importancia agrícola, la mosca de los frutos Ceratitis capitata (Diptera). Se analizaron los efectos letales y subletales por medio de exposición a alimento tratado (EAT), aplicación tópica (AT), aplicación en bebederos de adultos (ABA) y exposición a papel de filtro impregnado (EPFI). Las concentraciones ensayadas oscilaron entre 0 y 500 ppm. Los datos destinados a determinar efectos letales (mortalidad) se analizaron mediante ANoVA y test de Tukey (p< 0.05) y los correspondientes a efectos subletales (demoras en el desarrollo) mediante Probit. Este análisis también se utilizó para calcular la concentración efectiva del compuesto necesaria para impedir el desarrollo del cincuenta por ciento de las larvas (CE50). Los resultados muestran que la mortalidad de mosca de los frutos fue muy significativa para todas las metodologías usadas. A 500ppm, la mortalidad en EAT fue 100%, en AT 70%, en ABA 63% y en EPFI 45%, indicando que la argentilactona actúa por ingestión y por contacto. La CE50 en el test de EAT fue de sólo 76 ppm (con un intervalo de confianza de 6292ppm), evidenciando que esta metodología de aplicación es la más efectiva. Por otra parte, no se observaron efectos subletales, ya que el ciclo biológico no fue afectado en ninguna de las metodologías y concentraciones empleadas.
P26 HYBANTHUS PARVIFLORUS: ACTIVIDAD ANTIINFLAMATORIA 1 2 2 1 A.M. Broussalis, * S. Gorzalczany, C. Acevedo, G.F. Ferraro. 1
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Cátedra de Farmacognosia-IQUIMEFA (UBA-CONICET), Cátedra de Farmacología; Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, Ciudad Autónoma de Buenos Aires (1113). Argentina. *
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Hybanthus parviflorus (Mutis ex L.f.) Baill., conocida en Argentina como “violetilla”, es un subarbusto que crece entre 0 y 1000 metros. Planta anual, de porte erecto, de no más de 50 cm de altura, es una especie muy difundida en América tropical y subtropical, desde Colombia hasta la provincia de Río Negro en Argentina. En cuanto a sus usos etnomédicos, se emplean sus raíces por sus propiedades eméticas y purgativas. Debido a que otra especie del género Hybanthus (H. ipecacuana) presentó acción antiinflamatoria, e H. parviflorus y otra especie relacionada (H. serratus) tienen usos en medicina popular o folclórica que pueden relacionarse con esta actividad, se investigó la acción antiinflamatoria de distintos extractos y fracciones de H. parviflorus. En este trabajo se empleó, para la evaluación del efecto antiinflamatorio en fase aguda, el modelo del edema en oreja de ratón inducido mediante dos agentes inflamatorios con diferente modo de acción, TPA y ácido araquidónico. Se ensayaron los extractos CH2Cl2, EtOH 50% y EtOH 50 % destanificado. El extracto CH2Cl2 presentó una actividad antiinflamatoria significativa en el modelo de inflamación aguda en oreja de ratón con dos agentes inflamatorios diferentes, TPA (23.6 % de inhibición de la inflamación) y AA (24.3 % de inhibición). Esta actividad podría deberse en parte o totalmente a la acción del ácido ursólico y de β-sitosterol y de los flavonoides quercetina, luteolina, apigenina, canferol, quercetina 3-metil éter y rutina presentes en este extracto.
P27 EVALUACIÓN DEL EXTRACTO ACUOSO DE ARTEMISIA COPA SOBRE EL SISTEMA NERVIOSO CENTRAL J. Miño, V. Moscatelli, C. Acevedo, G. Ferraro.* Cátedras de Farmacognosia y Farmacología, IQUIMEFA (UBA-CONICET). Facultad de Farmacia y Bioquímica, Universidad de Buenos Aires. Junín 956, (1113) Buenos Aires, Argentina. *
[email protected] Artemisia copa Phil. (Compositae) es un pequeño arbusto nativo del noroeste de Argentina, comunmente conocido como “copa-copa” y utilizado en medicina tradicional para resfríos, neumonía, hipertensión, dolores estomacales y por sus propiedades digestivas y antirreumáticas. En un trabajo previo validamos las actividades antinociceptivas y antiinflamatorias, en el presente estudio evaluamos la actividad sobre el sistema nervioso central central del extracto acuoso de partes aéreas de Artemisia copa mediante un screening psicofarmacológico. El extracto fue administrado por vía oral en ratones Swiss en dosis de 200 - 1500 mg/kg . Se estudió actividad motora espontánea, actividad exploratoria, coordinación motora e inducción y potenciación del tiempo de sueño inducido por pentobarbital (PB) en dosis sub-hipnóticas e hipnóticas de 30 y 40 mg/kg respectivamente. Dado que especies del mismo género poseen actividad anticonvulsivante, también se evaluó dicha actividad sobre las convulsiones inducidas por pentilenetetrazol (PTZ) 75 mg/kg. El extracto acuoso de A. copa disminuyó significativamente la actividad motora (Control: 487.83 ± 22.33 cuentas/5 min; A. copa 1.5 g/kg: 415.00 ± 21.73 cuentas/5 min; P