In alto a sinistra la 4x400 azzurra finalista iridata (da destra la bustocca Virginia Troiani, Ayomide Folorunso, Alice Mangione e Anna Polinari); in alto a destra Lidia Barcella e Federica Curiazzi, sesta e quarta agli Europei nella 35 km di marcia e, subito sotto, il campione italiano Cadetti degli 80m piani Francis Pala; a destra l'Atletica Riccardi Milano 1946 tricolore Assoluta nella 4x100 uomini, uno dei quattro titoli su quattro nelle staffette per l'atletica lombarda nella rassegna di Rieti.
EDITORIALE CREDITS: GRANA/FIDAL, COLOMBO/FIDAL, DAVIDE VANINETTI/FIDAL LOMBARDIA
L’ATLETICA PIÙ BELLA MA... La Festa dell’Atletica Lombarda celebra un anno di grandi risultati e di crescita dei tesserati. Il Progetto Talento ci ha permesso di sostenere 17 atleti lo scorso settembre e ben 26 il 21 gennaio, grazie al successo della campagna di crowdfunding. L’augurio, per il 2023, è un rinnovato confronto con i vertici federali per il bene della casa comune.
I
n questi giorni con la Festa dell’Atletica Lombarda celebriamo un’altra annata-record per la nostra regione, caratterizzata da ben 81 titoli italiani, 123 presenze in Nazionale, 45 matricole azzurre, 40 scudetti di club e 43 borse di studio assegnate da settembre a oggi, nell’ambito del Progetto Talento. Sono numeri che non necessitano di commenti e che esprimono l’immenso lavoro fatto dalle nostre società, dai dirigenti, dai tecnici, dai giudici e dai nostri splendidi atleti/e. Tutto questo è motivo di orgoglio e gioia per noi: dal Comitato Regionale ai Comitati Provinciali, alla Struttura Tecnica, al GGG, al Personale, allo staff della Comunicazione e a quanti ci aiutano e ci sostengono.
PIÙ CONFRONTO Ma sentiamo anche il dovere di rilanciare un dialogo con i vertici federali proposto più volte, ma che resta inascoltato con una federazione governata a delibere di maggioranza. Tutto lecito, per carità, ma perché non confrontarsi, non dialogare e non arricchire, con l’esperienza di tutti, l’operato di una Federazione che rappresenta un bene comune? Altrimenti alzare educatamente la mano per far notare che qualcosa non va e che occorrerebbe dedicare più attenzione ai territori, ai tecnici, ai giovani e ai comitati passa per un attacco al vertice nazionale. Dialogare, ad esempio, avrebbe forse permesso di pensare un Calendario Nazionale più idoneo senza costringere le società, soprattutto del nord, a costose trasferte, in un momento storico nel quale i costi dell’energia le stanno mettendo a dura prova. Senza dimenticare che i rimborsi alle stesse (con l’introduzione della franchigia) si sono a loro volta ridotti. Sarebbe poi stato opportuno parlare del Challenge e sul riproposto frazionamento dei campionati italiani Juniores e Promesse, da cui derivano ulteriori costi a carico delle società. Il nostro invito al dialogo, quindi, si ripropone perché un’atletica migliore è possibile! E ancora di più con gli opportuni suggerimenti, le critiche e soprattutto il nostro sostegno. GIANNI MAURI - Presidente FIDAL LOMBARDIA LUCA BARZAGHI - vicepresidente ROBERTO GOFFI - vicepresidente
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PENSIERI DI CORSA TESTO DI ANDREA BUONGIOVANNI (La Gazzetta dello Sport) CREDITS: COLOMBO FIDAL, GRANA/FIDAL E ARCHIVIO FIDAL
Sei personaggi (lombardi) in cerca d’autore
I
l 2023 è cominciato e, con indoor e campestri già nel pieno dell’attività, anche l’atletica lombarda guarda all’anno che sarà. Dal vertice alla base, sono tanti i nomi da seguire. Tralasciando i personaggi copertina - dagli sprinter (il bresciano Marcell Jacobs, il brianzolo Filippo Tortu, il cremonese Fausto Desalu), ai maratoneti (i milanesi Iliass Aouani e Giovanna Epis), passando per gli specialisti delle prove multiple (i cremonesi Dario Dester e Sveva Gerevini) – eccone sei che, per motivi diversi, meritano attenzione.
CHITURU ALI
Il 23enne colosso comasco nel 2022 ha almeno in parte confermato quanto di buono da tempo si andava dicendo sul suo conto: ha corso i 100 cinque volte sotto i 10”20 (una con vento appena oltre la norma), fino al 10”12 che agli Europei di Monaco di Baviera gli è valso la finale, poi chiusa all’ottavo posto. È atteso a un nuovo, definitivo salto di qualità: c’è un posto nella 4x100 olimpionica ad attenderlo.
MARIO LAMBRUGHI
Trent’anni suonati e ancora tanta voglia di stupire. Il monzese, snobbato chissà perché dai club militari e spesso in generale poco considerato, nel 2022 ha corso i 400 ostacoli in 49”03, secondo italiano dell’anno a 12/100 da Jose Bencosme e a 4 dal personale del 2018. Scommettiamo che non smetterà di graffiare?
FRANCESCO PERNICI
Ecco un nome sul quale scommettere: il 19enne bresciano, nel 2022, si è affermato come uno dei giovani più talentuosi del panorama non solo regionale. Dopo l’argento europeo under 20 con la 4x400 del 2021, il suo 1’46”87 negli 800 del 2022, gli è valso il primato italiano di categoria, migliorato dopo trent’anni. In un settore che trainato da Simone Barontini e Catalin Tecuceanu pare essersi risvegliato, ci sarà spazio anche per lui.
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VLADIMIR ACETI
Il 24enne brianzolo, ai vertici da così lungo tempo da sembrare un veterano, la scorsa stagione, nei suoi 400, non è stato all’altezza di quella olimpica, quando portò il personale a 45”58 e, da titolare, fu protagonista della 4x400 di genere settima ai Giochi con un doppio primato italiano migliorato dopo 35 anni. Tra i prossimi obiettivi da centrare, anche la qualificazione ai Mondiali di Budapest, individuale e coi quartetti.
ALESSIA PAVESE
La 24enne bergamasca, dopo un paio di stagioni piuttosto anonime, sul finire della scorsa è tornata prepotentemente alla ribalta. Portando il personale sui 100 a 11”38 e contribuendo in modo importante, con la sua splendida quarta e ultima frazione (un super 10”36 lanciato), allo storico bronzo europeo della 4x100. Avanti così.
ALEXANDRINA MIHAI
La 19enne di origine moldava simbolo di un settore che in Lombardia, da Matteo Giupponi a Valentina Trapletti, da Nicole Colombi, a Federica Curiazzi e Lidia Barcella (in attesa, naturalmente, del ritorno di Eleonora Giorgi), è sempre ai vertici. L’anno scorso, sui 10 km declinati in pista (la specialità nel programma iridato Under 20), è stata seconda al mondo tra le Juniores, ma non ha gareggiato ai Mondiali di categoria di Cali perché in attesa di cittadinanza italiana. Ora che l’ha ottenuta, può spiccare il volo.
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FRANCESCO PUPPI
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ATLETICA GALLARATESE
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GIULIA SOMMI
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I T U N E T N CO NNO NUMERO 18 A
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MILANO ATLETICA
ALESSANDRO ARRIUS
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ALESSANDRO CASTELLI
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3 EDITORIALE
di Gianni Mauri
L'atletica più bella ma...
4 PENSIERI DI CORSA
di Andrea Buongiovanni
Sei personaggi (lombardi) in cerca d’autore
8 L’INTERVISTA
di Marco Marchei
18 A TU PER TU
di Michele Di Cesare
Francesco Puppi Fisico da Trail
Alessandro Castelli
24 DOSSIER di Cristina Speziale
di Barbara Cologni
Vivere l’atletica: i Seniores
38 LE SOCIETÀ
di Luca Persico e Maurizio Scorbati
Atletica Gallaratese Milano Atletica
46 GLI ATLETI di Maurizio Scorbati e Matteo Porro
Giulia Sommi Alessandro Arrius
54 IL DIRIGENTE di Danielle Madam
Monica Signani
56 IL TECNICO di Luca Persico
Franco Cavallini
61 IL MEDICO CONSIGLIA di Barbara Baroni
Mio caro freddo non ti temo
65 QUELLI DELL'ATLETICA...
Franco Bragagna La voce che emoziona
68 BUONO A SAPERSI
di Cesare Rizzi
di Cesare Rizzi e Roberto Goffi
Che la festa abbia inizio
72 I COMITATI PROVINCIALI 73 I SERVIZI DEL COMITATO REGIONALE
DIRETTORE RESPONSABILE Gianni Mauri
[email protected]
REDAZIONE Cesare Rizzi
[email protected] Barbara Cologni
[email protected] REALIZZAZIONE GRAFICA Luca Pranzini COMITATO TECNICO Luca Barzaghi, Andrea Boroni , Bruno Frigeri, Mauro Gerola, Roberto Goffi, Rolando Perri, Sergio Previtali e Marco Riva HANNO COLLABORATO Barbara Baroni, Andrea Benatti, Andrea Boroni, Andrea Buongiovanni, Giorgio Bruno, Federica Curiazzi, Bruno Frigeri, Isabella Gasperini, Lorenzo Grossi, Marco Marchei, Luca Persico, Matteo Porro, Francesco Puppi, Antonella Saiani, Diego Sampaolo, Maurizio Scorbati, Cristina Speziale. COPYRIGHT: FIDAL LOMBARDIA
Roberto Ferrari
58 I GIUDICI di Federica Curiazzi
EDITORE: FIDAL LOMBARDIA Via Giovanni Battista Piranesi, 46, 20137 Milano. Telefono 02744786. www.fidal-lombardia.it Mail:
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COORDINATORE EDITORIALE Michele Di Cesare
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Allenare al femminile
32 SPECIALE
Bimestrale gratuito scaricabile all’indirizzo: http://www.fidal-lombardia.it/
La Fidal Lombardia titolare esclusiva della testata Voglia di atletica e di tutti i diritti di pubblicazione e di diffusione in Italia. L’utilizzo da parte di terzi di testi, fotografie e disegni, anche parziale, è vietato. Informativa e Consenso in materia di trattamento dei dati personali (Codice Privacy d.lgs. 196/03). Nel vigore del D.Lgs 196/03 il Titolare del trattamento dei dati personali, ex art. 28 D.Lgs. 196/03, è Fidal Lombardia, con sede legale in Via Piranesi 46 Milano. La stessa La informa che i suoi dati, eventualmente da lei trasmessi a Fidal saranno raccolti, trattati e conservati nel rispetto del decreto legislativo ora enunciato. La avvisiamo, inoltre, che i suoi dati potranno essere comunicati e/o trattati (sempre nel rispetto della legge) da società e/o persone che prestano servizi in favore di FIDAL Lombardia. In ogni momento lei potrà chiedere la modifica, la correzione e/o la cancellazione dei suoi dati ovvero esercitare tutti i diritti previsti dagli art. 7 e ss. del D.Lgs. 196/03 mediante comunicazione scritta a Fidal Lombardia. La lettura della presente informativa deve intendersi quale presa visione dell’Informativa ex art. 13 D.Lgs. 196/03 e l’invio dei suoi dati personali a Fidal Lombardia varrà quale consenso espresso al trattamento dei dati personali secondo quanto sopra specificato. L’invio di materiale (testi, fotografie, disegni, etc.) a Fidal Lombardia deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione.
Voglia di atletica è registrata presso il Tribunale di Milano il 21/11/2019 con il numero 246. Il provider che ospita il giornale è quello del CONI della Lombardia.
Una semplice guida per i tesserati
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L’INTERVISTA TESTO DI MARCO MARCHEI CREDITS: COLOMBO/FIDAL, GRANA/FIDAL, MARCO GULBERTI, ARCHIVIO FIDAL, ARCHIVIO TROFEO VANONI E WMTRC THAILAND
F rancesco
Puppi FISICO DA TRAIL
ALLA SCOPERTA DEL TRENTUNENNE GUANZATESE, LAUREATO IN FISICA, RECENTE VICECAMPIONE DEL MONDO DI TRAIL CORTO, AI VERTICI DELLA DIFFICILE SPECIALITÀ PRATICATA IN MANIERA PROFESSIONISTICA GRAZIE A UN MUNIFICO SPONSOR E A MOLTEPLICI E BRILLANTI ATTIVITÀ LEGATE ALLA SUA GRANDE PASSIONE PER LA CORSA.
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M
eno di tre mesi fa il comasco
a quelli individuali, tre ori, due argenti e un
Francesco Puppi (31 anni il 26
bronzo di squadra: l’ultimo successo di Naziona-
gennaio) è stato autore di un’im-
le è arrivato proprio a Chiang Mai, nella prova
presa spettacolare salendo per la
di trail corto, grazie al team composto anche da
quarta volta in sette anni sul podio individuale
Andrea Rota, Cristian Minoggio, Mattia Gianola,
dei Campionati mondiali di corsa in montagna
Martin Dematteis e Luca Cagnati.
lunghe distanze. La prima, nel 2015 a Zermatt,
Va detto che il recente campionato iridato
in Svizzera, all’esordio con la maglia azzurra,
disputatosi in Thailandia ha portato un’impor-
era arrivato a un prestigioso bronzo e due anni
tante novità, aggiornando sia la struttura sia la
dopo, a Premana, nel lecchese, aveva trionfato
denominazione della manifestazione, diventata
prendendosi l’oro. Il successo nella massima
World Mountain and Trail Running Champion-
manifestazione iridata gli era invece sfuggito
ships, e in cui per la prima volta il Mondiale di
di misura sia nel 2019 in Argentina, a Villa La
corsa in montagna e di trail è stato organizzato
Angostura, così come a Chiang Mai, in Thailan-
in versione unificata e sotto un’unica egida,
dia, lo scorso novembre appunto, preceduto in
quella di World Athletics (nuova e recente defini-
entrambe le gare da un altro asso della speciali-
zione della International Association of Athletics
tà, lo statunitense Jim Walmsley.
Federations, o IAAF, la federazione mondiale
Il podio iridato della corsa in montagna, in
dell’atletica leggera) e si è articolato su quattro
verità, da quella sua “prima”, Puppi lo ha “sca-
specialità: kilometro verticale, up & down, short
lato” altre sei volte conquistando, in aggiunta
trail e long trail.
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L’INTERVISTA • FRANCESCO PUPPI Francesco Puppi sul podio e all'arrivo dei Mondiali di short trail in Thailandia lo scorso 5 novembre.
«A 13 ANNI ANDAI A GAREGGIARE IN SVIZZERA, VISTO CHE IN ITALIA NON SI POTEVA»
DA RAGAZZINO Tornando a Puppi – il cui valore, non bastasse
Certa irrequietezza gli è sempre rimasta, legata
quanto è stato evidenziato finora, è testimoniato da
anche ai suoi mille interessi. Non fa mistero che
un palmarès che vede anche un bronzo europeo e un
Francesco sia riuscito a coniugare la sua passione per
argento a squadre a Kamnik, in Slovenia, nel 2017, e
lo sport – vari i tentativi in specialità diverse dall’atle-
un oro a squadre a Skopje, in Macedonia, nel 2018,
tica – con quella per attività accessorie come suonare
oltre al trionfo in diverse classiche italiane e inter-
il pianoforte o destreggiarsi con palline e clavette,
nazionali –, sbaglierebbe chi pensasse a Francesco
trampoli e monociclo, per intenderci gli attrezzi
come a un “figlio della montagna”, nato e cresciuto
classici della giocoleria, ma anche e soprattutto con
in un ambiente geograficamente alpino. Guanzate, il
la dedizione allo studio. «In tranquillità – racconta con
suo paese, infatti, non è a ridosso di rilievi importan-
una certa dose di candore –, dopo il liceo scientifico,
ti, ma «su una collina», precisa Puppi, «comunque
ho vissuto per un anno negli Stati Uniti, nell’Indiana,
vicina alle Prealpi Lariane quanto basta per sentirsi
perfezionando l’inglese e ampliando le mie cono-
proiettati verso quell’ambiente con lunghe cammi-
scenze e i miei interessi, sono approdato alla laurea
nate ed escursioni e anche, in verità, con delle corse,
in Fisica. E a chi mi chiede se è stata dura rispondo
visto che da ragazzini ogni tanto il nostro allenatore ci
sempre che effettivamente la difficoltà della mate-
portava a fare qualche allenamento in montagna».
ria è stata un bell’ostacolo, ma anche che il periodo
E quando dice “da ragazzini” Francesco fa riferimento a un suo precoce avviamento all’atletica leggera risalente addirittura agli anni delle Elemen-
universitario è stato fantastico, anche se sul finire ho dovuto registrare una situazione curiosa.» «È successo – continua – che durante il percorso di
tari. Emerge anche che la sua grande passione per la
studi i miei interessi sono parecchio cambiati: quan-
corsa di lunga lena lo portò a correre a 13 anni una
do mi sono iscritto all’università, l’atletica occupava
mezza maratona. «Andai a gareggiare in Svizzera,
un posto importante nella mia vita, ma mai mi sarei
visto che in Italia non si poteva – confessa ridendo –,
aspettato che sul finire sarebbe invece diventato il
ma poi, visto che ero nei delicati anni della crescita
mio focus. Mi sono iscritto a Fisica perché ero interes-
e capito che forse mi ero dedicato troppo presto alle
sato a capire come funziona il mondo e mi sembrava
lunghe distanze, ho cominciato a moderare l’im-
il modo più adatto per scoprirlo, ma tutto pensavo
pegno, anche su sollecito dei miei genitori. Mi ero
meno che sarei arrivato a investire così tanto tempo
fatto un’idea ben chiara, però, di quale fosse la mia
ed energie nella corsa.»
attitudine.»
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ECLETTICITÀ PRECOCE
«MI SONO ISCRITTO A FISICA PERCHÉ ERO INTERESSATO A CAPIRE COME FUNZIONA IL MONDO E MI SEMBRAVA IL MODO PIÙ ADATTO PER SCOPRIRLO, MA TUTTO PENSAVO MENO CHE SAREI ARRIVATO A INVESTIRE COSÌ TANTO TEMPO ED ENERGIE NELLA CORSA.»
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L’INTERVISTA • FRANCESCO PUPPI
Puppi in azione con la maglia dell'Atletica Valle Brembana al Trofeo Vanoni 2020.
IN CATTEDRA Dopo la laurea, e per un paio d’anni, Puppi si è anche dedicato all’insegnamento della matematica e della fisica in due distinti licei. Esperienze che considera altamente importanti, ma che, soprattutto dopo il periodo della didattica a distanza imposta dal Covid, ha preferito accantonare. E comunque, al di là delle sue affermazioni concilianti, per lui non dev’essere stato del tutto agevole dedicarsi contemporaneamente ad attività importanti e coinvolgenti come quelle universitaria e professionale in anni in cui primeggiava a livello internazionale nella corsa off road. Il 2017, l’anno della laurea in Fisica, per esempio, è lo stesso in cui ha vinto il titolo Mondiale a Premana. Ma Francesco è così e, anzi, viene da pensare che riesca ad esaltare di volta in volta le sue qualità proprio quando viene messo alla prova su più fronti. In un’intervista di un paio d’anni fa sulla Gazzet-
Già, ma una volta messo da parte l’insegnamento, con le sue garanzie economiche, quale può essere il destino di uno come Puppi, tesserato per l’Atletica
ta dello Sport Jacopo Vergari lo ha definito “umile,
Valle Brembana e non per un gruppo sportivo militare
curioso ed eclettico”, dipingendone perfettamente
come invece avviene classicamente per un atleta di
un ritratto che ben si riflette anche nell’attività della
vertice? «Le opportunità che la corsa in montagna e
corsa, dove Puppi non si è dedicato esclusivamente
il trail offrono – risponde Francesco con puntualità –,
alla montagna e al trail running, ma ha praticato, e
sono un po’ diverse da quelle proposte dall’atletica
continua a farlo, anche la pista – con probanti primati
classica. Io, per esempio, sono legato da contratto a
di 14’34” sui 5.000 metri e di 29’52” sui 10.000 m –,
uno sponsor (Nike, nda) che mi garantisce un ade-
la strada – con riscontri davvero notevoli sulla mezza
guato sostegno economico in grado di surrogare
maratona e la maratona, rispettivamente di 1:04’41” e
quanto riceverei da uno dei gruppi militari del mondo
2:16’18” – e la corsa campestre – recentissime le sue
dell’atletica e che, va detto, non sono per nulla inte-
partecipazioni ai cross internazionali del Campaccio e
ressati a un’attività come la mia, la nostra. Io sono a
della Cinque Mulini –.
tutti gli effetti, per intenderci, un atleta professionista
«Io sono nato atleticamente in pista, su strada e sui
e credo che per atleti anche giovani possano esserci
prati – precisa Francesco –, e solo successivamente
le mie stesse opportunità. Naturalmente, certo, biso-
mi sono rivolto alla corsa in montagna, quasi una
gna uscire dall’ordine di idee classico, quello dello
logica conseguenza per chi, come me, era già attrat-
stipendio garantito sempre e comunque, per trovare
to dagli ambienti naturali in quota. In questa attività
equilibri diversi in un mondo che comunque è deci-
ho raggiunto risultati anche prestigiosi in specialità
samente ricettivo per gente che voglia condividere la
come il kilometro verticale, ma poi le mie caratteristi-
propria passione e le proprie competenze.»
che di resistenza mi hanno portato verso il trail run-
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PROFESSIONISMO POSSIBILE
«Sempre rifacendomi alla mia esperienza – aggiun-
ning: per ora mi dedico al trail corto, che fa riferimen-
ge Francesco –, nei momenti della giornata in cui non
to a distanze intorno ai 40 chilometri, al contrario del
mi alleno, da buon freelancer mi dedico ad attività
trail ultra che si disputa almeno su distanze doppie e
legate al trail che non solo mi aiutano a occupare
che ho intenzione di mettere nel mirino nel futuro più
il tempo, ma mi garantiscono anche buone entrate
o meno prossimo.»
extra. Non ho da annoiarmi, insomma, e la soddisfa-
Il comasco in azione in maglia azzurra ai Mondiali di corsa in montagna long distance 2019 in Argentina e, in basso, nello short trail iridato 2022 in Thailandia.
«IO SONO NATO ATLETICAMENTE IN PISTA, SU STRADA E SUI PRATI, E SOLO SUCCESSIVAMENTE MI SONO RIVOLTO ALLA CORSA IN MONTAGNA, QUASI UNA LOGICA CONSEGUENZA PER CHI, COME ME, ERA GIÀ ATTRATTO DAGLI AMBIENTI NATURALI IN QUOTA.» zione di essere adeguatamente retribuito si aggiunge a quella di riuscire a conciliare tranquillamente il tutto con i miei allenamenti e le mie gare.» Facile, si dirà, per uno multitasking come lui, che comunque qualche concessione ha dovuto inevitabilmente farla: il pianoforte, per esempio, è rimasto a casa della mamma e Francesco non ha più molte occasioni per suonarlo ora che vive altrove con la fidanzata (Gloria Giudici, altra specialista azzurra della corsa in montagna e del trail), ha accantonato quasi del tutto le clavette, le palline e gli attrezzi della giocoleria alla quale una volta si dedicava molto di più frequentando settimanalmente anche dei circoli, e non è più il divoratore di libri di un tempo. Di certo Puppi dimostra di essere un ottimo stimolo per chi pensa che lo sport di vertice possa essere vissuto in un solo modo e che non ci sia altro modello di professionismo se non con le stellette. Il rischio, nel sommarsi delle sue attività, è di perdere i contatti con le persone vicine. Francesco stesso ammette che talora si scopre poco socievole e che mostrare una maggiore empatia a volte non guasterebbe. «Gli impegni effettivamente qualche condizionamento me lo creano, se non altro perché mi limitano la disponibilità di tempo, ma credo che c’entri un po’ anche il mio carattere. In verità non rifuggo la compagnia, solo che di tanto in tanto, magari anche durante i classici raduni collegiali, sento la necessità di prendermi del tempo per uscirmene a correre… con me stesso.»
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L’INTERVISTA • FRANCESCO PUPPI
GRANDE COMUNICATORE Un’autocritica sicuramente severa, quella di Puppi, che contrasta con la sua assidua presenza sui social,
«NON SONO UN FORZATO DEI FOLLOWER, NON RINCORRO DEI SEMPLICI NUMERI, MA CERCO DI OPERARE CON LA MASSIMA SPONTANEITÀ E NATURALEZZA, CONSAPEVOLE DI AVERE A DISPOSIZIONE UN FORMIDABILE STRUMENTO PER PRODURRE MIEI CONTENUTI E CONDIVIDERLI PERCHÉ SIANO ANCHE FONTE D’ISPIRAZIONE PER ALTRI.»
da Facebook a Twitter (@fra_puppinho) a Instagram (francesco.puppi), con quasi 18.000 follower su quest’ultimo, e con un sito (francescopuppi.it) dal quale comunica con tutto il mondo. «D’altra parte – ammette –, nel 2023 non puoi limitarti a correre, devi necessariamente comunicare, magari prendere posizione su certi temi, contribuire alla discussione su
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E L’ALLENAMENTO? Tutta questa corposa attività accessoria rischia di
tematiche interne al tuo sport, contribuire a fare cre-
far passare in secondo piano l’allenamento quotidia-
scere la community con cui ti rapporti. Non sono un
no, curato tradizionalmente da coach Tito Tiberti, ma
forzato dei follower, non rincorro dei semplici numeri,
nel quale il nostro ha ormai acquisito una discreta
ma cerco di operare con la massima spontaneità e
indipendenza. «In effetti – arriva il chiarimento –,
naturalezza, consapevole di avere a disposizione un
il rapporto allenatore/atleta è cambiato negli anni,
formidabile strumento per produrre miei contenuti e
perché all’inizio della collaborazione io ero molto
condividerli perché siano anche fonte d’ispirazione
acerbo sia come persona sia come atleta e avevo
per altri.»
decisamente bisogno di una guida. Una delle cose
Ora ditemi voi se questa è scarsa socievolezza,
che Tito ha fatto molto bene con me è stata quella di
considerato che quando Francesco dice che non ha
lasciarmi sviluppare un’autonomia che oggi ci porta
da annoiarsi si riferisce al fatto che scrive su diverse
a non doverci contattare quotidianamente per parlare
riviste, si occupa di progetti in collaborazione con la
di allenamento. L’indipendenza, anche tecnica, è stato
federazione mondiale della corsa in montagna, cura
uno dei valori che è riuscito a trasmettermi. L’inevi-
podcast (anche in inglese), è testimonial di gare e
tabile distacco progressivo che ne è scaturito, e che
chi più ne ha più ne metta. Non ultima, per non farsi
indubbiamente percepisco, mi porta a rimpiangere
mancare nulla, è la sua attiva partecipazione, anche
un po’ i vecchi tempi, quando tutto era più spontaneo
come co-founder, della Pro Trail Runners Association
e più facile. È curioso: abbiamo centrato l’obiettivo
(https://trailrunners.run), che vuole riunire, come dice
e il risultato crea qualche nostalgia. Ma è la vita: si
il nome, gli atleti professionisti del trail per fare in
cresce, alcune strade divergono e il rapporto cambia.
modo che abbiano voce in capitolo nelle scelte che
Tito resta comunque una delle persone a cui sono
vengono fatte in quello sport che, nella sua rapida
anche umanamente più legato. Un altro ruolo che
espansione del momento, si trova ad affrontare
ritengo importante nello sviluppo della mia carriera
una serie di nuove problematiche. L’associazione,
è stato rivestito da Paolo Germanetto, il responsabile
di fresca costituzione, ha visto Puppi tra i principali
tecnico della Nazionale di corsa in montagna. È stato
promotori con qualche altro atleta e con quel Kilian
anche grazie al suo interesse e alle opportunità che
Jornet, vera icona del mondo del trail, col quale
mi ha offerto che sono riuscito a diventare quello
interagisce in maniera assidua per la buona riuscita
che sono adesso. Gli sono estremamente grato per
dell’utile iniziativa.
moltissimi motivi.»
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L’INTERVISTA • FRANCESCO PUPPI
VA’ DOVE TI PORTANO I PIEDI Eccolo insomma, “il” Puppi, “fotografato” dal
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Quindi cosa ci sarà nel futuro di Francesco Puppi? «Voglio continuare a fare esperienze e confrontarmi
motto che apre il suo sito: I like to run on any surface
con nuove situazioni, cercando di tenere sempre la
and type of terrain, but my feet insist on taking me to
mente aperta. È indubbio che nel mondo della corsa
the trails. Tradotto: mi piace correre su ogni superficie
sto costruendomi delle opportunità per quando la
o tipo di terreno, ma i miei piedi continuano a portarmi
mia carriera di atleta d’alto livello sarà finita. Poi, a
sui percorsi trail. «È il motto che più mi rappresenta –
ben guardare, c’è la Fisica lì in un cassetto, che va co-
dice – perché ho praticato tutte le specialità e le distan-
munque tenuta in conto perché può sempre rivelarsi
ze dell’atletica come credo poche altre persone, però
una risorsa. Ma perché guardare così lontano? Il trail
quella in cui mi ritrovo di più è indubbiamente il trail.»
ha davvero ancora tanto da propormi.»
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A TU PER TU TESTO DI MICHELE DI CESARE
ALESSANDRO
CASTELLI
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Con il presidente del CUS Pro Patria analizziamo la situazione dell’atletica e delle società concentrandoci sulla figura del dirigente e della sua formazione nella realtà attuale.
«
Aver vinto i due titoli
nostro futuro, perché altrimenti li
assoluti nelle 4x400
perdiamo, ma questo fa parte del
m rappresenta una
gioco.»
gioia indimenticabile,
fortunatamente, invece i
Il mondo dello sport dovrebbe ten-
dispiaceri che derivano dalle
dere a professionalizzarsi o è im-
responsabilità dirigenziali si
possibile?
tende a dimenticarli.» Ecco
«Questo è un tema serio.
la sintesi dell’approccio che
Condivido che si debba cambiare
contraddistingue l’operato di
la mentalità, ma di pari passo de-
Alessandro Castelli in ambito
vono variare anche i numeri. So di
dirigenziale. Con lui gettiamo lo
toccare un tema impopolare, ma è
sguardo sull’attuale situazione
certo che finché proponiamo l’at-
del nostro mondo, provando
letica in modo praticamente gratu-
a guardare oltre e analizzando
ito, o quasi, non c’è spazio per una
i temi della sostenibilità
professionalizzazione delle figure
economica, del ricambio
che vi operano. Restando nell’am-
generazione di tecnici e dirigenti,
bito del mondo CUS, il confronto
con l’attenzione costantemente
con il rugby offre uno spaccato su
puntata sulla capacità di
un mondo completamente diverso
confrontarsi efficacemente con le
con una mentalità più aziendale.
esigenze degli atleti.
I loro corsi di avviamento, infatti, sono a pagamento, con tariffe
Come inquadra questo momento
molto remunerative per il club, e
dell’atletica dal suo punto di vista,
conseguentemente i loro bilanci
considerando le difficoltà in ter-
sono ben diversi da quelli di una
mini di ricambio generazionale in
società di atletica. Il tema quindi
diversi settori?
va posto, pur senza escludere che
«Il tema è di assoluta attualità.
l’atletica sia anche un momento
Noi, come CUS, dovremmo essere
sociale. Quindi di fronte a situazio-
avvantaggiati poiché i nostri atleti
ni particolari puoi offrire un’iscri-
sono studenti universitari che si
zione gratuita, ma questo non
laureano, hanno fatto sport, ma
può più essere la regola. Il tutto
le difficoltà nell’accesso al mondo
senza dimenticare che le società
del lavoro lasciano sempre meno
sportive non sono tutte uguali,
spazio al volontariato in ambito
poiché passiamo da sodalizi ad
sportivo. In ogni caso è neces-
andamento familiare che fanno i
sario scommettere sui giovani,
bilanci con le quote di avviamen-
farli appassionare e accogliere le
to alle grandi società che fanno
loro idee, con le quali tracciano il
un’attività di puro volontariato e
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A TU PER TU • ALESSANDRO CASTELLI
«In particolare, i risultati ottenuti a Tokyo rappresentano un sogno a cui solo sei mesi prima sarebbe stato difficile credere. Credo, invece, che sarebbe utile una riflessione sul fatto che il modello dominante dei club militari sia giusto.»
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investono i loro fondi per sostene-
TRA SOGNO E REALTÀ
re l’attività agonistica. Tanto più
Come inquadra l’attuale momento
quest’anno, a fronte delle trasferte
dell’atletica?
che prevede il nuovo calendario
«Dal punto di vista tecnico e
varato da Fidal nazionale, dove le
dei risultati è certamente positivo,
prime stime – come CUS – porta-
grazie al lavoro svolto in molti
no a una previsione di spesa, solo
anni dalle società e alla sintesi
per le principali trasferte della
successiva da parte della Fede-
prossima stagione, di oltre 40.000
razione. In particolare, i risultati
euro, che rappresentano un onere
ottenuti a Tokyo rappresentano un
micidiale.»
sogno a cui solo sei mesi prima sarebbe stato difficile credere.
Come impatta sul mondo delle so-
Credo, invece, che sarebbe utile
cietà la riforma in atto?
una riflessione sul fatto che il mo-
«I mesi che mancano all’av-
dello dominante dei club militari
vio della riforma permetteranno
sia giusto. Personalmente lo ri-
di studiarla meglio e capirne
tengo ingiusto eticamente e senza
le conseguenze sotto il profilo
prospettiva, perché se il bilancio
fiscale. L’assunto da cui si parte
dello stato imponesse un ridimen-
lo condivido, è chiaro che ci siano
sionamento degli investimenti
degli operatori professionali
cosa succederebbe? Salta tutto
dello sport che vanno inquadrati
il meccanismo? Sarebbe quindi
in modo più preciso. Quello che
provvidenziale creare per tempo
non capisco è perché non si tenga
dei percorsi alternativi. Oltre a
conto del bilancio societario. Chi
questo sarebbe opportuno fare
presenta un bilancio di poche
un po’ di conti a tavolino, perché
decine di migliaia di euro si trova
ritengo che allo stato attuale l’atle-
di fronte a obblighi complessi
tica italiana – considerando anche
e penalizzanti dal punto di vista
le spese dei club militari – investa
economico. Quindi penso che si
un bel po’ di soldi. E chi risponde
potrebbe intervenire con un po’
dei risultati ottenuti? I club militari
di buon senso. Nel nostro caso,
dovrebbero puntare sui veri talenti
come CUS, è chiaro che abbiamo
con la Fidal a fare da filtro indican-
bilanci più importanti e addetti
do i giovani più importanti. Senza
che si dedicano appositamente
trascurare lo sport universitario
all’amministrazione oltre a consu-
– e qui sono ovviamente parte
lenti fiscali, però è chiaro che non
in causa – tenendo presente una
rispecchiamo la condizione delle
realtà come FederCusi – la nuova
piccole e medie società sportive.
federazione dedicata agli sport
Per una ASD nata da dirigenti vo-
universitari – che può rappresen-
lontari trovarsi di fronte a norme
tare un’alternativa all’opzione
che hanno un impatto rilevante è
unica dei club militari. Va inoltre
una bella preoccupazione.»
sottolineato che il doppio tessera-
«In prospettiva, FederCusi ha l’ambizione di porsi come interlocutore primario anche per gli sport scolastici, in ogni ordine e grado, partendo dal supporto della realtà impiantistica e dell’avviamento allo sport. »
mento legato al modello militare
to della realtà impiantistica e
vale forse per una gara all’anno…
dell’avviamento allo sport. Certo,
perché non fare invece come nel
tenendo conto della peculiarità
nuoto dove la realtà societaria di
della nostra realtà associativa che
origine e quella militare appaiono
costituisce un modello unico e
entrambe, sempre e in tutte le
peculiare, ben distinto da realtà
competizioni.»
come quella anglosassone dove lo sport si pratica a scuola.»
Come realtà federale che tipo di approccio volete avere con il mon-
Oggi qual è la maggiore problema-
do della scuola, tenendo conto del
tica nella gestione di una società,
fatto che limitarsi a considerare
partendo ovviamente dai bilanci e
solo gli atleti universitari significa
dai rincari dell’energia?
spesso arrivare dopo il drop out o
«In termini di costi, viviamo i
confrontarsi con atleti già formati
rincari dell’energia con grande
e avviati verso la loro carriera?
preoccupazione, anche perché
«Noi, a Milano, abbiamo
se restassero costanti comporte-
sempre vissuto il rapporto con
rebbero aumenti del trecento per
il provveditorato come un’alle-
cento relativamente ai costi di
anza, e viceversa; anche in virtù
accesso ai campi, altrimenti sa-
dei diversi impianti sportivi che
rebbero insostenibili. E sto par-
gestiamo. In prospettiva, Feder-
lando semplicemente di tenere i
Cusi ha l’ambizione di porsi come
conti in ordine, perché la nostra
interlocutore primario anche per
realtà non produce utili. Oggi
gli sport scolastici, in ogni ordine
siamo intervenuti limitando il nu-
e grado, partendo dal suppor-
mero di spogliatoi, abbassando
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A TU PER TU • ALESSANDRO CASTELLI
i termostati e, infine, cercando di ridiscutere, delegati da Fidal, il contratto con A2A, scontrandomi però con continui rinvii e l’impossibilità di individuare un interlocutore. Poi non dobbiamo trascurare il tema delle risorse umane partendo dai tecnici, dai dirigenti, dai giudici… per i quali il ricambio generazionale non è così scontato, anche per ragioni economiche come abbiamo detto prima. E tutto questo investe ovviamente anche il tema del reclutamento degli atleti e della ricerca dei talenti. È necessario pensare al futuro, con ottimismo, ma consci della realtà e delle difficoltà da affrontare.»
DIRIGENTI OGGI Cosa significa oggi fare il dirigente e come si formano quelli del domani? «È corretto dire che ci vogliono entusiasmo e passione, ma oggi occorre anche essere un po’ incoscienti. Basta infatti considerare le responsabilità da assumere per pensare di lasciar perdere. Di conseguenza, è indispensabile formare la squadra giusta perché fare tutto da soli oggi è quanto
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«Personalmente posso dire che dopo una carriera da ingegnere, dedicata principalmente a compiti di gestione, l’esperienza nello sport mi ha aiutato a migliorare il rapporto con le risorse umane.»
di gestione, l’esperienza nello sport mi ha aiutato a migliorare il rapporto con le risorse umane così come la gestione dei bilanci che, ai miei tempi, era affrontata marginalmente nella facoltà di ingegneria.» Che ruolo ha oggi lo sport nel mondo universitario? «È cambiato molto e in positivo. Quando io ero studente il ruolo, in pratica, non esisteva. Il CUS faceva la selezione per i CNU (campionati nazionali universitari) e poi finiva lì. Al limite, se avessi trovato un professore
meno sconsigliabile. Un tema da
sensibile, avrebbe tenuto conto
non sottovalutare è sicuramen-
delle date di quest’ultimi e avreb-
te la gestione psicologica dei
be spostato la data dell’esame,
giovani talenti, perché se sbagli
mentre altri non ne volevano
l’approccio rischi di perderli.
sapere. Oggi tutti gli atenei han-
Personalmente posso dire che
no un ufficio dedicato allo sport,
dopo una carriera da ingegnere,
programmi di dual career e so-
dedicata principalmente a compiti
stengono lo sviluppo dell’attività
sportiva in termini ludici. Poi le singole sezioni possono coltivare
Alessandro Castelli nel proprio intervento e durante una premiazione a "Il volo dei Talenti" 2022, organizzato dal CUS Milano.
l’ambizione di portare le nostre realtà fino ai massimi livelli. È chiaro che non rispecchiamo il modello anglosassone dove gli atenei corteggiano i talenti con
Quali servizi occorre offrire agli
e, soprattutto, allo studente di
delle borse di studio, ma avere
atleti oltre all’accesso alle strut-
poter studiare nel modo miglio-
dei delegati che si occupano
ture e all’allenamento (dual care-
re. Racconto spesso quanto è
costantemente significa che in
er…)?
capitato anni or sono alle Univer-
università lo sport ha un ruolo at-
«In primo luogo, il nostro
siadi dove alcuni atleti americani
tivo e, fortunatamente, ci investe.
compito consiste nell’equilibrare
si collegavano con il loro ate-
A Milano il Politecnico ha ristrut-
la carriera universitaria e la vita
neo per sostenere degli esami.
turato il Giuriati, la Bicocca ha
sportiva, senza far prevalere la
In ogni caso, è importante far
rifatto il centro della Pro Patria,
seconda a discapito della prima.
capire agli studenti che la loro
oggi Bicocca Stadium, la Statale
Per fare questo, è fondamentale
esperienza sportiva costituisce
si sta occupando del Saini, la
la figura dei tutor, che in Cattoli-
un elemento che devono inse-
Bocconi ha creato ex novo un
ca e in Bicocca hanno un rap-
rire nel curriculum perché alle
fantastico centro sportivo al co-
porto di 1 per ogni 10 studenti e
aziende interessa moltissimo. Il
perto, la Cattolica ha da sempre
quindi sono in grado di seguirli
fatto di aver compiuto dei sacri-
l’impianto del Fenaroli con tanto
e assisterli efficacemente. Il loro
fici e aver raggiunto dei risultati,
di pista d’atletica senza dimen-
compito consiste nell’agevolarli
a qualunque livello, è percepito
ticare la sala fitness dello IULM,
per rendere compatibili orari,
come un valore aggiunto e una
assolutamente ragguardevole,
presenze e tutto quanto consente
capacità di organizzarsi e gestirsi
che gestiamo noi del CUS.»
all’atleta di allenarsi al meglio
efficacemente.»
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DOSSIER TESTO DI CRISTINA SPEZIALE CREDITS: ARCHIVIO FIDAL LOMBARDIA, DAVIDE VANINETTI/FIDAL LOMBARDIA
TROVA LA D
“IO AL L EN O, T U A L L E N I : S E C I S AI F AR E , NO N C ’
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IFFERENZA?
È NESSUNA DI F F E REN ZA TR A U O MIN I E D O N NE”
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DOSSIER • TROVA LA DIFFERENZA?
L
a storia delle Olimpiadi antiche ci offre il punto di partenza per questo “Speciale”. Berenice, che visse nel IV secolo a.C., conosciuta anche come Callipatera, fu un’atleta di Rodi a cui,
in quanto donna, era proibito partecipare ai Giochi Olimpici. Essendo poi sposata non poteva neppure assistervi. Sfidando queste leggi e rischiando la pena di morte, alla scomparsa del marito, che allenava i figli nel pugilato, si travestì da uomo e allenò suo figlio, Peisirodo, portandolo fino alla vittoria. Secoli fa, potremmo dire un altro mondo, in cui le donne non avevano diritti e le loro vite erano sotto il controllo degli uomini. Ma facciamo un salto nel presente e chiediamoci cosa significa essere allenatrice nel XXI secolo, soprattutto nel mondo dell’atletica leggera.
TEMPI MODERNI? Nella vicina Svizzera il rapporto degli allenatori (93%) rispetto alle allenatrici (7%) in seno allo Swiss Olympic Team «Tokyo 2020» è di 70 a 5. Cifre che mostrano in maniera inconfutabile che nello sport di punta vi è una carenza di allenatrici. Tuttavia, se diamo un’occhiata al primo livello di formazione, il quadro che emerge è ben diverso: circa la metà (48%) di tutti i partecipanti ai corsi Monitori G+S sono donne. Allenatrici di alto livello: quante ne conoscete? Del 2014 è la notizia che la portoghese Helena Costa è la prima donna a fare la coach di una squadra maschile del campionato francese di calcio (sostituita dopo qualche anno da un’altra donna, Corinne Diacre), mentre Helen Nkwocha è stata la prima allenatrice di una squadra maschile di football di alto livello in Europa. Nei tuffi Jane Figuereido è la guida dell’iridato dalla piattaforma Tom Daley, l’ex tennista francese Amélie Mauresmo
una squadra di serie A maschile, ma se guardiamo il
è diventata il primo tecnico donna di un top ten del
mondo della pallavolo, notoriamente considerato uno
ranking Atp, mentre Patrizia Panico ha abbattuto il
“sport da femmine”, questo vale fino a che non devi
muro in Italia, essendo la prima donna a sedere su una
allenare. In Italia ci sono 26.674 allenatori di pallavo-
panchina di una nazionale maschile di calcio guidando
lo: 16.537 sono uomini e 10.137 donne. Non è parità
l’Under 16. Sempre in casa nostra, Emanuela Maccara-
aritmetica, ma ci va abbastanza vicino. Eppure, nelle
ni è l’allenatrice più vincente e titolata della ginnastica
squadre di vertice (A1 e A2, sia maschile sia femminile)
azzurra e Milena Bertolini, commissario tecnico della
non ci sono allenatrici donne. Tant’è che Alessandra
nazionale femminile italiana di calcio, è una delle tre
Campedelli è dovuta andare in Iran per guidare la Na-
allenatrici italiane a possedere il titolo per allenare
zionale femminile.
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GRAZIA MARIA VANNI Attuale vicepresidente della FIDAL e presidente del Social Responsability Athletics Team Presidente FIDAL Lombardia nel quadriennio 2012-2016 Fiduciario tecnico FIDAL Lombardia per 12 anni Diploma di laurea ISEF Laurea in Scienze motorie presso Università degli Studi di Milano Diploma di Allenatore Specialista Nazionale FIDAL velocità ostacoli Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano alla Facoltà di Scienze Motorie Atleta fino al 1983, da 40 anni allenatrice della Pro Sesto (tra i tanti ha allenato Simone Collio, argento continentale con record italiano nella 4x100 a Barcellona 2010)
E A CASA NOSTRA? Nel mondo dell’atletica leggera, la situazione qual è? La fotografia che otteniamo dallo studio di Tiberti e Latini (vedasi box per dettagli) è confermata dalla voce autorevole di Grazia Maria Vanni (già intervistata su Voglia di Atletica n. 7 Clicca QUI) che non solo è allenatore specialista, ma ha guidato la FIDAL Lombardia e la sua struttura tecnica, nel complesso, per 16 anni: «Quando ho frequentato il corso per tecnico specialista nel 1991 eravamo in pochissime, debbo dire che le donne tecnico nel settore giovanile sono molte, ma quando si sale di categoria diminuiscono drasticamente. Sono sempre stata circondata da uomini che mi rispettavano, ma che mi hanno sempre guardato come una mosca bianca. In campo Nazionale ce ne sono tante molto in gamba che allenano o hanno allenato campioni, però devo dire che hanno
con decisione, senza avere timore di nulla».
una vita un po’ più difficile rispetto ai colleghi uomini.
Situazione forse diversa all’interno della struttura
Devono sapersi imporre con una forte personalità per
tecnica della FIDAL Lombardia: «Quando sono diventa-
essere accettate pariteticamente. Quando ho iniziato
ta FTR della Lombardia in Italia c’erano quattro regioni
io, la maggior parte dei tecnici erano insegnanti di
al femminile: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e
educazione fisica, quindi professionalmente come me,
Abruzzo. Adesso neanche una. In tale ruolo, per me, è
e non ho vissuto questa gran differenza. Gli allenatori
stato sempre molto facile dialogare. Ho apprezzato le
considerati “bravi” però, a parte qualche eccezione,
competenze del mio staff e le scelte erano puntualmen-
erano uomini. Penso che per le donne sia molto im-
te condivise. Non ci sono mai stati grandi attriti e tanto
portante sfoderare gli artigli e conquistarsi uno spazio
meno a causa della differenza di sesso».
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DOSSIER • TROVA LA DIFFERENZA?
MARIA RIGHETTI Laureata in sciente motorie con Magistrale in Scienza dello sport Insegnante di educazione fisica Responsabile del settore mezzofondo giovanile per FIDAL Lombardia Allenatrice di secondo livello dell’Atletica Lecco Campionessa italiana di corsa in montagna categoria promesse (2008) Da allenatrice ha ottenuto 6 titoli italiani
IERI E OGGI Maria Righetti, che guida il settore del mezzofondo giovanile per la FIDAL Lombardia, ci conferma che oggi il clima e l’ambiente sono gli stessi: «Effettivamente le allenatrici sono poche, ma nei raduni con gli altri tecnici lombardi non percepisco un atteggiamento diverso perché sono donna, i colleghi mi ascoltano e ci confrontiamo in modo paritetico, siamo un gruppo unito che ha voglia di crescere. Per la mia esperienza in questo ambito non ci sono diversità tra uomini e donne, forse noi abbiamo meno tempo perché ci dedichiamo di più alla famiglia. Tra l’altro avere figure femminili nella struttura è molto utile soprattutto nella gestione delle trasferte per interagire meglio con le atlete». Ma ci sono differenze nell’allenare uomini o donne? «Dal punto di vista tecnico no, perché gli atleti hanno le stesse paure e le stesse sicurezze da acquisire, ma i caratteri e gli approcci personali sono completamente diversi – la risposta di Vanni. L’esperienza acquisita mi aiuta a valutare meglio questi aspetti. Secondo me la caratteristica principale che deve avere un tecnico, maschio o femmina che sia, è saper trasmettere passione e sicurezza in quello che fanno gli atleti». Non si
COSA DICONO LE STATISTICHE? In Lombardia ci sono 1.621 tecnici (dato aggiornato
discosta molto il parere di Righetti che allena il gruppo
a novembre 2022, considerando tutti i livelli) di cui
del mezzofondo dell’Atletica Lecco con atleti dai 12 ai
1.126 uomini e 495 donne. La percentuale di allenatrici
20 anni: «Dalla mia esperienza posso dire che con le
è il 30,54%, non male. Se andiamo però a guardare la
ragazze bisogna fare più attenzione nella gestione dei
struttura tecnica di FIDAL Lombardia, composta da 22
rapporti e nella comunicazione, a volte bisogna essere
tecnici (fonte Organigramma sul sito www.fidal-lom-
anche un po’ psicologhe, aiutarle ad aprirsi nel dialogo
bardia.it), le donne sono 3, pari al 13,6%. Peggiore la
e accompagnarle nella crescita».
situazione a livello nazionale (fonte Modello tecnico
Ma un allenatore donna in cosa si distingue dai col-
2023 sul sito www.fidal.it), dove tra i 40 tecnici dei set-
leghi uomini? «Empatia è la prima parola che mi viene
tori velocità, ostacoli, marcia, salti, endurance, lanci e
in mente – è la risposta di Vanni. Secondo me una
prove multiple troviamo solo 3 donne (pari al 7,5%).
donna può essere più equilibrata nei rapporti umani.
Nello studio realizzato da Tito Tiberti e Arianna Latini
Personalmente forse il fatto di avere una famiglia che
(per gentile concessione) nell’ambito del progetto
mi ha sempre sostenuto nelle mie scelte, mi ha dato la
“Non-stadia event role modelling through a gender
sicurezza in quello che faccio che cerco di trasmettere.
balanced approach” cofinanziato dal Member Federa-
Questa forse è una qualità più femminile. Il problema
tion Extraordinary Development Project Grant 2021-
è che quando sei giovane sei meno credibile degli
2022 in collaborazione con FIDAL e European Athletics
uomini (parlo sempre del settore assoluto), mentre
vediamo che la percentuale di allenatrici diminuisce
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invecchiando l’esperienza forse ti dà ragione. Anche io,
voglia di fare gruppo e stare insieme; quindi, la caratte-
come tecnico, ho avuto le mie delusioni che mi sono
ristica di coach Maria è quella di organizzare momenti
servite per crescere emotivamente. In questo caso
di condivisione per confrontarsi e crescere insieme,
maschi o femmine sono uguali».
dentro e fuori il campo, facendo diventare uno sport
Per Righetti invece la sua marcia in più è l’allegria, la
individuale come l’atletica uno di squadra.
all’aumentare del livello di formazione (dati aggiornati a dicembre 2020): dal 32,3% al primo livello al 10,6% a livelli superiori (immagine 1). L’intervento di Arianna Latini al Convegno “Parità e tematiche di genere sul campo di atletica: problemi e opportunità” organizzato il 5 gennaio 2022 a San Giorgio su Legnano in occasione del 65° Campaccio conferma la tendenza: vediamo infatti che solo il 3% di tecnici donna è allenatore specialista, contro il 10% degli uomini, mentre con la qualifica di istruttore troviamo l’84% delle donne e il 69% degli uomini (immagine 2). E nella vicina Svizzera? La situazione è simile: più ci si avvicina allo sport di alto livello, più bassa è la percentuale di donne (fonte: Allenatrici nello sport di punta – promuovere, incentivare e dirigere www.mobilesport.ch).
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DOSSIER • TROVA LA DIFFERENZA?
FACCIAMO IL PUNTO Nel mondo dei tecnici di atletica, almeno per quanto riguarda la Lombardia, non è necessario parlare di gender equity o quote rosa. Tra allenatori e allenatrici non ci sono differenze, non c’è una serie A e una serie B, la differenza la fanno le competenze e la capacità, non il sesso. «In questo, uomini o donne sono uguali – la conclusione di Vanni – e penso che a volte possa sembrare più facile per gli uomini perché viviamo in una società fondamentalmente maschilista, ma le cose stanno cambiando. Adesso siamo noi donne che dobbiamo conquistarci gli spazi. Non mi piace la definizione di “quote rosa”, non l’ho mai sopportata. Parlo ovviamente in ambito sportivo e del mondo dell’atletica leggera, ma anche in altri sport e ambiti lavorativi ci stiamo avvicinando. Io mi sono vista sempre solo come tecnico e non mi sono mai sentita diversa in quanto donna. Ho sempre cercato di mantenere la mia femminilità perché ritengo sia molto importante rimanere come sei, anche in un mondo di uomini come quello dello sport. Competenza e carattere sono le mosse vincenti. Nel mio girovagare con le Nazionali Giovanili nel mondo, mi sono accorta che siamo noi italiani ad avere spesso pregiudizi con le donne. All’estero si vedono spesso donne in ruoli apicali nello sport, e non solo, sia dirigenziale sia tecnico, senza problemi di sorta». E Righetti, che di Vanni è stata allieva al corso di scienze motorie, conferma al 100%: «Se ci sai fare non c’è nessuna differenza, dobbiamo solo dimostrare di saperci fare».
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IL PROGETTO GENDER EQUITY
Carlo Cantales e Oscar Campari, e da Roberta Russo, Arianna Latini e Tito Tiberti, referenti del progetto per la parte amministrativa/opera-
Fare dell’atletica un esempio virtuoso di inclusione e promuo-
corsa su strada). La parità di genere alla base del
tiva. Gli eventi coinvolti in “Non
vere in maniera capillare la parità
progetto è da intendersi nel senso
stadia event role modelling throu-
di genere. È questo il messaggio
più ampio: non è esclusivamen-
gh a gender balanced approach”
di cui la FIDAL si fa portavoce e
te una questione numerica, da
possono diventare l’occasione per
artefice, nell’ambito dell’Extraor-
affrontare attraverso una maggiore
promuovere una presenza equili-
dinary Development Project Fund
inclusione femminile, ma è anche
brata nell’ambito del comitato or-
lanciato dalla European Athletics:
legata alla rappresentazione e alla
ganizzatore e dei suoi ruoli chiave,
la “gender equity” non è soltan-
valorizzazione delle donne. L’obiet-
per garantire la presenza di testi-
to l’obiettivo da raggiungere sul
tivo non consiste nel proporre un
monial sia femminili sia maschili,
lungo termine ma l’idea cardine del
format standardizzato da replicare
per una parità nei montepremi e,
progetto stesso, un valore fondante
in ogni manifestazione, bensì nel
non ultimo, anche per incentivare
che, nel concreto, si è realizzato
coadiuvare i comitati organizzatori
l’attenzione alla questione di ge-
nel corso di una serie di eventi
locali nello sviluppo di un piano
nere attraverso conferenze su temi
non-stadia, tra corsa su strada,
che meglio si adegui al proprio
specifici (come leadership femmi-
marcia, cross e montagna (nel
evento e al contesto locale.
nile, linguaggio inclusivo, visibilità
2022 gli eventi scelti per realizzare
Il Social Responsability Athletics
femminile, stereotipi a danno di
iniziative in questo senso sono stati
Team, il gruppo di lavoro alla guida
entrambi i generi), coinvolgendo
il Campaccio e la Cinque Mulini per
del progetto, è costituito da cinque
associazioni no-profit in prima
il cross, il Trofeo Ciolo per la corsa
consiglieri federali: Grazia Vanni e
linea sull’argomento e valorizzando
in montagna, i Campionati italiani
Domenico Di Molfetta, rispettiva-
realtà locali già attive sul territorio
20km di Alberobello per la marcia
mente presidente e vicepresidente
che possano offrire esempi concreti
e la mezza maratona di Forlì per la
del gruppo, Margherita Magnani,
di inclusione e parità.
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SPECIALE TESTO DI BARBARA COLOGNI CREDITS: PEXELS
VIVERE L’ATLETICA
I SENI ORES TERZA TAPPA NEL PIANETA DI CHI L’ATLETICA LA PRATICA NON DA PROFESSIONISTA. AL CENTRO, QUESTA VOLTA, C’È LO STATO FISICO DELL’ATLETA: COSA SI PUÒ FARE PER ARGINARE GLI EFFETTI DEGLI ANNI CHE PASSANO? LO ABBIAMO CHIESTO A RODOLFO TAVANA, SPECIALISTA IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA E IN MEDICINA DELLO SPORT
| 32 |
«
Ci sono traguardi che valgono più di altri e il poter invecchiare è uno di questi. Certo poi a quei traguardi devi arrivarci, via via, nel miglior modo possibile. E per
farlo non basta correre.» Rodolfo Tavana, specialista in ortopedia e traumatologia e in medicina dello sport, non ricorre certo a giochi di parole per indorarci la pillola. Il nostro fisico è una macchina e come tutte le macchine ha bisogno di manutenzione. «Più candeline spegniamo, più la corsa deve diventare “mezzo” per la salute e per la longevità. Dobbiamo cercare, anche attraverso la corsa, di stare bene. E perché questo succeda è necessario prendere alcune precauzioni.»
| 33 |
SPECIALE • VIVERE L’ATLETICA: I SENIORES
Ha parlato di salute e longevità. E la performance? «Per chi fa sport, e quindi anche per chi corre, la prestazione è fondamentale. Lo sappiamo tutti, però, che i riscontri cronometrici raggiunti a vent’anni non potranno sicuramente essere bissati, men che meno migliorati, a 30, 40, 50 e oltre. Una volta Kenneth Cooper, sì proprio il medico a cui dobbiamo l’omonimo test, mi disse che le gare si vincono e i record si stabiliscono quando si è giovani. Quando si è più maturi bisogna cambiare obiettivo e far diventare lo sport indispensabile alleato per vivere più a lungo. Quindi, ben vengano i personal best ma la priorità deve essere stare bene.»
I NOSTRI PRIMI 40 ANNI «Fino ai 40 anni il focus deve essere quello di costruire il proprio corpo sull’allenamento specifico, e non si incontrano, di regola,
«Certo, deve
do entriamo negli “anta”?
problemi particolari.
essere una ginnasti-
Anche in questo caso
ca preventiva, che
dopo i 40 anni è più facile trova-
però, che si faccia
non va svolta con lo
re persone che corrono la mezza
velocità o resistenza, è
scopo di migliorare
maratona o le cosiddette “tapascia-
bene cominciare a cre-
le proprie perfor-
te” della domenica che i 100 o 200
are quelle premesse
mance e vincere la
metri, quindi dediti più alla resisten-
che ci permetteranno
gara delle gare, ma
za che alla velocità. Detto questo,
poi di vivere al meglio
per gettare le basi
dobbiamo tenere presente una cosa
necessarie per conti-
fondamentale: la resistenza negli
nuare a fare atletica
anni cala, perché si riduce il poten-
le altre età. La nostra
Rodolfo Tavana
soluzione è formata da due parole: core stability.»
il più a lungo possibile facendosi
ziale di potenza aerobica. La nostra
male il meno possibile.»
potenza massima, infatti, è legata
Quindi, anche prima dei 40 anni, spazio alla ginnastica?
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«Facciamo prima una premessa:
all’ossigeno che possiamo utilizzare Cosa succede al nostro corpo quan-
ed è naturale che il cuore, andando
SPECIALE • VIVERE L’ATLETICA: I SENIORES
avanti negli anni, abbassi la sua fre-
quello completo che dopo una certa
zione della regina del giallo Agatha
quenza cardiaca massima. Quando
età può anche danneggiarci. Tutto
Christie fa al caso nostro, quando la
hai 20 anni puoi “contare” sui 200
ciò però va fatto tenendo ben pre-
chiacchierata con il dottor Tavana
di frequenza cardiaca massima,
sente il nostro obiettivo, che rimane
si sposta sugli over 50: «Quando
quando ne hai 60 su 160. E questo
correre. Quindi, se sono un veloci-
la prima cifra della nostra età si
è solo uno degli aspetti da tenere in
sta, opterò per carichi muscolari un
trasforma in un 5, poi in un 6 e così
considerazione.»
poco più elevati, se invece sono un
via, diventa fondamentale rispon-
mezzofondista o fondista predili-
dere a una domanda: continua a
A cos’altro è necessario prestare at-
gerò lavori di forza-resistenza, che
piacerci correre? Ci diverte? Se la
tenzione?
in pratica significa svolgere tante
risposta è affermativa, non ci resta
ripetizioni con un carico leggero.»
che dare al nostro impegno sporti-
«Oltre alla resistenza, dopo i 30 anni si riduce soprattutto la forza.
vo la priorità. Per fare questo, però,
Si registra infatti il decadimento
dobbiamo cambiare il nostro punto
muscolare, che è legato a una serie
di vista: smettiamo di dare l’esclu-
di fattori ormonali e fisici.»
siva alla corsa, alternandola con
Qual è quindi la soluzione?
DOPO I 50…
«Come già anticipato, è racchiusa in due parole: core stability. Dedichiamo almeno un giorno o due alla settimana alla palestra, lavorando o semplicemente con i bilancieri o in modo più articolato con le macchine da fitness o ancora utilizzando entrambi. Qualche
altre discipline sportive». Un punto di vista che il medico dello sport avvalora raccontandoci anche tre
TRE INDIZI FANNO UNA PROVA “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno
esperienze di vita. Meglio, dandoci i tre indizi… che fanno una prova.
PRIMO INDIZIO: KENNETH COOPER «Andai a trovare Kenneth Cooper
esempio? Svolgiamo delle
una prova.”
– sì, ancora lui – a Dallas, era il
accosciate con il bilanciere
La convin-
lontano 1986. Volevo parlare con
in mano, facciamo esercizi di
lui di medicina dello sport, di corsa.
semi-squat, lasciando perdere
Mi disse che l’avrebbe fatto con piacere ma che non avrebbe avuto molto tempo. Mi prospettò un’unica soluzione: correre insieme nella pausa pranzo. Accettai e lo facemmo lungo un percorso esterno al parco dell’Aerobic Center, il centro in cui lavorava. Durante quella chiacchierata, tra le tante cose, mi disse che un buon mezzo per tenersi in condizione e quindi conseguire poi vantaggi sulla performance specifica, evitando inoltre di farsi male, è l’al-
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SPECIALE • VIVERE L’ATLETICA: I SENIORES
ternare discipline sportive che siano abbastanza legate a quella che è la nostra aspirazione, quindi correre. In
TERZO INDIZIO: TAVANA L’ATLETA
do bene, il mercoledì, non avendo voglia di allenarmi, andai in piscina con dei miei amici. Ne approfittai
altre parole, mi suggerì quello che
«La terza esperienza che voglio
anche per nuotare: feci 100 vasche
noi oggi chiamiamo cross training,
raccontare è personale e dobbiamo
da 25 metri, alternando anche degli
rivelandomi che l’aveva provato
fare un ulteriore passo temporale
sprint sui 25 metri, niente di parti-
direttamente sulla sua persona.»
indietro. All’inizio degli anni 70
colare. In altre parole, mi divertii in
correvo gli 800 in 2’00”, 2’01” e
acqua. Il giovedì, come da program-
2’02”; non riuscivo ad andare sotto i
ma, corsi 3 volte i 600 metri facendo
due minuti. Era estate e, mi ricor-
fatica ad andare sotto l’1’40” e la
SECONDO INDIZIO: ALBERTO SALAZAR «Nel 1985 ebbi la fortuna di chiacchierare con Alberto Salazar, uno dei più forti maratoneti al mondo. Tra le sue imprese, spiccano sicuramente le tre vittorie consecutive alla maratona di New York. Mi confessò che nel 1981 soffrì di una tendinopatia dell’achilleo, in sostanza un’infiammazione al tendine d’Achille che gli vietava di correre. Gli permisero però di andare in bicicletta e per un mese intero fece solo quello. Dopo aver pedalato per tutto settembre, gli era rimasto solo ottobre a disposizione per arrivare al via della maratona della Grande Mela in condizione. Se ci riuscì? Non solo vinse quell’edizione della storica 42 km, ma stabilì anche il record del mondo, poi annullato perché mancavano 148 metri alla distanza regolamentare, ma questa è un’altra storia. Proprio in occasione del nostro incontro pose l’attenzione di
DONNE, SERVE ANCORA PIÙ FORZA! «Dopo i 40 anni le donne, ancora più degli uomini, devono allenare
come soltanto la bicicletta ti permet-
la forza. È d’obbligo quindi programmare due giorni la settimana di
ta di fare un lungo di 6 ore, cosa che
sedute in palestra, durante le quali lavorare con i pesi. Solo in questo
di corsa è ovviamente impossibile.
modo si riuscirà ad aumentare la densità ossea. Sarebbe opportu-
E mi rivelò anche la sua convinzione
no prevenire ciò che poi succederà con la menopausa. Allenare la
che proprio quel diverso allenamen-
forza porta vantaggi sulla mineralizzazione ossea, che dopo i 50 anni
to avesse dato un vantaggio fisico al
inevitabilmente va calando aumentando il rischio di fratture. Anche a
suo corpo. Le sue parole mi apriro-
questo proposito Cooper ha dimostrato scientificamente che la donna
no nuovi orizzonti in un periodo, tra
che ha cominciato a essere attiva, ovvero a praticare sport, non impor-
l’altro, in cui ancora si credeva che
ta quale, molto prima della menopausa, ha un’osteoporosi ridotta e
fosse un peccato mortale alternare
una migliore mineralizzazione ossea. Allenare la forza, per la donna, è
discipline diverse.»
un’assoluta prevenzione: non si aspetti quindi di entrare in menopausa. Pensiamoci prima.»
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SPECIALE • VIVERE L’ATLETICA: I SENIORES
domenica avrei dovuto partecipare
a raggiungere? Certo, non lo saprò
di recupero da uno stop si allunga
a una gara sugli 800 metri, al campo
mai con certezza, ma secondo voi
con l’aumentare dell’età. Perciò
milanese del XXV Aprile. Il venerdì
può essere una semplice coinciden-
alla corsa alterniamo nuoto, bici-
affrontai una rifinitura leggera, il
za?»
cletta, palestra, sci di fondo e tutte
sabato una corsetta. Non nego di essere stato abbastanza preoccupato e invece la domenica fermai il crono-
quelle discipline che ci piacciono, Qual è quindi il suggerimento finale?
ovviamente riservando il numero
«Più che un suggerimento è una
di sedute più alto al nostro sport.
metro a 1’58”02. E se proprio quella
necessità se si vuole continuare
Il cross training, dopo i 50 anni, è
nuotata mi avesse dato qualcosa di
a praticare la corsa il più a lungo
non solo il metodo di allenamento
nuovo e di diverso che il mio fisico,
possibile senza incorrere in infortu-
più salutare ed efficace, ma anche il
abituato solo a correre, non riusciva
ni. E sappiamo bene che il periodo
miglior antidoto alla noia.»
A COME ALIMENTAZIONE Il nostro viaggio nel mondo dei seniores è cominciato dalla A di alimentazione. A darci consigli e a suggerirci strategie è stata Elena Casiraghi, esperta in nutrizione e integrazione sportiva dell’Equipe Enervit. Clicca QUI per leggere l’articolo sul numero 14 di Voglia di Atletica. Altri preziosi suggerimenti puoi leggerli sul blog che Casiraghi ha sul sito della FIDAL Lombardia. Clicca QUI
M COME MENTALITÀ Lo psicologo dello sport Andrea Colombo, nella seconda tappa del nostro viaggio attraverso il pianeta “Seniores”, si è focalizzato su un concetto fondamentale: la motivazione, rispondendo a diverse domande, quali – su tutte – come mantenerla alta con il passare degli anni. Clicca QUI per leggere l’articolo sul numero 15 di Voglia di Atletica. Altri preziosi suggerimenti puoi leggerli sul blog che Colombo ha sul sito della FIDAL Lombardia. Clicca QUI
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LE SOCIETÀ TESTO DI LUCA PERSICO CREDITS: ARCHIVIO FIDAL LOMBARDIA, ARCHIVIO ATLETICA GALLARATESE e ATL-ETICAMENTE FOTO/FIDAL ALTO ADIGE
ATLETICA GALLARATESE In dieci anni il club varesino ha compiuto passi da gigante: dal numero dei tesserati alla riqualificazione dei campi di allenamento, all’organizzazione di gare. Il tutto all’insegna delle tre G: generare, gareggiare e galoppare.
P
arafrasando quel film, viene da chiamarla gioventù lanciata. È quella dell’Atletica Gallaratese, una delle società emergenti del panorama
regionale che pochi mesi fa ha festeggiato i dieci anni di attività. Non è un caso che i suoi colori sociali siano il biancoblu, come quelli della “mitica” Ginnastica Gallaratese che negli anni Cinquanta (erano i tempi di Ottavio Missoni) inanellò sei scudetti consecutivi a livello societario. Lo slogan del nuovo che avanza è all’insegna delle tre G (come quelle incise sulla divisa): generare, gareggiare e galoppare.
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ATLETICA GALLARATESE
Anno Fondazione 2012 Colori Sociali Bianco e blu Presidente Mauro Manzetti Vice Presidente Daniele Colombo Consiglieri Massimiliano Milani, Demetrio Ruzza, Carlo Maurizio Milani, Alessandro Vidussi Sara Nardo. Sede e campo Stadio Atleti Azzurri d’Italia, via dei Salici 29 - Gallarate (VA)
di allenamento
Email
[email protected] Tesserati FIDAL 283 Settore Giovanile 204 (46 cadetti, 64 ragazzi, 94 esordienti) Gare Organizzate Cross Trofeo Alabama
ALLENATORI
La squadra Cadette al Trofeo Olonia 2018 (a sinistra); Leonardo Bazza (sopra).
SEMPRE PIÙ IN ALTO Dalla settantina di tesserati del 2012, dieci anni dopo il club è salito a 283, quota che include i piccoli classe 2017 dei centri Cas arrivando sino al “Matusalemme” Piero Porrini, classe 1936. Non si rischia la querela nell’ipotizzare che con una situazione impiantistica ideale la crescita sarebbe stata ben maggiore: «Ma noi di polemiche non ne vogliamo fare e ci stiamo adoperando per sistemare un tassello del puzzle alla volta – afferma il presidente Mauro Manzetti, 48 anni e da tre e mezzo sullo scranno presidenziale –. Dallo scorso maggio siamo tornati ad allenarci sulla pista dello stadio comunale “Atleti Azzurri d’Italia”, di cui nel frattempo è stato rifatto il manto in erba sintetica. A breve allestiremo un’area anche per il salto con l’asta a spese nostre (25mila euro, ndr), in attesa di
Massimiliano MILANI, (direttore sportivo e allenatore 2° livello), Mattia LAVARDA (istruttore 1° livello), Christian BORTOLUZZI (istruttore 1° livello), Simona TROLIO (istruttore 1° livello), Andrea COLOMBO (istruttore 1° livello), Daniele COLOMBO (istruttore 1° livello), Elisa CONCONI (istruttore 1° livello), Claudia PERI (istruttore 1° livello), Demetrius TESTA, Tommaso CAMPAGNOLI, Andrea BUBBO, Davide GENOVESE, Matteo ANGIOLINI (preparatore atletico), Alessandro CLERICI (preparatore atletico) e Giacomo MILANI (fisioterapista).
TOP RUNNER PRESENTI E PASSATI
Per il momento gli unici titoli italiani nel curriculum sono quelli dell’inossidabile Giovanni GALMARINI, campione italiano master al coperto sui 400 metri indoor per due inverni consecutivi, quelli del 2018 e del 2019. Tra la categoria allievi e junior, negli ultimi anni, a conquistare un posto in finale nei campionati italiani sono stati i vari Leonardo BAZZA (argento nel decathlon U18 nel 2020), Beatrice BULLA (salto con asta e triplo), Vittoria RADAELLI (salto con asta), Giulia SORAGNA (eptathlon, salto in lungo e 100 hs), Matteo Gianfranco COSTA (decathlon), Alessia RUZZA (salto triplo), Gabriele PANZARSA (lancio del martello e disco), Gaia CHIERICHETTI (400 e 800 metri) e Ilaria ROSSI (getto del peso e lancio del disco).
PRINCIPALI RISULTATI INDIVIDUALI E A SQUADRE:
A livello di club, insieme agli 11 atleti qualificati ai tricolori allievi outdoor 2021, la soddisfazione più bella del primo decennio di storia è stato il titolo regionale di società cadetti al maschile vinto nel 2016. Due anni dopo, sempre a livello lombardo U16, sono arrivati il titolo al femminile e il bronzo al maschile nelle prove multiple. Nel 2021, invece, la formazione allieve al femminile ha chiuso quarta nella finale “B”.
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LE SOCIETÀ • ATLETICA GALLARATESE
trovare una soluzione per i lanci». Parallelamente corre un altro sogno, quello del rifacimento dell’intera superficie gommosa, così da rendere quello della cittadina varesina (53mila abitanti) un impianto adeguato al proprio bacino d’utenza: «Insieme ad altre sei realtà del territorio abbiamo creato una Ati, associazione temporanea per il bando d’impresa – continua il numero uno del club, che è anche runner e può vantare una figlia atleta –. L’amministrazione comunale ha fatto richiesta di accedere ai fondi del Pnrr e il primo step è stato superato: ora incrociamo le dita in attesa dei nuovi sviluppi».
GIOVENTÙ LANCIATA Caratterizzata dal consueto lavoro alla base, Dall'alto verso il basso, i gruppi: dirigenti e atleti al Trofeo Alabama, il gruppo Senior e una folta delegazione del club sulla pista di Gallarate; in alto a destra Massimiliano Milani tra Matteo Costa e Giulia Soragna ottavo e quarta al tricolore di pentathlon Allievi/e indoor 2022.
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il bottino della scorsa stagione è stato arricchito dalla cinquina di finali individuali centrata tra le categorie juniores e allievi. Su due c’è stata la
griffe dei “multiplisti” Giulia Soragna e Matteo Costa, che stanno ripercorrendo le orme del loro giovane coach Massimiliano Milani (anni 29 e già un bel po’ di esperienza alle spalle): «Quest’ultimo è l’anima del nostro progetto tecnico, punto di riferimento per tutti gli altri allenatori, laureati o laureandi Scienze Motorie – continua Manzetti, il cui ingresso ha portato un quid aggiuntivo alla voce managerialità –. Grazie al contributo di uno staff competente, giovane e di prospettiva, ci siamo tolti la soddisfazione di aver condotto a buoni livelli anche i vari Gabriele Panzarasa (classe 2003, disco e martello), Alessia Ruzza (triplo) e Gaia Chierichetti (400 e 800 metri)», facendo, nemmeno troppo idealmente, staffetta con il recente passato. Nel 2021, gli atleti capaci di qualificarsi alle finali dei Campionati italiani Allievi furono ben undici. L’anno precedente, tra le nubi della pandemia, a regalare luci e sorrisi fu Leonardo Bazza, argento tra gli allievi nel decathlon.
IL CUORE OLTRE L’OSTACOLO
Dall' alto la premiazione di Giulia Soragna seconda nel lungo al Brixia Meeting U18 2022; la squadra Cadetti campione di Lombardia per club 2016; la squadra Allievi/e ai Campionati Regionali di Chiuro.
Curiosità: in divisa Gallaratese ha iniziato a sgambettare una giovanissima Vittoria (nomen omen) Fontana, velocipede primatista italiana
zione l’avvenimento ha incluso anche al settore
in staffetta 4x100, con cui è stata finalista ai
Fisdir (Federazione Italiana Sportiva Disabili
Mondiali statunitensi di Eugene. Da un paio di
Intellettivi Relazionali), appoggiata da numerose
stagioni il club organizza una corsa campestre
associazioni locali del territorio: «Perché non
denominata “Trofeo Alabama”, in memoria
disdegniamo i risultati, anzi, ma quelli sono la
dell’ex atleta Alabama Guizzardi, volata in cielo
punta dell’iceberg – chiude Manzetti –. In primis
poco più di due anni or sono a causa di una
consideriamo l’atletica un mezzo nobile che
tragica fatalità. Aperto a tutte le categorie, dagli
deve formare la persona». Valori di una volta,
assoluti agli esordienti 10 anni (con premio spe-
da mantenere nella corsa che porta in direzione
ciale consegnato dalla famiglia), dall’ultima edi-
del futuro.
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LE SOCIETÀ TESTO DI MAURIZIO SCORBATI CREDITS: GIORGIO PESENTI/FIDAL LOMBARDIA, ARCHIVIO MILANO ATLETICA
MILANO ATLETICA
La staffetta 4x400 (Bucceri, Boella, Aragona, Cipriani) ai Societari nazionali Allievi di Serie B 2022 Clusone (Bergamo)
Il sodalizio meneghino ha le idee chiare: partire dal basso dando spazio e attenzione a chiunque voglia approcciarsi alla corsa. E in questi anni sono diversi i campioni “nati” con quella maglia, a cominciare da Micol Majori.
M
ilano Atletica è una società
scere partendo dal basso, senza compiere
giovane e ambiziosa, nata
voli pindarici. Altre società magari hanno
nell’estate del 2014 dal deside-
alle spalle grandi sponsor e puntano subito
rio di crescere e far crescere
verso l’alto, mentre noi vogliamo arrivarci
l’atletica leggera insieme ai suoi veri prota-
per gradi e con le nostre sole forze.»
gonisti, i bambini, primi reali atleti di questa affascinante disciplina. L’anno successivo Milano Atletica ha iniziato l’attività federale a tutti gli effetti affiliandosi alla Fidal.
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DA 15 A 630 L’idea è stata vincente. Prova ne è il fatto
«La nostra idea – spiega il tecnico nonché
che il gruppo è aumentato progressiva-
vicepresidente Luca Di Gennaro – è cre-
mente partendo dai 15 atleti iniziali fino ad
MILANO ATLETICA
Anno Fondazione 2014 Colori Sociali Rosso e giallo Presidente Francesco Renda Consiglieri/ Marina Maiocchi Allenatori Luca Di Gennaro (fondatori della società Dirigenti Roberto Vallucci Mario Donzuso Sede Operativa Centro sportivo XXV Aprile Milano E-mail
[email protected]
ALLENATORI/ ISTRUTTORI / ASPIRANTI ISTRUTTORI:
Luca VIOLA, Sara BIZZOZERO, Nicolò SANNA, Sonia FERRERO, Greta FERRERO, Ivan VERONESE, Anna FERRARI, Cristian MELLONI, Federico STEIS, Francesco MARTINA, Jessica MOSSO PINTO, Tommaso CHIESA, Luca PERGOLESI, Dario CHIMENTI, Roberto CORNICIA, Ester CAMPOLEONI
ATLETI NATI AGONISTICAMENTE NEL GRUPPO DI MILANO ATLETICA
(all’epoca tesserati Nuova Atletica Fanfulla Lodigiana): Micol MAJORI ed Edoardo MELLONI
PRINCIPALI ATLETI CHE HANNO PARTECIPATO AI CAMPIONATI ITALIANI:
Jacopo BOELLA, Tommaso BUCCERI, Iolanda DONZUSO, Anna SANDRELLI, Sara BIZZOZERO, Sonia FERRERO, Gaia Luisa DAL MOLIN
In alto la mezzofondista Iolanda Donzuso, in basso un cambio tra Panigada e Scaravella nella finale B 2022 dei Societari Allievi
arrivare ai 630 circa attuali. «Il club – conti-
approcciarsi alla corsa.» Il team ha come
nua Di Gennaro – si basa in prevalenza sui
base di allenamento il campo sportivo XXV
giovani, tanto che oggi rappresentano la
Aprile di Milano.
stragrande maggioranza dei nostri tesserati. La nostra filosofia è di seguire tutti gli atleti, dai 4 sino ai 99 anni con lo scopo di formare una grande squadra. Abbiamo
ATLETICA E NON SOLO «Tengo a sottolineare – aggiunge Di
allestito i corsi in base all’età: baby atletica
Gennaro – che Milano Atletica non è
4-5 anni; avviamento all’atletica 6-11 anni;
soltanto atletica leggera. Grazie, infatti,
agonismo 12-15 anni; squadra assoluta,
all’esperienza e alla competenza dei nostri
running adulti, master e chiunque voglia
istruttori organizziamo nelle scuole della
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LE SOCIETÀ • MILANO ATLETICA
zona corsi di fitness, ginnastica rieducativa
ha iniziato a brillare, quella di Micol Majori:
e tanto altro ancora. Questo perché ogni
«Lavorando come stiamo facendo – con-
attività da noi promossa ha l’obiettivo di
ferma il coach – abbiamo fatto crescere,
far risaltare lo scopo educativo dello sport,
nel nostro piccolo, anche atleti di livello
sia esso agonistico o ricreativo, e anche di
nazionale. In primis, la recente campiones-
sottolineare l’aspetto ludico di ogni attività
sa italiana dei 5.000 m Micol Majori, che
accompagnando lo sviluppo psicofisico di
ha mosso i suoi primi passi proprio con
ciascun individuo in modo armonico.» Gio-
me, dai 9 fino ai 20 anni quando è entra-
vane, dunque, ma con le idee chiare: «Mi-
ta nella squadra nazionale». Se Majori è
lano Atletica – prosegue Di Gennaro – si
l’elemento migliore emerso dal “bacino”
prefigge inoltre di promuovere l’inclusività
di Luca Di Gennaro al XXV Aprile, altri
come uno dei fondamenti dell’attività spor-
atleti nati e cresciuti con Milano Atletica
tiva: atleti professionisti, alle prime armi e
hanno tagliato il traguardo di partecipare
con difficoltà di qualunque natura, colla-
ai campionati italiani in diverse discipline
borano e condividono le stesse fatiche,
e in diverse categorie di età: «Nei 400 m
gioie e obiettivi, scambiando esperienza
ostacoli – conclude Di Gennaro – abbiamo
e conoscenza in un turbinio di stimoli che
Sara Bizzozero, Matilde Beverina e Jaco-
puntano a migliorarsi».
po Boella; nei 400 m piani Jessica Mosso Pinto, Sonia Ferrero e Jacopo Boella; negli
MICOL E I SUOI “EREDI” Una crescita per piccoli passi in tutti i
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800 m e 1.500 m Micol Majori; nei 2.000 m e 3.000 m siepi Micol Majori, Tommaso Chiesa, Elena Mondazzi, Ester Campoleoni
campi, quindi, nonostante l’atletica sia po-
e Anna Sandrelli; nei 1.000 m, 2.000 m e
sta in primo piano. Grazie alla capacità dei
1.200 m siepi nella categoria Cadetti Giaco-
tecnici e al lavoro costante già una stella
mo Grassi e Iolanda Donzuso; e nel lancio
La squadra femminile alla fase regionale dei Societari Assoluti con i dirigenti Marina Maiocchi (una delle fondatrici della società, assieme ai due figli) e Mario Donzuso
La squadra Ragazzi/e
del giavellotto Chiara Cioccolanti e Sri Hollema. Con orgoglio posso dire che per la prima volta nel 2022 ci siamo qualificati per la finale dei Campionati di Società Allievi in pista e per la finale allieve e allievi di cross a squadre. Con un team giovanissimo abbiamo anche gareggiato ai Campionati di Società Assoluti, solo che non siamo andati oltre la prima fase perché non siamo riusciti a coprire tutte le gare. Il nostro futuro obiettivo? Per i Societari stiamo lavorando partendo dalla base, per esempio abbiamo creato un corso di salto con l’asta, per andare a coprire tutte le specialità senza acquisire atleti da fuori. Per i concorsi abbiamo un tecnico valido che era con noi fin dall’inizio, Luca Viola, che segue lanci e salti e che lavora molto bene. Chiaramente vogliamo migliorarci ancora, crescere e divulgare i nostri valori». In alto una delegazione di Allieve in versione "Charlie's Angels" nella fase regionale dei Societari U18 2022 a Lecco; sotto Tommaso Bucceri e Jacopo Boella.
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GIULIA SOMMI SUI SOCIAL LA TROVI QUI
GLI ATLETI TESTO DI MAURIZIO SCORBATI CREDITS: ORGANIZZATORI MARATONA DI RAVENNA CITTÀ DELL'ARTE E MEZZA MARATONA DI CREMONA
GIULIA
SOMMI CUS PRO PATRIA MILANO
L’atleta vigevanese racconta viaggi lunghi 42,195 km che, tra emozioni, lacrime, sacrifici e impegni lavorativi, l’hanno portata a cucirsi sul petto il tricolore di maratona 2022. Una distanza che ha “scoperto” solo cinque anni fa, quando ha esordito a… New York.
G
iulia Sommi è la campionessa italiana di maratona 2022, titolo conquistato a Ravenna con il crono di 2:41’19”. Il suo persona-
le è di 2:35’05”, il miglior tempo tra le atlete in attività non professioniste: l’atleta vigevanese ha scoperto la maratona cinque anni fa per caso ed è progressivamente migliorata, pur avendo a disposizione un numero di ore limitato per allenarsi, lavorando in un’azienda nelle vicinanze del Parco Sempione di Milano.
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GLI ATLETI • GIULIA SOMMI
NON SOLO CORSA Quando hai iniziato? «L’idea di correre alternando la corsa a palestra, nuoto e spinning è subentrata a fine 2016. Avevo disputato una gara di paese di 10 km con alcune amiche che frequentavano la mia stessa palestra. Quella domenica non ero potuta andare a sciare e volevo fare qualcosa di diverso. Arrivai terza assoluta, ma non venni premiata perché non facevo parte di nessuna squadra e non ero iscritta quindi alla competitiva. Mi ero comunque divertita parecchio, così mi tesserai per i Buccella Runners Vigevano.» Che sport hai praticato? «Basket nel Vercelli, in Serie B regionale, fino a vent’anni, poi palestra. Correvo senza fatica, ma per mezz’ora, massimo 40 minuti, soprattutto d’estate e solo se non avevo altra alternativa sportiva. Mi annoiavo. In gruppo mi accorsi che era diverso. A marzo 2017 mi iscrissi alla mezza maratona di Vigevano, la Scarpadoro Half Marathon, che terminai senza fatica attorno all’ora e trenta. Da lì scattò la passione per la corsa.»
I 42 KM E UN COACH D’ECCEZIONE Dove e quando hai corso la tua prima maratona? «A novembre 2017 guardai Sara Dossena
In alto Giulia Sommi in azione all'ultima maratona di Ravenna: sotto con Giovanna Epis e coach Giorgio Rondelli e di corsa verso il titolo regionale Assoluto della mezza maratona a Cremona nel 2021.
correre la maratona di New York in tv. Lei e la folla che incitava ogni runner mi fecero sognare e decisi di provarci, così mi iscrissi alla 42 km
collaborare”. Direi che sono stata abbastanza
della Grande Mela, la più famosa al mondo. La
seria visti i risultati, per un certo verso inaspetta-
preparai allenandomi da sola e solo da metà set-
ti perché nessuno avrebbe mai pensato potessi
tembre 2018 perché a febbraio mi infortunai e
crescere così tanto a livello atletico, né io né
rimasi ferma mesi. New York fu il decollo: 2:54’
Rondelli. Sono migliorata nel 2021, quando ho
il tempo finale e prima italiana classificata.»
capito che correvo solo per essere felice, non per dimostrare qualcosa. Sono riuscita a fare
Quando hai iniziato il percorso con coach Gior-
34’25” ai Campionati italiani della 10 km a Forlì
gio Rondelli?
2021, 1:15’21” a Cremona nella mezza e 2:35’04”
«Volevo un allenatore perché non sapevo
in maratona a Valencia.»
nulla di atletica e allenamenti. A dicembre 2018 un amico mi disse: “Tu devi avere un vero
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Quando ti alleni?
allenatore, hai la testa”. Mandò i miei risultati
«Tutti i giorni. Preferisco correre prima di
a Rondelli, che mi invitò al campo XXV Aprile,
entrare in ufficio. Parto alle 6:15 da Vigevano e
a Milano. Fu il primo allenamento in pista della
alle 7:30 sono pronta. Per fortuna trovo sempre
mia vita… Iniziai a correre nel senso opposto a
Sara Galimberti, Salvatore Gambino o altre
quello consueto. Giorgio alla fine mi disse: “Se
persone con cui condividere i chilometri al Parco
vuoi far fatica seriamente, possiamo iniziare a
Sempione. Dalle 9:30 sono davanti al pc fino a
In alto l'arrivo vittorioso ai tricolori 2022 di maratona a Ravenna; a destra con la compagna di allenamento e amica Sara Galimberti. sera. Quando sono in smart working aspetto la pausa pranzo e se riesco svolgo un allenamento di velocità; la sera lavoro in piscina, aiuta a sciogliermi. Nel fine settimana vado al campo XXV Aprile, sede del Cus Pro Patria Milano, dove mi alleno con Rondelli e tutto il gruppo, in cui è presente anche la maratoneta azzurra Giovanna Epis.»
VIAGGI, FALLIMENTI E RIVINCITE Cosa rappresenta per te la maratona? «Un viaggio di 42,195 km con me stessa. E ogni gara è diversa, ma a Ravenna ho capito
recriminare nulla. Le vittorie arrivano dopo le
che più viaggi fai, più le difficoltà sono semplici
delusioni. E infatti a Ravenna è arrivata puntuale
da gestire. La maratona porta il fisico al limite,
la mia rivincita sulla maratona. Ho accusato al
soprattutto quando non sei preparata al 100% fi-
32° km fatica e nausea, crisi che ho superato,
sicamente e mentalmente. Per correrla al meglio
ero sola, con vento forte, senza lunghi nelle
deve essere tutto perfetto, i mesi che ti portano
gambe, e il mio organismo non era più abituato
alla competizione e il giorno fatidico. Valencia
a tanti chilometri, ma avevo un vantaggio di cin-
2021 è stata senza sbavature e ho chiuso con il
que minuti e non ho ceduto, il titolo lo meritavo!
personale 2:35’04”. A Ravenna invece non ero
Nel finale mi sono detta: “Mai più una maratona
sicura di arrivare a 30 chilometri. Alla marato-
non preparata alla perfezione”. Non sono mai
na di Berlino mi ero dovuta fermare al 28° km
stata così male, ma questo e altro per vincere
perché il bicipite femorale sinistro si era contrat-
il tricolore. I puntini si uniscono sempre, c’è un
to tanto da non permettermi di proseguire. La
disegno dietro ogni fallimento. Anche il viaggio
cicatrice dello strappo del 2018 si era fatta viva
di Berlino e poi di Ravenna avevano un disegno.
dopo un’estate di allenamenti durissimi al caldo.
Sicuramente mi hanno aiutato a crescere come
Ero arrabbiata con il mio fisico, ma non potevo
maratoneta.»
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GLI ATLETI TESTO DI MATTEO PORRO CREDITS: GRANA/FIDAL, FIDAL VENETO, ARCHIVIO OSA SARONNO, MICHELE LA STELLA
ALESSANDRO
ARRIUS
ALESSANDRO ARRIUS SUI SOCIAL LO TROVI QUI
ATLETICA O.S.A. SARONNO LIBERTAS
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Classe 2001, un inizio nella marcia per poi votarsi alle prove multiple. Il talento varesino, dopo aver vissuto due anni difficili, è tornato a dire la sua nel 2022. Sul 2023 ha le idee chiare. Prima tra tutte, chiudere quel conto in sospeso con la maglia azzurra.
I
n un settore, quello delle prove multiple, in cui l’Italia sta crescendo a dismisura da diversi anni a questa parte, Alessandro Arrius si appresta a scrivere un futuro prossimo da grande prota-
gonista. Forte anche di una continuità ritrovata dopo alcune disavventure a livello fisico, il giovane varesino sogna in grande per questo 2023 appena iniziato.
MARCIA, PRIMO AMORE Arrius si è avvicinato all’atletica in maniera naturale visto che sia mamma Brunella sia papà Giuseppe sono stati buoni atleti, la prima sui 200 m e sui 400 m, il secondo proprio nel decathlon: «Già da bambino ho iniziato a frequentare i campi di atletica durante gli allenamenti dei miei genitori e non nego che una grossa spinta nell’iniziare a praticare questo sport l’ho ricevuta proprio da loro».
Alessandro Arrius in azione ai Campionati Italiani Promesse di Firenze 2022 e, nel riquadro, vincitore di una borsa di studio del Progetto Talento 2022 premiato da Gianni Mauri, presidente di FIDAL Lombardia.
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GLI ATLETI • ALESSANDRO ARRIUS
Il podio tricolore Promesse 2022 di decathlon: Arrius oro, Lorenzo Candiotto argento, Davide Lorusso bronzo.
Classe 2001, Alessandro durante le scuole
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AZZURRO E INFORTUNI
elementari ha iniziato la sua avventura all’O-
Il talento varesino è cresciuto, anno dopo
SA Saronno Libertas e le prime soddisfazioni
anno, al centro sportivo di Saronno sotto la
sono arrivate fin dalla categoria Ragazzi: «Il mio
guida del padre Giuseppe. Alcuni problemi
primo amore è stata la marcia e nel 2014 ho
alla schiena, dopo un ottavo posto al Criterium
vinto addirittura il Trofeo Frigerio da under 14.
Cadetti di Cles (2016), hanno pregiudicato il suo
Successivamente però le distanze da percorre-
primo anno fra gli Allievi: «Tra il secondo anno
re in gara sarebbero aumentate e così, spinto
Allievi e il primo da Juniores finalmente è ripre-
anche dalla curiosità verso il salto in alto, ho
sa la mia crescita e piano piano le sensazioni
deciso di provare a cimentarmi in altre speciali-
buone si sono trasformate anche in grandi sod-
tà, abbandonando definitivamente il mio primo
disfazioni». L’inizio del 2020 per Arrius è stato
amore sportivo».
un periodo magico: «Il 1° febbraio a Padova ho
Già nella categoria Cadetti Arrius ha speri-
conquistato il mio primo titolo italiano, vincen-
mentato le prove multiple, anche se il suo esor-
do l’eptathlon indoor tra gli Juniores; l’emozio-
dio nell’esathlon non è stato proprio memora-
ne per questo bel traguardo è stata amplificata
bile: «Sui 100 m ostacoli, prima delle sei gare in
dalla conseguente convocazione in nazionale,
programma, sono caduto. Quel giorno e anche
per l’Incontro Internazionale U20 di Minsk, in
nelle uscite successive ho iniziato a capire quali
Bielorussia. Il mio esordio in azzurro è stato poi
fossero le mie specialità più carenti e a lavorare
agrodolce: dopo aver corso il personal best nei
sodo per migliorare la mia tecnica. Ben presto
60 piani e aver prodotto la mia miglior misura
mi sono accorto che la strada era quella giusta e
nel lungo, al secondo salto ho iniziato a sentire
che il mio impegno stava dando i suoi frutti».
un fastidio che mi sono poi trascinato per le
Arrius in azione nei 110 m ostacoli (sopra) e nell'asta (a destra); in alto a sinistra la premiazione del primo tricolore vinto da Alessandro, l'eptathlon indoor Juniores nel gennaio 2020.
altre cinque competizioni e che ha pregiudicato la mia prestazione finale». Purtroppo per il decatleta saronnese questo infortunio al tallone del piede di stacco sarà l’inizio di una serie di problemi fisici che lo tormenteranno per le due stagioni successive, tenendolo lontano per lunghi periodi dalla sua passione più grande.
LA RIVINCITA L’anno appena terminato è stato decisamente l’anno della rivalsa per Arrius, che è stato anche uno dei destinatari delle borse di studio del
fare bene per qualificarmi agli Europei U23 di
Progetto Talento 2022: «La prima grande gioia
Espoo, in Finlandia, e avere un’altra chance per
è stata la medaglia d’argento tricolore under 23
onorare il tricolore».
colta a Padova nella stagione invernale. A giugno, a Firenze, è poi arrivato l’oro nel decathlon ai Campionati italiani Promesse, un risultato che ha messo definitivamente fine al calvario
PERSONE FONDAMENTALI La giovane promessa dell’atletica lombarda
dei due anni precedenti e mi ha ripagato di tanti
tiene molto a ringraziare chi, nel mondo dell’at-
sacrifici e tanta pazienza».
letica e non, lo ha sempre sostenuto, specie nei
Forte del livello raggiunto in questa annata
momenti più difficili: «Il 2020 e il 2021 sono stati
memorabile il varesino ha già le idee chiare
anni duri e senza il sostegno dei miei genitori e
per il 2023, anno in cui non vuole porsi limi-
in particolare di mio padre, che è anche il mio
ti: «Innanzitutto vorrei confermare quanto di
allenatore, non sarei qui a celebrare questi bei
buono ho già espresso e diventare solido anche
traguardi. Ringrazio anche chi mi è sempre sta-
nelle graduatorie assolute; in seconda battuta,
to vicino, anche quando le cose non andavano
visto che da Minsk 2020 ho ancora un conto in
a gonfie vele. Parte dei miei risultati è indubbia-
sospeso con la maglia azzurra, mi piacerebbe
mente merito di chi ha creduto in me».
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IL DIRIGENTE TESTO DI DANIELLE MADAM CREDITS: ARCHIVIO FIDAL CREMONA, ARCHIVIO MEZZA MARATONA DI CREMONA
MONICA SIGNANI
D
a domenica 18 dicembre 2022 Monica Signani è alla guida del Comitato Provin-
ciale FIDAL Cremona. Vincitrice di diversi riconoscimenti tra cui la Stella al merito sportivo, la dirigente lombarda era già stata al vertice del comitato tra il 1998 e il 2004. Lei è fortemente “radicata” nel mondo dell’atletica leggera, ci
La nuova presidentessa del Comitato Provinciale FIDAL Cremona ci accompagna in un breve ma significativo “viaggio” nella realtà del territorio: dalle società ai campi d’atletica, dalle scuole ai progetti e obiettivi futuri
Mezza Maratona Città di Cremona ed è una società sostenitrice del “Progetto Talento” di FIDAL Lombardia.»
OBIETTIVI CHIARI Quali gli obiettivi del suo mandato? «Gli obiettivi sono molto semplici e sono racchiusi tutti qui: il Comitato Provinciale è l’istituzione al servizio di tutta l’atletica del territorio con lo scopo di promuo-
può raccontare il suo percorso
vere la pratica del nostro sport con
fino ad arrivare alla Stella al me-
particolare riferimento all’attività
rito sportivo assegnatale dal Coni un paio di sta-
giovanile di base e a sostegno di tutte le società.»
gioni fa? «Da più di quarant’anni sono nell’atletica,
data alla presidenza? Un messaggio di unità all’in-
istruttore del settore giovanile e infine come
terno di FIDAL Cremona o di mancanza di parteci-
dirigente, ruolo che ricopro da più di vent’anni,
pazione?
durante i quali per sei sono stata presidente e, per
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Come interpretare il fatto che lei era l’unica candi-
prima come atleta, ero una lanciatrice, poi come
«Candidarmi è stata una scelta molto sofferta.
dodici, vicepresidente del Comitato Provinciale
Alla fine dello scorso quadriennio, infatti, io non
FIDAL di Cremona, oltre che, per quattro, consi-
avevo più espresso la mia disponibilità a far parte
gliere regionale. Sono inoltre segretario tesoriere
del nuovo comitato perché innanzitutto ho un
della società Cremona Runners Club, che da più
lavoro estremamente impegnativo – sono dirigen-
di vent’anni si occupa dell’organizzazione della
te dell’Ufficio Contabilità e Bilancio dell’Ospedale
di Cremona e questi ultimi anni per i motivi che
Casalmaggiore, anch’esso bisognoso di interventi
tutti conosciamo non sono stati sicuramente facili
di ristrutturazione. Vi sono inoltre due campi in
– ho gli impegni in società e quelli nel comitato
asfalto utilizzabili solo per manifestazioni del setto-
organizzatore della Mezza Maratona di Cremona.
re giovanile, uno a Soncino e uno a Castelleone.»
Speravo quindi che altri si facessero avanti. La provincia di Cremona però, nonostante sia una
Quali sono i suoi rapporti con le società di atletica
realtà composta da circa una ventina di società
del territorio cremonese?
di cui solo cinque/sei si occupano di attività del
«Conosco da tempo tutte le realtà del territorio
settore giovanile, ha una situazione complicata
cremonese e conosco bene le propensioni e gli
dal punto di vista delle relazioni tra le società
indirizzi societari di ognuna di loro. Ho già chiarito
stesse, che a volte mostrano poca attitudine al
durante l’incontro di preparazione all’assemblea
rispetto delle prassi e delle “regole”, nonostante
elettiva che avere accettato questa candidatura
abbiano una grande tradizione di atletica, testimo-
mi costa molto sacrificio – è un ulteriore impegno
niata dal fatto che in esse sono nati e cresciuti da
che si aggiunge al mio poco tempo libero a
sempre campioni importanti: si pensi solamente
disposizione – e che la collaborazione da parte
a Fausto Desalu, Sveva Gerevini e Dario Dester. A
delle società dovrà essere totale, con l’obiettivo
seguito delle dimissioni del precedente presiden-
di arrivare alla fine del quadriennio con un nuovo
te si era giunti quindi a un bivio: o si trovava un
candidato in grado di prendere in mano la guida
candidato sostenuto da tutti o si sarebbe arrivati
del comitato di Cremona.»
al Commissariamento del Comitato Provinciale, presumibilmente affidato al consigliere regionale
E con le istituzioni del territorio, a partire dal Coni
espressione del territorio cremonese Mario Pedro-
fino alle scuole, che rapporto c’è?
ni. Il presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri
«I contatti con le istituzioni del territorio sono
e il consigliere delegato Giampaolo Riva hanno
frequentissimi, compreso il Coni provinciale. In
sempre sostenuto la mia candidatura e alla fine
questo periodo ho avuto spesso contatti soprat-
ho deciso di rimettermi in gioco.»
tutto con l’Assessore allo Sport del Comune di Cremona durante le fasi di realizzazione dei lavori
IL PUNTO SUGLI IMPIANTI Qual è la situazione della impiantistica cremonese? «In provincia di Cremona ci sono tre campi con
di ristrutturazione del Campo Scuola di Cremona. La situazione dal punto di vista dei contatti con il mondo della scuola è un po’ più complicata soprattutto ora che in provincia di Cremona manca
pista da 400 metri in manto gommoso: il primo a
un referente fisso per lo sport all’Ufficio Scolasti-
Crema, di recente costruzione ma purtroppo privo
co Provinciale; il Comitato provinciale ha sempre
di tribune, spogliatoi e servizi in muratura; un altro
dato sostegno nell’organizzazione dei Campionati
a Cremona, il quale rifacimento vedrà il com-
Studenteschi soprattutto grazie al Gruppo Giudici
pletamento all’inizio della primavera; l’ultimo a
Gara.»
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IL TECNICO TESTO DI LUCA PERSICO CREDITS: DAVIDE VANINETTI/FIDAL LOMBARDIA, ARCHIVIO FIDAL LOMBARDIA
ROBERTO FERRARI
R
oberto Ferrari incarna il modello dei bergamaschi di una volta: riconoscente e
preoccupato di fare, più che di apparire. Da presidente, alla storia, passerà come il Kissinger di un’intera valle: un quarto di secolo or sono ha aperto una via, quella dell’unione, che ha portato in una dimensione a quei tempi inimmaginabile. Come allenatore, tutti i pomeriggi, dalle 15 alle 20 e da
Presidente e allenatore dell’Atletica Valle Brembana, che a lui deve la sua nascita. Alle parole e alle teorie ha sempre preferito i fatti e la fatica, grazie ai quali ha raggiunto importanti obiettivi, anche quelli più incredibili. Ora, nella sua testa, c’è un nuovo sogno…
lunedì a venerdì (festivi inclusi) lo si può trovare sul tartan
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Roberto Ferrari con la squadra Allieve seconda e settima con due diversi binomi agli ultimi Campionati Italiani di staffette di corsa in montagna a Edolo (Brescia)
IL PERSONAGGIO Ferrari ha 61 anni e vive a Zogno, media Valle Brembana, come il nome della società di atletica di cui è l’anima (anche se lui è troppo umile per ammetterlo). Anomalo per uno che sino a 23 anni, nella vita, pareva destinato ad altro tipo di fatiche: «Praticavo sci di fondo, indirizzato dal mio primo maestro Gianmario Carminati, oggi novantenne, che tutte le mattine passo ancora a trovare a casa. Ho smesso a 18 anni, prima di andare all’estero per
del centro sportivo Camanghé di Zogno: raggiunto
lavoro e iniziare a mettere su qualche chilo di trop-
il traguardo della meritata pensione, il suo habitat
po». Ecco lo sliding doors del Ferrari atleta, in pochi
prediletto è lì.
anni capace di stampare personali più che onorevoli
Ferrari in alto con i due quartetti maschili in gara ai Campionati Regionali di staffette di cross di Bolgare 2022 e, in basso, in un momento conviviale con la società.
(14’30” sui 5.000 m, 31’06” sui 10.000 m e 1:06’48”
c’è la meritata polenta taragna, la più classica delle
sulla mezza maratona). Con l’agonismo ha detto
eccezioni alla tabella alimentare.
basta a 31 anni, a causa di problemi alla schiena: «Sessantadue giorni di ospedale temendo la paralisi, ma ne sono uscito più temprato», ricorda. E dal momento che fermo non è mai riuscito a stare, dopo
DI CORSA NEL FUTURO Adesso che il club si sta scoprendo trasversale
pochi mesi, era già alle prese con un nuovo progetto:
come non mai (partita dalla corsa in montagna,
«Unificare tre società della zona, cioè San Giovan-
con il tempo sono arrivati strada, cross e ora pista)
ni Bianco, Brembilla e Atletica Monte di Zogno in
Ferrari ha un sogno: «Riuscire a creare due squadre
una sola: da lì, trent’anni or sono, è nata l’Atletica
per prendere parte ai Societari Allievi e Assoluti con
Valle Brembana». Di cui da 26 anni è il numero uno
ragazzi cresciuti da noi». Ne sono già arrivati un’ot-
nell’organigramma societario.
tantina in più con il nuovo anno, trascinati da strutture, passaparola e da una quota d’iscrizione (150 euro
2022 DA RICORDARE Quello andato in archivio lo scorso 31 dicembre,
all’anno) a portata di tutte le tasche, pardon pantaloncini: «Siamo alla ricerca di nuovi allenatori, alcuni dei quali specializzati nelle discipline più tecniche».
per il sodalizio gialloblù, è stato uno degli anni più
Novità da inserire nel contesto, decisamente ricco,
internazionali di sempre, corredato da dieci maglie
sotto il profilo organizzativo. Alla mitica “Corrida
azzurre in eventi che contano (tre agli ultimi Europei
di San Lorenzo” e alle tappe del Meeting Silver si
di cross) e dalla prima storica partecipazione ai cam-
ri-aggiungeranno il Trofeo Bepi Normanni e “Ol gir
pionati europei per club di corsa campestre chiusi
di pucc”, senza parlare della corsa in montagna,
al 12° posto e che, includendo anche montagna e
di cui, giusto per non farsi mancare nulla, è pure
pista, ha visto il club conquistare dieci podi trico-
coordinatore regionale: «Il mio pensiero è che, al-
lori a livello di campionati di società (con due titoli
meno sino al secondo anno della categoria Allievi, la
Under 20 trascinati dalla premiata ditta formata da
montagna sia compatibile, anzi propedeutica a cross
Stefano Benzoni e Matteo Bardea): «A parte questo,
e lunghe distanze. Il segreto sta nel farne il giusto e,
è la crescita individuale di parecchi ragazzi ciò che ci
soprattutto, evitare le discese che possono creare
fa più felici – continua il coach orobico –. Ho sem-
problemi fisici». Lui, però, più che un teorico della
pre creduto che il punto di partenza sia che stiano
metodologia dell’allenamento, è uno che preferisce
bene insieme e che si innamorino della fatica». Non
parlare con i fatti. I chilometri durante l’anno percorsi
per caso, due volte all’anno, organizza le “celebri”
per seguire le gare non li conta e quando organizza
sedute d’allenamento che dal centro di Zogno por-
è in primissima linea senza risparmiarsi mai: «Siamo
tano alla sua baita in zona Sant’Antonio, 7,8 km di
bergamaschi, gente così». Quelli di una volta: da
distanza con 800 metri di dislivello. Per tutti, alla fine,
tenere da conto.
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IL GIUDICE TESTO DI FEDERICA CURIAZZI CREDITS: DAVIDE VANINETTI/FIDAL LOMBARDIA
FRANCO CAVALLINI La marcia è stata ed è al centro della sua vita: prima come atleta e ora con palette gialle e cartellini rossi pronti all’uso. A lui abbiamo chiesto lo stato di salute del movimento giudicante, ovviamente, nella specialità del “tacco-punta”.
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L
’atletica l’ha nel sangue da sempre: prima come runner amatore, poi con la scoperta del tacco e punta e la volontà di mettersi al servizio dei più giova-
ni da giudice e da formatore per chi voglia intraprendere questa strada. Franco Cavallini, classe 1945 ma instancabile lavoratore su ogni fronte (professionale e atletico), dice che la vita è come l’atletica: «Mai rimanere fermi». E come dargli torto se proprio grazie al Gruppo Giudici Gare ogni giorno in tutta Italia può continuare il nostro movimento?
Franco Cavallini in veste di giudice misuratore sulla pedana del lungo agli ultimi Societari regionali Allievi e, sotto, all’ultimo esame per i nuovi giudici regionali di marcia assieme ai giudici nazionali Battaglia e Bandieramonte e a due allievi.
Quando è nata la sua passione per l’atletica e per la marcia? «Molti anni fa giocavo a calcio per passione all’oratorio, ma non vedevo possibilità di migliorarmi. Ho incontrato così il mondo di quelle che allora erano chiamate “camminate ecologiche”, le non competitive odierne per intenderci. Erano tantissime e il movimento era florido: ho così iniziato a correre da amatore avvicinandomi grazie al running al mondo dell’atletica. In quel periodo ho aperto a Varedo (MB), il mio paese, una società in cui seguivo la sezione giovanile con degli amici appassionati di corsa. Nel frattempo, sono intervenuti dolori a un ginocchio che tutt’ora non mi lasciano in pace e ho scoperto i benefici del gesto del cammino rispetto a quello della corsa. Marciare mi permetteva di continuare a partecipare a quelle non competitive che mi avevano fatto appassionare a questo mondo. Nel 1980, con la fine dell’esperienza nella polisportiva che si era costituita
nale ci sono molti compiti che competono alla
a Varedo, ho deciso di intraprendere la strada
singola figura del giudice, anche al di fuori
di giudice di marcia per restare al servizio
della manifestazione. Ad esempio, nel 2023
dell’attività e dei più giovani e per apprezzare
continuerò a fare il tutor al corso per i giudici
maggiormente il gesto di questa disciplina
regionali di marcia.»
che già conoscevo.» Lei si occupa di formazione: per rimanere Come si diventa giudice di marcia? «Io lo divenni percorrendo quelli che erano allora i vari passaggi da provinciale a
nell’albo del GGG di marcia, esistono degli aggiornamenti? «Fino a qualche anno fa non c’era quasi
regionale. Sono giudice nazionale di nordic
nulla. Oggi dalla gestione centrale di Roma
walking e giudice regionale di marcia e gare
vengono attuati dei corsi regionali di aggior-
no stadia. Il cammino odierno, invece, parte
namento per tutte le specialità, marcia com-
dalla fase di ausiliario provinciale; dopo un
presa. Il primo si è tenuto lo scorso anno e
anno si può diventare giudice regionale di
proprio in questi giorni abbiamo programma-
base. Poi, assunto il ruolo, si sceglie dopo un
to un secondo incontro tra i giudici regionali.
anno la specialità. C’è possibilità di diventare
A livello di penisola, nel mese di novembre,
direttore tecnico, ufficiale tecnico no stadia o
si è tenuto a Riccione un aggiornamento di
stadia, giudice di marcia e moltissime figure
tutti i giudici nazionali alla presenza anche dei
che hanno competenze specifiche all’interno
responsabili tecnici di settore della FIDAL per
della vasta famiglia del GGG (Gruppo Giudici
facilitare il confronto tra tecnici e giuria.»
Gare). Sempre dopo un anno si può ambire a diventare giudice nazionale della propria
La sua attività nel GGG ha già spento più di 40
specializzazione. Ovviamente ogni passaggio
candeline: che evoluzione ha visto nel mondo
comporta degli esami da affrontare alla fine di
della marcia in Lombardia?
un corso di formazione. Anche a livello regio-
«Parlando del movimento giovanile in re-
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IL GUIDICE • FRANCO CAVALLINI
è complicato sposare tecnica, coinvolgimento motivazionale del ragazzo, interesse della società, fatica e lavoro dei singoli allenatori.» Quale potrebbe essere una soluzione per l’approccio tecnico? «A mio avviso, trattandosi di crescita condivisa, dovrebbero esserci più incontri tra giudici, tecnici e atleti. Purtroppo, siamo quasi tutti volontari e indaffarati quotidianamente, ma questo va a discapito del futuro. Bisognerebbe fare uno sforzo in più e rendere parte di un progetto costante nel tempo alcune belle iniziative già intraprese. Mi riferisco, ad esempio, ai raduni in cui, oltre agli atleti, partecipi anche la componente giudicante; lo scorso inverno alla Cascina San Fedele di Monza è stata fatta una buona esperienza in collaborazione con FIDAL Lombardia alla presenza del referente nazionale per la Lombardia, il giudice nazionale Davide Bandieramonte. Ci piacerebbe che diventasse un’abitudine.» Sempre parlando di numeri, notiamo che al netto di un gran fervore a livello regionale, la Lombardia ha solo due giudici di marcia che la gione devo dire che purtroppo numericamente è diminuito moltissimo e ipotizzo un paio
«I nostri due giudici nazionali sono Gabrie-
di motivazioni. La prima è legata al fatto che
le Battaglia, che continuerà la sua attività, e
la marcia è troppo faticosa e poco appetibile:
Piergiorgio Ferrari, che invece uscirà l’an-
probabilmente portare un bambino di oggi
no prossimo per sopraggiunti limiti di età.
a far fatica è qualcosa di molto più difficile
Purtroppo, non abbiamo altri giudici regionali
rispetto a qualche anno fa. La seconda potreb-
che abbiano attualmente superato o sostenu-
be afferire alle società, che considerano con
to il corso da nazionali e si spera per il futuro,
poco rispetto la marcia in confronto ad altre
anche perché con i limiti di età a oggi sarem-
specialità, anche se è quella che porta a casa
mo papabili in pochi. Purtroppo il numero dei
più ori internazionali da tutta una vita. Spes-
giudici di questa specialità è davvero basso: a
so, inoltre, il marciatore viene “inventato”
volte è difficile completare una giuria. La mar-
per ragioni societarie ai vari campionati per
cia, come ben sa chi la pratica, è la Cenerento-
coprire la gara ed è raro che questo sia l’inizio
la di questo sport, a torto.»
di una carriera tecnicamente solida. I tecnici
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rappresentino a livello nazionale. Perché?
Un appello che noi di Voglia di Atletica,
di marcia, come tutti i numeri legati alla spe-
appassionati di questo sport e di questa disci-
cialità in rapporto con le altre, sono pochi sul
plina, vogliamo cogliere: giovani giudici re-
territorio e quindi è difficile che ci sia qualcu-
gionali, avvicinatevi alla marcia e, perché no,
no che insegni davvero la tecnica e non punti
amate questo gesto che tanto ha dato ai colori
subito al risultato agonistico. A discolpa di
azzurri dal momento che “senza giudici le
ognuna di queste componenti c’è da dire che
gare non si possono fare”. Parola di giudice.
IL MEDICO CONSIGLIA TESTO DI BARBARA BARONI
MIO CARO FREDDO NON TI TEMO Quando la colonnina di mercurio scende, si è tentati di abbandonare il training all’aperto. Ma questo è un peccato perché muovendosi si produce calore contrastando il clima rigido esterno. Tutti i buoni motivi per continuare ad allenarsi anche in inverno.
C
ome ben sappiamo, 37 gradi è la temperatura di funzionamento di
QUESTIONE DI PELLE (MA NON SOLO)
molti processi biologici
Il primo organo a percepire il
all’interno del nostro organismo.
freddo è la pelle, che attraverso
Variazioni anche di pochi gradi
una classe di recettori, chiamata
per periodi di tempo prolungati
termocettori (TRP), comunica di-
non permettono molte reazioni
rettamente con il midollo spinale
enzimatiche importanti per la so-
inviando segnali all’ipotalamo,
pravvivenza. Per questo, quando
una zona del cervello situata
ci esponiamo al freddo, il nostro
sopra il tronco celebrale, deputa-
corpo mette in atto una serie
ta, tra le altre cose, a mantenere
di strategie atte a preservare la
la temperatura del corpo stabile.
temperatura ideale per la vita.
Una volta che il freddo viene
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IL MEDICO CONSIGLIA • MIO CARO FREDDO NON TI TEMO
percepito, il corpo va incontro a
energia per generare calore.
una vasocostrizione periferica,
Il grasso bruno è presente in
cioè le arterie, i vasi che portano
grandi quantità nei neonati, ma
il sangue dal cuore ai tessuti,
tende a diminuire con l’avanzare
interamente avvolti da tessuto
dell’età. Quest’ultimo dato è im-
muscolare liscio, riducono il loro
portante perché, avendo i bam-
calibro riducendo l’afflusso di
bini un sistema neuro-muscolare
giovamento dal freddo au-
sangue alla periferia e garan-
acerbo, utilizzano questo tessuto
mentando il numero di globuli
tendo la circolazione di sangue
come principale meccanismo di
bianchi e riducendo gli stati di
caldo a livello del tronco proteg-
termogenesi.
infiammazione cronica grazie al
tante per mantenere la temperatura stabile è la contrazione
SISTEMA IMMUNITARIO E UMORE RINGRAZIANO Il sistema immunitario trae
suo effetto soppressivo nei con-
gendo gli organi più importanti. Un altro meccanismo impor-
di malattie cardio-vascolari.
DRITTO AL CUORE I benefici maggiori nel fare at-
fronti delle citochine pro-infiammatorie e all’aumento di quelle anti-infiammatorie.
muscolare involontaria, comu-
tività motoria in inverno si otten-
nemente chiamata brivido. Un
gono a livello cardio-vascolare
il sistema immunitario aiutando
meccanismo poco efficiente,
e immunitario. Il passaggio dal
a combattere i malanni di stagio-
però, perché gran parte dell’e-
freddo al caldo e viceversa fun-
ne come i raffreddori e l’in-
nergia prodotta per contrarre
ziona come una ginnastica per i
fluenza. Non dobbiamo, inoltre,
il muscolo viene dispersa in
vasi sanguigni, che reagiscono
dimenticarci che con l’accorciar-
calore. Infine, viene attivato il
al cambio di temperatura dila-
si delle giornate e la diminuzione
grasso bruno, un tipo di tessuto
tandosi e stringendosi. Grazie
della luce solare aumentano i
adiposo molto ricco di mitocon-
a questa alternanza l’apparato
sintomi dovuti ai disturbi dell’u-
dri che rappresentano le centrali
vascolare si elasticizza miglio-
more e fare attività fisica, si sa,
energetiche della cellula. Esso
rando valori come la pressione
migliora anche… il nostro stato
ha la funzione di “utilizzare”
arteriosa e abbassando il rischio
d’animo.
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L’attività fisica quindi rafforza
CHI È BARBARA BARONI Responsabile dell’Unità di Riabilitazione Ortopedica all’IRCCS Policlinico San Donato di Milano. Mi sono laureata in Medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Pavia nel 2003. Tra il 2003 e il 2017 ho frequentato corsi di aggiornamento che mi hanno permesso di acquisire ulteriori competenze in ambito fisiatrico e di riabilitazione ortopedica. Ho così appreso l’utilizzo della scala di misura per le disabilità Functional Indipendence Measure (FIM), ottenuto i diplomi di Linfodrenaggio Manuale secondo Vodder, di Immediate Life Support (ILS), di Advanced Life Support (ALS) e il Master ISICO (Istituto Scientifico Italiano Colonna Vertebrale) sul trattamento riabilitativo delle deformità vertebrali. Sono relatrice nel corso teorico pratico di Tecnica Infiltrativa Articolare. Ho collaborato per quasi un decennio con l’Università degli Studi di Milano svolgendo attività di tutoraggio e docenza in Fisiatria, Geriatria, Medicina dello Sport, Riabilitazione e prevenzione delle malattie ortopediche e funzionali.
PRIMA, DURANTE E DOPO L’ALLENAMENTO
solo al riscaldamento ma anche al
la bocca, solo se necessario, per
defaticamento, che va svolto in ma-
espirare. Il naso riscalda e umidi-
niera dolce ma senza smettere di
fica l’aria, mentre respirare con la
È possibile quindi allenarsi in
muoversi, prima di tornare al caldo
bocca espone il cavo oro-faringeo
inverno, anche con pioggia o neve,
a fare stretching. Un veloce raffred-
alle basse temperature, causando
tenendo conto però che fare eser-
damento del tessuto muscolare può
vasocostrizione e un abbassamen-
cizio con un clima rigido comporta
comportare irrigidimento, crampi
to locale delle difese immunitarie,
una maggiore dose di attenzione e
e microlesioni muscolari, pericoli
aumentando il rischio di infezioni.
necessita di dovute accortezze. In
più ricorrenti a cui va incontro chi
questa stagione il corpo impiega
sottovaluta questo aspetto.
Dopo l’allenamento, il raffreddamento e lo stretching, infine,
più tempo a scaldarsi e fare eser-
Un fattore importantissimo da
cizio a muscoli “freddi” potrebbe
curare durante la corsa al freddo
almeno mezz’ora in luogo caldo.
causare traumi, contratture e
è la respirazione, che deve essere
Questo lasso di tempo è infatti
infiammazioni. Diventa quindi fon-
esclusivamente nasale e diafram-
determinante per il fisico in fase
damentale dedicare più tempo non
matica, limitandosi a utilizzare
di rigenerazione della fatica appe-
il consiglio è di riposare per
na affrontata e per questo molto più esposto a contrarre raffreddore e infezioni.
CIBI CHE “SCALDANO”
E QUINDI?
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione nell’allena-
In conclusione, il clima rigido
mento invernale o nel caso in cui si sia particolarmente sensibili
non è in sé un ostacolo allo svolgi-
al freddo, è quello dell’alimentazione. La scelta dovrebbe cadere
mento di attività fisica all’aperto.
su alimenti con proprietà antiossidanti e vasodilatanti, come legu-
Le persone in buona salute non
mi, pesce, aglio, zenzero, frutta secca, frutti rossi e peperoncino.
hanno particolari problemi ad
Anche con il freddo è necessario idratarsi bene per non per-
allenarsi outdoor con temperature
dere minerali. Anzi, il minore stimolo a bere rispetto all’estate è
anche molto basse, purché segua-
un ulteriore buon motivo per fare attenzione a questo aspetto.
no alcune indicazioni su vestiario
Bisogna idratarsi prima, durante e dopo l’esercizio fisico. L’ac-
e preparazione. Anche i bambini
qua disseta, senza riempire di zuccheri e calorie inutili, ed è da
possono correre, giocare e muo-
preferire alle bevande energetiche. Inverno, attività fisica o sport
versi all’aperto con il freddo, però
mal si conciliano con il consumo di alcool, che è da evitare del
bisogna ricordare che, a causa del-
tutto. L’alcool infatti, a dispetto di quanto spesso si crede, influi-
la loro conformazione fisica, tendo-
sce negativamente sul metabolismo, riscalda per un tempo molto
no a disperdere più velocemente il
breve, passato il quale si sente più freddo di prima.
calore corporeo rispetto agli adulti e a raffreddarsi più facilmente.
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IL MEDICO CONSIGLIA • MIO CARO FREDDO NON TI TEMO
L’abc del training invernale Per le attività all’aperto si dovrebbero sempre consultare prima le previsioni del tempo. Infatti, è vero che il freddo non impedisce di allenarsi outdoor, ma esistono tuttavia alcune condizioni meteo a cui occorre prestare attenzione per evitare infortuni. Quando il terreno è ghiacciato, per esempio, il rischio di scivolare non deve essere sottovalutato. C’è il pericolo di contrarre fratture che costringe-
per almeno tre motivi (più uno):
Infine, bisogna ricordare che d’inverno fa buio presto e l’oscurità
1.
quando sono bagnate, molte
può rappresentare un pericolo sulle
superfici diventano scivolo-
strade, in campagna come in città.
se, presentando problemi simili al ghiaccio;
2.
L’abbigliamento è
gli abiti bagnati rendono diffi-
importante e, consigli
cile mantenere una tempera-
a parte, è l’esperienza
tura corporea adeguata;
3.
personale che deve guidare nella scelta dei diversi capi.
la presenza di vento forte – as-
Ciò che è davvero importante è non
sociato alle temperature basse
avere freddo e non sudare troppo.
– può diventare un problema perché
L’errore più frequente tra le persone
per settimane.
penetra nei tessuti e sottrae calore al
che fanno attività fisica all’aperto è
Anche la pioggia e il vento rendono
corpo, facendo percepire molto più
vestirsi in modo troppo pesante. In
problematica l’attività all’aperto, e
freddo, a parità di temperatura.
questo caso si rischia di sudare in
rebbero a rimanere inattivi anche
quantità eccessiva e rimanere con i vestiti umidi sentendo freddo. È comunque fondamentale proteggere le estremità indossando calzini
UN NUOVO PUNTO DI RIFERIMENTO La dottoressa Baroni è anche il nostro medico di riferimento presso “Enne medica”, una struttura con cui Fidal Lombardia ha concluso una convenzione con l’obiettivo di mettere a disposizione dei suoi tesserati un centro a cui rivolgersi, in caso di infortunio, per essere seguiti per tutto l’iter di cura, esami strumentali compresi. L’obiettivo, infatti, è quello di fornire l’opportunità di un percorso rapido e univoco, a costi accessibili per i propri tesserati, a cui poter accedere rapidamente essendo svincolati dalle tempistiche del servizio sanitario. La struttura, naturalmente, è disponibile – con la stessa sollecitudine – anche per le sole visite o gli esami strumentali.
caldi, guanti e cappello. Soprattutto in montagna, nelle giornate limpide, il sole può essere forte e l’indice dei raggi UV alto e pericoloso per la salute degli occhi. È buona norma quindi portare sempre con sé un paio di occhiali da sole per proteggere gli occhi. È anche utile proteggere la pelle del viso con una crema solare.
Anche le fasi di riscaldamento e di stretching devono essere curate:
ENNE MEDICA
in particolare, il primo
Poliambulatorio Medico Specialistico, Piazza Giovine Italia 2/A, 20084 Lacchiarella (MI). Il numero di telefono e la mail dedicati ai tesserati Fidal sono i seguenti: T 340 3902172 Mail
[email protected]
www.ennemedica.it
deve essere graduale e prolungato, perché con il freddo è più facile avere problemi muscolari. Lo stretching o gli esercizi di defaticamento alla fine dell’attività dovrebbero essere svolti in casa o in un ambiente caldo.
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QUELLI CHE L’ATLETICA… TESTO DI CESARE RIZZI CREDITS: COLOMBO/FIDAL, ARCHIVIO FIDAL LOMBARDIA, ARCHIVIO FIDAL MILANO
Franco Bragagna in telecronaca alla Cinque Mulini 2013
LA VOCE CHE EMOZIONA INCONFONDIBILE E SOPRATTUTTO LEGATA AI TRIONFI AZZURRI (E NON SOLO) SIA SU PISTA SIA SU STRADA: È QUELLA DI FRANCO BRAGAGNA, CHE SI INNAMORÒ DELL’ATLETICA PIÙ DI 50 ANNI FA PROPRIO IN LOMBARDIA
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QUELLI CHE L'ATLETICA... • FRANCO BRAGAGNA
«
Stephane Diagana, Pawel
DALLA RADIO ALLA TV
Januszewski ma c’è Mori...c’è Mori...c’è Fabrizio Mori...va
Fabrizio Mori, va Fabrizio Mori...» (Siviglia, venerdì 27 agosto 1999)… «Trentasette e mezzo non è febbre, è febbrone da cavallo» (Tokyo, venerdì 6 agosto 2021). La sua voce ha accompagnato gran parte dei trionfi azzurri degli ultimi sei lustri (ne abbiamo citati, a titolo esemplificativo, due distanti tra loro 22 anni), ma non tutti sanno che il legame con l’atletica di Fran-
«L’atletica è lo sport più difficile e quello che sa proporre meglio di tutti la bellezza del gesto di atleti e atlete diversi di Paesi diversi.»
Un terzo punto di contatto è invece legato al suo ormai tradizionale ruolo di “giurato” per decretare i vincitori del Premio giornalistico nazionale intitolato a Carlo Monti, promosso tra gli altri anche da Fidal Lombardia. Da giornalista Franco esordì sulle frequenze di una radio privata di Bolzano, Quarta Dimensione: «Un amico mi chiese di sostituirlo: avevo 15 anni, ne dimostravo forse sette. Dovevo parlare per 3’ solo di atletica, finii per avere
co Bragagna affonda idealmente le
spazio per quasi un’ora trattando
radici in Lombardia: «La scoprii in tv il 16 aprile 1967 guardando una
“buchi” per la mia società. Avevo
di tutto, dall’olimpismo al doping».
Pasqua dell’Atleta organizzata dal-
uno stile molto regolare, doppiavo
L’approdo in Rai risale a 33 anni fa
la Riccardi a Milano: quel “virus”
regolarmente tutti nelle gare del
e fu subito atletica: «Fui assunto
non mi avrebbe più mollato».
mio rione su un giro di 116 metri.»
nella redazione di lingua italiana
Gare molto “ruspanti”, non troppo
della Tgr dell’Alto Adige il 16 luglio
diverse nello spirito dal Trofeo Ugo
1990 e nel weekend successivo
Frigerio ancora in auge. Ed ecco il
venni già inviato a Bressanone per i
CALCIO E MARCIA Franco Bragagna da Padova
secondo punto di contatto con l’at-
campionati italiani Juniores». Tutta
(dove è nato il 17 luglio 1959) o
letica lombarda: «Mio figlio Andrea
l’Italia appassionata di atletica iniziò
meglio da Bolzano (dove si trasferì
vinse il Trofeo Frigerio a livello gio-
a conoscerlo come radiocronista
con la famiglia all’età di due anni e
vanile», dice con orgoglio Franco
tra i Giochi 1992 e i Mondiali 1993:
mezzo conservando tuttora alcune
in versione genitore riferendosi al
«Trent’anni fa la prassi imponeva
immagini di quello spostamento:
secondogenito di quattro eredi.
che la radiocronaca di un match di
la memoria quasi mirandolesca sarebbe diventata uno dei suoi marchi di fabbrica) da ragazzo fu anche calciatore («Colori biancoverdi della Virtus Don Bosco di Bolzano: con me giocavano Hubert Pircher, che sarebbe arrivato a collezionare 106 presenze e 13 reti in Serie A tra Atalanta e Ascoli, e Andrea Stimpfl, poi in B con il Foggia») e tanto altro a livello sportivo, fino a diplomarsi all’Isef di Bologna. Il suo cuore però era stato catturato da quello sport visto per la prima volta in tv e vissuto da protagonista da tutta la famiglia, tant’è che la sorella minore Sonia avrebbe centrato il limite italiano Allieve di prove multiple. «Facevo atletica con la Sab di Bolzano – ricorda oggi –, la marcia era la mia specialità di punta: non dovevo coprire
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Bragagna alla festa dell'Atletica Pompiano 2016 con il vicepresidente FIDAL Lombardia Roberto Goffi, il presidente FIDAL Lombardia Gianni Mauri e la dirigente del locale sodalizio Cinzia Zuppelli
calcio non venisse mai interrotta: io intervenni comunque in piena finale tra Spagna e Polonia per annunciare il record mondiale degli Usa nella 4x400 m uomini, proprio qualche istante prima che arrivasse un gol. L’intervento venne accolto con una certa irritazione da chi stava seguendo il calcio». L’esordio come telecronista è invece datato 1995: è un debutto con il botto, nella Coppa Europa di Villeneuve d’Ascq con la postazione proprio sopra la pedana del triplo dove Jonathan Edwards atterrò a 18.43 ventoso. Il ruolo l’avrebbe portato nelle case degli italiani con l’inconfondibile timbro di voce a narrare gesta atletiche, conferme, sorprese, record, delusioni, con tutto il corollario invisibile di situazioni imprevedibili (e imprevisti) che caratterizza il mestiere di chi fa telecronaca: «Nel 1996 a Lisbona in Coppa Europa la nazionale femminile combinò grandi cose, dal record italiano di Patrizia Spuri sui 400 m alla rinascita di Roberta Brunet: appena chiusa la telecronaca, che doveva andare in differita, mi dissero che nulla era stato registrato. Con calma e un po’ di incoscienza decidemmo di
«Jacobs fu protagonista di due cambi favolosi per intelligenza, ma la frazione decisiva fu quella di Fausto Desalu.»
commentare daccapo le immagini:
che punto sia corretto omologare le prestazioni e allo stesso modo ho tanti dubbi sull’omologare record mondiali delle distanze su strada. La marcia? Mi domando perché la 50 km sia considerata “lunga”: la gara su strada di ciclismo non è forse più lunga?».
LO SPORT PIÙ BELLO
i giornalisti in tribuna stampa sta-
Franco Bragagna nel suo percor-
vano chiudendo i loro pezzi quando
ma la frazione decisiva fu quella di
mi sentirono alzare la voce per fatti
Fausto Desalu (coincidente con le
so professionale ha commentato
accaduti ore prima, ma credo che
parole pronunciate da Franco, ndr).
40 sport, con una frequentazione
a casa nessuno si sia accorto di
In quei Giochi l’impressione era che
assidua di sci di fondo, discipline
nulla».
l’Italia davvero potesse sbagliare
del ghiaccio e canoa e compreso
nulla. Quella attuale è sicuramente
(una tantum) pure il calcio. Se gli
la nazionale più forte di sempre da
chiedete quale sia lo sport più bello
quando commento l’atletica». Il suo
che abbia o abbia avuto l’onore di
è un punto di vista privilegiato su
raccontare non ha alcun dubbio:
italiani invece sentirono il profetico
dove stia andando l’atletica a livello
«L’atletica è lo sport più difficile e
«Sta succedendo una cosa» pro-
mondiale: «Resto perplesso sulla
quello che sa proporre meglio di
nunciato da Bragagna 24 secondi
4x400 m mista, anche se impor-
tutti la bellezza del gesto di atleti
dopo il via della finale olimpica
re l’ordine delle frazioni a livello
e atlete diversi di Paesi diversi.
della 4x100 m, forse la vittoria più
di genere è stato certamente un
Nell’atletica succedono tante cose
iconica della storia dell’atletica
passo avanti. Le gare in piazza sono
contemporaneamente: per me, da
azzurra: «Jacobs fu protagonista di
un’ottima operazione sul piano
oltre mezzo secolo, è questo il suo
due cambi favolosi per intelligenza,
promozionale, ma non so fino a
fascino più evidente».
TOKYO DA SOGNO Nell’agosto 2021 milioni di
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Buono a Sapersi TESTO DI CESARE RIZZI CREDITS: DAVIDE VANINETTI
CHE LA FESTA ABBIA INIZIO T
re giorni di “Festa del
LA GRANDE NOVITÀ PER TUTTI GLI AMANTI DEL CROSS SI CHIAMA COPPA LOMBARDIA, UN CIRCUITO SU TRE PROVE DESTINATO ALLE SOCIETÀ E DAL MONTEPREMI IMPORTANTE. PRIMA TAPPA IL 29 GENNAIO AD ARCISATE (VA)
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LA COPPA LOMBARDIA
Cross”: la corsa cam-
È un legame ancestrale: la corsa
pestre nel 2023 avrà un
campestre appartiene alle campa-
proprio trofeo dedica-
gne e alle montagne lombarde così
to, la Coppa Lombardia. Si tratta di
come
un’iniziativa in cui FIDAL Lombar-
amanti, parafrasando Patti Smith.
la
notte
appartiene
agli
dia crede molto, come dimostrato
Un rapporto forte quello tra la corsa
anche dal montepremi importante
nei prati e la nostra regione, che è
(quasi 12.000 euro) destinato alla
testimoniato dalle due tappe Gold
competizione a squadre. «È un
del World Athletics Cross Country
progetto serio di valorizzazione del
Tour che la Lombardia da ben oltre
cross, ma anche delle società»,
mezzo secolo ospita: il Campaccio
spiega il presidente del Comitato
Cross Country di San Giorgio su
Regionale Gianni Mauri, ricordando
Legnano di venerdì 6 gennaio 2023
e sottolineando anche «la grande
(66ª edizione) e la Cinque Mulini di
attenzione dell’atletica lombarda
San Vittore Olona di domenica 15
verso il mondo dell’endurance, dal-
gennaio 2023 (91ª edizione). Pro-
le corse campestri al mezzofondo
prio alla stregua del circuito mon-
(con i Silver Meeting forieri di tanti
diale delle corse campestri il Co-
primati personali, nda) alla marcia».
mitato Regionale FIDAL Lombardia
IL CALENDARIO 1ª TAPPA: ARCISATE (VA) DOMENICA 29 GENNAIO 2023 Organizzatore: Atletica Arcisate 27° Cross di Arcisate (fase regionale unica dei Campionati di Società di cross Assoluti, Juniores e Allievi maschili e femminili e prova unica del Trofeo Mario Bruno-Enrico Crema).
2ª TAPPA: SABBIONETA (MN) DOMENICA 12 FEBBRAIO 2023 Organizzatore: Atletica Interflumina è Più Pomì 2° Cross della Città Murata (Campionato Regionale individuale e di Società Master e Campionato Regionale di Società Cadetti/e).
3ª TAPPA: BRESCIA DOMENICA 26 FEBBRAIO 2023 Organizzatore: Atletica Rodengo Saiano Mico 3° Cross del Parco delle Cave (Campionato Regionale individuale per il settore Assoluto e per le categorie Promesse, Juniores, Allievi e Cadetti maschili e femminili e Campionato Regionale Assoluto maschile e femminile di cross corto).
quest’anno ha voluto creare un circu-
est con il Cross del Parco delle Cave
declinate al maschile e al femminile:
ito regionale dedicato alla disciplina,
a Brescia domenica 26 febbraio.
Assoluta (punteggi da due prove: Ar-
una Coppa Lombardia articolata in tre prove che rappresenti una Festa del Cross “itinerante” toccando i diversi
cisate e Brescia), Cadetti/e (il trofeo assegnerà anche il Memorial Giusep-
PREMIATE LE SOCIETÀ Lom-
di Sabbioneta e Brescia) e Master (in
so-
palio attraverso il Campionato di So-
cisate ad Arcisate (Varese) domenica
cietà (premiazioni per le prime otto
cietà in prova unica previsto a Sab-
29 gennaio, sfiorerà il confine con
squadre nel settore Assoluto, per
bioneta).
l’Emilia Romagna con il Cross della
le prime sei a livello Under 16 e per
Città Murata a Sabbioneta (Mantova)
le prime cinque a livello over 35) e
domenica 12 febbraio e si chiuderà a
sarà articolata in tre diverse sezioni
angoli della regione. Il trofeo farà in-
Nella
fatti tappa a ovest con il Cross di Ar-
bardia
pratica sarà
la Coppa
pe Volpi e sarà imperniato sulle gare
destinata
alle
IL REGOLAMENTO COMPLETO
NUOVA LINFA «Il Cross in Lombardia è tradizione – il punto di vista del vicepresidente FIDAL Lombardia Luca Barzaghi, che ha vissuto per tanti anni anche da atleta la realtà delle corse campestri –: il Campaccio, a cui è stata appena assegnata la Heritage Plaque da parte di World Athletics, e la Cinque Mulini, che aveva già nel recente passato ricevuto la prestigiosa onorificenza dell’atletica mondiale, ne sono uno splendido esempio. Non possiamo però lasciare sole le due
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Buono a Sapersi
I CIRCUITI DELLE CORSE CAMPESTRI S
classiche “monumento”: alle spalle va costruito un movimento che lo alimenti. Su questa convinzione è nata la Festa del Cross in Lombardia, sviluppata dalla commissione calendario che ringrazio per l’entusiasmo con cui ha approcciato l’idea. In palio ci sarà un montepremi di 11.800 euro riservato alle società, che sono il motore della nostra regione e che vogliamo sostenere. Ora tocca ad atleti, ma anche tecnici, genitori, dirigenti e addetti ai lavori affrontare la nuova sfida e farci capire se la strada intrapresa sarà quella corretta: il Comitato Regionale vi aspetta numerosi. Siamo coscienti che non solo la corsa campestre ma anche altre specialità o settori abbiano bisogno di nuova linfa: la Coppa Lombardia di cross è solo l’inizio.» Che la festa (del cross) cominci: appuntamento tra una manciata di giorni ad Arcisate con la prima caccia ai punti per la coppa lombarda della specialità.
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eppur su distanze e con format diversi rispetto a quanto proposto nel programma dei campionati italiani e di conseguenza anche nella Coppa Lombardia, il movimento lombardo delle corse campestri si muove (soprattutto rivolgendosi a giovanissimi e master) anche attraverso alcuni consolidati circuiti frutto del meritorio lavoro di tanti appassionati organizzatori. CROSS PER TUTTI - Numeri davvero consistenti per una challenge giunta nel 2023 alla 13ª edizione con le categorie più giovani (Esordienti e Ragazzi): nel 2022 sono stati 4.376 gli atleti ad aver preso parte ad almeno una gara e oltre 2.200 ciascuna i partecipanti alle ultime tre prove (Cinisello Balsamo, Paderno Dugnano e Brugherio). Nella 2023 sono sei le tappe previste, equamente divise tra territorio milanese e brianzolo: Canegrate (22 gennaio), Cesano Maderno (29 gennaio), Lissone (5 febbraio), Cinisello Balsamo (19 febbraio), Paderno Dugnano (26 febbraio) e Brugherio (5 marzo). La tappa di Cesano Maderno per la categoria Cadetti/e sarà anche la prima prova indicativa per la selezione della rappresentativa lombarda per la Festa del Cross di Gubbio (le successive saranno le prove di Coppa Lombardia a Sabbioneta e Brescia). BRIANZOLO - Il Campionato brianzolo quest’anno vivrà la sua 36ª edizione: spazio unicamente alle categorie assolute con tre gare sulla linea di partenza, ovvero Master uomini over 50 (6 km), Juniores uomini e donne e altre categorie femminili (4 km) e Seniores, Promesse e Master fino M45 uomini (6 km). Cinque le tappe in calendario: la prima in provincia di Lecco, le successive quattro in quella di Monza Brianza, sempre al sabato pomeriggio: Oggiono (28 gennaio), Agrate Brianza (11 febbraio), Parco di Monza (25 febbraio), Desio (4 marzo) e Carate Brianza (18 marzo). TROFEO MONGA - Come il Brianzolo anche il Trofeo Emilio Monga si rivolge alle categorie dai 16 anni in su con un particolare occhio di riguardo per i master. Dedicato alla memoria di un podista originario di Porlezza (Como) falciato da un’auto in allenamento nel 1981, il circuito, giunto nella stagione 2022/23 alla 41ª edizione, si sviluppa nella prima parte del periodo dedicato alle corse campestri, tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno: l’ultima versione ha proposto tappe a Treviglio (Bergamo) il 20 novembre 2022, a Torre de’ Roveri (Bergamo) il 4 dicembre 2022, a Pioltello (Milano) l’11 dicembre 2022, a Bolgare (Bergamo) il 18 dicembre 2022 e a Casalzuigno (Varese) l’8 gennaio 2023.
I COMITATI P ROVINCIALI
SONDRIO
VARESE
COMO/LECCO BERGAMO BRESCIA MILANO LODI/MONZA BRIANZA
PAVIA CREMONA
MANTOVA
La FIDAL è presente anche a livello locale, ecco tutti i riferimenti cui rivolgersi e le persone che li animano.
BERGAMO Via Gleno, 2L – 24124 - Bergamo Telefono +39 035 232520 Fax +39 035 232520 E-mail
[email protected] Orari di apertura: Gli uffici saranno aperti al pubblico, esclusivamente su appuntamento, il lunedì dalle 15 alle 18 e il giovedì dalle 18 alle 20. Per urgenze ci sarà la possibilità di incontrare le società in altri orari sempre su appuntamento. Presidente: Vice-Presidente: Consiglieri:
Maurizio Oberti Alberto Pirola Giuseppe Bonicchio Gianluca Gamba Milko Rossoni Carmine Voccia
MILANO LODI/MONZA BRIANZA Viale Repubblica Cisalpina 1 - 20154 - Milano Telefono +39 02 33605803 Fax +39 02 34535111 E-mail
[email protected] Presidente: Vice-Presidente: Segretario: Consiglieri:
Paolo Galimberti Potito Gilberti Andrea Berti Francesca Berti Fabio Burattin Vania Franzolin
BRESCIA Centro Sportivo Gabre Gabric - via Don Luigi Barberis 9 - San Polino, 25135 - Brescia Telefono +39 335 545011 E-mail
[email protected] Orari di apertura: Martedì dalle ore 18.30 alle 21.30 al campo San Polino in via Barberis a Brescia (per altri orari prendere appuntamento contattando il Presidente o i consiglieri referenti di settore). Presidente: Rolando Perri Vice-Presidente: Laura Avigo Segretario: Jessica Brunelli Consiglieri: Enrico Bregoli Alberto Stretti Angelo Vecchi Presidente Onorario: Giuseppe Portone
COMO/LECCO
CREMONA
VARESE
Viale Masia, 42 - Como Telefono e fax +39 031 573605 E-mail
[email protected] La segreteria del Comitato è aperta su appuntamento chiamando il numero +39 335 7601744
C.O.N.I. Via F. Filzi, 35 - 26100 - Cremona Fax +39 0372 453349 E-mail
[email protected] [email protected]
Campo di Atletica «G.Bellorini” Via Valle Luna 3 - 21100 - Varese Telefono +39 348 4789106 E-mail
[email protected]
Presidente: Vice-Presidente: Segretario: Consiglieri:
Carla Francesca Pirotta Maurizio Longoni Erika Simonetta Silvia Crippa Roberto Dell’Acqua Claudia Gorla
Presidente: Vice-Presidente: Consiglieri:
Monica Signani Gianluca Giossi Giuseppe Bertozzi Marco Falchetti Giuseppe Monfrini Paolo Zanini
Presidente: Fabio Ferrazzi Vice-Presidente: Carmine Pirrella Segretario: Marco Lazzati Consiglieri: Daniela Cionfrini Vittorio Ciresa Roberto Strada
MANTOVA
PAVIA
SONDRIO
Viale L. Guerra, 2 - 46100 - Mantova Telefono e fax +39 0376 222652 E-mail
[email protected]
Via Dei Mille 94 - 27100 - Pavia E-mail
[email protected]
CONI - Piazza Valgoi, 5 - 23100 - Sondrio Telefono e fax +39 0342 218856 E-mail
[email protected]
Presidente: Vice-Presidente: Segretario: Consiglieri:
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Gianni Tuschi Elena Grazioli Azio Aldrovandi Katia Bonfà Fulvio Zanini
Presidente: Vice-Presidente: Consiglieri:
Claudio Baschiera Davide Galaschi Beatrice Bellinzona Paolo Destro Alfredo Gentili
Presidente: Vice-Presidente: Segreteria: Consigliere:
Giovanni Del Crappo Raffaella Riva Francesco Lietti Paolo Crimella Alessandro Piani
FIDAL LOMBARDIA: UN COMITATO AL SERVIZIO DI ATLETI E SOCIETÀ scoperte e intuizioni che diventano insegnamenti per tutti gli atleti”: è la testimonianza di Marta Maffioletti, capitana della Bracco e più volte azzurra nelle Nazionali giovanili.
PROGETTO SANITARIO PSICOLOGIA SPORTIVA Il progetto FIDAL Lombardia di psicologia sportiva è coordinato dal dottor Andrea Colombo, oggi psicologo dello sport dopo essere stato grande atleta in passato (campione europeo Under 20 sui 200 metri a San Sebastian 1993 in una delle finali più serrate della storia). Andrea sarà presente in numerosi eventi tecnici FIDAL Lombardia, per svolgere un lavoro di supporto ai tecnici attraverso momenti formativi e di relazione sia con gli allenatori sia con gli atleti. Una parte del progetto è il corso di mental coaching online “Allenati a eccellere”. Si tratta di una serie di video (che affiancano alle immagini e alle parole dello psicologo un riassunto scritto di quanto proposto) che mostrano alcuni esercizi utili per migliorare sul piano mentale: uno strumento che ha riscontrato buon successo nella passata stagione, come ben spiegano alcune recensioni postate nell’area a disposizione degli utenti del corso. “Molto bello che tramite alcuni video sia stato fatto tesoro di
Con il supporto di alcuni qualificati professionisti e attraverso le convenzioni con alcuni centri specializzati il Comitato Regionale garantisce un’assistenza primaria (con particolare riferimento al first aid e alla fase post infortunio) agli atleti e alle atlete di livello della nostra Regione. Il servizio (sino a un massimo di tre interventi annuali per ogni atleta e con un tetto massimo di spesa) viene garantito agli atleti delle categorie Allievi/e, Juniores, Promesse e Seniores M/F di interesse nazionale. Per maggiori informazioni il riferimento è l’indirizzo e-mail
[email protected].
IMPIANTI Lo Sportello Impianti è una “finestra” mensile in cui dirigenti e allenatori possono porre domande e confrontarsi con Roberto Franz, referente di BSW Regupol per l’Italia e consulente del Comitato Regionale in tema di piste e pedane. Lo sportello è “aperto” negli uffici del Comitato Regionale FIDAL Lombardia (Via Piranesi 46, Milano) il primo lunedì del mese dalle ore 18:00 alle ore 19:00: a tale
iniziativa dirigenti di società, atleti, allenatori ma anche rappresentanti di enti proprietari di impianti e professionisti della progettazione possono prendere parte anche senza appuntamento. Nel caso si volesse incontrare il dottor Franz in giorni e orari diversi; l’adesione allo Sportello Impianti è possibile anche su appuntamento inviando una e-mail a
[email protected].
PISTINO Grazie a un accordo con Regupol FIDAL Lombardia mette a disposizione gratuitamente di società, Comitati Provinciali e di chiunque voglia utilizzarlo un pistino per promuovere l’atletica anche al di fuori dei campi: tale struttura è composta da nove stuoie di 12 millimetri di spessore che vanno a comporre un rettilineo di tre corsie per 60 metri complessivi e a breve avremo un altro pistino da 60 metri.
ACCESSI GRATUITI AGLI IMPIANTI INDOOR Il Comitato Regionale FIDAL Lombardia si fa carico degli accessi gratuiti degli atleti di maggiore livello nei settori di interesse per l’attività in sala, ovvero Velocità (100, 200 e 400), Ostacoli (110/100 ostacoli e 400 ostacoli), Salti (alto, asta, lungo e triplo) e Prove Multiple (decathlon/eptathlon).
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VUOI SCOPRIRE LA REGINA DEGLI SPORT? Corse, salti, lanci, marcia, divertimento, amicizia, emozioni: in due parole
ATLETICA LEGGERA Sei rimasto affascinato dalle imprese degli azzurri ai Giochi Olimpici?
SCOPRI LA TUA SPECIALITÀ. Praticare questo sport non è affatto difficile! QUANDO A OGNI ETÀ puoi allenarti e gareggiare dai 5-6 anni, le categorie agonistiche scattano dai 14 anni, agli over 35 nelle categorie Master e fino a oltre 80 anni
COME A OGNI LIVELLO sul territorio lombardo ogni anno sono in calendario centinaia di manifestazioni di livello provinciale, regionale e nazionale, dedicate ai settori promozionali, agonistici e Master
DOVE IN OGNI ANGOLO DELLA LOMBARDIA sono oltre 500 le società affiliate, con grande attenzione ai settori giovanili e istruttori qualificati