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Instituto Postal Telegrafico de Venezuela - Porte Pagado - Permiso N° 57 de fecha13 - 11 81 - Revista Incontri - Apdo. Postal 88827 - Caracas 1062 - V

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Instituto Postal Telegrafico de Venezuela - Porte Pagado - Permiso N° 57 de fecha13 - 11 81 - Revista Incontri - Apdo. Postal 88827 - Caracas 1062 - Venezuela

RICOMINCIA LA SCUOLA

Anno 44 N° 362 - Luglio - Agosto - 2016 - Bs. 2.000.00 - Estero $ 10.00

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Incontri n° 362 2016

Son finite le vacanze e si torna a scuola

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anti giovani sanno che l’autunno è la stagione che da inizio all’avventura nel mondo della scuola. E sì perché la scuola è un mondo a parte nella costellazione dei tanti pianeti che l’uomo e la società hanno creato per la nostra gioia. Bisogna transitare in diversi mondi nella nostra vita. Ogni pianeta ha il suo modo di starci sopra e alla fine l’ obiettivo che è quello di garantire, non l’immortalità, ma un po’ più di felicità nella nostra comune avventura terrena. La scuola trai tanti pianeti ha una sua caratteristica particolare che ci rivela l’esistenza di miracoli ancora possibili. Mentre su altri pianeti si sono abolite le regole, la scuola le conserva perché non rinuncia alla speranza che ogni giorno ci possa essere qualche piccolo miracolo. Osserviamo il pianeta della tecnologia. Le regole qui le detta il genio. Si fa così finchè qualcuno più intelligente sentenzia che da oggi non si fa più così ma il contrario di

tutto ciò che si faceva prima. Lo dimostra la formula e il gioco è fatto. Le conseguenze possono essere positive o possono essere dei veri disastri, ma nessuno pensa più che si possa tornare indietro. Per garantire questa evoluzione si spendono risorse immense per trovare un risultato brillante che per certi versi migliora il mondo e per altri getta in rovina intere categorie di persone che fino ad allora avevano avuto un successo indiscutibile. Il mondo cambia, e già! Per non parlare del mondo della guerra. Quale? Tutte!. Guerre di potere, di religione, di sopravvivenza, di sopraffazione, guerre giuste e ingiuste, necessarie e supreflue. E gli impiegati di questo mondo? Tutti di prima categoria. Si tratta di uomini in divisa, allenati, istruiti, intelligenti e preparati, dotati di un guardaroba micidiale tanto che ognuno di loro può scatenare una sua battaglia personale con alto potere di distruzione. Quando si comincia a sparare arriva il momento che non si capisce bene la traietto-

ria dei proiettili, da dove vengono e dove vanno a finire, per non parlare di mine e bombe montate su aerei droni che l’uomo comanda stando seduto in poltona. Così si insite col dire che l’avventura di guerra ha fini umanitari anche se si bombardano ospedali, conventi , asili e scuole materne. Ma che cosa ha a che fare il mondo della scuola con tutto ciò. Poco, oserei dire, perché a cominciare dai suoi maestri questo mondo scolastico gode certamente di meno attenzione e risorse dei mondi cosidetti globalizzati e tecnologici. E proprio questo è il miracolo. Mentre tecnologia e progresso a cavallo dell’informatica e delle nuove discipline avanzano velocemente verso i loro obiettivi, la scuola è ancora legata a ritmi più lenti. Questo aggettivo può significare tutto. Lento può voler dire più digeribile, contrapposto al fast food. Può significare più scadente rispetto alla destrezza dei pokemon. Può significare fuori dal mondo (si intende fuori dal mondo

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tecnologico e della veloce finanza virtuale). Ebbene per la scuola può signifare tutto il peggio e voler dire tutto il meglio. Per i miracoli ci vuole pazienza.

diventare un qualcuno comandando un aereo a reazione, vincendo una medaglia d’oro o dimostrando che anche a sedici anni non ti trema la mano sul grilletto.

Puo voler dire per esempio che un maestro o una maestra rubano sonno e tempo libero per preparare una lezione, e può voler dire che un maestro si deve alzare tre ore prima perché è pendolare e per dare qualche lezione deve fare ore di treno in vetture decrepite senza un bagno agibile. Significa che può anche farsela addosso perché il barista gli dice che il gabinetto è per i clienti e lui, con il suo stipendio non si può permettere la brioche e il capuccino come scusa per andare al cesso. Eppure questo mago-maestro arriva a scuola in orario, prima di tutti, con la lezione preparata, saggia e intelligente. Può voler dire che farà fatica anche a trasmetterla ai suoi alunni indisciplinati perché certi papà e mamme o tutte e due insieme non agevolano la disciplina dei figli perché in fondo già loro son disordinati.

Insomma tutte dimostrazioni che niente hanno a che vedere con un povero spiantato di maestro di scuola, pendolare, scalognato e poco astuto.

Ebbene questo esemplare maestro parlerà di Cesare, di Carlo Magno e magari anche di profeti laici e bibblici. Parlerà di poesia e di letteratura, forse anche di arte mettendoci suoi particolari affetti ed episodi d’arte, di pittura, teatro, cinema, musica e filosofia. Terrà una lezione saggia e brillante, all’insegna di scolaresca distratta. Non riuscirà a togliere la nebbia della noia dalle aule che frequenta poiché con l’aiuto di internet s’è diffusa l’idea che il professore è antiquato, non conosce i fatti e le tendenze e soprattutto è uno che non ha successo nella vita. Ormai il successo si identifica con l’artista che guadagna milioni e s’accopagna solo con persone di egual successo. Il che vuol dire che si può

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Quando la vita ci avrà inferto i primi colpi, ci accorgeremo che non eravamo noi gli eroi del mondo della scuola. Ritroveremo forse qualche amico bullo di allora che la vita ha segnato duramente facendogli perdere, con occhiaie profonde, lo smalto di furbizia di allora.

Allora dove sta il miracolo? Il miracolo c’è, si vede e si vedrà del tutto quando si diventerà adulti. In varie occasioni ricorderemo la faccia pensierosa del nostro maestro. Forse non ne ricorderemo le parole, ma ci domanderemo cosa farebbe lui nella nostra situazione sperando invano di risentire la sua voce. La vita ci avrà insegnato che la storia, quella di tutti i giorni, si costruisce con pazienza e “lentamente”. La parola successo comincerà a diventarci antipatica, e rimpiangeremo di non avere più tempo per ascoltare una voce buona e saggia

che renda sicura la nostra casa. Capiremo che grazie a quel maestro mite ci sentivamo sicuri nella nostra aula, nella nostra casa, e quindi nella nostra anima che non albergava le paure e il vuoto. Ricorderemo il mondo miracoloso della scuola quando sparati su altri pianeti dell’oggi sfuggente diventerà insicura la nostra casa, violata dai ladri e ancor più dalle incomprensioni. Ci mancheranno affetti e responsabilità e quella preziosa lezione che distratti abbiamo perduto. Ci sembrerà troppo lontano e sconosciuto questa nostra nazione e Stato che da un lato vogliamo demolire a favore di un mondo globale e dall’altro rappresenta ancora la nostra identità, la nostra comune sicurezza di popolo con le nostre tradizioni e credenze, con la nostalgia di un inno che a scuola non volevamo nemmeno sentire. Ecco perché tornare a scuola significa tornare a casa, significa ritrovare il mondo concreto delle cose piccole che contengono la saggezza delle grandi avventure. Significa dare un senso alla nostra vita e ritrovare la nostra umanità che compie il miracolo. Quale? Proprio quello di rubare ore di sonno per preparare una lezione per il giorno dopo, aspettare il treno dei pendolari, far venir fuori dalla borsa un panino o un pentolino per un pranzo frugale, preparato dalla moglie o dalla sorella. Significa anche che da quelle lezioni preparate rubando il sonno può venir fuori un bravo studente e persino che da un maestro così “sfigato” venga fuoi un premio Nobel. Il maestro di scuola e Nobel della letteratura Quasimodo ricordava che Martin Luther King Nobel della Pace era stato ucciso perché voleva organizzare uno sciopero degli spazzini di Menphis nel 1963. Egli stesso diceva: “Nessun lavoro è insignificante. Ogni lavoro

che elevi l’umanitá ha la sua dignità e la sua importanza e dovrebbe essere fatto con diligenza e perfezione. Se un uomo è chiamato ad essere spazzino di strada, egli dovrebbe spazzare le strade proprio come Michelangelo dipingeva o Beethoven componeva musica, o Shakespeare scriveva poesie; dovrebbe spazzare le strade così bene che anche le legioni del cielo e della terra dovrebbero fermarsi per dire: Qui è vissuto un grande spazzino di strade che faceva bene il suo lavoro”. Oggi i tempi sono cambiati.

Gli spazzini ora si chiamano operatori ecologici e a scuola c’è il computer e ci si va con l’Iphone. Eppure non c’è pace. L’immondizia si accumula lungo le strade e le legioni del cielo

e della terra si fermano da Aleppo a Sirte, da Londra a Parigi, da New York a Bengasi per dire: “Guarda che di-

sastro! Qui sono vissuti e vivono persone disoneste che non fanno bene il loro lavoro.” Tornare a scuola può significare tornare a un lavoro antico, tornare a casa e volersi bene, può significare tutto questo ciò che tenta di dirci il nostro umile maestro di scuola e di vita. Può semplicemente voler dire che bisogna far bene cio che viene affidato alla nostra responsabilità per non perdere la fiducia che ci fa sentire sicuri di noi e degli altri. La Redazione

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EDITORIALE Sono finite le vacanze. Si torna a scuola

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VITA CITTADINA Sessant’anni dalla tragedia di Marcinelle

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PROTAGONISTI Medio siglo de la mano con Dios

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Casa de Italia de Maracay entregó condecoraciones

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Guido Guazzo ha fatto l’ultima traversata

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RELIGIONE

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Filippo di Agira

I NOSTRI SANTUARI

Incontri n° 362 2016

ARQ. GUIDO GUAZZO

RIO 2016

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P. ZELINDO BALLEN

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Pietralcina: Il Santuario di San Pio

N° 362 - Luglio - Agosto 2016 RASSEGNE E TENDENZE Tres puntos turísticos .........

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!Rompe la dieta y date un gusto con......

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El futuro se construye desde el inicio

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TIEMPO LIBERO Sport

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Calcio: Al via il campionato........... Arte

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Il Perugino Cucina

Atún en aceite

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RICOMINCIA LA SCUOLA

Anno 44 N° 361 - Luglio - Agosto - 2016 - Bs. 2.000.00 - Estero $ 10.00

PORTATA

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VITA

CITTADINA

60° anniversario della tragedia di Marcinelle

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´8 agosto, ricorre il 60° anniversario della tragedia di Marcinelle. Che cosa ne sappiamo di quel che accadde quel giorno? Che cosa sappiamo di quel che avvenne prima e di quel che avvenne dopo? Nulla. Provate a chiedere che cosa fu Marcinelle a un ragazzo non dico di 13, ma di 18 anni. Provate a chiedere a un trentenne o a un cinquantenne. Avrete risposte vaghe. Solo i vecchi italiani ricordano qualcosa di quella giornata del 1956. Quella mattina, prima delle 8, una rara giornata di sole, al Bois du Cazier, la vecchia miniera del distretto di Charleroi in Belgio, un incidente a 975 metri sottoterra scatenò un incendio che investì subito gallerie e cunicoli, sopra e sotto,

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ovunque. Mezz’ora prima, erano scesi 274 minatori nei vari livelli, fino a -1.035 metri. 262 giovani sarebbero morti, 136 erano italiani. Ne uscirono vivi solo 12, tra cui il molisano Antonio Iannetta, che secondo le ricostruzioni provocò il disastro: aveva inserito male un carrello pieno di carbone nell’ascensore, l’ascensore chissà come e perché (un equivoco con l’operaio di superficie) partì e il vagonetto che fuoriusciva andò a sbattere contro una trave, pochi metri sopra, dove correvano vicinissimi i tubi dell’olio e i cavi elettrici. Lo schianto provocò il fuoco. I responsabili se la presero comoda: non era la prima volta che succedeva un incidente (anche mortale). Le operazioni di soccorso furono lente, i pompieri arri-

varono a mezzogiorno quando già il fumo usciva dalle ciminiere, il cielo era diventato nero e le donne erano attaccate alle grate del cancello ad aspettare e a piangere. Sono passati sessant’anni, ma per le vedove, gli orfani, i vecchi minatori, l’incidente di Marcinelle (che chiamano, con parola mezzo italiana e mezzo francese, la «catastròfa») è avvenuto ieri. Hanno ancora negli occhi quella mattina e l’attesa delle giornate successive. Due settimane dopo un soccorritore italiano sarebbe tornato in superficie urlando la verità a cui nessuno voleva credere: «Tutti cadaveri!». di Paolo Di Stefano

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Incontri nº 343 2013 9 nº 344 2013 9 IncontriIncontri n° 362 2016 9

VITA

CITTADINA

Maria Grazia Moretti: l´insegnante d´Italiano di Pto. La Cruz S

ono  Maria Grazia Moretti  prof.ssa d’ italiano nella Scuola Angelo De Marta di Puerto La Cruz per ben 37 anni  rinunciandovi nel 2013 per motivi familiari. Ritornata di nuovo in Venezuela dopo aver trascorso un anno in Italia e sentendomi ancora utile ed in grado di offrire qualcosa alla società, ho aperto dei corsi d’ italiano per adulti  affittando delle aule in una scuola vicino a casa.   Come sempre, e in considerazione alla particolare situazione di questo paese, degenerata e peggiorata moltissimo in questi ultimi mesi,  non é stato facile il cammino intrapreso  specialmente quando non si ha una sede fissa e gli alunni sembrano avere altre prioritá come la stessa sopravvivenza quotidiana nel procurarsi generi di prima necessitá. Ma come ho affermato l’ anno scorso,  dobbiamo continuare fino a quando si potrà e dare un senso alla nostra vista anche quando tutto sembra caderci intorno.  Anzi, mentre piú  ci si addentrava nella  lezione parlando di Dante, di Umberto Eco, del Made in Italy, dell’ arte, ecc. e  più ci  sembrava allontanarci da questa triste realtà che purtroppo ci circonda.   Come richiesto dalla maggior parte degli alunni, ho cercato di far avvallare questi corsi e, a proposito, ringrazio il prof. Mariano Palazzo della Dante Alighieri di Maracay che mi ha appoggiata fin dall’ anno scorso offrendomi alla fine dei corsi un attestato di frequenza ADA (che non è equivalente alla certificazione PLIDA ma riconosce agli alunni di aver frequentato un corso d’ italiano corrispondente  ai QCER – quadri comuni europei di riferimento nell’ apprendimento di una lingua). Un grazie anche alla signora Claudia Borgia del comitato Dame del Centro Italiano Venezolano d’ Oriente (CIVO) per avermi appoggiato nello svolgimento della recita di fine anno scolastico.  Così, insieme ad altre due docenti, prof.ssa Salvatrice Cavallaro e Grace Mantovani,   é il secondo anno che abbiamo potuto concludere   il no-

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Incontri n° 362 2016

stro corso con una quarantina d’ alunni. Il venerdí 15 luglio 2016, alle 18 e nonostante il grande acquazzone,  abbiamo potuto realizzare il nostro piccolo evento nel CENTRO ITALIANO VENEZOLANO DI ORIENTE di Barcelona: tutto è risultato come si sperava,  Dopo gli Inni si sono susseguite le drammatizzazioni, i canti e gli sketch come indicato dal programma.  Tutto si è concluso nella miglior forma e con la soddisfazione degli alunni e dei loro familiari. Sperando in migliori condizioni future,  ringrazio e invio i miei più cordiali saluti.                                      Prof.ssa Maria Grazia Moretti

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PROTAGONISTI

MEDIO SIGLO DE LA MANO CON DIOS

Una vocación dedicada a los inmigrantes en Venezuela

Padre Zelindo Ballen celebra 50 años de orden sacerdotal en una misa solemne junto a la comunidad de Nuestra Señora de Pompei que le dio las gracias por todos sus actos de infinita caridad

P

adre Zelindo Antonio Ballen, el pasado domingo 17 de julio celebró sus 50 años de sacerdocio con una misa solemne en la Iglesia Nuestra Señora de Pompei recordando aquel lejano 1966 donde exactamente ese día celebró su primera misa de acción de gracias en la capilla San Antonio en Guaporé, pequeña fracción de la Región Rio Grande del Sur en Brasil. La Eucaristía se celebró en la iglesia Nuestra Señora de Pom-

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pei, dirigida por él mismo junto con sus hermanos Moacir Balen y Adilso Balen, el Párroco Miguel Pan, Padre Vilmar Orsolin, Padre Jorge, el diacono Nicola Galdino y su primo Claudino Balen; el ministro Julián Rapa leyó el prólogo del evento, todo esto acompañado de la coral de la Iglesia. La celebración prosiguió con un almuerzo en el Gran Salón Scalabriniano organizado por el comité de la “Fundación Madonna di Pompei” presidido por la Sra. Maria Grande, acompañada de todas las personas

que colaboraron con este evento y finalizando con una gran torta celebrativa, todo esto bajo el fondo musical del duo “Imagen” de Maribel y Sergio para festejar por todo lo alto su bodas de oro con la iglesia católica. P. Zelindo nació en Montebello, pequeño pueblo de Rio Grande del Sur, Brasil el 11 de Abril de 1938, y entró al seminario San Carlos Borromeo a la edad de 12 años. Hijo de inmigrantes italianos y mayor de

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PROTAGONISTI 11 hermanos de los cuales tres de ellos le ofrecieron la vida al servicio de Dios. “Desde muy pequeño veíamos a Zelindo, solo en vacaciones unos pocos días y por eso los más pequeños de la casa no sabíamos que era nuestro hermano. Al pasar los años entendimos que estaba sirviéndole a Dios y que si estaba con él, estaba con nosotros también”, contaba su hermano Moacir Balen como anécdota durante la Omelía de la Eucaristía. El 10 de Julio de 1966 fue ordenado sacerdote donde consagró su fe para Dios y la Iglesia en la congregación de los Scalabrinianos. Se identificó con los inmigrantes de inmediato siendo hijo de una pareja italiana que se trasladó a Brasil en busca de fortuna y criado en un pequeño pueblo brasileño de comunidad italiana. Llegó a Venezuela el 20 de Febrero de 1967 a la iglesia de Nuestra Señora de Pompei de Caracas en donde se identificó de inmediato con la numerosa comunidad italiana de Venezuela y encargado del Colegio

Nuestra Señora de Pompei el cual dirigió por muchos años. Ha sido el sacerdote que más tiempo ha permanecido en la Pompei de Caracas, desde 1967 hasta el año 2011 cuando fue trasladado a Valencia. Gracias a su empatía con el prójimo apoyó la creación de la “mesa de los ancianos” que consiste en un almuerzo semanal para las personas de la tercera edad y que aún se mantiene en pie, a pesar de las dificultades del país. “Quiero agradecer ante todo a Dios por darme salud y permitirme estar aquí ante todos ustedes cum-

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pliendo 50 años de Fe para el servicio de la comunidad y del prójimo pidiéndole también perdón por los pecados y errores que he cometido durante todo este tiempo´´ fueron las primeras palabras de padre Zelindo emocionado por el largo aplauso que le regaló la audiencia en el momento de su entrada a la casa del Padre. “Quiero también recordar la primera emoción que tuve en Venezuela y fue la misa del 24 de Diciembre de 1967, misa de gallo que celebré aquí ante un mar de gente

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PROTAGONISTI

mientras la Iglesia todavía estaba en fase de construcción pero eso no fue impedimento para que todos le diéramos la bienvenida al nacimiento de nuestro señor Jesucristo esa noche, ese recuerdo aún lo llevo en mi memoria y en mi corazón con mucho cariño´´ declaró P. Zelindo al final de la ceremonia. Siempre fue el consentido por la gente en la parroquia, Padre Zelindo y la Iglesia Nuestra Señora de Pompei en Caracas fueron una sola voz y hoy en día aun cuando ya se encuentra domiciliado en Valencia, todos los feligreses y devotos piden información de él como un familiar que está lejos y él no duda en visitar Caracas, a su comunidad para darle su bendición y repetirles las palabras que siempre dejó como un legado. “El regalo más grande es darle felicidad al prójimo sin esperar nada a cambio”. Rafael Saturno Durante [email protected] @rsaturno86 Fotografia: Rafael Saturno

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PROTAGONISTI

Casa de Italia de Maracay entregó condecoraciones

La primera en recibir la condecoración Casa Italia de Maracay fue Margarita Cavani.

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y musical opening tributo a la italianidad, continuaron la programación destacando la historia de Italia, desde sus principios hasta la actualidad. Entre los homenajeados para esta nueva edición de la Orden al Mérito Casa Italia de Maracay en su Primera Clase se encontraban Margarita Cavani, Alessandro Daquino, Carlos La Verde, Adelmo Bofanti, mientras que la Segunda Clase fue para la Asociación Molisani en Aragua, la revista INCONTRI representado por P. Miguel Pan y por otro lado, Antonio Rasetta y Salvatore Sano, en la categoría post mortem. Miguel Tortola destacó la importancia de celebrar otro año más del nacimiento de la

cho condecoraciones fueron entregadas en el salón Cristoforo Colombo de la Casa Italia de Maracay, galardonando la colaboración de los italianos que han puesto un granito de arena en dejar en alto el nombre del país de la bota en tierras venezolanas. La actividad fue propicia para conmemorar los 70 años de la proclamación de la República Italiana, y a su vez el 51° Aniversario del club ítalo-venezolano. El acto estuvo presidido por Miguel Tortola, presidente de la CIM, y demás miembros de la directiva social, y a su vez de la vicecónsul María Petricone, quienes luego de un colorido Las autoridades presentes en el presidium

República Italiana por los importantes aportes hechos de parte de los descendientes de italianos para apoyar al crecimiento del país y el fortalecimiento de la italianidad. Asimismo, María Petricone subrayó que a través de este acto “se brinda un honor al mérito para los que han mantenido las culturas italianas con el paso de los años”. Reinaldo Otaiza  El Aragueño Fotos: Pedro Lara Miembros de la directiva, socios y allegados también se dieron cita a la conmemoración

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PROTAGONISTI

Guido Guazzo ha fatto l’ultima traversata

L

a Rivista INCONTRI l’aveva conosciuto in un modo originale. Guido si era interessato ad un concerto che la nostra Missione Cattolica stava organizzando in un lontano Natale agli inizi degli anni Ottanta. I figli avevano imparato a suonare il flauto e cantavano nel coretto della Chiesa. Ci mettevano impegno e ancor più i loro genitori gli architetti Guido Guazzo e Anamaria Dominguez figlia di quel Dominguez delle torri del Silencio che ancora rappresentavano Caracas nelle cartoline.

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Lui Guido, allievo del grande Nervi, li allieva di lui e della nostra bella facoltà di architettura dell’Università Centrale. Lei pianista e lui amante della musica e bravo con la fisarmonica e l’organo. Così da loro due e i tre figli nacque un piccolo complesso di flauti barocchi particolarmente attivo nelle ricorrenze natalizie e pascuali. Dall’amicizia con i Padri della Missione e con la rivista INCONTRI che gli dedicò persino una copertina. Ma non per la musica. Guido con il figlio Guido Jr. da qualche tempo pensavano di attraversare in barca l’Atlantico ed erano a buon punto. La barca c’era ed aveva anche un nome “Pazza idea” . Molto adatto il nome all’avventura che s’erano messi in testa di fare con questa bella barca costruita dai Cantieri del Pardo, vicino a Bologna. Fu così che i due Guazzo si misero in testa di inaugurarla portando la barca in Venezuela direttamente dall’Italia e facendo la loro prima avventurosa traversata. Ne nacque

un viaggio estremamente interessante durante il quale seguimmo via radio per varie sere i momenti a volte difficili della traversata, sperando che ad Ana Maria non venisse un infarto perché i giorni non passavano mai, le onde non erano sempre calme e la stanchezza era tanta. La rivista INCONTRI dedicò una copertina alla barca e al viaggio e sottolineò gli aspetti anche familiari delll’impresa nel senso che una simile avventura può rappresentare un espisodio in cui la famiglia si ritrova unita in uno stesso ideale e sente che ognuno può essere utile all’altro. Guido , ritornato da poco nella sua Italia, a Spilimbergo, ci ha lasciato a fine giugno per una traversata senza ritorno dopo aver sfidato il destino con qualche intervento di rilievo per la sua salute che non ha frenato le sue iniziative. Se n’è andato in fretta e, come spesso succede non a causa della sua parte debole di salute, ma per uno di quei mali che segnano l’irrimediabile senza quasi annunciarsi. L’amico Guido verrà ricordato da più parti e in modo degno dovuto alla sua notorietà come architetto, professionista e professore universitario e per i tanti lavori eseguiti in Venezuela a cominciare dal Collegio degli Architetti. Non tutti conosceranno i suoi aspetti artistici che se pur non lon-

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PROTAGONISTI

tani dalla sua professione rappresentano una parte importante per il Venezuela che tutti ricordiamo e che la storia si farà dovere di memoria. In Guido abbiamo tutti conosciuto una persona buona e sensibile che ha fatto della famiglia il suo baricentro e il miglior edificio e lascito spirituale per i suoi figli e nipoti. Persona geniale e generosa, fin troppo nell’uno e nell’altro aspetto, perché in perenne

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competizione kantiana con se stesso e con la sua sfera degli interessi e delle cose del mondo. Il suo codice etico era molto rigoroso e talmente saldo nei suoi principi che mal si adattava ai momenti che il paese giutificava come dettati da circostanza. Ha continuato la sua vita laboriosa fino all’ultimo come l’hanno fatto altri suoi amici, fra tutti l’indimenticabile amico Architetto Pinzani con cui aveva lavo- rato e vissuto i momenti creativi del Venezula. Ho potuto constatare la sua amicizia e sensibilità in una occasione difficile della vita del sottoscritto. Un mattino nel modesto alloggio che condividevo con la ditta in cui lavoravo mi son visto recapitare un pianoforte a coda. Era il magnifico piano Pleyel di Ana Maria di cui si erano privati lei e Guido perché avevano pensato che la musica mi avrebbe fatto compagnia, anche se il loro salone era rimasto vuoto. Ora il piano

che era tornato a casa sua e poi in Italia è rimasto in silenzio carico della sua storia a testimoniare un’epoca in cui erano possibile coltivare amicizie e affetti in famiglie unite. Anche la sua famiglia è diventata grande e si è abituata alle traversate. Guido Jr. in Italia, Gabriella a Miami, e Giovanna a Bogotà sposati e con cinque nipoti che presto ricorderanno le traversate di nonno Guido. Guido invidiava chi sapeva comporre musica ma sono anch’io convinto che Guido ha lasciato con la sua architettura, musica congelata, un grande patrimonio d’arte che non andrà perduto. E poi la ninna-nanna che aveva composto in occasione della nascita del primo nipotino è una bella pagina di musica con belle note e grande cuore. Buon viaggio caro Guido a bordo della tua barca “la pazza idea” con il tuo e nostro cielo e l’altre stelle. Condoglianze da parte dei Padri e della Rivista ad Ana Maria e alla famiglia con la speranza e la certezza che non va perso nulla di ciò che si fa, ispirati dalla nostra cultura e fede, per il bene comune e le nostre famiglie. Franco Soressi

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Filippo di Agira cerdotale e l’incarico di recarsi in Sicilia per assistere nella fede la popolazione dell’isola. Si stabiló prima in una grotta situata su un monte dell’attuale Sant’Angelo di Brolo, grotta che ancor oggi esiste ancora. Poi si trasferì nell’antica città di Agyrium (divenuta poi San Filippo di Agira ed oggi Agira in provincia di Enna), visse compiendo esorcismi e miracoli. Alla sua morte, sulla sua tomba fu eretta dapprima una chiesa e successivamente un  monastero. La sua salma fu esumata ed esaminata nel 1625. Esiste tuttavia un’altra versione circa la vita di questo santo, noto anche come San Filippo Siriaco. Ferme restando le caratteristiche di sacerdote e taumaturgo di cui sopra, egli sarebbe nato in Siria verso l’anno 40, ai tempi dell’imperatore  Nerone, e deceduto verso il  103, proprio il  12 maggio.

Filippo di Agira (Tracia, 396 circa – Agira, 12 maggio 453 circa)

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stato un presbitero taumaturgo ed esorcista ed è venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica, sia dalla Chiesa Ortodossa. Secondo il monaco Eusebio, suo

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compagno ed  agiografo, Filippo fu istruito fin da giovane nella fede cristiana e imparò anche il siriaco. Trasferitosi a Roma con lo stesso Eusebio, ricevette l’ordinazione sa-

Tra gli anni  63  e  66  venne a  Roma, dove fu consacrato dall’allora pontefice  Pietro apostolo, che poco tempo dopo gli conferì l’incarico di recarsi a portare la parola di Cristo in Sicilia, terra ove il paganesimo era diffuso. La prima città che visitò fu Faro Superiore, in seguito visitò  Limina, per proseguire lungo la costa Ionica. A Messina vi è anche in contra-

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da denonimanata appunto San Filippo, nei pressi dell’attuale Stadio di calcio, con un  monastero basiliano dedicato al santo costruito vicino alla grotta dove la tradizione vuole abbia soggiornato il Santo. Successivamente giunse a  Calatabiano, dove venne ben accolto dalla popolazione e ascoltato attentamente nella predica del vangelo. Lasciato Calatabiano proseguì per Agira dove continuò a predicare la parola di Cristo fino alla morte. Il suo culto è piuttosto diffuso nell’isola. Viene celebrato il 12 maggio.

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ORACIÓN ¡Oh! Señor, Padre bueno y amable que concedes a tus hijos la gracia de rogarte a través de tus santos y que en nuestra tierra de Sicilia te has dignado de mandar a tu siervo Filippo para fundar tu reino y destruir aquel demonio y para varios pueblos de construirlo en Abogado potente de tu reino. Concédenos te rogamos, que celebrando plenamente la fiesta, lo hacemos para imitar sus virtudes heroica de Fe, Esperanza y Caridad con una ida verdaderamente cristiana y estar siempre asistidos de su producción en la necesidad del alma y del cuerpo en la vida y en la muerte. Amén CU CCHIÚ BENI LU VOLI CCHIÚ FORTI LU CHIAMA… VIVA SAN FILIPPUII!

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Interno del Santuario Nuovo

Convento Santuario di San Pio da Pietrelcina

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SANTU D SAN

UARIO DI N PIO

I NOSTRI

SANTUARI

Dettagli della facciata interna

La Urna del Santo

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Tres puntos turísticos de Venezuela que probablemente no conocías E

s un complejo turístico ubicado en el Municipio Ribero, en el estado Sucre. Está conformado por nueve pozos de aguas totalmente naturales. La mayoría de sus visitantes van con la finalidad de aliviar problemas de salud, ya que el agua de estos pozos posee propiedades curativas, sin contar que es un lugar en donde puedes relajarte y conectarte con la naturaleza. Lo interesante de este parque es que sus aguas son cristalinas, provienen de manantiales y son ricas en minerales como calcio y potasio. Para mayor información sobre este parque, pueden ingresar a su página web: http://www.lasaguasdemoises. com/

Apartederos – Mérida Es un pueblo que queda en la encrucijada entre Va-

Balneario Las Aguas de Moisés – Estado Sucre sar desapercibido. Se encuentra a 3.3342 metros sobre el nivel del mar, está muy cerca de la Laguna de Mucubají, de los observatorios de Mérida y de los páramos. Este pueblo es popular por la venta de artesanía y lo rústico de sus viviendas, sin embargo cuenta con diversos lugares de hospedaje y cualquiera que lo visite no puede dejar de pasar por La Iglesia de San Isidro o La Casa de los Cien Techos (una casona de estilo colonial la cual es sede de un museo de piezas prehispánicas). Son dos pequeñas islas cercanas a Puerto Píritu, estado Anzoátegui; cada

lera o Barinas y la capital del estado Mérida; tiene muchas casas de estilo pintoresco, pero está rodeado de imponentes montañas. Una de las mejores vistas de este lugar se tiene desde el monumento a la Loca Luz Caraballo. Por lo general los viajeros de esta vía solo se detienen a apreciar el monumento y siguen de largo, pero Apartaderos es un punto turístico andino que no debería pa-

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Isletas de Píritu – Anzoátegui

Vista Aérea de Las Isletas. Imagen cortesía de temporadista.com

Las Isletas. Imagen cortesía de temporadista.com una denominada según su distancia a la costa de Anzoátegui: Píritu Afuera (235 hectares) y Píritu Adentro (230 hectares). Estas isletas ofrecen 8 kilómetros de playas vírgenes, es

decir, no hay locales de comida cercanos, por lo tanto los turistas deben ir bien equipados. Su arena es clara y sus aguas cristalinas, sin contar que posee un fondo marino increíble,

es un punto perfecto para practicar snorkel. Se puede llegar desde Puerto Cabello en yate o lancha propia, sin embargo, desde Puerto Píritu salen peñeros a las Isletas. María Alejandra Valera

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¡Rompe la dieta y date un gusto con un cheat meal!

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n inglés Cheat meal significa comida trampa; ¿y qué es una comida trampa? es una comida en la que te olvidas de las calorías que estás consumiendo y la cual rompe los límites de cualquier dieta o régimen alimenticio estricto. Los cheat meals pueden servir como recompensas por un arduo trabajo en el gimnasio y una alimentación correcta, pero al mismo tiempo es una carga calórica que el cuerpo no espera; las comidas trampa son una manera de no acostumbrar a nuestro organismo a comer siempre lo mismo.

¿En qué momento puedo hacer cheat meal? En el momento del día que más prefieras: desayuno, almuerzo o cena. ¿Qué puedo comer en una comida trampa? Lo que desees, puede ser desde una merengada hasta una pizza grande; come algo que te guste, algo que te estés prohibiendo desde hace tiempo; lo importante de esto es que disfrutes del plato sin remordimientos. ¿Tiene que ser un solo plato? No necesariamente, puedes hacer un almuerzo con un plato salado (una pizza por ejemplo) y un postre (un helado o pieza de torta). ¿Debe ser comida rápida? Eso es opcional, pueden prepararse algo casero lleno en calorías como un pasticho o un plato de pabellón (plato típico venezolano el cual incluye arroz, carne mechada,

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tajadas fritas de plátano y caraotas negras). Recuerda que siempre debe ser un platillo que te provoque y no lo puedes incluir en tu ingesta diaria. ¿Cuántas veces a la semana puedo hacer un cheat meal? Eso depende de tu meta; si quieres perder grasa uno a la semana (o cada quincena, dependiendo de tu avance) y si buscas ganar masa puedes hacer dos a la semana. ¿Las bebidas alcohólicas se consideran cheat meal? Sí, escoge entre la bebida y la comida puesto a que el alcohol tiene casi la misma cantidad de calorías que la grasa y son caloríasvacías; en cambio si comes una hamburguesa en tu cheat meal obtendrás algo de proteína. Recomendaciones para tus comidas trampas

• El día siguiente lleva una dieta baja en carbohidratos y toma mucha agua.

• El día que vayas a hacer tu cheat meal haz ejercicio, esto te va a ayudar a quemar parte de las calorías extras que vas a consumir.

• Los días posteriores al cheat meal, puedes hacer un detox tomando jugos verdes en ayuna.

• Incluye en mayor cantidad el macronutriente (carbohidratos, grasas, proteínas) que menos ingieres en tu dieta. • Realiza ejercicios de cardio (trotar, correr, clases de zumba, bailoterapia…) los días siguientes a tu comida trampa. • El día siguiente puedes hacer cardio en ayunas (20 minutos aproximadamente). • Puedes hacer tu comida trampa en una ocasión especial como tu cumpleaños o una celebración con tus seres queridos. • ¡No te sientas mal! Disfrútalo, si lo haces esporádicamente no afectará tu progreso. María Alejandra Valera Instagram: @mariale_valera Email: [email protected]

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El futuro se construye desde el inicio En los últimos tiempos se habla mucho de crisis. Inseguridad, de un mundo lleno de confusiones y de cómo solucionar todos estos problemas pero para ello hay que empezar en pensar en el origen de todos estos males y tratar el caso desde su raíz.

La familia y juventud son la base del mundo

E

l origen de los tumores que  están matando este maravilloso y controversial mundo es que el ser humano lo está provocando por miles razones y con miles actos de despreocupación y es allí donde cada uno de nosotros debe hacer un examen de conciencia y preguntarse todos los días si estamos realizando las cosas de manera adecuada para no seguir envenenando el mundo y para ello debemos instruir día a día a los niños y sobre todo la adolescencia que está en desarrollo y que los padres y representantes deben guiarlos a realizar lo bueno para ello y para su entorno. Y ustedes se preguntarán ¿para qué? La respuesta es simple. Si se le da una guía correcta para que cada joven emprenda una carrera o un trabajo con proyección ayudará a su familia y a sus seres queridos a salir adelante sin necesidad de buscar vías alternas incorrectas para sobrevivir. La Juventud de hoy en día

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se basa en utilizar la tecnología para realizar sus actividades laborales y académicas pero no se deben dejar a un lado los métodos tradicionales sobre todo la lectura de novelas, libros filosóficos o simplemente las noticias en la prensa escrita o vía web, ya que esto ayuda a nutrir el lenguaje y ayuda al desenvolvimiento en el día a día en la actitud ante el prójimo y demostrarle al ambiente en donde se desarrolla la vida que se está a la altura de enfrentar las adversidades. Este aprendizaje se adquiere en estructuras educativas y académicas pero se debe mantener en casa, si los padres leen con continuidad, el hijo observa, aprende e imita a su punto de referencia. La Familia es el centro del mundo o debería serlo, ya que es el padre y la madre que deben darle el impulso de partida a esa juventud que ellos mismos formaron y siguen formando, lo importante es que

cuando ellos dejen un legado indeleble en la mente de sus hijos para que éstos sepan luchar solos ante la realidad de obstáculos y sería ideal que al superar cada obstáculo, se recuerden de quien de cerca o de lejos les enseñó a enfrentar cada adversidad y crear un mundo más bello y limpio metafóricamente hablando. Se necesita sí la ayuda de entes gubernamentales y de seguridad para que no ocurran actos delictivos que infecten nuestra sociedad, pero si el joven de hoy no sigue los principios y los valores de la familia, nadie más lo va hacer. Por ende, la base de una sociedad está la familia de cada uno de los seres que conformamos este mundo para que la juventud, que es la generación de relevo de los años venideros, protagonice la remodelación de un mundo que se está derrumbando y no de viejo sino de falta de manutención.  Rafael Saturno Durante

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Fiori di arancio per

ANGIE e CLAUDIO L

o scorso 21 maggio, nella Chiesa di “La Ascensión de Jesús” in Cumbres de Curumo, si sono celebrate le nozze di Angie Guerrero e Claudio Taurchini. La cerimonia é stata caratterizzata da un´atmosfera familiare alla quale hanno fatto da cornice, e per condividere con i novelli sposi la gioia di quel momento, tutti i loro cari e parenti come anche tanti colleghi di entrambi. Vadano, anche se un pó in ritardo, gli auguri piú sinceri dalla famiglia di INCONTRI per un futuro che vede avverare ogni aspirazione di questi nostri amici.

La Redazione

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Resta in contatto con la nostra grande e bella famiglia! Rinnova l’Abbonamento a INCONTRI per il 2015 e presenta la rivista ai tuoi amici Deposita: A.C. REVISTA INCONTRI B. EXTERIOR cuenta corriente n° 0115 0023 45 0230155154 RIF:J-30101594-0 A.C. REVISTA INCONTRI BANESCO cuenta corriente n° 0134 0384 82 3841006312 RIF:J-30101594-0 Telf. (0212) 285.59.94- (0212) 286.02.28 Fax: (0212) 286.42.06 E-Mail: [email protected]

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Algunos consejos para superar los momentos difíciles Acepta que la vida es tanto la felicidad como la infelicidad Acepta que ambas forman parte de este mundo que tú habitas, que es difícil conocer una y no conocer la otra, y por lo tanto tu vida, son las dos, aunque evidentemente a los dos nos guste más vivir la felicidad que sentir el puñetazo en la boca del estómago que nos da nuestra amiga la infelicidad. Prepárate para lo difícil Aunque vivas momentos de alegría, nunca pierdas de vista que “esto también pasará”, y que aferrarse a un momento y no querer soltarlo no es más que una forma de confluencia, de quedarnos fundidos a una felicidad que es efímera, fruto de un instante de nuestras vidas. Tenemos que aprender a “soltar”, a “desprendernos” de los momentos felices, porque también otros momentos llegarán a nuestras vidas. Haz siempre lo máximo que puedas Tomé esta frase prestada del Dr. Miguel Ruíz en  “Los Cuatro Acuerdos”. Lo que nos dice esta frase es que nos esforcemos, que lo demos todo, y que si por alguna de aquellas no conseguimos lo que queríamos, no será por nuestra par-

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te, sino porque la vida, en muchas ocasiones, no nos lo pone fácil. Ante los momentos difíciles tenemos que darlo todo, intentarlo todo e ir a ganar. No tires la toalla, ni siquiera lo pienses El pensamiento nos induce sentimientos, y estos se transforman en formas de estar y de actuar. Si piensas en tirar la toalla o en abandonar es muy fácil que la moneda empiece a caer hacia ese lado.

La actitud “resiliente” es una actitud que no contempla la derrota, que siempre cree que puede conseguirlo. Actúa con el piloto automático Lo peor de los momentos difíciles es que parece que el trabajo se acumula. Empiezan a originarse problemas a tu alrededor hasta que todos los fuegos parecen encendidos, y entonces ya no estás librando una batalla contra un enemi-

go, sientes que todo a tu alrededor son enemigos tratando de asediar la fortaleza en la que te encuentras. Antes que desesperarte te invito a actuar con perseverancia y sin dejar de hacer lo que tienes que hacer, una cosa detrás de la otra. Un encargado que trabajaba en uno de los equipos que dirigía allá por el año 2.000 me decía “César, después del 1 va el 2”. Hay que saber que si ponemos el piloto automático todo acabará saliendo, que la mejor forma de no encontrar resistencia es trabajando, haciendo lo que tienes que hacer. El consejo que me dió Luís Bassat En una conversación con Luís Bassat le pedí que me dijera un consejo sobre cómo tener éxito en aquello que hacemos. No me dió sólo uno, me dió tres consejos. Lo que me dijo exactamente fue “trabajar, trabajar y trabajar”. Pues eso, ante la dificultad, trabaja duro. Cesar Piqueras.com

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Sport

AL VIA IL CAMPIONATO 2016/2017 RICCO DI NOVITA’

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anca poco ormai all’inizio della stagione calcistica 2016/2017. Il campionato prenderà il via il 21 agosto 2016 per concludersi il 28 maggio 2017 con una probabile novità. Prendendo esempio dalla Liga spagnola e dalla Premier League, quest’anno potrebbe essere inserita una giornata in più che si dovrebbe giocare tra il 22 e il 23 dicembre  e a  Santo Stefano. Poi la sosta per riprendere il 15 gennaio. Bene direte voi, ma c’è un problema, convincere l’Assocalciatori, che ha sempre chiesto e ottenuto una sosta di tre settimane nelle festività natalizie in concomitanza con la chiusura delle scuole.

affronteranno rispettivamente Fiorentina, Lazio, alla terza il Sassuolo e alla quarta l’Inter, mentre il Milan se la vedrà con il Napoli già alla seconda giornata. Il derby d’Italia tra Inter e Juventus si giocherà alla quarta giornata, in programma il 18 settembre a Milano con il ritorno previsto per il 5 febbraio 2017 allo Juventus Stadium. Il derby della Madonnina, Milan-Inter, si giocherà alla tredicesima giornata, mentre il 30 ottobre sarà la volta di Juve-Napoli. Il derby dell’Olimpico tra Lazio e Roma è in programma il 4 dicembre. Dovremo aspettare un po’ per vedere il big match Juventus-Roma: andata il 18 dicembre, ritorno il 14 maggio 2017.

In attesa della decisione finale, diamo uno sguardo alle partite più importanti. Inizio duro per Juve e Milan che nella seconda giornata

La Federazione ha prestato molta attenzione nell’elaborazione del calendario,  sono state inserite delle regole precise sull’ordine della par-

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tite, che vanno giocate in casa e in trasferta in modo alternato. Non ci saranno anche due derby nella stessa giornata. Inoltre, le squadre della stessa città come Genoa e Sampdoria, Inter e Milan, Juventus e Torino, Lazio e Roma devono giocare in modo alternato una partita in casa e una in trasferta. Le squadre che condividono lo stesso stadio giocheranno le partite in casa e in trasferta in ordine inverso rispetto allo scorso campionato. Per esempio l’Inter giocherà la prima partita del prossimo campionato in trasferta, avendo giocato la prima dello scorso campionato in casa. Come potete vedere ci saranno moltissime novità, non ci resta che goderci il “nuovo campionato” partita per partita. Barbara RovielloGhiringhelli

1973 a Circuito chiuso di Giuliano Montaldo, 1978). Prova la commedia (Anche gli angeli mangiano fagioli, 1972), cerca la guida dei grandi maestri (Il deserto dei tartari di Valerio Zurlini, 1976), sceglie modelli epici (Il prefetto di ferro di Pasquale Squitieri, 1977) e autoironici (Speriamo che sia femmina di Mario Monicelli, 1986). E quando c’e’ bisogno di lucidare il blasone, rimonta a cavallo

Rey, Francisco Rabal, Lee Van Cleef, Florinda Bolkan, Liv Ullman, Van Johnson, Ely Wallach, Jack Palance, Max von Sydow, Philippe Noiret, CatherineDeneuve,Ursula Andress,

e offre il suo volto al leggendario Tex Willer di Monelli in Tex e il signore degli abissi, ancora una volta con il fido Duccio Tessari nel 1985. Un film che diventa oggetto di culto (lo è ancora) e rilancia una popolarita’ che l’attore sfrutta per farsi largo nella fiction televisiva,

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Sport

Rio 2016, la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici

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e Olimpiadi di Rio de Janeiro sono state ufficialmente aperte, salutate da una festa di suoni e colori ispirata alla pace, alla tolleranza delle diversità e alla salvaguardia dell'ambiente. Un'atmosfera gioiosa, nonostante l'assenza di molti capi di Stato, di Pelè e

Usain Bolt, non intaccata da qualche protesta fuori del Maracanà e a San Paolo. Tra i presenti Matteo Renzi con la moglie Agnese, in piedi al passaggio della delegazione azzurra guidata dalla portabandiera Pellegrini, sfilata tra i boati del pubblico.

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sus 31 años, próximo a casarse y padre de un pequeño, Phelps alcanzó la gloria al romper el récord de Leónidas de Rodas, el atleta que más preseas doradas individuales había obtenido. Leónidas logró su récord de 12 medallas de oro en 152 a. C. Tras las competiciones de anoche, Phelps se convirtió en el deportista olímpico más laureado de todos los tiempos: ha ganado 13 medallas de oro individuales, de las 26 que tiene en total.

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Arte

Perugino, Pietro Vannucci detto il. - Pittore (Città della Pieve 1450 circa - Fontignano, Perugia, 1523). Tra i maggiori protagonisti dell'arte rinascimentale italiana, P. si formò sulle opere dei grandi artisti della prima metà del Quattrocento attivi nella sua regione; informato della produzione di Piero della Francesca, fu in seguito nella bottega fiorentina di A. del Verrocchio. Nella bottega del P., la più prestigiosa dell'Italia rinascimentale, dalla metà degli anni novanta del 15° sec. fece la sua comparsa il giovane Raffaello accanto ai migliori contemporanei fiorentini nella tecnica della pittura a olio che ancora non era conosciuta in Umbria. L'influsso di Piero, evidente nell'equilibrio compositivo e nelle chiare e luminose prospettive delle architetture e dei paesaggi, si fonde con il senso verrocchiesco della linea e del chiaroscuro, come appare già nelle opere giovanili (Adorazione dei Magi, 1473, e alcune delle Storie di s. Bernardino, 1473, ambedue a Perugia, Galleria nazionale dell'Umbria). Le opere eseguite in quegli anni a Perugia, quasi del tutto perdute

(dipinti nel palazzo dei Priori, 1475; decorazione della cappella della Maddalena nella chiesa di Cerqueto, 1478, di cui resta un frammento con S. Sebastiano), dovettero dare gran fama al P., che fu chiamato a Roma da papa Eugenio IV nel 1478 per decorare la Cappella della Concezione nell'antica S. Pietro, e di nuovo nel 1480 per la decorazione della Cappella Sistina in Vaticano (Consegna delle chiavi, 1481). Dopo il successo romano, che consacrò il Perugino come il più importante artista della penisola alla fine del Quattrocento, la sua attività fu intensissima, svolta soprattutto

Il Perugino ritratto

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alla città di Perugia, dove visse a lungo ed esercitò importanti magistrature, derivò il nome col quale è più comunemente conosciuto. Forse nel paese nativo e a Perugia compì la sua prima educazione. Si formò sull'opera di Piero della Francesca e a Firenze, dove nel 1472 fu iscritto alla Compagnia di S. Luca, fu probabilmente allievo di A. del Verrocchio, vide le opere dei primitivi fiamminghi che in quel tempo erano ricercate tanto volontieri, si addestrò

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Il battesimo di Cristo

Arte

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tra Perugia e Firenze; le sue composizioni assumono maggior respiro e le sue figure acquistano più solido impianto, forse per l'influsso dell'ambiente artistico romano (Melozzo, Antoniazzo); sono di questa fase la Visione di s. Bernardo (1489-90, Monaco, Alte Pinakothek), il trittico con la Natività (1491, Roma, Villa Albani), il Compianto su Cristo morto (1494-95, Firenze, Galleria Palatina), l'affresco con la Crocifissione (1495, Firenze, S. Maria Maddalena dei Pazzi), la pala per S. Pietro a Perugia. In questo periodo il Perugino , che rivela inoltre notevoli doti di ritrattista (Francesco delle Opere, Firenze, Uffi-

Gonfalone con la Pietá

zi), fissa il suo ideale formale della figura, creando quel tipo di bellezza femminile elegante e aggraziato, di intonazione sentimentale, che caratterizza le sue Madonne (Washington, National gallery of art; Firenze, Uffizi).

Pala de Vallombrosa

Agli anni 1499-1507 risalgono gli affreschi del Collegio del Cambio a Perugia, eseguiti forse in collaborazione con il giovane Raffaello, già entrato nella sua bottega. L'attività tarda del Perugino, pur segnata ancora da importanti commissioni (Lotta tra Amore e Cas-

tità per lo studiolo di Isabella d'Este, 1505, Louvre; vele della Stanza dell'Incendio di Borgo nei Palazzi Vaticani, 1508), denuncia una certa stanchezza di invenzione, evidente nella ripetitività di schemi e formule ormai convenzionali. Madonna Gambier Parry

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3 clase de puntillismo era

El sábado 16 de julio, desde las 4:00 pm, se realizó la 3era clase de puntillismo

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l sábado 16 de julio, desde las 4:00 pm, se realizó la 3era clase de puntillismo. El señor Leonardo Gerulewicz, hijo de la difunta escritora Marisa Vannini, fue el promotor de esta actividad y trajo fotos de algunos cuadros realizados por él, los cuales fueron exhibidos en dos exposiciones individuales que se realizaron en Bolonia, Italia y también en el Centro Italiano. A través de estas fotos los niños pudieron tener una visión más clara de este arte. Los papás y las mamás además de interesarse por esta actividad artista-ecológica, pidieron que se prolongara la ejecución. Muchos fueron los niños que se interesaron y participaron en esta actividad. Sus trabajos están expuestos, como fue prometido, en el Rincón Ecológico del Centro Italo Venezolano. Para la realización de esta actividad participaron: la señora Luz María Kogurt, Margarita Pucillo y Marcella Mosca quién agradeció en nombre del Comité Grupo Ecológico del Centro Italiano Venezolano por la colaboración y la presencia de todos. 50

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Recetas para aromatizar con hierbas su propio aceite de oliva Cuando juntamos los aromas y sabores de las hierbas aromáticas con el del aceite de oliva virgen extra estamos creando un nuevo aderezo que encierra la esencia del Mediterráneo. Sus ensaladas, carnes o pescados tendrán un toque muy especial. Es muy fácil con nuestras recetas. Imprescindible utilizar aceite de oliva virgen extra Proporciones de hierbas aromáticas ACEITE A LA ALBAHACA Para preparar una botella de 1/2 litro: 25 gr de albahaca fresca y una cucharadita de sal ACEITE A LOS QUATRO AROMAS Para preparar una botella de 1/2 litro: l 10 gr de romero seco o una ramita fresca l 10 gr de tomillo seco o una ramita fresca l 10 gr de orégano seco o una ramita fresca l 10 gr de albahaca seca o una ramita fresca l 1 cucharadita y media de sal

Preparación Es preferible utilizar las hierbas frescas, si esto no fuera posible recurra a las secas. 1. Limpiar las hierbas frescas. Si provienen de una maceta será suficiente con pasarles un papel de celulosa o trapo. Si las ha cogido del campo y tuvieran mucha arena, páselas por un poco de agua, pero tendrá que esperar a que estén perfectamente secas. 2. Triture las hierbas y colóquelas en un recipiente de cristal limpio y añada un poco de sal a medida que las va colocando. Algunas de recetas llevan pimienta blanca en grano. Esta se añade sin machacar. 3. Se añade el aceite de oliva virgen extra (usted deci-

de la variedad que más le guste) procurando que el aceite las cubra. Debe estar unos 2-3 cm por encima. Se tapa herméticamente y se deja macerar unos 20 días en un lugar con poca luz y fresco. Nunca en la nevera. 4. Cuando se utilicen se pueden colar o no. Queda muy decorativo colocar una ramita de la hierba que se ha utilizado en su preparación cuando se vayan a utilizar. Sin embargo, la maceración es preferible hacerla con las hierbas machacadas o trituradas. María Val, Sabormediterraneo.com

Centro Comercial Plaza La Trinidad piso 1, local 24 - 25 Calle San Rafael, La Trinidad. Telfs: (0212) 941.1971 - 945.8497 - Rif.: J-30533143-0 52

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ATUN EN ACEITE INGREDIENTES Atún en rodajas gruesas (de unos 7 u 8 centímetros) Agua Aceite Pimienta en grano Sal Tarros esterilizados herméticos

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PREPARACIÓN

onemos agua abundante en una olla o cacerola profunda, le añadimos sal y cocemos en ella el atún durante unos 15 minutos o hasta que se pueda separar la carne de la espina. Sacamos el atún del agua, lo escurrimos bien y le quitamos la piel y las espinas. Lo troceamos en lomitos o como nos guste, teniendo en cuenta la forma en la que vamos a presentarlo a la mesa, y lo vamos metiendo en los tarros, procurando que queden libres los menores espacios posibles. Una vez introducido el atún, ponemos unos 5 ó 6 granos de pimienta negra, que es conservante, en cada tarro y rellenamos con aceite dejando el último centímetro del tarro libre. Cerramos los tarros y los colocamos en una olla con agua fría, separados con trapos viejos para que no se casquen. Ponemos la olla al fuego y a partir de cuándo hierve, la dejamos cocer durante unos 40 o 50 minutos.

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CONSERVAS AL BAÑO MARÍA u Lavar bien los tarros. Llenarlos dejando 2 centímetros libres. u Rellenar los huecos con almíbar, aceite o lo que corresponda según la conserva, dejando libre un centímetro. u Expulsar las burbujas que queden, pinchando o apretando con una espátula o tenedor. u Tapar y apretar bien las tapas y cocer al baño maría durante 1/2 hora ó 45 minutos; dejar enfriar. u Limpiar, marcar y almacenar en lugar oscuro, fresco y ventilado. Fuente: Internet

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