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Guida_Chiavi_In pratica 1 Libro esercizi

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GUIDA DEL DOCENTE & CHIAVI DEGLI ESERCIZI

Livello A1 - A2 - B1

CENNI TEORICI | ESERCIZI | ATTIVITÀ LINGUISTICHE

libro degli esercizi

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IN PRATICA - GUIDA DEL DOCENTE

IN TRO DU ZIO NE

Livello: A1 - A2 - B1 Questa guida didattica nasce con lo scopo di fornire al docente innanzitutto le chiavi degli esercizi e poi una serie di consigli che possano risultare assai utili nell’insegnamento dei fenomeni grammaticali sui quali viene incentrata ogni unità didattica del manuale. In questo senso, viene sempre tenuto presente il livello degli studenti e delle stesse unità, le quali coprono un percorso di apprendimento che li conduce per mano dal livello A1 a quello B1 secondo quanto definito dal CEFR.

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IN PRATICA

Il genere dei sostantivi e l’articolo determinativo Nell’affrontare il problema dei generi grammaticali dell’italiano, può essere utile partire da due aggettivi che gli studenti hanno sicuramente già incontrato più volte: italiano/a e inglese. Spesso infatti, nelle primissime fasi di apprendimento della lingua, etnonimi e simili sono tra le parole più comunemente ricordate dai discenti. Se si sceglie questa strategia, è molto importante però non soffermarcisi troppo, ma solo il tempo necessario a mostrare empiricamente le analogie con i sostantivi propriamente detti, i quali suggeriamo di introdurre direttamente con l’articolo: il libro, il colore, la matita, la stazione, ad esempio. Per spiegare la differenza tra il e lo, basterà mostrare una serie di parole con i differenti articoli e chiedere poi agli studenti la loro opinione, cioè perché secondo loro alcune parole prendano il e altre lo. Suggeriamo inizialmente di proporre per il solo sostantivi che inizino con una sola consonante, cioè di omettere ad esempio parole come professore o club. Per lo, si cominci con parole che cominciano con s+consonante come studente, sbaglio, scopo, inserendo poi parole come psicologo o pneumatico, poi una o due parole inizianti per z come zucchero, zero e infine una o due per vocale, come amico. Bisogna cercare di far dedurre dagli esempi il carattere esclusivamente fonetico dei due diversi articoli: in questo senso, potete pure pronunciare una o due parole con l’articolo sbagliato e dire loro di provare, così noteranno la differenza. È molto importante insistere sul fatto che anziché imparare una serie di regole mnemonicamente, basti un po’ di semplice fonetica in chiave esclusivamente empirica a chiarire i dubbi degli studenti. Insistete sulla pronuncia forte della z e capiranno subito perché ad esempio si dice lo zaino. Non separare lo da l’ come se fossero due distinti articoli è in quest’ottica del pari significativo: e qui aiuterà molto mostrare il plurale e la eufonicità dei nessi, come in gli amici. A chiusura si potranno mostrare finalmente (ancora meglio dopo aver fatto qualche insieme esercizio di apposizione dell’articolo ai vari sostantivi) casi come professore o club, insistendo di nuovo con abbondanza di esempi sul lato fonetico, il quale appunto rende nessi fonosintattici come in il professore “facili” da pronunciare.

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IN PRATICA

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Che cosa è? Che cosa sono? Spiegare che esistono tre forme dello stesso pronome interrogativo: che? > che cosa? > cosa? e sottolineare che cosa?, quando pronome, è invariabile. Articolo indeterminativo Far notare le corrispondenze: un-il, uno-lo. Per le parole comincianti per vocale dire semplicemente che di fronte vocale ci guiderà il genere del sostantivo. Si possono evitare tranquillamente spiegazioni più approfondite al riguardo, le quali andranno date in linea di massima di fronte a una grande insistenza e difficoltà della classe. Per le forme sostitutive del plurale, far notare l’articolo determinativo entro la preposizione articolata onde facilitare l’acquisizione tramite un argomento già assimilato. Numeri cardinali Si faccia notare che i numeri cardinali sono invariabili con l’eccezione, inizialmente, di uno. I numeri possono essere letti ad alta voce: da undici a diciannove mostrare la schematicità da undici a sedici e poi da diciassette a diciannove. Far notare la caduta della vocale in tutte le decine prima di uno e otto come in ventuno, quarantotto, eccetera e la grafia con accento dei composti con tre, come in trentatré, sottolineando per di più l’accento acuto in tutti i composti di tre. Arrivati a milione e miliardo si faccia vedere la variabilità con esempi e si insista sul fatto che a essi segua la preposizione di. Per i numeri di telefono, ricordare che possono essere letti a uno a uno o a due a due. Numeri ordinali Basterà far notare che da undicesimo in poi il morfema caratteristico è sempre lo stesso apposto al numero cardinale. Ovviamente si può aggiungere, se si vuole, che – come in molte lingue – gli ordinali di uso più quotidiano sono da primo a ventunesimo, ad esempio per i secoli o per gli anni scolastici e/o universitari. Attività in più a pag. 23 Suggeriamo di utilizzare quanto presente in questa pagina per parlare un po’ della cultura italiana. Lo stesso per quanto di simile si troverà nel libro da qui in avanti.

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IN PRATICA

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 15) 1. la > le strade 2. il > i quaderni 3. l’ > gli italiani 4. l’ > le italiane 5. lo > gli studenti 6. la > le studentesse

7. la > le bambine 8. l’ > le università 9. la > le segreterie 10. lo > gli stranieri

11. la > le lezioni 12. il > i pullover 13. il > i banchi 14. la > le banche 15. la > le biblioteche 16. l’ > gli amori 17. l’ > gli occhi 18. il > i professori 19. la > le professoresse 20. l’ > le informazioni 21. lo > gli sbagli 22. l’ > gli alberghi amici

26. l’ > le amiche

31. lo > gli zeri

27. il > i caffè

32. il > i computer

23. il > i mari 24. la > le cornici 25. l’ > gli

28. lo > gli zii

33. il > i fogli

29. il > i signori

30. la > le signore

34. la > le piazze

Esercizio 2 (p. 15) 1. È il tavolo.

2. È lo zaino.

3. È il bianchetto.

4. È la gomma. 5. È l’orologio. 6. È la porta.

7. È la lavagna. 8. È il telefonino. 9. È la borsa. 10. È il muro. 11. Sono i bicchieri. 12. Sono i pennarelli. 13. Sono le finestre. 14. Sono i dizionari. 15. Sono i quaderni. 16. Sono le stelle. 17. Sono i cellulari. 18. Sono i quadri. 19. Sono le sedie. 20. Sono i vocabolari.

Esercizio 3 (p. 16) 1. un > dei libri 2. un > dei giorni 3. una > delle case 4. uno > degli studenti 5. una > delle porte 6. uno > degli zii 7. un > degli orologi 8. un > dei colori 9. una > delle foto 10. un’ > delle ore

Esercizio 4 (p. 16) 1. un’ 2. un 3. delle 4. uno

5. una 6. una 7. un 8. Un 9. un 10. un

Esercizio 5 (p. 17) 1. a) 2. a) 3. c)

4. c)

5. b) 6. c)

Esercizio 6 (p. 17) 1. b)

2. a) 3. b) 4. a) 5. a) 6. a) 7. a) 8. a) 9. a) 10. b) 11. a) 12. b)

Esercizio 7 (p. 17) 1. a) 2. b) 3. b) 4. a) 5. a) 6. b) 7. a) 8. b) 9. a) 10. a) 11. b) 12. b)

Esercizio 8 (p. 17) 1. delle 2. degli 3. dei 4. delle 5. delle 6. degli 7. delle 8. dei 9. degli 10. delle 11. dei 12. degli 13. delle 14. degli 15. delle 16. delle 17. dei 18. delle

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IN PRATICA

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Esercizio 9 (p. 17) 1. una

2. un 3. un 4. una 5. un 6. una 7. una 8. una 9. un 10. una 11. una 12. una

13. un 14. un 15. un 16. una 17. una 18. un’

Esercizio 11 (p. 18) 1. a. 14 b. 19 c. sedici d. 32 2. a. ventotto b. sessantasei c. 1000 3. a. 335 b. novecento c. 69

d. duemila

d. 5800

Esercizio 12 (p. 19) 1. primo 2. nono 3. 20° 4. ventitreesimo 5. quarantottesimo 6. millesimo 7. 79° 8. 15° 9. 63° 10. 1002°

Esercizio 13 (p. 19) 1. quarto 2. ottavo 3. terzo 4. primo 5. dodicesimo 6. centesimi 7. primo 8. ventunesimo 9. seconda 10. ultimo

Attività in più Esercizio 1 (p. 20)

2. un > dei quaderni 3. un > degli italiani 4. un’ > delle italiane 5. uno > degli studenti 6. una > delle studentesse

7. una > delle bambine 8. un’ > delle università 9. una > delle segreterie

10. uno > degli stranieri

11. una > delle lezioni

12. un > dei pullover

13. un > dei banchi

14. una > delle banche 15. una > delle biblioteche 16. un > degli amori 17. un > degli occhi 18. una > delle sillabe 19. una > delle fette 20. un > dei professori 21. una > delle professoresse 22. un’ > delle informazioni 23. uno > degli sbagli 24. un > degli alberghi 25. un > dei mari 26. una > delle cornici 27.un > degli amici 28. un’ > delle amiche 29. un > dei caffè 30. uno > degli zii 31. un > dei signori 32. un > dei letti 33. uno > degli zeri 34. un > dei computer 35. un > dei fogli 36. una > delle piazze 37.un > degli esercizi 38. una > delle bombe

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IN PRATICA

Esercizio 2 (p. 21) - A Perugia. Caro Antonio, Come stai? Io sono in Italia, a Perugia, una città italiana molto bella! Ora sono in un’aula universitaria per frequentare un corso d’italiano. L’Università per Stranieri di Perugia è in centro. La professoressa si chiama Antonella e il professore si chiama Giuseppe. La lezione è fantastica. La mia compagna di banco è una ragazza russa. È bella e si chiama Tatiana. Oggi in classe c’è anche uno spagnolo, un nuovo studente. Lui si chiama Javier. Ciao, bacioni. Il tuo amico Marco.

Esercizio 3 (p. 22) 1. fragola 2. automobile 3. amore 4. farfalla 5. autobus 6. orologio 7. bicchiere 8. chiave 9. bottiglia 10. occhiali

Esercizio 4 (p. 22) 1. cellulare 2. lavagna 3. nero 4. caffè 5. città 6. carbonara Soluzione: LANCIA

Esercizio 5 (p. 22) 1. a) 2. b) 3. a) 4. b) 5. b) 6. b) 7. a) 8. b) 9. a) 10. a) 11. a) 12. b) 15. b) 16. b)

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13. a) 14. b)

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IN PRATICA

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Pronomi personali e verbo essere Arrivati a questo punto, gli studenti dovrebbero già sapere che Lei sia la persona utilizzata per la forma di cortesia; lo si può semplicemente sottolineare. Si può far notare che in alcune regioni del Sud Italia la forma di cortesia sia Voi. Per le forme c’è / ci sono, una tecnica che generalmente funziona è mostrare la corrispondenza quasi totale con le formule inglesi there is / there are qualora gli studenti conoscano l’inglese, altrimenti basterà semplicemente insistere con abbondanza di esempi. Verbo avere Un’analogia che aiuta molto gli studenti è mostrare a fianco del presente del verbo avere le poche forme del verbo stare che abbiano già appreso, cioè generalmente il singolare come nelle formule come stai? / come sta?, sto bene. Suggeriamo di utilizzare abbondanza di esempi per le espressioni con il verbo avere, e di insistere con le forme ho da fare e simili. Aggettivi Per la morfologia si può di nuovo partire dagli etnonimi già conosciuti, come appunto italiano e inglese onde poi passare a piccolo e grande. Per le forme come ottimista e pessimista si può fare notare la comunanza di forme con gli aggettivi come piccolo, con l’eccezione appunto del maschile singolare. Sottolineare inoltre la posizione neutra dell’aggettivo, cioè dopo il sostantivo. Per il lessico, insistete molto sulle coppie di antonimi: più facile ricordare piccolo se lo si abbini a grande, ad esempio, che non in termini assoluti. Preposizioni semplici Si parli solo del significato fondamentale e/o più comune delle singole preposizioni al momento e si sottolinei fermamente che lo schema a pagina 32 sia puramente un aiuto e un riferimento da utilizzare in caso di dubbi e non certo qualcosa che vada imparato a memoria. Preposizioni articolate Si mostri la struttura comune nelle preposizioni articolate del, nel, al, dal, sul. Di e in diventano de- e ne-, il perde la vocale e si riduce a -l,le forme con l iniziale la raddoppiano, i e gli si appongono alla preposizione eventualmente mutata (come in in e di).

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Colori Sugli aggettivi di colore invariabili, basterà far notare che se esso al maschile singolare non termina né in -o né in -e, allora significa che è appunto invariabile. Test Progressivo n. 1 Il primo dei 5 test di verifica presenti nel libro, che insiste molto sul lessico basilare che dovrebbe essere stato acquisito dagli studenti. Questi cinque test seguono la struttura generale degli esami di certificazioni secondo quanto definito dal CEFR.

CHIAVI Esercizio 1 (p. 25) 1. Sono 2. Siete 3. È 4. sono 5. Siamo 6. sono 7. sei 8. è 9. siete 10. Sono 11. siete 12. è 13. è 14. è 15. sono 16. sono

Esercizio 2 (p. 25) 1. ci sono 2. c’è 3. c’è 4. ci sono 5. c’è 6. ci sono 7. c’è

Esercizio 3 (p. 25) 1. Le signore sono italiane. 2. Siete stranieri? 3. I ragazzi sono qui per lavoro. 4. La ragazza è in vacanza. 5. Alberto e Paolo sono al bar. 6. Di dove siete? Siete francesi? 7. Ci sono dei manifesti. 8. Le giacche sono lunghe.

Esercizio 4 (p. 27) 1. ha 2. hanno 3. hai 4. ha 5. ha 6. Hai 7. ha 8. ha 9. Abbiamo 10. ha 11. Avete 12. ha 13. ho 14. Hai 15. ha 16. Abbiamo

Esercizio 5 (p. 27) - La scuola d’italiano. La mia scuola d’italiano è grande: ha molte aule, una segreteria ed ha anche un ufficio per la direttrice. La mia aula ha una grande finestra, una porta e molti banchi. Ho molti amici fra gli studenti. Loro hanno molti quaderni, libri e dizionari. Ho uno zaino abbastanza grande per i libri. Il libro per le lezioni d’italiano hanno molti dialoghi, molti esercizi e le regole di grammatica. Noi studenti abbiamo anche penne, matite e gomme. Il professore ha una grande borsa piena di libri. Abbiamo lezione ogni giorno eccetto il sabato e la domenica. Oggi è una giornata difficile, perché ho molti esercizi da fare.

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IN PRATICA Esercizio 6 (p. 29) 1. Il motorino è veloce.

I motorini sono veloci.

2. La classe è luminosa.

Le classi sono luminose.

3. Il viaggio è lungo.

I viaggi sono lunghi.

4. La valigia è leggera.

Le valigie sono leggere.

5. Lo studente è bravo.

Gli studenti sono bravi.

6. Il film è bello.

I film sono belli.

7. La borsa è pesante.

Le borse sono pesanti.

8. Il pullover è nuovo.

I pullover sono nuovi.

9. La lezione è interessante. Le lezioni sono interessanti. 10. L’aula è grande.

Le aule sono grandi.

Esercizio 7 (p. 29) 1. È un libro nuovo.

Sono dei libri nuovi.

2. È una rivista utile.

Sono delle riviste utili.

3. È un bicchiere pieno.

Sono dei bicchieri pieni.

4. È un posto libero.

Sono dei posti liberi.

5. È uno zio giovane.

Sono degli zii giovani.

6. È un amico straniero.

Sono degli amici stranieri.

7. È un’amica bella.

Sono delle amiche belle.

8. È uno studente greco.

Sono degli studenti greci.

9. È un’insegnante brava. Sono delle insegnanti brave. 10. È uno zaino pesante. Sono degli zaini pesanti.

Esercizio 8 (p. 30) 1. treno veloce

treni veloci

8. biglietto economico biglietti economici

2. macchina nera

macchine nere

9. pensione cara

pensioni care

3. albergo grande

alberghi grandi

10. film divertente

film divertenti

4. lezione interessante

lezioni interessanti

11. albero verde

alberi verdi

5. studente intelligente

studenti intelligenti

12. foto piccola

foto piccole

6. borsa marrone

borse marroni

13. corridoio lungo

corridoi lunghi

7. lavoro stressante

lavori stressanti

14. giornale vecchio

giornali vecchi

15. amore grande

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amori grandi

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Esercizio 9 (p. 31) 1. Giulia e Luigi sono vecchi amici.

4. L’aula è piena di studenti e di studentesse.

2. La mamma di Irene è gentile.

5. È la maestra. È brava ed è anche gentile.

3. La porta non è aperta: è chiusa.

6. La nostra scuola di italiano è grande e moderna.

Esercizio 10 (p. 31) 1. - Cosa è questo? - Questo è un libro.

4. - Cosa sono queste? - Queste sono delle sedie.

2. - Cosa è questo? - Questo è un foglio.

5. - Cosa sono questi? - Questi sono dei telefoni.

3. - Cosa è questa? - Questa è una penna.

Esercizio 11 (p. 31) 1. - Cosa è quello?

- Quello è un libro.

2. - Cosa è quello?

- Quello è un foglio.

3. - Cosa è quella?

- Quella è una penna.

4. - Cosa sono quelle?

- Quelle sono delle sedie.

5. - Cosa sono quelli? - Quelli sono dei telefoni.

Esercizio 12 (p. 33) 1. a) 2. b) 3. a) 4. a) 5. b) 6. b) 7. b) 8. b)

Esercizio 13 (p. 33) 1. in - per 2. di 3. per - di

4. in

5. in 6. in 7. di 8. con 9. per 10. da 11. per

12. Tra/Fra 13. di/a 14. di

15. a - in 16. a - per 17. a 18. di 19. da 20. In

Esercizio 14 (p. 33) 1. Vivo a Bergamo da sempre. 2. Ho questo problema da due mesi. 3. Fumo da quattro anni. 4. Sono qui da un’ora. 5. Siamo in Italia da quindici giorni.

Esercizio 15 (p. 33) - Un ragazzo di strada. Paulo è brasiliano. Vive in Brasile, a Rio de Janeiro. È un ragazzo di tredici anni. È figlio di una famiglia povera. Lui non vive con la famiglia. La vita di questo bambino è dura. Paulo è un bambino di strada: non va quasi mai a scuola, sta tutto il giorno con gli amici. Rio de Janeiro è una bella città, ma è piena di pericoli.

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IN PRATICA Esercizio 16 (p. 34) 1. Le borse delle ragazze sono nell’armadio. 2. Il professore spiega agli studenti la lezione sulle preposizioni. 3. Vado dai nonni ogni fine settimana. 4. Tra le due villette c’è una strada. 5. Cammino spesso per le vie della città. 6. Mio fratello arriva con l’aereo delle 09.30 dal Portogallo. 7. Nelle università italiane studiano molti giovani greci. 8. I libri sono sullo scaffale nella mia stanza. 9. Marco è ricco; non lavora per i soldi. 10. Arriva oggi dall’Olanda con le sue amiche. 11. Ho gli esami fra il 9 e il 19 dicembre. 12. Sabato sera c’è una festa per gli studenti dell’ultimo anno. 13. Lavora all’estero da due anni. 14. Sandra manda molti messaggi al suo ragazzo. 15. Via Montenapoleone è una delle vie più famose per la moda. 16. Nel vocabolario ci sono anche degli idiomatismi.

Attività in più

Esercizio 1 (p. 35) 1. La macchina è rossa.

Le macchine sono rosse.

4. Il limone è giallo.

I limoni sono gialli.

2. La lavagna è bianca.

Le lavagne sono bianche.

5. Il foglio è bianco.

I fogli sono bianchi.

3. La borsa è marrone.

Le borse sono marroni.

6. La rosa è rossa

Le rose sono rosse.

Esercizio 2 (p. 35) 1. La valigia è pratica. 2. Le camicie sono moderne. 3. La cintura è nera. 4. Le aule sono grandi. 5. Le sedie sono comode. 6. Le magliette sono eleganti.

Esercizio 3 (p. 35) 1. - No, la ragazza non è alta, è bassa. 2. - No, la macchina non è brutta, è bella. 3. - No, il caffè non è freddo, è caldo. 4. - No, l’esercizio non è difficile, è facile. 5. - No, le strade non sono strette, sono larghe. 6. - No, le scale non sono pulite, sono sporche. 7. - No, il paese non è povero, è ricco. 8. - No, il bambino non è allegro, è triste.

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IN PRATICA

Presente indicativo dei verbi regolari, 1a coniugazione Per le particolarità dei verbi come cercare, pagare, lasciare e simili, fare notare semplicemente che lo stesso suono viene mantenuto in tutte le persone, donde i leggeri aggiustamenti ortografici. Per verbi come studiare, inoltre, indicare la seconda singolare studi e la prima plurale studiamo, aggiungendo se si vuole verbi come inviare: invii e inviamo. A piacere, si potrà indicare che in verbi come accompagnare la grafia della prima plurale rimane accompagniamo nonostante la i non venga percepita nella pronuncia. Presente indicativo dei verbi regolari, 2a coniugazione Per i verbi come leggere, conoscere e simili far notare invece che avvenga il contrario di quanto avviene nella prima coniugazione: il suono non viene mantenuto. Lo si può mostrare graficamente: la desinenza si appone al tema del verbo e dunque la pronuncia cambia. Presente indicativo dei verbi regolari, 3a coniugazione Come linea guida si può fare notare che i verbi come partire, soffrire, servire, ecc. abbiano spesso due o più consonanti prima della desinenza, al contrario di verbi come finire, capire, costruire, ecc. che hanno o una sola consonante o una u prima della desinenza. Si abbia cura però di sottolineare che ciò non valga nel 100% dei casi e che in caso di dubbi andrà consultato un dizionario. Arrivati a questo punto si può finalmente mostrare un prospetto con tutte le persone del presente delle tre coniugazioni avendo cura di far notare similarità e differenze. Verbi servili al presente Si facciano notare le similarità di struttura tra volere e potere, ma senza insisterci troppo. Del pari, si metta avere di presso a sapere onde aiutarne l’apprendimento per analogia. Suggeriamo di svolgere esercizi sull’esempio dell’es. 9 a pag. 42 per fare apprendere le forme dal loro contesto sintagmatico e non mnemonicamente. Il verbo andare con le preposizioni Si metta a confronto il presente del verbo andare con quello di avere e sapere onde facilitare l’apprendimento per analogia. Si sottolinei che le preposizioni di luogo dello schema non dipendano dal verbo andare di per sé e che anzi esse generalmente sono le stesse con altri verbi come, essere e venire: in altre parole si sottolinei che nella lingua italiana la preposizione di luogo dipende in larga maggioranza dal

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IN PRATICA

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sostantivo che segue e non dal verbo che la regge. Si faccia notare che con l’eccezione dei pochi sostantivi riportati come a casa, a scuola, eccetera la preposizione a non sopprima la presenza dell’articolo, in contrasto invece con in. Si insista infine che la preposizione da venga utilizzata con nomi comuni e nomi propri che indicano “persona” / “individuo” / “essere umano” qualunque sia il senso, come in vado da Marina, sono da un’amica, eccetera. Per espressioni come andare a ballare, a seconda della ricettività, si può accennare alla produttività del costrutto in espressioni col verbo essere, come in sono a ballare, sono a mangiare, eccetera; non si insista troppo, tuttavia. Verbi irregolari al presente Per facilitare l’acquisizione, presentare i verbi in gruppi a seconda delle analogie riscontrabili nella coniugazione del presente indicativo. Il primo gruppo dovrebbe essere costituito da stare, dare, fare, avere, sapere, andare. A seguire si mostrino dire e bere, sottolineando che siano principalmente irregolari all’infinito (es. bevere > bere, dunque radice bev-) con l’eccezione di dite, ove d’altronde il procedimento fonetico è lo stesso. Poi venire e tenere. Si presentino a seguire i verbi simili come rimanere, spegnere, porre, salire, scegliere. Si concluda coi rimanenti a piacere. Si può infine fare notare che in genere le persone prima e seconda plurale mantengano un certo grado di regolarità anche nei verbi dalle irregolarità più marcate.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 36) 1. (Io) Compro i libri d’italiano.

2. Franco ascolta la musica.

I ragazzi comprano i libri d’italiano.

(Noi) Ascoltiamo la musica.

(Voi) Comprate i libri d’italiano.

La signora ascolta la musica.

Lei, signorina, compra i libri d’italiano.

(Loro) Ascoltano la musica.

(Noi) Compriamo i libri d’italiano.

(Tu) Ascolti la musica.

Esercizio 2 (p. 36) 1. Regalo 2. Aspetta 3. Guardi 4. Ascoltano 5. Incontra 6. Telefonano 7. Amiamo 8. Paghi 9. Giocano 10. Ballo 11. prepara 12. abita 13. Mandate 14. Compri 15. suona 16. mangia 17. prepari 18. Parla 19. formano 20. Usano

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Esercizio 3 (p. 37) 1. b) 2. a) 3. a) 4. b) 5. a) 6. a) 7. b) 8. a) 9. a) 10. a)

Esercizio 4 (p. 37) 1. mangi 2. studi 3. prepara 4. sfogliate 5. aspetto - arrivano 6. Mandi 7. parcheggiate 8. accompagna 9. viaggio 10. comincia

Esercizio 5 (p. 38) 1. scrive 2. Credo 3. spende 4. Chiedono 5. conoscete 6. Accendete 7. Vedi 8. prende 9. chiudi 10. riceve 11. vive 12. Leggiamo 13. ride 14. mettete 15. piange 16. risponde 17. chiedono 18. vince 19. corregge 20. conosco

Esercizio 6 (p. 39) 1. b) 2. a) 3. b) 4. b) 5. a) 6. b)

Esercizio 7 (p. 40) 1. parte 2. capisce 3. soffro 4. puliscono 5. restituisci 6. sentiamo 7. finisci 8. Seguite 9. aprite 10. preferiscono

Esercizio 8 (p. 41) 1. b) 2. b) 3. a) 4. a) 5. b)

Esercizio 9 (p. 42) 1. I ragazzi possono/vogliono giocare fuori. 2. Ora gli studenti devono aprire i libri d’inglese. 3. Voglio studiare lingue straniere all’università. 4. Maria può capire bene l’italiano? 5. Lui deve cambiare treno a Bologna. 6. Durante l’estate possiamo/vogliamo leggere molti libri. 7. I miei genitori devono/vogliono abitare in città, in centro. 8. Possiamo/Vogliamo imparare molte cose interessanti. 9. Domenica vogliamo/possiamo organizzare una festa. 10. Possiamo ritornare a casa dopo le quattro e mezzo? 11. Non voglio/devo portare il cappotto, perché non fa freddo.

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IN PRATICA

3

12. Potete finire di parlare fra di voi? 13. Per scrivere l’esercizio potete/dovete usare la matita? 14. Vuoi restare a casa perché sei stanco? 15. Devo/Posso/Voglio ascoltare tutto con attenzione.

Esercizio 10 (p. 43) 1. b) 2. a) 3. a) 4. b) 5. c)

6. c)

7. b) 8. a) 9. b) 10. b)

3. a) 4. b) 5. a) 6. c)

7. a) 8. b) 9. a) 10. c)

Esercizio 11 (p. 45) 1. b) 2. c)

Esercizio 12 (p. 45) 1. viene 2. dà 3. Facciamo 4. stai 5. beve 6. conduce 7. sale 8. esco 9. vanno 10. do

Esercizio 13 (p. 46) 1. Propongo 2. dovete 3. scelgo 4. traduciamo 5. facciamo 6. riesco - dice 7. dà 8. Dici

Esercizio 14 (p. 46) 1. muore 2. so - dici 3. rimanete 4. sa 5. viene 6. Tieni 7. piace 8. Introduciamo 9. spengo 10. Propone

Esercizio 15 (p. 46) 1. fai - Studi - lavori 2. vogliono 3. dobbiamo 4. piacciono 5. faccio 6. Vengo 7. bevono 8. vanno 9. esco 10. fa

Attività in più

Esercizio 1 (p. 47) 1. Francesca riceve molti messaggi.

2. Conosco bene Dino.

(Voi) Ricevete molti messaggi.

(Loro) Conoscono bene Dino.

(Tu) Ricevi molti messaggi.

(Voi) Conoscete bene Dino.

Mario ed io finiamo di scrivere.

Lei mangia un panino.

(Loro) Finiscono di scrivere.

(Tu) Mangi un panino.

(Io) Finisco di scrivere.

(Noi) Mangiamo un panino.

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3

unità

IN PRATICA

Esercizio 2 (p. 47) 1. resisto 2. offre 3. senti 4. preferisce 5. vestono 6. pulisce 7. garantiscono 8. Paghi 9. serve 10. spedisce 11. capite 12. Segui 13. Studiano 14. Ordino 15. Lavorate 16. Lasciamo 17. Rischiano 18. regala 19. Consegnano 20. Invia

Esercizio 3 (p. 47) 1. b) 2. a) 3. c) 4. c) 5. a) 6. b) 7. c)

Esercizio 4 (p. 48) 1. modifichiamo 2. lascia 3. paghiamo 4. dirigono 5. aumenta - diminuisce 6. Accompagnate 7. Lavoriamo - sogniamo 8. Riassume 9. spendete 10. finisce

Esercizio 5 (p. 48) 1. a) 2. a) 3. b) 4. b) 5. a) 6. a) 7. b) 8. a)

Esercizio 6 (p. 48) 1. danno 9. dà

2. facciamo

3. fai - faccio

4. danno

5. fa - fa

6. faccio

7. do

8. fanno

10. fa

Esercizio 7 (p. 49) 1. a 11. a 21. di

2. in - per 12. in

3. in

13. con

4. di

5. a - di/con

14. tra/fra

15. da

6. di - su 16. di

7. a

17. A

8. in 18. a/in

22. in - in

Esercizio 8 (p. 49) 1. a) 2. c) 3. a) 4. c) 5. c) 6. a) 7. c) 8. b) 9. b)

Esercizio 9 (p. 49) 1. a) 2. a) 3. b) 4. b) 5. c) 6. a) 7. a) 8. b) 9. c) 10. b)

17

9. da 19. A

10. da 20. in

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IN PRATICA

4

Gli interrogativi Insistere su chi, dicendo che sia esclusivamente pronome invariabile, come in chi è e chi sono: generalmente basterà un’abbondanza di esempi o al massimo, qualora i discenti conoscano l’inglese, si potrà far notare l’analogia con who, avendo cura di sottolineare che la corrispondenza sia solo negli interrogativi e mai nei relativi. Ribadire le tre forme di che tramite il passaggio che > che cosa > cosa, nonché l’invariabilità di cosa. Su perché, si può mostrare l’univerbazione di per e che e di lì ricordare che tutti i composti con che prendano accento acuto. Di quale non si dimentichi di mostrare che la forma qual è non prende l’apostrofo. Si insista infine sul fatto che in italiano le preposizioni vengano poste tranquillamente prima dell’interrogativo come in di chi, a chi, per quale, ecc. Gli aggettivi irregolari bello – quello Con abbondanza di esempi fare ricavare agli studenti il problema e poi dirlo a chiare lettere: le forme ricordano l’articolo e ancor più le preposizioni articolate, in particolare de-. Si insista sul fatto che il fenomeno avvenga solo quando l’aggettivo sia posto prima del sostantivo. La particella ci (avverbio di luogo) Basterà insistere sul fatto che ci sia utilizzato come pronome che esprime luogo. Si possono utilizzare vari passaggi alla lavagna per sottolinearlo, avvalendosi anche di avverbi come qui e lì, se si vuole. Si faccia notare la posizione di ci, sempre ed esclusivamente insieme al verbo come in chiamarsi, mi chiamo, ti chiami, si chiama e mai insieme ad altre parti del discorso. I nomi alterati Non si tralasci di dire che per i nomi alterati converrà sempre consultare un buon dizionario, chiedere a un madre lingua oppure cercare su internet la parola onde vedere se è utilizzata, avendo cura di far notare che per quanto riguarda internet, a questo livello di conoscenza, l’utilizzo in chiave di corpus dovrà essere calibrato per evitare la confusione data dalla non perfetta padronanza della lingua. Al riguardo, se non lo si era già fatto in precedenza, indicare i principali dizionari online bilingue.

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IN PRATICA

L’aggettivo/l’avverbio molto In linea di massima, una grande abbondanza di esempi chiarirà immediatamente il problema. Suggeriamo l’utilizzo di frasi elementari per gli esempi, cominciando con la stessa con variazione di genere e numero: ad esempio bevo molto caffè, bevo molta acqua, bevo molti cappuccini, bevo molte bibite in opposizione a il ragazzo è molto bello, la ragazza è molto bella, i ragazzi sono molto belli, le ragazze sono molto belle. Lo stesso per tanto, poco, parecchio e via. Poi proseguire con altri esempi.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 50) 1. Perché 2. Che 3. chi 4. Quanti 5. Perché 6. Che 7. Che/Quale 8. chi 9. Che 10. chi 11. Quale/Qual 12. Che

Esercizio 2 (p. 51) 1. Quanto 2. Quali 3. Quante 4. dove 5. quale 6. Dove/Come 7. Quanti/Quali 8. che 9. chi 10. Qual 11. Come 12. Perché

Esercizio 3 (p. 51) 1. b) 2. b) 3. c)

4. a) 5. c)

6. c)

7. b) 8. c)

Esercizio 4 (p. 51) 1. Quali film preferisci? 2. Che dice? 3. Di chi è? 4. Come vai a scuola? 5. Come si chiama? 6. Quanti anni ha? 7. Dove abitate? 8. Quanti caffè bevi? 9. Perché non vieni da me? 10. Quando parti?

Esercizio 5 (p. 51) 1. Quanto 2. Quale 3. Come 4. Che 5. Perché 6. Quanto 7. Che 8. Perché 9. Quale 10. Perché 11. Quali/Quante/Che 12. Quanti

Esercizio 6 (p. 53) 1. del/bel 2. della/bella 3. dei/bei 4. delle/belle 5. dello/bello 6. delle/belle 7. dei/bei 8. del/ bel 9. delle/belle 10. dell’/bell’ 11. della/bella 12. degli/begli 13. dei/bei 14. degli/begli 15. del/bel 16. delle/belle 17. del/bel 18. della/bella

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IN PRATICA Esercizio 7 (p. 53)

1. dei/quei 2. dell’/quell’ 3. degli/quegli 4. della/quella 5. dello/quello 6. delle/quelle 7. dei/quei 8. dell’/quell’ 9. dei/quei 10. dell’/quell’ 11. della/quella 12. delle/quelle 13. delle/quelle 14. degli/quegli 15. della/quella 16. dei/quei 17. dello/quello 18. dell’/quell’

Esercizio 8 (p. 54) 1. - Sì, ci vado spesso. 2. - Ci sto... 3. - Sì, voglio venirci./Sì, ci voglio venire. 4. - Ci abito da... 5. - Sì, ci veniamo./No, non ci... 6. - Ci ritorno... 7. - Ci vado... 8. - Ci lavora da... 9. - Sì, ci possiamo rimanere./Sì, possiamo rimanerci. 10. - Sì, ci vengono. 11. - Ci vado alle... 12. - Ci vanno...

Esercizio 9 (p. 55) 1. Vai a vedere la mostra? 2. No, non ci possiamo venire./non possiamo venirci. 3. Ci vado alle... 4. Chi va a fare la spesa? 5. Chi va a prendere Silvia all’aeroporto? 6. Ci vado in... 7. Sì, ci voglio venire./Sì, voglio venirci. 8. Ci vengo... 9. Venite al cinema? 10. Ci vado ogni... 11. Sì, ci viene./No, non ci viene. 12. Ogni quanto vai a teatro?

Esercizio 10 (p. 56) 1. un piccolo uccello 2. un animale brutto e sporco 3. una piccola ragazza 4. una piccola casa 5. un piccolo gatto 6. un uomo grande e grosso 7. una grande tabella 8. una piccola stanza 9. una piccola tazza 10. una piccola borsa

Esercizio 11 (p. 56) 1. chiesetta 2. parolaccia 3. cucchiaino 4. librone 5. bottiglietta 6. nasone 7. ragazzaccio

8. cagnolino 9. villetta 10. gattaccio 11. tavolino 12. stradaccia

Esercizio 12 (p. 57) 1. molta 2. molto 3. molto 4. molta 5. molte 6. molto 7. molta - molto 8. molti - molte 9. molto - molto 10. molta 11. molto - molto

Esercizio 13 (p. 57) 1. molta ≠ poca 2. molti ≠ pochi 3. molto ≠ poco 4. molto ≠ poco 5. molta ≠ poca 6. molto ≠ poco 7. molta ≠ poca 8. molte ≠ poche 9. molti ≠ pochi 10. molto ≠ poco 11. molto ≠ poco

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IN PRATICA

Esercizio 14 (p. 57) - La mia migliore amica. Possiamo anche avere molti amici, ma il nostro migliore amico è solo uno. La mia migliore amica si chiama Stefania. Abbiamo la stessa età, siamo amiche da molto piccole. È di statura media, né molto alta né molto bassa. Ha gli occhi neri e i capelli castani e lisci. È molto carina. È una ragazza molto gentile, simpatica e divertente. Molte volte però è un po’ pigra e non ha molta voglia di uscire, allora vado io da lei. Abbiamo gli stessi gusti e parliamo molto quando siamo insieme, per ore. Sono molto affezionata a Stefania, perché posso avere fiducia in lei.

Attività in più Esercizio 1 (p. 58) 1. sbaglio 2. autunno 3. marzo 4. temperatura 5. discoteca 6. corretto 7. troppo 8. insegnante 9. Asia

Soluzione: SAMPDORIA

Esercizio 2 (p. 58) - Al concentro con amici. - Franco, so che Mario domani va a Verona al concerto rock e ci va in macchina. Vuoi che ci andiamo anche noi? - Sì, ci vengo volentieri; ma noi come ci andiamo? - Possiamo andarci con Mario ma, se non ha posto, ci andiamo con la mia macchina. - Per me va bene, così non ci sono problemi di orario. Se vuoi, possiamo andarci un po’ prima, così facciamo un giro per la città. - E chi va a prenotare i biglietti? Ci vado io? - Non è necessario, possiamo prenotare anche per telefono. - D’accordo, a domani allora!

Esercizio 3 (p. 58) 1. c)

2. c)

3. b) 4. a) 5. b) 6. a)

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IN PRATICA

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TEST DI VERIFICA Esercizio A 1. Le informazioni sono corrette. 2. Gli specchi sono sporchi 3. Vediamo dei film fantastici 4. Sono degli artisti famosi. 5. Gli impiegati prendono gli autobus e vanno in ufficio. 6. Gli studenti escono di casa alle 8.00. 7. Che dite? Diamo i soldi a Mario o no? 8. Cerchiamo delle cartoline delle città 9. Ci sono delle case editrici che traducono solo romanzi. 10. Ma che fate? Perché non finite i compiti?

Esercizio B 1. A - per il 2. con 3. dalle - alle 4. di 5. a - in 6. di 7. dal

Esercizio C - Una lettera. Caro Giorgio, Sono Paolo, ho 19 anni, abito a Milano, una città grande e moderna. Sono alto 1 e 75, ho i capelli castani e gli occhi verdi. Studio architettura al Politecnico di Milano. Amo la musica, il cinema e la buona compagnia. Per favore, scrivimi presto. Un abbraccio, Paolo.

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IN PRATICA

I possessivi Innanzitutto si osservi rapidamente la morfologia. Per mio, tuo, suo far notare che l’irregolarità morfologica sia presente solo al maschile plurale e che le forme di tuo e suo siano praticamente le stesse. Su suo dire inoltre che significa sia di lui che di lei. Per loro si dica che è invariabile: cosa che, a scelta dell’insegnante, potrà inoltre essere rimandata a fine trattazione. Si ricordi agli studenti, tra l’altro, che la terza persona è la forma di cortesia anche in questo caso. L’aspetto morfologico andrà trattato molto velocemente per iniziare, onde insistere su un aspetto fondamentale: i possessivi sono aggettivi e dunque si comportano come tali, prendendo l’articolo determinativo, indeterminativo o nessuno come qualsiasi altro nesso di sostantivo e aggettivo: Luca è il mio amico, Luca è un mio amico, Luca è mio amico. Qualora si decida di mostrare espressioni come amore mio e casa mia già durante la prima lezione, suggeriamo di farlo velocemente per non confondere gli studenti. Per concludere, tramite grande abbondanza di esempi, si faccia vedere come i possessivi, quando siano aggettivi e il senso sia ovvio, possono essere tranquillamente omessi in italiano. I possessivi con i nomi di parentela. Il primo punto su cui si dovrà insistere molto è che l’omissione dell’articolo determinativo, quando avviene, avviene solo e esclusivamente al singolare. Si mostrino esempi abbondanti: mia sorella > le mie sorelle, mia zia > le mie zie, mio nonno > i miei nonni, eccetera. Si passi poi alle eccezioni all’eccezione, cioè ai casi in cui l’articolo è presente al singolare: loro e immediatamente a seguire la presenza di un aggettivo, come in la loro sorella, il tuo simpatico cugino. Si concluda con gli alterati, il mio fratellino, la mia sorellina. Se si vuole, si aggiunga che per mamma e papà sono oggi usate entrambe le forme la mia mamma / mia mamma, il mio papà / mio papà.

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IN PRATICA

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Il gerundio Degli irregolari, qualora chiedessero, mostrare la regolarità del tema per la costruzione del gerundio; ricaviamo cioè il tema dalla terza persona del presente (bevendo, rimanendo, traducendo), dall’infinito (essendo, avendo) o dalla radice previa semplificazione fonetica (facendo). Per l’uso, si forniscano più esempi possibile e si trasformi il gerundio in proposizione esplicita quando possibile. Stare + gerundio Sottolineare che l’azione espressa da sto mangiando avvenga adesso, tramite anche ricostruzione della frase, cioè appunto mangio ora, mangio adesso, mangio in questo momento. Se i discenti conoscono l’inglese, si può mostrare l’analogia con il presente progressivo inglese. In ogni caso sottolineare che in italiano l’uso di stare+gerundio non sia obbligatorio: quando sto mangiando posso semplicemente dire che mangio. Gli avverbi di modo Chiarite le peculiarità morfologiche della formazione degli avverbi di modo. Vale a dire: femminile+mente (mostrare il sostantivo mente li aiuterà, in linea di massima), caduta della -e quando dovuto e le principali irregolarità (altrimenti, violentemente...). Bisognerebbe anche insistere sul fatto che data la lunghezza fonetica della parola sì formata, in italiano sia comune ricorrere a perifrasi come in modo lento e via, soprattutto quando in serie: parlò lentamente, saggiamente e concisamente > parlò in modo lento, saggio e conciso. Le congiunzioni Fornire quanti più esempi possibile e spiegare ogni congiunzione. Come per le preposizioni semplici, ricordare che lo specchietto sia un riferimento e per di più da utilizzare con gli esempi d’uso inclusi, ma che non vada imparato a memoria. Conoscere – sapere Se si vuole si può ulteriormente ridurre all’osso lo specchietto: conoscere + nome (comune o proprio), mentre sapere + nome comune oppure “verbo” (all’infinito o in proposizione esplicita). Lo si faccia o meno in questi termini, è fondamentale fornire quanti più esempi possibile.

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IN PRATICA

Il verbo parlare con le preposizioni Si cominci con parlare di e parlare su, sottolineando che la prima forma sia oggi di gran lunga più comune e che su esprima l’argomento maggiormente se preceduta da sostantivo, come in un documentario sulla Prima Guerra Mondiale. Si continui con parlare a e parlare con, sottolineando di nuovo come oggi la forma con con sia oggi generalmente quella meno marcata e neutra e/o meno enfatica. Su parlare per sottolineare il doppio significato, cioè parlo per te = parlo per il tuo bene oppure parlo in tua vece.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 60) 1. È mio! 2. È suo! 3. Sono miei! 4. È nostra! 5. Sono suoi! 6. Sono loro! 7. È tua! 8. È mio! 9. Sono nostre! 10. È sua!

Esercizio 2 (p. 61) 1. c)

2. b) 3. b) 4. a) 5. c)

6. c)

Esercizio 3 (p. 61) 1. La sua bici. 2. I suoi figli. 3. Il loro studio. 4. La sua macchina. 5. Il nostro zaino. 6. La loro facoltà. 7. I loro documenti. 8. Le mie chiavi. 9. La sua famiglia. 10. I suoi pantaloni.

Esercizio 4 (p. 61) 1. la sua 2. il mio 3. i miei 4. il tuo 5. Le sue 6. la tua 7. il suo 8. la vostra 9. Il suo 10. la mia

Esercizio 5 (p. 62) 1. Sua 2. Mio 3. Le sue 4. Le loro 5. I suoi 6. II nostro 7. Sua 8. I suoi 9. La vostra 10. Tua

Esercizio 6 (p. 62) 1. la 2. il 3. I 4. la 5. -

6. la 7. - 8. - 9. - 10. le 11. I 12. - 13. il 14. - 15. La 16. il

Esercizio 7 (p. 62) 1. i loro 2. il suo 3. la tua 4. loro 5. la sua 6. mia

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IN PRATICA Esercizio 8 (p. 63) 1. a) 2. b) 3. b) 4. b)

Esercizio 9 (p. 63) 1. Stiamo facendo le valigie. 2. Stanno guardando la TV. 3. Sta bevendo un caffe. 4. Sto traducendo un brano in inglese. 5. Sta dormendo in camera sua. 6. Sto preparando la tesi. 7. Sta lavando l’auto. 8. Sta spiegando una nuova regola. 9. Sto finendo ii primo capitolo. 10. Stiamo ascoltando una canzone.

Esercizio 10 (p. 64) 1. fortuna

fortunato

fortunatamente

2. certezza

certo

certamente

3. silenzio

silenzioso

silenziosamente

4. semplicità

semplice

semplicemente

5. violenza

violento

violentemente

6. attenzione

attento

attentamente

7. stupidità

stupido

stupidamente

8. velocità

veloce

velocemente

9. particolarità

particolare

particolarmente

10. difficoltà

difficile

difficilmente

11. chiarezza

chiaro

chiaramente

12. verità

vero

veramente

Esercizio 11 (p. 64) 1 . lentamente 2. rapidamente 3. regolarmente 4. attentamente 5. stranamente 6. correttamente 7. facilmente 8. velocemente 9. seriamente 11. chiaramente

12. superficialmente

Esercizio 12 (p. 65) 1. d) 2. a) 3. c)

4. b) 5. b) 6. c)

7. d) 8. d) 9. c)

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10. cortesemente

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unità

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IN PRATICA

Attività in più Esercizio 1 (p. 66) 1. b) 2. a) 3. b) 4. c)

5. c)

6. a) 7. a) 8. b) 9. a) 10. b)

Esercizio 2 (p. 66) - Lettera ad un’amica Cara Margherita, grazie del tuo pensiero mi fa sempre piacere ricevere le tue notizie! Ora ti scrivo anch’io le mie ultime novità. Sai, abito ancora con la mia famiglia: mia madre, mio padre ed il mio fratellino Giuseppe. La mia casa ha un bellissimo giardino, dove la mia mamma coltiva fiori e Giuseppe gioca con i suoi amici. Oggi viene anche il mio fratello più grande con sua moglie Anna e i suoi (loro) figli, che vogliono passare le loro vacanze da noi. lo sto molto bene, perché lavoro già in un ufficio e sono molto contenta del mio lavoro: è interessante. lnoltre, fra pochi mesi finisco i miei studi all’università e sono entusiasta. Ora, però, devo finire, perché devo aiutare la mia mamma a preparare ii pranzo. Bacioni, La tua amica Giusy

Esercizio 3 (p. 67) 1. Sai 2. sa 3. sanno/conoscono 4. conosco 5. Sai 6. sa 7. conosci 8. sa 9. Conosci 10. sai 11. sa 12. conosco 13. sanno/conoscono 14. sapete 15. conosci 16. sa

Esercizio 4 (p. 67) 1. di 2. a/con - a/con 3. di 4. fra 5. con - dei 6. Con/A/Di/Per - con/a/di/per 7. Di / di 8. su

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IN PRATICA

6

Il passato prossimo Si mostri innanzitutto come si forma il passato prossimo tramite qualche esempio, cominciando con i verbi che prendono l’ausiliare avere, come ieri ho incontrato Luca, l’anno scorso ho visitato la Francia, per poi proseguire con qualche verbo che prende essere, come ad esempio ieri sono andato al cinema, ieri sono restato a casa. Si sottolinei l’uso frequentissimo del passato prossimo in italiano e che non vi sia relazione con la lontananza effettiva nel passato: azioni passate recentissime (ieri sono andato al cinema) e più lontane (l’anno scorso ho visitato la Francia) possono essere perfettamente espresse con il passato prossimo. Verbi transitivi Si insista molto sul fatto che si sarà sicuri al cento per cento che un verbo prenda l’ausiliare avere qualora sia transitivo, spiegando con esempi chiari e semplici e non teorici cosa significhi transitivo: ieri ho lavato la macchina è una frase con complemento oggetto espresso, una domanda come: hai mangiato? non è accompagnata da nessun complemento oggetto. In altre parole si faccia capire che i verbi che possono avere un oggetto diretto prenderanno sempre l’ausiliare avere, indipendentemente dal fatto che l’oggetto sia esplicitamente espresso. Verbi intransitivi Per gli intransitivi, si dica per cominciare che in linea di massima i verbi esprimenti attività generalmente prendono avere e gli altri essere, ma che per essere sicuri basterà consultare un buon dizionario, dove sarà tra le prime cose riportate accanto al lemma. Di più, qualora non lo si fosse già fatto, si spieghi come utilizzare un dizionario italiano (verbi riportati all’infinito, aggettivi al maschile singolare, ecc.). Verbi che prendono essere Per quanto riguarda i verbi che prendono l’ausiliare essere, bisogna sottolineare che la definizione come verbi di movimento, stato, eccetera siano puramente categorie adottate nella maggior parte grammatiche e non qualcosa da concepirsi alla lettera. In altri termini va spiegato cosa si intenda per ogni categoria, e sottolineare che tutto ciò varrà in linee generali e non, di nuovo, assolute. Insistere che per verbi di movimento o verbi di moto si intendono i verbi che

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IN PRATICA

indicano un movimento obiettivo da un punto a un altro nello spazio, ossia i verbi in cui questa idea di moto spaziale da un punto all’altro sia parte centrale del significato della parola, come in andare, venire, partire, ma non appunto in camminare e men che meno in ballare, i quali prendono avere e non essere. Verbi di stato e cambiamento Da lì si passi ai verbi di stato e cambiamento, sottolineando il legame vagamente analogico coi verbi di moto: essere, restare, rimanere, stare possono esprimere, diciamo così, l’opposto del moto da A a B, verbi come crescere, morire, diventare hanno un legame di senso con i verbi di stato (e perché no, di movimento). Insistere infine sulle concordanze del participio qualora l’ausiliare sia essere: basterà fare notare l’analogia tra aggettivi e participi, come ad esempio in sono italiano, siete greci, sei italiana, siete greche, per far cogliere immediatamente sono andato, siete andati, sei andata, siete andate. Verbi coniugati sempre con essere Far vedere più dettagliatamente le categorie (teoriche) fissate più generalmente durante il primo approccio al passato prossimo, cioè spiegare il senso di ogni verbo sottolineando la categoria di appartenenza. Come è facile vedere i verbi non sono forniti in ordine sparso: da andare a uscire verbi di movimento, riuscire costruito su uscire,da rimanere a diventare verbi di stato / condizione / cambiamento (proponiamo, sulla base della glottodidattica cognitiva, di non distinguere qui tre distinte categorie). Da cadere in poi andrà detto che questi verbi prendono essere e che sarebbe superfluo spaccare il capello cercando di trovare una categoria in cui inserirli. Participi passati irregolari I verbi proposti sono raggruppati implicitamente per analogie fonetico-morfologiche. Si faccia notare ad esempio come i verbi con tema in dentale sonora formino spesso il participio in sibilante, preceduti o meno da nasale, la quale se presente cade nel participio, come in chiudere > chiuso, accendere > acceso e si prosegua così per gli altri gruppi. Si abbia cura, tuttavia, di evitare spiegazioni tecniche: si faccia veder il mutamento e la struttura empiricamente, non lo si introduca nei termini di cui sopra, impiegati qui ad uso esclusivo del docente.

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IN PRATICA

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Di nuovo, si abbia cura di sottolineare che la tendenza alla irregolarità dei verbi mostrati, raggruppati secondo simile mutamento fonetico-morfologico, non comporti esclusività: accendere ha participio passato acceso, ma vendere ha participio passato venduto. Se si vuole, si può indicare come l’irregolarità di un verbo specifico sia presente nei suoi composti: prendere > preso, per cui apprendere > appreso, comprendere > compreso, eccetera. Infine, si ricordi agli studenti che basterà consultare un buon dizionario, online o cartaceo, per apprendere il participio passato di qualunque verbo. Verbi coniugati con avere ed essere Per i verbi finire, cominciare, continuare e – solo in coda – cambiare, focalizzare innanzitutto la comunanza di significato (soprattutto per i primi tre verbi), poi far notare che stessa alternanza d’ausiliare sarà naturalmente presente nei sinonimi, come ad esempio: iniziare, terminare, mutare. In linea di massima, i discenti capiranno la sfumatura qualora si faccia notare che l’ausiliare avere, con questi verbi, presupponga la transitività; una transitività di solito focalizzata da un agente per lo più animato (soprattutto per i verbi cominciare, continuare, finire). Del pari, essere presupporrà invece una situazione di intransitività. Per gli altri verbi si potrà procedere ancora più semplicemente: salire e scendere prendono l’ausiliare avere solo in specifiche espressioni in cui è sempre presente e esplicito un complemento oggetto, ossia un oggetto diretto, nel qual caso le scale. Per passare fare notare la differenza di significato, sottolineando la transitività di ho passato le vacanze in città, generalmente in chiave temporale, e il senso di moto spaziale di sono passato da casa tua. Per vivere, si dica che, presupposta la presenza di essere solo nei casi di intransitività, oggi si utilizza tranquillamente l’ausiliare avere anche appunto nei casi di intransitività. In tutti i casi sopraccitati, andrebbe evitata per il momento un’eccessiva focalizzazione su casi specifici, come, per fare solo due esempi, la preferenza quasi esclusiva di è vissuto in caso di riferimento a defunti come in Dante è vissuto nel Medioevo, o espressioni metaforiche date da essere + participio aggettivale come sono finito, le quali peraltro non si riferiscono al passato.

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IN PRATICA

L’avverbio di tempo: fa Insistere semplicemente sulla posizione dell’avverbio: espressione di tempo + fa, come in un anno fa, due anni fa, un mese fa, e così via. I verbi servili al passato prossimo Sarà utile procedere per analogia, indicando chiaramente alla lavagna, reale o virtuale, i passaggi: mangio > ho mangiato dunque posso mangiare > ho potuto mangiare, vado > sono andato dunque posso andare > sono potuto andare. Far notare con qualche esempio che se non seguiti da altro verbo i servili prendono avere; suggeriamo esempi con domanda e risposta come: - Sei andato ieri al cinema? - No, non ho potuto.

CHIAVI Esercizio 1 (p. 69) 1. avete 2. Ho 3. ha 4. Hai 5. avete 6. Ho 7. Hanno 8. Abbiamo

9. Ho

10. ha

Esercizio 2 (p. 69) 1. è 2. è 3. Sono 4. Sei 5. è 6. è 7. Siamo 8. siete 9. siamo 10. è

Esercizio 3 (p. 70) 1. b) 2. b) 3. b) 4. b) 5. b) 6. a) 7. b) 8. a) 9. a) 10. a) 11. a) 12. a)

Esercizio 4 (p. 70) 1. hanno finito 2. è entrato 3. Avete capito 4. sono andati 5. Hai comprato 6. è uscita 7. abbiamo pensato 8. Ho aspettato 9. Avete pagato 10. Ha dimenticato 11. Avete imparato 12. ho preterito 13. abbiamo visitato 14. Ho passeggiato 15. ha venduto 16. hai spedito

Esercizio 5 (p. 70) 1. b.

2. d.

3. a.

4. c.

5. g.

6. e) 7. f)

Esercizio 6 (p. 71) 1. a) 2. b) 3. a) 4. a) 5. a) 6. a) 7. a) 8. a) 9. a) 10. a) 11. a) 12. b)

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Esercizio 7 (p. 72) 1. hai acceso 2. ha chiesto 3. ha corso 4. abbiamo deciso 5. hai detto 6. ha ottenuto 7. è nato 8. ha perso 9. avete risposto 10. ha spento 11. ho speso 12. è successo 13. ha tradotto 14. è venuto 15. ho sentito - sono corso/a

Esercizio 8 (p. 72) 2. Ha chiuso la porta di casa, ma ha lasciato le finestre aperte. 3. Ha perso tempo allo specchio ed è arrivato/a in ritardo al lavoro. 4. Hai scelto con attenzione i tuoi amici e così non hai avuto delusioni. 5. Ieri sera non siamo usciti/e, ma siamo rimasti/e a casa. 6. In compagnia di amici abbiamo mangiato, abbiamo bevuto, abbiamo cantato. 7. Ieri sono andato/a in banca ed ho aperto un conto corrente. 8. Enrico non è riuscito a risparmiare, ha speso troppo in questo periodo.

Esercizio 9 (p. 73) 1. a) 2. b) 3. b) 4. a) 5. a) 6. b) 7. b) 8. a) 9. a) 10. b)

Esercizio 10 (p. 74) - Un sabato sera. Sabato scorso, Francesco è rimasto a casa tutto ii giorno e ha studiato molto. Quando ha finito, è andato in salotto e ha guardato un po’ la TV. Dopo cena, ha telefonato al suo amico Mario e i due ragazzi hanno deciso di andare a bere qualcosa. Così, circa un’ora dopo la telefonata, Mario è passato da Francesco e hanno preso la metro per andare al centro. Davanti alla birreria i ragazzi hanno incontrato Valeria e Claudia, due loro compagne di scuola. Così, tutti insieme sono entrati nel locale e hanno passato una serata speciale.

Esercizio 11 (p. 74) 1. abbiamo vissuto 2. hanno detto 3. sono usciti 4. è rientrata 5. ho perso 6. sei salito 7. ha/è vissuto 8. Siamo andati/e - abbiamo passeggiato 9. ho salito 10. ha visto/veduto

Esercizio 12 (p. 75) 2. - ... è tornata da …

- … è tornata da … fa.

3. - ... hai studiato le …

- … ho studiato le … fa.

4. - ... siete andati/e in ... con …

- … siamo andati in … (con) … fa.

5. - ... hai conosciuto Grazia?

- … ho conosciuto Grazia … fa.

6. - ... hanno aperto il ... in …

- … hanno aperto il … in … fa.

7. - ... ha perso il... della …

- … ha perso il … della … fa.

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Esercizio 13 (p. 75) 1. c) 2. a) 3. a) 4. c) 5. a) 6. b) 7. c) 8. b) 9. a) 10. b)

Esercizio 14 (p. 76) 1. c) 2. b) 3. c) 4. c) 5. b) 6. a)

Esercizio 15 (p. 76) 2. Non siamo potuti venire a teatro con voi. 3. Anna è voluta ritornare presto. 4. Abbiamo dovuto fare molte cose a casa. 5. Non sono potuto/a rimanere più. 6. Abbiamo dovuto / Siamo dovuti/e stare in piedi. 7. Hai dovuto rimandare la partenza per domani. 8. Perché non hai voluto rispondere? 9. Hanno voluto partecipare anche loro alla gara? 10. Sono potuto/a partire con ii primo aereo. 11. Sono voluto/a uscire con gli amici. 12. Perché non avete voluto studiare un po’ di più? 13. Non ho potuto comprare una macchina nuova.

Attività in più

Esercizio 1 (p. 77) 1. è rimasta - è venuta 2. è (ha) suonato 3. hanno tradotto 4. è costato 5. ho perso/perduto 6. Sei entrato 7. hai chiesto 8. ho avuto 9. avete acceso 10. è piaciuto

Esercizio 2 (p. 77) 2. Ha risposto a tutte le domande che hanno fatto. 3. Non hai fatto attenzione, perciò hai perso/perduto le tue cose! 4. Gli studenti prima hanno tradotto e poi hanno corretto le frasi. 5. Non ho potuto spendere la somma che avete chiesto. 6. Noi abbiamo preso la metropolitana e così non siamo arrivati in ritardo. 7. Ha proposto delle idee interessantissime.

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Esercizio 3 (p. 78) - Colpo dei “soliti ignoti”. (1) È successo l’altra notte in uno dei bar più famosi di Via Veneto. I ladri (2) sono entrati nel locale da una porta secondaria. Con un grosso trapano (3) hanno aperto la cassaforte in acciaio, (4) hanno messo le mani su un milione di euro in contanti e (5) sono andati via senza lasciare tracce prima dell’arrivo della polizia.

Esercizio 4 (p. 78) 2. - Sono nato/a a ... 3. - Hai guardato la TV ieri sera? 4. - Siamo arrivati ...

5. -... ho finito.

6. - Chi ha risposto ... 7. - È successo (che) ... 8. - Sono andato/a a … / Ho fatto … / Ho visto … / ecc. 9. - Hai chiesto scusa a Carlo? 10. - Non abbiamo aperto la finestra perché ...

Esercizio 5 (p. 79) 1. ho frequentato 2. hai detto - ho superato 3. Siamo usciti/e 4. sono andati - sono tornati 5. ha informato - è successo 6. avete - dovuto 7. hanno scherzato - hanno fatto 8. ha suonato / abbiamo cantato 9. sono potuti 10. hai voluto - è stata 11. ha/è piovuto - siamo rimasti 12. è corsa - ha saputo

Esercizio 6 (p. 79) 1. è stato molto fortunato 2. hanno superato l’esame a pieni voti 3. sono andati in vacanza - hanno sentito 4. è andata a letto - ha avuto una giornata pesante 5. è morto Bobby, il nostro cagnolino

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I verbi riflessivi e pronominali Si parta tranquillamente dalle forme già incontrate dagli studenti tramite un verbo di cui quasi sicuramente conoscono già tutte le forme, cioè chiamarsi. Di più, gli studenti hanno già incontrato, pur senza averne analizzato le forme, parecchie particelle pronominali come mi, ti e altre, nonché qualche forma tonica come me, te, noi. In altre parole si sfruttino le conoscenze empiricamente acquisite per spiegare il fenomeno: si faccia notare innanzitutto come il verbo chiamarsi non sia che chiamare + pronome e si proponga subito la doppietta alzare / alzarsi: alzo la mano e alzo me, dunque mi alzo. Per si, come in si alza e si alzano, indicare che sia forma esclusivamente riflessiva. La forma propria non dovrebbe necessitare molte altre spiegazioni. Suggeriamo di spiegare immediatamente a seguire la forma reciproca con esempi, come: Luca e Maria si telefonano = Luca telefona a Maria e Maria telefona a Luca, Luca e Maria si amano = Luca ama Maria e Maria ama Luca, Luca e Maria si salutano = Luca saluta Maria e Maria saluta Luca e così via. Si prosegua con la forma pronominale: si cominci dicendo che, come è chiaro (cioè sottolineare il fatto), sono moltissimi i verbi che possono avere una forma riflessiva, ad esempio alzo la mano e mi alzo, lavo la macchina e mi lavo, vesto i bambini e mi vesto, per poi proseguire aggiungendo che esistono alcuni verbi che morfologicamente presentano solo una forma riflessiva: cioè esiste solo mi arrabbio e non arrabbio. È ora inoltre l’occasione di aggiungere che i verbi riflessivi sono riportati nei dizionari con il pronome di terza persona, arrabbiarsi. Di più, si aggiunga che nella maggior parte dei dizionari i verbi riflessivi, quando non pronominali, andranno prima cercati al loro infinito semplice, chiamare, onde poi dover scorrere le voci del lemma fino a trovare il significato della voce riflessiva, chiamarsi. Suggeriamo di trattare insieme le forme apparente e enfatica. Qualora si sia certi che le conoscenze acquisite empiricamente dagli studenti permettano loro di capire una frase semplice come ti preparo il caffè (generalmente

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essi sono già in grado di comprendere una frase simile pur non avendo affrontato ancora l’apprendimento esplicito dei pronomi diretti e indiretti), si faccia vedere come semplicemente la lingua italiana permetta di focalizzare l’oggetto indiretto con una particella pronominale anche nel caso in cui persona del pronome e persona del verbo coincidano, ti preparo il caffè e mi preparo il caffè. Se invece non si è certi di quanto sopra (il docente dovrebbe essere in grado di giudicare senza chiedere nulla esplicitamente agli studenti basandosi sulle precedenti attività di produzione orale e scritta degli stessi), si potrà partire dai possessivi avendo cura di espletare i passaggi alla lavagna graficamente: in italiano non lavo i miei capelli ma mi lavo i capelli, così come bevo il caffè > bevo il mio caffè > mi bevo il caffè, avendo cura di far notare la differenza semantico-pragmatica degli ultimi tre casi qualora lo si ritenga necessario. Si provi a fare a capire che la differenza tra riflessivo apparente e enfatico non sia che sottigliezza di categoria abbastanza inutile da memorizzare per i discenti italiano LS/L2 e soprattutto si sottolinei che la definizione “enfatico” sia solo una denominazione che si trova nelle grammatiche, ma non una vera e propria enfasi da un punto di vista semantico-pragmatico. Si può al più indicare la preferenza orale e quotidiana (che non vuol dire la non preferenza scritta) del riflessivo detto “enfatico”, facendo capire come più che di enfasi si dovrebbe parlare di uso e – a volte – di registro. Per il passato prossimo, suggeriamo di aggiungere che così come in presenza di verbo transitivo siamo sicuri al cento per cento che esso prenda ausiliare avere, allo stesso modo saremo sicuri al cento per cento che l’ausiliare sarà sempre e soltanto essere per i verbi riflessivi. La forma pronominale con i verbi servili al presente Cominciare focalizzando l’attenzione sul fatto che l’infinito dei verbi riflessivi vede il pronome in coda: chiamarsi, alzarsi, vestirsi. Poi far notare che al presente invece il pronome precede il verbo: mi chiamo, mi alzo, mi vesto, cosa d’altronde già vista con le forme mi piace, mi piacciono ad esempio.

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Partendo da mi piace, mi piacciono appunto, si può ribadire che il presente non sia che un contesto morfosintattico nel quale l’italiano ammette esclusivamente la costruzione “pronome prima del verbo”, in opposizione all’infinito che vuole il pronome atono esclusivamente dopo il verbo. Dato un costrutto come dovere + alzarsi, bisogna cercare di fare capire che la prima cosa di cui occuparsi sarà, come di prassi, indicare la persona del verbo dovere, cioè devo, devi, deve, dobbiamo, eccetera e mettere poi il verbo alzare all’infinito privato del pronome: si avrà così devo alzare, devi alzare, deve alzare, dobbiamo alzare, eccetera. Nell’aggiungere il pronome riflessivo, cioè il pronome personale (oppure si) alla stessa persona del soggetto, l’orecchio italiano si trova in presenza di un presente, che vuole il pronome prima del verbo, e di un infinito, che lo vuole dopo, e lo aggiunge così sul momento mentre parla: ora prima, come in mi devo alzare, ti devi alzare, si deve alzare, ora dopo, come in devo alzarmi, devi alzarti, deve alzarsi. Con l’occasione, far notare di nuovo la coincidenza tra persona del verbo e persona del pronome anche qualora quest’ultimo segua l’infinito. La forma pronominale con i verbi al passato prossimo Si aggiunga adesso che i pronomi personali, per cui anche i riflessivi, precedano il verbo nella maggior parte dei modi espliciti, cioè nella maggior parte di quei modi in cui la persona sia morfologicamente focalizzata: per l’appunto, come i discenti hanno già imparato, non solo mi vesto, ma anche mi sono vestito. Quando un verbo servile è al passato prossimo e gli segue un infinito, l’orecchio italiano si trova di fronte due situazioni: se mette il pronome prima, ha di fatto reso il servile riflessivo e – come si sa – tutti i riflessivi hanno il verbo essere nei tempi composti; se mette il pronome dopo, è come focalizzasse l’azione morfologicamente, ma non necessariamente semanticamente, costruendo il servile come quando questo è assoluto. Dunque mi sono potuto vestire in opposizione a ho potuto vestirmi. La spiegazione di cui sopra andrà data nei termini più semplici possibile solo di fronte alla difficoltà della classe, avendo cura di sottolineare con esempi e passaggi alla lavagna il problema. Altrimenti si può fare dedurre il problema da esempi quanto più possibile numerosi e semplici.

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Qualunque sia il metodo adottato da seguire, si insista sempre sulla coincidenza tra persona del pronome e persona del verbo, soprattutto qualora il pronome segua l’infinito: ho dovuto svegliarmi, hai potuto divertirti, nonché sul genere del participio in accordo al soggetto qualora preceda: Luca si è dovuto svegliare, Maria si è dovuta svegliare, Luca e Mario si sono dovuti svegliare, Maria e Lucia si sono dovute svegliare. Se lo si ritiene necessario, un consiglio che si può dare agli studenti è che per le attività di produzione scritta e orale possono per il momento focalizzarsi sull’utilizzo esclusivo di uno dei due costrutti.

Le preposizioni di tempo: da, in, fra, per Indicare che si stanno apprendendo alcuni significati delle proposizioni relativi a espressioni di tempo, per di più insieme al verbo al presente oppure al passato prossimo. Per da, dire che esprime la durata e sottolineare che lo si stia presentando insieme al presente. Su fra, sottolineare che lo si stia presentando insieme al presente e che esprime quando avverrà un fatto; con l’occasione dire, qualora non lo si fosse fatto precedentemente, che il presente indicativo esprime in italiano anche il futuro. Su in, basterà indicare che esprima la totalità dell’espressione temporale, dall’inizio alla fine: basteranno pochi esempi a chiarire il concetto. Su per, sottolineare la durata al passato prossimo, in opposizione appunto a da con il presente.

Alcuni aggettivi e pronomi indefiniti Fornire molti esempi onde far capire semplicemente la differenza tra aggettivi e pronomi indefiniti: ogni e qualche prima di sostantivo, ognuno, qualcuno e qualcosa da soli. Si può far notare, se si vuole, l’univerbazione di ognuno e qualcuno.

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CHIAVI

Esercizio 1 (p. 80) 1. si prepara 2. Vi trovate 3. Non mi metto 4. si lamentano 5. si veste 6. mi bagno 7. Ti sbagli 8. si occupa 9. si comportano 10. ci corichiamo

Esercizio 2 (p. 81) 1. a) 2. a) 3. b) 4. b) 5. c) 6. a)

Esercizio 3 (p. 81) A. 1-c - 2-a - 3-b B. 1-b – 2-c - 3-a C. 1-c - 2-a - 3-b

Esercizio 4 (p 81) - Il mattino di Roberta. Mia sorella si chiama Roberta e studia Informatica. Siccome frequenta tutte le lezioni, si sveglia presto la mattina e si prepara con calma. Non si alza subito, ma sta ad ascoltare la musica. Poi, va in bagno, si fa la doccia e si lava i denti. Torna nella sua camera, si veste, si pettina e si trucca davanti allo specchio. A colazione si beve solo un caffè e dopo esce di casa, perché alle 8.30 si incontra con le amiche alla stazione della metropolitana che si trova proprio di fronte a casa.

Esercizio 5 (p. 82) 2. ci siamo messi/e 3. si è laureata 4. si sono sposati 5. ci siamo visti 6. Mi sono perso/a / perduto/a 7. non si sono abituati 8. Si è mangiato - si è bevuto 9. Si è chiusa - si è messa 10. si è spesa

Esercizio 6 (p. 82) 1. b) 2. i) 3. f) 4. a) 5. d) 6. I) 7. e) 8. h) 9. c) 10. g)

Esercizio 7 (p. 82) 1. si è ferito 2. si è preparata 3. Ci siamo informati/e 4. si sono presentati 5. Si sono divertiti/e 6. Mi sono spiegato/a 7. si è preoccupata 8. Si è comprato 9. si sono annoiate 10. ti sei comportato/a

Esercizio 8 (p. 83) 2. Maria e Carlo si vogliono sposare. 3. Possiamo incontrarci domani? 4. Dovete rivolgervi in segreteria. 5. Ti devi occupare di tante cose! 6. Fa freddo oggi: mi devo mettere la giacca.

Esercizio 9 (p. 83) 1. b) 2. c) 3. a) 4. a) 5. b)

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Esercizio 10 (p. 83) 2. Si diverte molto.

Vuole divertirsi molto.

Si vuole divertire molto.

3. I ragazzi si alzano presto.

Vogliono alzarsi presto.

Si vogliono alzare presto.

4. Ti prepari in fretta.

Devi prepararti in fretta.

Ti devi preparare in fretta.

5. Ci iscriviamo al corso.

Possiamo iscriverci al corso.

Ci possiamo iscrivere al corso.

6. Vi interessate di politica?

Volete interessarvi di politica?

Vi volete interessare di politica?

Esercizio 11 (p. 84) 2. Lei si è dovuta vestire in fretta.

Lei ha dovuto vestirsi in fretta.

3. I professori si sono potuti mettere d’accordo.

I professori hanno potuto mettersi d’accordo.

4. I ragazzi si sono dovuti coricare presto ieri.

I ragazzi hanno dovuto coricarsi presto ieri.

5. Mario si è dovuto fare la doccia con l’acqua fredda. Mario ha dovuto farsi la doccia con l’acqua fredda. 6. Elena si è dovuta trasferire a Pavia.

Elena ha dovuto trasferirsi a Pavia.

7. Si è voluta sistemare in una pensione del centro.

Ha voluto sistemarsi in una pensione del centro.

8. Antonio si è dovuto mettere a cercare lavoro.

Antonio ha dovuto mettersi a cercare lavoro.

Esercizio 12 (p. 84) 1. c) 2. a) 3. c) 4. a) 5. a) 6. a)

Esercizio 13 (p. 85) 1. fra / da

5. fra / per

8. per

11. In

14. per

17. Da

20. Da

2. fra / (in)

6. In

9. In

12. Fra

15. per

18. fra

21. per

3. per

7. Fra / (In)

10. Da

13. da

16. in

19. fra

22. fra

4. da

Esercizio 14 (p. 85) - Stasera su Rete 4: “Problemi di coppia”. Marito e moglie, lui ferroviere da parecchi anni, lei professoressa di/d’inglese in una scuola statale, decidono di regalarsi una vacanza per festeggiare l’anniversario del loro matrimonio. Ma alla fine si trovano a vivere momenti difficili quando in vacanza in Sicilia a Taormina conoscono un’altra coppia di giovani sposi e diventano protagonisti di altre storie d’amore! In poche ore, così, la loro vita cambia e il divorzio si avvicina come un incubo vero e proprio. Tutto sembra cambiato definitivamente e rischia di saltare in aria da un momento all’altro! Come può andare a finire questa storia?

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Esercizio 15 (p. 86) 1. qualche 2. alcuni 3. qualche 4. alcune 5. qualche 9. alcune 10. alcuni 11. qualche 12. alcuni 13. alcune

Esercizio 16 (p. 86) 1. qualcosa 2. Alcune 3. Ognuno 4. qualche 5. ogni 6. Ogni / Qualche 7. qualche 8. Ogni 9. Ognuno 10. alcune 11. alcuni 12. qualcuno / ognuno / alcuni 13. Qualche / ogni 14. Alcuni 15. qualche 16. qualcosa

Esercizio 17 (p. 87) 1. a) 2. a) 3. b) 4. a) 5. a) 6. b)

Esercizio 18 (p. 87) 1. b) 2. a) 3. c) 4. c) 5. b) 6. a)

Esercizio 19 (p. 87) 1. ogni 2. alcune 3. alcuni 4. Ognuno 5. Alcune 6. Qualcuno 7. ognuno 8. ogni 9. qualcosa 10. Ognuno 11. ogni 12. Ognuna 13. ogni 14. Qulacuno

Attività in più

Esercizio 1 (p. 88) 2. Ti sei fatto/a lo shampoo stamattina 3. Mauro si è svegliato alle 8:00 4. Mi sono annoiato da solo in casa 5. Mi sono vestito/a in modo elegante 6. Vi siete trovati/e bene in questa scuola? 7. Noi ci siamo messi/e abiti sportivi 8. Ragazzi, vi siete divertiti? 9. Ti sei ricordato/a il suo nome? 10. Alberto si è stancato facilmente

Esercizio 2 (p. 88) - È tutto inutile: i miei non lo accettano. Ho 20 anni, sono figlia unica, vivo a Roma e mi sono innamorata profondamente di un ragazzo di 21 anni che viene dalla provincia. Sono trascorsi due anni, da quando ci siamo messi insieme, ma i miei non lo accettano, perché lui non ha finito il liceo! Io in un primo momento mi sono inventata che il mio ragazzo ha il diploma di maturità, perché io ce l’ho e i miei genitori vogliono un genero laureato! Il mio ragazzo soffre molto per questo stato di cose e infatti ci siamo lasciati parecchie volte. Adesso lui ha detto basta, perché si è stancato, ma io lo amo e vorrei cercare di tenere in piedi la nostra storia. Che cosa devo fare con uno tanto insicuro? Mi può dare un consiglio?

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Esercizio 3 (p. 88) - Vacanze dai cugini. La mia famiglia ha deciso di andare a Bergamo per le feste di Natale. Abbiamo pensato di partire il 22 dicembre e (di) starci (per) dieci giorni. Io, certamente, sono pieno di gioia, perché non vado a scuola e inoltre sto con i miei cugini più cari in una delle città più belle di/d’Italia. Infatti, lì vive da alcuni anni la famiglia di mia zia, in una bellissima villetta con una grande piscina e una vista che toglie il respiro.

TEST DI VERIFICA

Esercizio A (p. 89) - La mia famiglia. Nella mia (1) famiglia siamo in cinque. Mio (2) padre lavora come avvocato, (la) mia (3) mamma è impiegata. Il mio (4) fratello minore studia medicina e vive per conto suo (5) a Napoli. Mia (6) sorella è sposata e abita con suo (7) marito e i suoi / i loro (8) figli in campagna. Io lavoro in una ditta e sono molto contento: ho un ottimo rapporto con i miei (9) colleghi e con il mio (10) superiore.

Esercizio B (p. 89) 1. è cambiato 2. siamo tornati/e – abbiamo acceso – abbiamo visto 3. hanno scelto 4. è passato 5. Ho salito 6. abbiamo cucinato – abbiamo ordinato 7. hanno speso

Esercizio C (p. 89) - Una cartolina. Cara Anna, ti mando questa cartolina da (1) Firenze. Sono arrivato una settimana fa (2) per partecipare a (3) un congresso. In questi pochi giorni (4) ho potuto vedere solo / soltanto (5) il Duomo, ma non ho fatto in (6) tempo a visitare gli (7) Uffizi. Ho conosciuto (8) molte persone, tra le quali c’è anche una ragazza (9) che mi piace molto. Resterò a Firenze fino (10) alla fine del mese. Un bacione, Antonio.

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I pronomi personali diretti (tempi semplici) Per le forme atone, partire dai verbi riflessivi onde far notare la quasi assoluta coincidenza di forme, con l’eccezione della terza persona singolare e plurale. Per la terza persona mostrare la quasi totale coincidenza con l’articolo determinativo, con l’eccezione di li. Nel passare alle forme toniche, sottolineare per prima cosa appunto la differenza tra soggetto e complemento oggetto. A questo punto gli studenti conosceranno già empiricamente forme come con me, con te e simili, dunque far notare che la forma tonica sia appunto la forma utilizzata in tutti i casi in cui il pronome personale non sia soggetto. Di qui sottolineare che sia appunto tonica: con me prende l’accento su me. Per la forma di cortesia, si potrà far capire la forma atona corrispondente con qualche passaggio, come ad esempio: dottore, La vedo più tardi < dottore, vedo Lei più tardi. Per i verbi servili al presente con infinito + pronome personale atono, far notare che accada nulla più e nulla meno di quanto accade coi riflessivi: dopotutto, si potrà ribadire, i riflessivi, capiamo ancora meglio adesso, non sono che verbo + pronome atono. Dunque voglio vedere il film > lo voglio vedere oppure voglio vederlo. Ce l’ho / non ce l’ho Partire innanzitutto dal fatto che lo e la perdono la vocale prima del verbo avere. Dunque a una domanda come hai il libro? si potrebbe in teoria rispondere con *l’ho1, ma questo non accade in italiano praticamente mai. Si dica semplicemente che in queste risposte brevi (per il momento), si aggiungerà un ce pleonastico di puro supporto fonetico. Il pronome partitivo ne (tempi semplici) Se si vuole, per facilitare l’apprendimento futuro e fornire un sostrato, cominciare da qualcosa che gli studenti hanno già assimilato, cioè dal fatto che le espressioni di quantità, in italiano, utilizzino spesso la preposizione di, come in un milione di libri, qualcuno di voi, un miliardo di euro. 1 L’asterisco indica qui la agrammaticalità della forma: agrammaticali, chiariamo velocemente, sono considerate tutte quelle forme che un parlante nativo percepisce come errate anche in un determinato contesto esclusivamente pragmatico, dunque non ci riferiamo qui semplicemente alla morfologia e alla sintassi. Sono spesso quei casi in un madrelingua dirà che la forma non “gli suona” nonostante da un punto di vista morfosintattico gli appaia corretta.

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Accennare dunque al fatto che ne altro non sia che di questo/a (persona), di questa cosa (oggetto), e così via. Di lì si faccia vedere che ne esprima la quantità in quanto in italiano esiste un pronome che appunto significa di questo e simili. Oppure saltare del tutto il primo passaggio e semplicemente dire che ne esprima la quantità quando manchi il sostantivo, come dagli esempi con domanda e risposta: in altre parole ne non è che un pronome, anzi una particella pronominale non diversa dai pronomi personali atoni e dunque sempre e esclusivamente insieme al verbo. I pronomi personali diretti (tempi composti) Suggeriamo di cominciare dalle forme di terza persona e fare notare empiricamente la coincidenza della vocale: lo ho visto, la ho vista, li ho visti, le ho viste. Di lì aggiungere che il singolare spesso e volentieri si contrae: lo ho visto > l’ho visto, la ho vista > l’ho vista. Di qui indicare il fatto che proprio in virtù della concordanza il messaggio veicolato non darà adito a possibili confusioni per quanto riguarda il referente del pronome: se *l’ho visto fosse possibile come risposta a hai visto Maria?, si sarebbe in presenza di ambiguità, cosa che in questo caso la lingua italiana appunto evita tramite l’obbligatorietà della concordanza coi pronomi diretti di terza persona. Continuare dicendo che una tale concordanza sia possibile ma non obbligatoria con le altre persone: se voi ad esempio si riferisce a Maria e Francesca, sarà sempre possibile scegliere tra vi ho visto e vi ho viste: dopotutto la prima e la seconda persona, tanto singolari quanto plurali, presuppongono la presenza del/dei parlante/i e/o dello/degli ascoltatore/i e così nessuna anfibologia risulterà possibile dalla mancata concordanza del participio in genere e numero con il pronome oggetto proprio a causa dell’evidenza extralinguisticamente contestuale dell’enunciato. Il pronome partitivo ne (tempi composti) Sottolineare semplicemente che la concordanza participio/pronome avviene anche in presenza della particella pronominale ne. Suggeriamo, tuttavia, di aggiungere che tale concordanza sia puramente facoltativa nell’italiano odierno, soprattutto in casi di triplice possibilità: si eviterà così la confusione durante la produzione orale e scritta dei discenti in presenza di casi in cui siano possibili tre concordanze, come in: - Hai visto tutti i film? - Ne ho visto la metà [probabilmente oggi più comune di ne ho vista / ne visti, pur possibili].

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IN PRATICA

Se lo si aggiunge, gli studenti acquisiranno cognitivamente molto più facilmente i casi obbligatori come le ho viste, l’ho mangiata. Si concluda con abbondanza di esempi con i casi come l’ho mangiato tutto, l’ho mangiata tutta e simili. L’imperativo regolare Cominciare sottolineando che l’imperativo propriamente detto, nella lingua italiana, non abbia che la seconda persona singolare e la seconda persona plurale: parla – parlate, leggi – leggete, senti – sentite. A seguire, far notare che a conti fatti l’unica forma morfologicamente divergente da quelle del presente indicativo sia la seconda persona singolare della prima coniugazione, ove d’altronde vediamo la vocale caratterizzante della stessa: parlare > parla. Per le altre persone si aggiunga adesso che esse non siano che forme sostitutive delle mancanti, propriamente forme del congiuntivo presente. Per la prima persona del plurale far notare l’assoluta coincidenza con il presente indicativo, sottolineando nuovamente che sia la stessa per tutte le coniugazioni. Per la terza singolare si può indicare alla lavagna come in un certo senso vi sia un’alternanza di vocale ripartita tra prima coniugazione e seconda/terza, praticamente “alla rovescia”, partendo dalla seconda singolare: (tu) parla

leggi/senti

(Lei) parli

legga/senta

Al riguardo, si possono ricordare agli studenti le forme scusa / scusi e dire che per le altre coniugazioni basterà invertire le vocali. Per la terza plurale sottolineare innanzitutto la rarità e poi mostrare la ricorrenza della stessa vocale presente alla terza singolare: parli > parlino, senta > sentano, finisca > finiscano. Per le forme negative, semplicemente insistere con esempi sul fatto che l’imperativo negativo alla seconda singolare (e solo alla seconda singolare) muti in non + infinito.

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IN PRATICA

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L’imperativo irregolare Si proceda, in linea di massima, nuovamente secondo l’ordine di cui sopra: prima le seconde persone, poi la prima plurale, poi la terza singolare e infine la terza plurale. Al più, di faccia notare immediatamente la coincidenza assoluta tra prima plurale del presente e prima plurale dell’imperativo (o meglio congiuntivo). Si cominci coi verbi propriamente irregolari all’imperativo: essere, avere, sapere. Per questi verbi, si mostri innanzitutto la prima plurale e si proceda facendo notare poi lo stesso tema in tutte le persone. Di nuovo, come per il presente, far notare le somiglianze tra avere e sapere. Si introducano adesso andare, fare, dare, stare con solo in coda dire. Partendo dall’imperativo propriamente detto, cioè seconda persona singolare e plurale, far vedere che l’unica particolarità sia la possibilità della doppia forma: vai / va’, dai / da’ eccetera. Aggiungere, se si vuole, la presenza di dici / di’. Su da’, si mostri la tripletta ortografica da ≠ dà ≠ da’. Per le altre persone, sottolineata la coincidenza tra presente e imperativo alla prima plurale, si può procedere nei seguenti modi: dare e stare possono essere posti accanto a essere, avere e sapere; di andare si può mostrare il passaggio vado > vada / vadano; di fare similmente faccio > faccia / facciano; di dire far notare come non si sia in presenza che delle regolari desinenze della seconda coniugazione poste dopo il regolare tema del verbo. Per gli altri irregolari, sottolineare come per la seconda singolare e plurale e per la prima plurale si utilizzino semplicemente le stesse forme del presente, mentre per le altre basterà prendere la prima singolare del presente e cambiare la vocale in -a. Perché in -a? Chiederanno probabilmente gli studenti. Al che ribadire, qualora non lo si fosse fatto in precedenza, che gli unici irregolari della prima coniugazione siano dare e stare, dunque tutti gli altri irregolari prenderanno naturalmente desinenze della seconda o della terza, le quali all’imperativo (cioè qui al congiuntivo in sostituzione dell’imperativo) sono -a e -ano.

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IN PRATICA

Le preposizioni coi nomi geografici Si parta da quanto già assimilato dagli studenti: a oppure in in base alla “grandezza”. La preposizione a con quartiere, città, isola e di lì in poi in (regione, stato, continente). Si aggiunga adesso che in prende l’articolo qualora il nome geografico abbia un aggettivo o sia al plurale. Per da e per, il problema più comune è la confusione degli studenti causata dalla presenza dell’articolo prima del nome di regione, stato o continente. Basterà far notare che sia in a annullare la presenza dell’articolo, cosa che non succede né con le altre preposizioni né in altri contesti sintattici, come ad esempio in l’Attica è una regione della Grecia e la Grecia è uno stato dell’Europa. Verbi + pronomi diretti Basterà semplicemente dire che questo sia uno specchietto contenente verbi transitivi, i quali dunque possono costruirsi naturalmente anche con i pronomi diretti. Ribadire che sia uno specchietto di riferimento, non una lista di parole da imparare a memoria.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 90) 1. la 2. li 3. la 4. vi 5. le 6. la 7. lo 8. La / L’ 9. ti 10. lo / l’ 11. La 12. la 13. ti 14. lo

Esercizio 2 (p. 91) 1. li 2. li - li 3. la 4. li - li 5. lo 6. le 7. la 8. le 9. la / l’ 10. li

Esercizio 3 (p. 91) 1. B 2. A 3. A 4. B 5. B 6. B 7. B 8. A 9. B 10. B

Esercizio 4 (p. 92) 2. Lo voglio conoscere

= Voglio conoscerlo

3. non la dobbiamo fare

= non dobbiamo farla

4. li devi compare

= devi comprarli

5. Le puoi mettere

= puoi metterle

6. la voglio fare

= voglio farla

7. la possono trovare

= possono trovarla

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IN PRATICA

Esercizio 5 (p. 92) 1. ce l’ 2. ce l’ 3. ce le - ce le 4. ce l’ 5. ce li 6. ce l’ 7. ce l’ 8. Ce li

Esercizio 6 (p. 92) 1. b) 2. c) 3. a) 4. a) 5. c) 6. b)

Esercizio 7 (p. 93) 1. Ne bevo un bicchiere.

5. Non ne bevo affatto.

2. La voglio tutta.

6. (Sì) ce n’è uno.

3. Non ne leggo nessuna.

7. (Sì) ce ne sono molte.

4. Ne parlo...

8. Ce ne sono dieci.

Esercizio 8 (p. 93) 1. lo vedo 2. li devo studiare / devo studiarli

(No) ne devo studiare / devo studiarne

3. la possiamo chiudere / possiamo chiuderla 4. Ne devo preparare / Devo prepararne

li devo preparare / devo prepararli

ne devo preparare / devo prepararne 5. Ne vogliamo comprare / Vogliamo comprarne 6. La capisco 7. La ascoltiamo 8. Ne vediamo

Ne vediamo

ne vediamo

Esercizio 9 (p. 94) 1. l’ho incontrato 2. … li hanno saputi 3. … le ha prese 4. … l’ha data 5. non li hanno ricevuti

Esercizio 10 (p. 94) 1. A 2. B 3. C 4. C 5. A 6. B

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IN PRATICA

Esercizio 11 (p. 95) 2. le … viste

5. le abbiamo lette

8. Ne ho fumate

3. non le ha scattate

6. Ne ho bevuto

9. ne ho lette

4. ne ho portati

7. Non ne abbiamo invitato

10. l’abbiamo scritto

Esercizio 12 (p. 95) 1. (Sì) ne ho comprata una dozzina

6. (Sì) l’hanno mangiata tutta

2. … l’ha fatta

7. (No) ne ho scritti pochi

3. … l’ho verificato

8. Ne ho bevuti … / Non ne ho bevuto nessuno

4. (Sì) ne abbiamo comprati

9. (Sì) ne ho trovato mezzo chilo

5. … l’ho ricevuta

10. … l’hanno stabilita

Esercizio 13 (p. 96) 2. senti sentite senta 3. comprare comprate

compri

4. cerca

cercate

cerchi

5. rispondi

rispondete

risponda

6. lavora

lavorate

lavori

7. prendere

prendete

prenda

Esercizio 14 (p. 96) 1. chiudi 2. parli 3. fumate 4. finisci 5. ascolta 6. prenda 7. correggi 8. pensate 9. scusi 10. senta 11. Scusa

Esercizio 15 (p. 97) 1-b 2-c 3-d 4-a 5-h 6-e 7-f 8-g

Esercizio 16 (p. 97) 2. Chiara, studia con attenzione! 3. Gianni e Paolo, non partite! 4. Marcella, mangia la frutta!

5. Ragazzi, non dormite fino a tardi! 6. Signorine, non fumate molto! 7. Daniela, offri qualcosa agli invitati!

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8. Non avere paura dei cani! 9. Non guardare fuori! 10. Signorina, risponda!

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IN PRATICA Esercizio 17 (p. 97) 1. b) 2. c) 3. a) 4. b) 5. a) 6. b)

Esercizio 18 (p. 98) 2. fa’ / fai

fate

faccia

3. non stare non state

non stia

4. scegli

scegliete

scelga

5. non bere

non bevete

non beva

6. sii siate sia 7. sali salite salga 8. sappi

sappiate

sappia

Esercizio 19 (p. 98) 1. Vai / Va’ 2. Fate 3. Abbi 4. di’ 5. andare 6. Dia 7. Stai / Sta’ 8. faccia 9. dare 10. Di’ 11. Stai / Sta’ 12. fare

Esercizio 20 (p. 99) 1. a – in 2. in – nell’ 3. in – a 4. da – in 5. negli – in – a 6. dall’ – a 7. nell’ – in 8 in – a 9. dalla – da 10. Nell’ 11. per il – per 12. Nell’ 13. dalla – ad – in

Attività in più

Esercizio 1 (p. 100) 1. li 2. la 3. ti 4. la 5. Lo 6. lo – li 7. ci 8. la 9. li 10. lo 11. la 12. lo

Esercizio 2 (p. 100) 1-c 2-a 3-d 4-h 5-b 6-l 7-e 8-i 9-g 10-f

Esercizio 3 (p. 101) 1. Leggi 2. Scusi 3. Rispondi 4. Rallenta 5. prepara 6. Prendete 7. dia 8. Richiami 9. Scendete 10. Sii 11. parlare 12. Abbia 13. Finisci 14. scrivere

Esercizio 4 (p. 101) 1-d 2-g 3-c 4-e 5-h 6-f 7-a 8-l 9-i 10-b

Esercizio 5 (p. 101) 1. sulla 2. nel 3. nella – della 4. tra – al 5. alla – con il / col 6. nell’/ in – dall’ 7. dal – della 8. dalla / da – al / a 9. Dalla – della 10. allo – con i / coi 11. nell’ – del 12. dal – dal

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IN PRATICA

Il futuro semplice Morfologia Fare notare innanzitutto come il futuro semplice abbia come base l’infinito, cui andranno aggiunte le desinenze. Dire inoltre che la prima coniugazione vede mutare la a in e: parlare + ò > parlerò. Si abbia cura di sottolineare che le desinenze effettive saranno poi le stesse per tutte le coniugazioni. Per la prima coniugazione, ricordare inoltre che il tema mantiene, come al presente, lo stesso suono consonantico, onde i leggeri mutamenti ortografici necessari: mangiare > mangerò, pescare > pescherò, lasciare > lascerò, eccetera. Per gli irregolari, come sempre si sottolinei la forma esclusiva delle forme del verbo essere, e poi si proceda come segue. Farò, porrò e composti come proporrò, tradurrò e composti su *durre come produrrò sono formati appunto sul rispettivo infinito irregolare con l’aggiunta della desinenza; per comodità si possono mostrare subito darò e starò, il cui infinito è sì propriamente regolare (l’irregolarità è nel futuro per l’appunto), ma questi saranno appresi più facilmente se visti accanto ai verbi di cui sopra. I verbi nello specchietto da avere a andare presentano la caduta della vocale interconsonantica per ragioni puramente eufoniche, si può dire di volata (e senza troppo insistere con dettagli più congrui di linguistica storica). Da volere a tenere si sottolinei nuovamente la ricorrenza della stessa struttura fonetica: al più si potrà partire da venire e tenere, per i quali si (ri-)sottolineerà la quasi totale uguaglianza di forme, per poi procedere coi rimanenti. Uso Si ricordi innanzitutto agli studenti che l’italiano preferisca utilizzare il presente indicativo per esprimere una azione o uno stato futuri: domani vado al cinema, sabato faccio una festa, domenica prossima resto a casa. Suggeriamo però di cominciare col futuro cosiddetto epistemico e altri usi correlati a questo, cioè col futuro che esprime dubbio, probabilità, deduzione e così via; in altre parole si cominci con l’uso più comune del tempo in esame nella lingua italiana.

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IN PRATICA

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Per il livello A2. Per il livello in cui il futuro viene per la prima volta insegnato, sarà molto importante trovare la più semplice delle soluzioni per coprire i tre usi principali: si facciano vari passaggi alla lavagna con la parola probabilmente + presente indicativo: - Perché Luca non è venuto a lezione? - Starà male. Cioè: starà male > probabilmente sta male. A seguire l’uso in forma di domanda: - Siamo appena arrivati al luogo dell’appuntamento. - Ma sarà questo il posto? Io non vedo nessuno! Si trasformi la domanda in frase negativa con probabilmente: ma sarà questo il posto? > il posto probabilmente non è questo. Infine, sarò vecchio, ma ancora capisco > probabilmente sono vecchio, ma ancora capisco. Qui non si badi troppo all’imprecisione, ma al più si può aggiungere, se si vuole, anche se sono vecchio, ancora capisco. Per quanto riguarda il futuro indicativo riferito a un futuro effettivo, ripetiamo, si ribadisca decisamente che l’italiano utilizzi il presente indicativo per esprimere azioni o stati futuri. Dato il livello dovrebbe bastare dire che il futuro indicativo può anche essere usato per esprimere azioni o stati futuri, ma che non venga per questo preferito al presente. Al più, si potrà dire, il “futuro che esprime il futuro” è spesso relegato ad un uso più formale della lingua. In ogni caso, per il docente, forniremo adesso alcune delucidazioni su quest’ultimo uso, per quanto suggeriamo vivamente di rimandarne la trattazione solamente alla prima occasione utile, la quale potrebbe darsi dopo mesi o anche dopo poche lezioni: in linea di massima, prima o poi, capiterà che un presente “usato invece del futuro” non comunicherà appunto un’azione futura, onde per cui si capirà che è finalmente giunto il momento di fornire qualche spiegazione. Il presente indicativo esprime un’azione futura quando non vi può essere alcun dubbio riguardo al periodo di tempo di riferimento dell’azione o dello stato espressi. Questa certezza può essere data da una o più parole presenti nella frase, ma potrà anche ricavarsi dal contesto per infinite ragioni (sottintendimento, ellissi, ecc.), persino extralinguistico; ad esempio in domani vado al cinema, la parola domani evita ogni dubbio, ma si osservi il dialogo: - Domani che fai? - Lavoro.

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IN PRATICA

Nella risposta la parola domani manca, eppure il tempo reale di riferimento dell’azione è chiarissimo. Il futuro, aggiungiamo, viene altresì usato quando un presente non può intendere un futuro; in altre parole il futuro esprime il futuro quando un presente esprimerebbe solo e soltanto un’azione presente, data la mancanza di qualunque appiglio onde poterlo riferire ad un’azione o uno stato futuri. In una frase come Luca ha divorziato, ma sta bene, sono sicuro, il presente non può che esprimere semplicemente uno stato di cose attuali; infatti qualora si voglia focalizzare lo stato sul futuro reale si dovrà necessariamente dire: Luca ha divorziato, ma starà bene, sono sicuro. Per quanto riguarda l’ultimo uso segnalato nel manuale (cioè “imperativo”), suggeriamo di dire che il futuro può esprimere sì un comando (per lo più perentorio e in situazioni di autorità temporaneamente definita o meno), ma che non può essere usato in sostituzione dell’imperativo nella lingua di tutti i giorni; anzi, si scoraggino decisamente gli studenti da un tale utilizzo. Per di più, non riteniamo assolutamente sia il caso di affrontare le sfumature del caso neppure nel medio-lungo periodo. Al massimo si potrà dire che un tale futuro esprima un comando assolutamente perentorio (tu farai quello che ti dico!) e/o di stile estremamente elevato, come ad esempio in una delle traduzioni disponibili del decalogo biblico in lingua italiana. Il futuro anteriore La prima cosa da sottolineare è che i verbi che prendono avere al passato prossimo prenderanno lo stesso ausiliare in tutti i tempi composti; e lo stesso valga per essere. Di più, così come il passato prossimo esprime il “passato” del presente e si costruisce col presente di avere/essere + participio passato, allo stesso modo il futuro anteriore si costruirà col futuro semplice di avere/essere + participio passato. Quanto all’uso, si scelga innanzitutto quale dei due spiegare per prima cosa. Per il futuro anteriore che esprime “un’azione compiuta prima di un’altra nel futuro”, si fornisca abbondanza d’esempi per chiarire il caso. Si abbia cura di sottolineare che così come il futuro semplice è generalmente sostituito dal presente indicativo, lo stesso avverrà per il futuro anteriore.

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IN PRATICA

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Si facciano vedere tuttavia tutti i passaggi: Ti telefonerò non appena sarò arrivato a casa > ti telefonerò non appena arriverò a casa > ti telefono non appena arrivo a casa. Più in là, quando capiterà l’occasione (molto spesso per caso durante una delle lezioni successive), si potrà aggiungere un ulteriore passaggio che magari gli studenti avranno sentito da qualche parte (e proprio per questo chiederanno delucidazioni al docente): Ti telefonerò non appena sarò arrivato a casa > … > ti telefono non appena sono arrivato a casa. Per quanto riguarda il “dubbio riferito al passato”, oltre a fornire vari esempi onde chiarire il concetto, si potrà fare notare che così come il futuro semplice esprime un dubbio riferito al presente, allo stesso modo il futuro anteriore esprime un dubbio riferito al passato. Si accenni poi velocemente che ogni tempo composto in italiano esprime generalmente il passato del tempo semplice corrispondente. I pronomi personali indiretti Si faccia notare la corrispondenza di forme coi diretti e riflessivi per mi, ti, ci, vi e si fornisca abbondanza di esempi. Per le terze persone, aiuterà uno schema alla lavagna maschile femminile singolare gli le plurale gli gli Per le forme toniche, dire che semplicemente esse sono le forme toniche già apprese con la semplice aggiunta della preposizione a: dopotutto le forme toniche possono essere rette da qualunque preposizione. Per loro in sostituzione di a loro, insistere sul fatto che sia formale ma non pretenderne l’uso qualora si notino difficoltà. Per i verbi ai tempi composti con i pronomi indiretti, risulterà utile utilizzare le terze persone e scrivere alla lavagna esempi anche con i pronomi diretti e con ne (senza concordanza), come semplice ripasso, come l’ho vista, ne ho parlato, gli ho detto. Per i verbi che prendono essere insistere prima con forme senza pronomi onde chiarire e sottolineare la regola già acquisita della concordanza del participio col genere e numero del soggetto: la pizza è piaciuta a tutti, i dolci sono piaciuti a tutti, le torte sono piaciute a tutti. Per i pronomi indiretti + modo finito + infinito, ripetere e così rifocalizzare quanto detto al riguardo per i riflessivi (vedere l’unità relativa).

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IN PRATICA

Ti piace... ? Ti piacciono... ? Fornire abbondanza di esempi per far capire che il verbo piacere si accorda in numero col suo soggetto, come in mi piace la pizza, mi piacciono i film. Far notare poi che l’infinito di un verbo retto da piacere vuole il singolare: ti piace ballare? Ti va + sostantivo, ti va di + infinito, hai voglia di... Utile è far vedere uno schema che contenga anche il verbo piacere, (avendo però cura di sottolineare il diverso significato) onde mostrare la presenza e l’assenza della preposizione secondo il caso: mi piace mi va ho voglia sost.

la pizza

una pizza

inf. nuotare di nuotare

di una pizza di nuotare

Verbi + pronomi indiretti Si abbia cura di sottolineare che i verbi proposti si costruiscano con la preposizione a di fronte la persona che riceve l’azione espressa dal verbo e dunque possono essere accompagnati da un pronome indiretto. Come nei casi simili nelle unità precedenti, si ribadisca che sia solo uno schema di riferimento e non una lista di parole da imparare a memoria.

Da – fa – fra Da con frase al presente esprime la durata dell’azione dal passato fino al tempo presente; fa con frase al passato prossimo esprime quanto tempo prima è avvenuta un’azione; fra con frase al presente o al futuro esprime quando nel futuro avverrà un’azione.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 102) 1. Comprerò 2. Telefonerà 3. Ascolteranno 4. Scriverete 5. Offrirò 6. Seguirai

Esercizio 2 (p. 103) 1. b) 2 a) 3. b) 4. b) 5. a) 6. b) 7. a) 8. b) 9. a) 10. b)

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IN PRATICA

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Esercizio 3 (p. 103) 1. dormirò 2. correggerà 3. Leggeremo 4. andrete 5. si incontreranno 6. dovranno 7. sarà 8. visiteremo 9. si sposeranno 10. avrete

Esercizio 4 (p. 104) 1. avrò saputo 2. avrà letto 3. avrò finito 4. sarà ritornato 5. sarò arrivato 6. mi sarò alzato 7. avremo … sistemato 8. avrò scritto 9. si sarà sposata 10. avrete studiato 11. avremo fissato 12. Si saranno svegliati 13. avrà capito 14. mi sarò informato

Esercizio 5 (p. 105) 1. b) 2. a) 3. b) 4. a) 5. c)

Esercizio 6 (p. 105) 1. Aspetteremo 2. chiamerai – avrai preso / (prenderai) 3. L’avrò lasciata 4. Compreremo – avremo venduto / (venderemo) 5. Saranno andati 6. l’avrò incontrata / (l’incontrerò) – verrò 7. dovrai 8. Ritornerà – si sarà specializzato / (si specializzerà) 9. Si sarà annoiato 10. avrete ascoltato / (ascolterete) – potrete 11. avrò finito / (finirò) – andrò

Esercizio 7 (p. 106) 1. ti 2. Mi 3. le 4. vi 5. ti 6. gli 7. ti – ti 8. mi – le 9. mi – gli 10. Le – mi 11. gli 12. Le – Le

Esercizio 8 (p. 107) 1. Le 2. Gli 3. Mi 4. ci 5. mi

Esercizio 9 (p. 107) 1. a) 2. b) 3. a) 4. a) 5. b) 6. a)

Esercizio 10 (p. 107) 1. Ti 2. l’ho spedita 3. ne abbiamo offerti 4. ti – ti 5. ne ho letto 6. mi 7. ne ho scelte 8. l’abbiamo chiamata – ci ha sentito/i/e 9. le ho detto 10. mi – Mi 11. ti – mi 12. gli

Esercizio 11 (p. 108) 1. piacciono 2. piace 3. piace 4. piacciono 5. piacciono 6. piacciono 7. piace 8.piace

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IN PRATICA

Esercizio 12 (p. 108) 2. Ci è piaciuta la cucina italiana. 3. Ti sono piaciute queste riviste di musica? 4. Gli sono piaciuti gli spaghetti. 5. Ti è piaciuta questa ragazza? 6. Le sono piaciute solo alcune scene del film. 7. Vi sono piaciute le vacanze in montagna?

Esercizio 13 (p. 108) 2. va 3. va / piace 4. va 5. piace 6. piacciono 7. va 8. piace 9. va 10. piacciono / vanno 11. va 12. piace

Attività in più

Esercizio 1 (p. 109) 1. le 2. mi 3. mi / ci – ti 4. le 5. Le 6. Ci 7. le 8. mi 9. ti 10. le 11. ti 12. Le

Esercizio 2 (p. 109) - Un’e-mail. Carissima Giulia, ti invio questa e-mail per farti sapere che fra 2 mesi vengo in Italia. Così, finalmente, ci potremo vedere. La ditta dove lavoro mi ha dato, infatti, la possibilità di trascorrere alcuni mesi a Perugia per seguire un corso di lingua italiana, perché l’italiano mi serve molto per comunicare con i clienti. Tu mi puoi aiutare a trovare un appartamento, magari vicino all’Università? Non mi preoccupa il prezzo dell’affitto, perché l’azienda mi rimborsa tutte le spese. Ci sentiamo via e-mail fra qualche giorno. Ti ringrazio tanto e ti abbraccio. A presto, Gianna.

Esercizio 3 (p. 110) 1. b) 2. c) 3. a) 4. c)

Esercizio 4 (p. 110) 1. ho regalato 2. ho fatto 3. ha parlato 4. ho augurato 5. è sembrata 6. hanno offerto 7. ho ordinato 8. è venuta 9. è dispiaciuto 10. è costata

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Esercizio 5 (p. 110) 1. avete mangiato 2. ti vestirai / ti vesti 3. è arrivata / sarà arrivata 4. ha detto 5. fate 6. è venuta 7. è cambiato 8. ho saputo – sono corso 9. hai speso 10. abbiamo dovuto 11. avrò finito / finirò / finisco- verrò / vengo 12. ci siamo divertiti/e 13. si sveglia – si alza 14. sono riuscito

Esercizio 6 (p. 111) 1. Lo – lo 2. La – mi 3. le – l’ 4. L’ – gli 5. Ne 6. l’ 7. gli 8. lo – le 9. Le 10. la 11. lo – lo 12. gli – le

Esercizio 7 (p. 111) 1. fa 2. da 3. fra 4. fa 5. Da 6. Fra 7. da 8. Fra 9. Da 10. fa 11. da 12. fa

Esercizio 8 (p. 111) 1. Mi laureerò 2. ha avuto 3. Esco 4. si incontrano 5. sono partiti 6. finirà 7. Sto 8. ha passato 9. conoscete 10. Si è addormentato 11. Lavora 12. Aspettiamo

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IN PRATICA

L’imperfetto e l’uso del passato prossimo e dell’imperfetto Morfologia Far notare come per formare l’imperfetto, date le tre coniugazioni, si aggiunga al tema del verbo -av-, -ev-, -iv-, (secondo la vocale caratterizzante della coniugazione) e poi la desinenza della persona, sottolineando come appunto le desinenze siano le stesse per tutte le coniugazioni. Per gli irregolari, cominciare come al solito con il verbo essere, date le sue particolarità. Per gli altri irregolari, dire che l’imperfetto è uno dei tempi più regolari del verbo italiano e con l’eccezione di fare, sottolineare come i rimanenti aggiungano le desinenze al tema, ricavabile dalla terza singolare del presente indicativo. Uso Più che insistere con definizioni teoriche, suggeriamo di utilizzare gli esempi forniti per far capire il significato degli usi dell’imperfetto (e del passato prossimo) in italiano. Di più, se ne forniscano altri in abbondanza per ogni singolo uso riportato nel manuale. Una caratteristica appena peculiare (rispetto ad alcune lingue) dell’uso del passato prossimo italiano è in espressioni come ieri ho lavorato tutto il giorno, ieri ho dormito tre ore e così via, cosa che riteniamo sarà utile ribadire agli studenti.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 112) 1. finiva 2. aspettavo – leggevo 3. faceva – stavo 4. guidavo – pensavo 5. diceva – voleva 6. lavavo – erano 7. camminava – guardava 8. uscivano – stavano 9. ponevo 10. eravamo – stavamo 11. si vestiva – si faceva 12. vi trovavate

Esercizio 2 (p. 113) 1. Prendevo la metropolitana. 2. Praticavo il tennis. 3. (Perché) stavo male, avevo mal di testa. 4. Andavo a lezione ma studiavo poco, uscivo sempre. 5. Dormivano molto, leggevano, giocavano a calcio uscivano la sera. 6. (Perché) non ci bastavano i soldi che avevamo.

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Esercizio 3 (p. 114) 1. a-b 2. a 3. b / (a) 4. b-b / a-a 5. a-a

Esercizio 4 (p. 114) 3. Mentre facevo colazione, ascoltavo la/della musica. 4. Mentre si preparava per il viaggio, ha ricevuto una telefonata dal direttore. 5. Mentre noi suonavamo, lui cantava. 6. Mentre lavoravo al computer, è andata via la luce. 7. Mentre parlavamo, nessuno ci ascoltava con interesse. 8. Mentre eravate fuori città, la polizia ha bloccato il centro. 9. Mentre il ministro parlava in parlamento, tutti lo ascoltavano con attenzione. 10. Mentre facevo ancora la doccia, è venuta a casa mia.

Esercizio 5 (p. 115) 1-f 2-d 3-g 4-b 5-h 6-a 7-c 8-e

Esercizio 6 (p. 115) 1. andavo – ho incontrato 2. è venuta – cenavamo 3. faceva / ha fatto – sono/siamo andato/i 4. sfogliavo – è/ha squillato 5. avevo / ho avuto – ho potuto 6. ero – è tornato 7. giocavano – preparava / ha preparato 8. traducevamo – è suonato 9. si sono lasciati – andavano 10. si è sposato – ha conosciuto

Esercizio 7 (p. 115) 1. hai telefonato – dormiva 2. andava – è andato 3. è sembrata – stava

4. ha corretto – ha avuto

5. navigavo – è mancata 6. ho deciso – voleva 7. ho lavorato – produceva 8. andava – è scivolata – si è rotta 9. facevi – seguivi 10. sono rimaste – c’era

Attività in più

Esercizio 1 (p. 116) 2. da ragazzo passavo le vacanze al mare. 3. da adolescente aveva i capelli lunghi. 4. da studente abitavo nel centro di Roma. 5. da giovane andava allo stadio. 6. ieri stavi molto male.

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Esercizio 2 (p. 116) 1. vivevo 2. si svegliavano 3. stavano – rientravano 4. leggevano 5. mangiavamo 6. telefonavi – faceva 7. conduceva – era 8. era – davano 9. stava – aveva 10. litigavano

Esercizio 3 (p. 116) - Un bellissimo ricordo Uno dei più bei ricordi della mia infanzia sono le vacanze che io passavo con la mia famiglia in Sicilia. Affittavamo per il mese di agosto una casa, che si trovava sul mare. La mattina io e i miei fratelli ci alzavamo presto, facevamo il bagno al mare insieme ad altri ragazzi, prendevamo il sole e giocavamo sulla spiaggia. Dopo, tornavamo a casa,pranzavamo e ci riposavamo un po’. A volte, facevamo delle gite in campagna o visitavamo con i nostri genitori i paesini più pittoreschi dell’isola. Ogni sera ci incontravamo dopo cena con altri ragazzi che abitavano lì vicino e stavamo fuori fino a tardi a giocare e a chiacchierare

Esercizio 4 (p. 117) Qualche tempo fa la mia ditta mi ha offerto la possibilità di seguire per quindici giorni un corso di formazione professionale a Firenze. L’idea di passare delle giornate diverse dal solito mi è piaciuta subito, soprattutto perché così potevo conoscere colleghi di altre sedi e avere nuove esperienze. La domenica, mentre alcuni colleghi si sono fermati in albergo a riposarsi, io ed altri siamo usciti, perché volevamo conoscere quella stupenda città che per noi fino ad allora era completamente sconosciuta. Ho comprato una bellissima guida e così ho visitato tutti i posti che valeva la pena di vedere! Quasi tutte le sere, poi, ho passato dei momenti magnifici: infatti, non appena terminavamo di mangiare, andavo in un piano bar e di conseguenza, la mattina dopo, avevo un po’ sonno! Alla fine del seminario, tornando a casa, ho ripensato / (ripensavo) alle nuove conoscenze fatte, a tutti i luoghi visitati e ai bellissimi momenti che ho vissuto in Toscana.

Esercizio 5 (p. 117) 1. in – nel 2. di – a/per 3. al / per (il) – in – di 4. in – da – per 5. alla / (di) – in – nel 6. al / con il – a 7. Di – alla – di/d’ 8. per – all’ – dall’ 9. in – alle / nelle 10. da – per 11. per – per – in 12. di – con 13. di – di 14. a – nel – della 15. di - sulla

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TEST DI VERIFICA Esercizio A (p. 118) 1. La/L’ 2. ne 3. le 4. l’ 5. gli

Esercizio B (p. 118) 1. è diventato 2. esistevano 3. ho letto 4. è durata 5. voleva

Esercizio C (p. 118) 1. in / con la – alla / (in) 2. in – su 3. con / tra – nel 4. a – nei 5. della – su

Esercizio D (p. 118) - Come salvarsi le vacanze se si parte con moglie e suocera. Si conoscono da (1) anni, ma è la prima volta che passano tanti giorni (2) insieme. Per evitare conflitti e tensioni, segui questi consigli (3): hai invitato la suocera nella casa (4) di montagna. Si sa però che la convivenza tra (5) nuora e suocera può rivelarsi difficile. È sicuro che due donne (6) di mentalità diversa avranno dei contrasti, soprattutto per quanto riguarda (7) la routine domestica. Spesso, infatti, fanno a gara per dare (8) una mano in casa e ciascuna vuole imporre all’altra il proprio modo (9) di vivere. Meglio allora far capire loro che sono lì per riposarsi e in (10) vacanza, non per pulire e cucinare.

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Il trapassato prossimo Il trapassato prossimo è un tempo che generalmente non procura difficoltà agli studenti: basterà appunto dire che esprime un’azione passata anteriore a un’altra avvenuta nel passato. Fornire esempi abbondanti, come: Quando ho telefonato, Luca era già partito. Quando sono arrivato, Maria era già andata via. Ero già andato a letto, quando mi hai chiamato. Si aggiunga che l’ausiliare del verbo sarà lo stesso preso dal verbo al passato prossimo (e di conseguenza al futuro anteriore) cui si aggiungerà il participio passato. I pronomi combinati Si parta dagli esempi ribadendo che la persona alla quale precede l’oggetto il quale. Si faccia poi notare come l’indiretto muti la vocale in e per ragioni eufoniche, come le terze persone abbiano solo una forma per esso (*glie) e infine le due distinte grafie: separate per tutte le persone con l’eccezione della terza singolare e plurale. Si fornisca abbondanza d’esempi coi dovuti passaggi alla lavagna, come: Dà il libro a me > me lo dà Dà i libri a voi > ve li dà Ha dato i libri a noi > ce li ha dati Ha dato la pizza a loro > gliel’ha data E così via. Forma riflessiva + pronomi diretti / ne Si ricordi innanzitutto l’uso cosiddetto “enfatico” del riflessivo: bevo un caffè > mi bevo un caffè, guardo un film > mi guardo un film. Da lì aggiungere i relativi passaggi: bevo un caffè > mi bevo un caffè > me lo bevo, guardo un film > mi guardo un film > me lo guardo. Per si > se, basterà far notare come uno stesso mutamento fonetico avvenga anche per il pronome riflessivo di tera persona. Con l’occasione si introdurrà finalmente il verbo andarsene avendo cura di far vedere per lo meno il presente indicativo in tutte le persone. Se si vuole, si può mostrare anche il passato prossimo e/o i tempi composti: abbiamo bevuto un caffè > ci siamo bevuti un caffè > ce lo siamo bevuto, me ne sono andato, ve ne siete andate.

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Verbi + pronomi combinati Come al solito sottolineare che si sia in presenza di uno specchietto di riferimento che non andrà certo imparato a memoria. Fornire esempi onde far capire la costruzione generale dei verbi: Chiedo un favore a Luca > glielo chiedo Mando una email a Maria > gliela mando.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 120) 1. avevo detto 2. avevi confidato 3. aveva dato 4. avevo … visto 5. avevo letto 6. aveva speso 7. aveva promesso 8. aveva … invitato 9. si era alzata 10. avevano prenotato

Esercizio 2 (p. 120) 2. quando sono arrivato a casa sua, era già andata via. 3. quando sono andato a trovarlo, aveva già preso la sua decisione. 4. quando sono andato all’edicola, i giornali erano già finiti. 5. quando sono arrivato, aveva già preparato tutto.

Esercizio 3 (p. 121) 1. a) 2. b) 3. b) 4. b) 5. a) 6. a) 7. a) 8. a) 9. a) 10 a)

Esercizio 4 (p. 121) 1. avevamo ascoltato 2. non avevano preso 3. eravamo stati 4. si erano preparate 5. avevamo comprato 6. si era guastata 7. avevamo … visto 8. aveva fatto 9. era (già) andata 10. avevo trovati

Esercizio 5 (p. 122) 1. hai fatto – hai usato 2. è venuta – avevamo detto 3. mi sono incontrato/a – avevo conosciuto 4. ha/aveva trovato – ha/aveva trovato 5. avevamo – abbiamo ordinato 6. avevano finito – è suonato 7. ha restituito – avevo prestato 8. avevo/ho invitata – abbiamo aspettata 9. ha aspettato / aspettava – si era informata 10. è andata – si era stancata 11. ha detto – aveva capito – doveva 12. Avevo/Ho promesso – ho rispettato 13. siamo riusciti – cercavamo 14. ho/avevo letto – è/era piaciuto 15. ha respinto 16. volevo – avevano... visto

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Esercizio 6 (p. 123) 1. c) 2. a) 3. b) 4. b) 5. c) 6. a)

Esercizio 7 (p. 123) 1. me lo 2. gliela 3. te lo 4. glielo 5. glielo

Esercizio 8 (p. 124) 1. te la 2. Glieli 3. ve lo 4. te lo 5. te lo 6. me li 7. Te lo 8. gliene 9. Me lo/l’ 10. te lo 11. te lo 12. te ne 13. te la

Esercizio 9 (p. 124) 2. Me ne hanno concessi dieci.

5. ... ce li hanno restituiti.

8. Chi ti ha portato i cioccolatini?

3. ... gliel’ho dato io.

6. ... gliel’abbiamo spedito.

9. gliel’ho fatta vede

4. Ci avete consegnato le tessere? 7. non ce le ha spiegate.

10. Chi ha regalato il completo a ... ?

Esercizio 10 (p. 124) 1-d 2-a 3-b 4-g 5-c 6-f 7-e

Esercizio 11 (p. 125) 1. a) 2. b) 3. a) 4. b) 5. a) 6. b) 7. a) 8. b) 9. b)

Esercizio 12 (p. 125) 1-f 2-d 3-e 4-c 5-b 6-g 7-a

Attività in più Esercizio 1 (p. 126) 1. avevano prenotato 2. aveva scelto 3. avevo inviato 4. Aveva fissato 5. aveva organizzato – ci era andato 6. si era reso

Esercizio 2 (p. 126) 1. A 2. C 3. A 4. B 5. C 6. A 7. A 8. C 9. B 10. C

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Esercizio 3 (p. 127) 1. B 2. C 3. A 4. C 5. A 6. A 7. B 8. B 9. B 10. A

Esercizio 4 (p. 128) 1. a) 2. c) 3. c) 4. a) 5. a) 6. a) 7. a) 8. a)

Esercizio 5 (p. 128) - Un vincitore al Lotto. “Prima ho visto che avevo fatto tre, poi quattro, poi cinque e poi sono svenuto”. La persona che parla sabato scorso ha vinto 7 milioni di euro al Lotto! Ha 57 anni, è originario della provincia di Bari e fino adesso gestiva un’officina nella periferia di Milano. Non ci crede ancora ed è emozionato, quando ricorda il momento della vincita. Anche se in passato aveva già vinto qualcosa, ancora non riesce a rendersi conto della nuova situazione. “Stavamo cenando - racconta - davanti alla TV e ad un certo momento ho preso la schedina con i numeri. Tutto è successo in un minuto e da un momento all’altro la mia vita è cambiata! Poi, di notte non ho dormito nemmeno un attimo! Pensavo tutto il tempo come impiegare quel denaro che avevo vinto”.

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Il condizionale semplice Morfologia Dire che il condizionale si costruisce sul tema del futuro semplice cui andranno poi aggiunte le desinenze del condizionale, fornendo esempi onde chiarire il concetto: pagare > pagherò > pagherei leggere > leggerò > leggerei essere > sarò > sarei volere > vorrò > vorrei, eccetera. Con l’occasione si rivedrà così il futuro irregolare esclusivamente dagli esempi. Uso Per le “richieste gentili”, aggiungere che il condizionale viene spesso usato in forma di domanda, come ad esempio in mi daresti una mano?, potresti andare al supermercato?, mi diresti che ore sono?, mi faresti un favore?, e così via. Altro caso che potrebbe richiedere chiarimenti è quello delle “notizie non confermate”: dire che semplicemente si riporta quanto ci è stato detto e l’uso del condizionale indica il fatto che si stia sottolineando che è stato detto da altri e che noi non ne siamo sicuri o non siamo d’accordo; il che, se è spesso un uso tipico del giornalismo, non significa che non venga utilizzato nella lingua di tutti i giorni. Secondo certe fonti, le vittime sarebbero molte significa che non ho conferma del fatto, cioè per l’appunto che le vittime, dicono alcuni, sono molte, ma io non ne sono sicuro. La forma impersonale Si badi innanzitutto al livello (B1, per di più ancora non pienamente conseguito) dei discenti onde non lasciarsi trasportare e voler spiegare tutti gli usi e le particolarità della costruzione cosiddetta impersonale italiana. Innanzitutto basterà aggiungere che insieme alla forma impersonale per senso, come in uno paga molto in questo locale > paghi molto in questo locale e simili (come la prima plurale, ad esempio), la lingua italiana ha sviluppato un’altra forma, che si costruisce con si + terza persona. In altre parole, si eviti per il momento la costruzione al plurale coi transitivi (a Natale si mangiano molti dolci), non si accenni proprio per nulla ai tempi composti (si è andati al cinema) e men che meno alle sfumature di significato della forma impersonale di espressioni come non si corre!, in classe non si parla, eccetera. Si chiariscano semplicemente le particolarità presenti nello specchietto fornito: i riflessivi prendono ci (aiuterà far vedere la forma errata: uno si alza > si si alza > ci si alza), eventuali aggettivi o nomi vanno al plurale (quando uno è stanco, non dorme bene > quando si è stanchi, non si dorme bene).

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CHIAVI

Esercizio 1 (p. 131) 1. faresti 2. sceglieresti 3. tornerei 4. accetterebbe 5. darebbe 6. piacerebbe 7. rispondereste 8. partirebbero 9. frequenteresti 10. Potremmo 11. Avrei 12. andrebbe

Esercizio 2 (p. 131) 2. Scusi, potrebbe dirmi l’ora? 3. Marco, vorrei parlarti. 4. Avrei bisogno di una mano. 5. Verrei anch’io con voi. 6. Ti andrebbe un gelato? 7. Potresti aiutarmi? 8. Dovreste chiedere scusa. 9. Bisognerebbe telefonarle. 10. E lui chi sarebbe?

Esercizio 3 (p. 131) 1-c 2-e 3-f 4-a 5-d 6- h 7-g 8-b

Esercizio 4 (p. 132) 1. a) 2. b) 3. a) 4. b) 5. b) 6. c) 7. b) 8. c) 9. c) 10. a)

Esercizio 5 (p. 133) - Un concerto. Piero: Ciao, Paolo! Che fai di bello stasera? Paolo: Buongiorno, Piero! Avresti qualcosa da proporre? Piero: Sì, c’è un concerto rock al Parco della Musica. So che ti piace molto la musica; vorresti

venire con me?

Paolo: Sì, ci verrei volentieri! Andiamo con la tua macchina? Piero: Sai, non è possibile; anzi, mi faresti un piacere? Paolo: Sì, certo! Ma dimmi, che problema c’è? Piero: La mia macchina è guasta, potremmo prendere la tua? Paolo: Come no, senz’altro! Potrei anche passare a prenderti. Piero: Perfetto, grazie! Paolo: Di niente! Allora, a che ora ci incontriamo? Piero: Il concerto comincia alle 9.00 e direi di incontrarci alle 8.30. Va bene per te? Paolo: Sì, per me va benissimo. Allora, appuntamento per le 8.30. Piero: D’accordo, allora, ci vediamo più tardi!

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Esercizio 6 (p. 133) 1. farò 2. Sarebbe 3. andrebbe – potrà 4. Vorrei 5. verrò 6. rivedrei / rivedrò 7. Berrei – prenderò 8. preferirei 9. avrò saputo / saprò – telefonerò 10. potrebbe 11. Inviterò / Inviterei 12. mi aiuterebbe

Esercizio 7 (p. 134) 1. Sbagliando si impara. 2. Ogni mattina ci si sveglia verso le 9.00. 3. Se si parte all’alba, si arriva presto. 4. In biblioteca si può studiare tranquillamente. 5. Quando si cena tardi, non si dorme bene.

Esercizio 8 (p. 134) 2. si paga poco. 3. si può andare a piedi 4. al bar non si fuma / al bar non si può fumare 5. (Si mangia) così così, ma si spende poco.

Esercizio 9 (p. 134) 2. Uno non sa che cosa decidere. 3. Qui mangi bene. 4. Quando siamo stanchi, ci arrabbiamo facilmente. 5. Quando uno mangia in fretta, non può digerire bene. 6. Se vuoi, puoi risparmiare. 7. In aereo viaggiamo comodamente.

Attività in più

Esercizio 1 (p. 135) 2. Ci andremmo 3. Ti accompagnerei 4. La cambierebbe 5. Ci andrei 6. Lo darei

Esercizio 2 (p. 135) 2. Potrei avere un bicchiere d’acqua? / Potresti darmi un po’ d’acqua? 3. Potrei riavere i miei appunti? / Potresti ridarmi gli appunti che ti ho prestato? 4. Potresti tenermi il cane? / Potrei chiederti di tenermi il cane? 5. Potrei avere un cappuccino, per favore? / Potrebbe portarmi un cappuccino, gentilmente? 6. Potrei provare la giacca, per cortesia? / Potrebbe indicarmi i camerini, per cortesia?

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Esercizio 3 (p. 135) 1. Nei locali pubblici non si può fumare. 2. Quando si esce con gli amici, si spende molto. 3. A volte si sbaglia per distrazione. 4. Si entra da questa parte e si esce dall’altra. 5. Quando si va a teatro ci si veste in modo elegante. 6. Si è soddisfatti quando si sa rispondere. 7. In questo ristorante si mangia bene.

Esercizio 4 (p. 136) 1. A 2. B 3. A 4. A 5. B 6. B 7. B

Esercizio 5 (p. 137) 1. sugli – della – di – alla 2. in – alla 3. Al – di 4. nella – a / (con la) 5. di – in 6. a – nei 7. per – alla – di 8. dell’ – nella 9. in – alla 10. per – da 11. per – del – della 12. in / nella – in – di 13. in – di 14. in – con – alla 15. di – da 16. del – di 17. di / per la – al 18. di – di

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IN PRATICA

L’imperativo con i pronomi Far notare come il pronome, nelle forme proprie dell’imperativo e alla prima plurale sostitutiva presa dal congiuntivo, segua invece di precedere il verbo, con grafia unita. Aggiungere che le forme monosillabiche, dunque da’, sta’, fa’, va’, di’, raddoppieranno la consonante iniziale del pronome dove possibile: cioè quasi sempre con l’eccezione di gli, come ad esempio digli. Concludere analizzando le forme negative, facendo notare che il pronome potrà precedere il verbo in tutte le persone. Le particelle ci – ne Per ci, sottolineare che lo specchietto sia a conti fatti un ripasso: pronome personale, dunque diretto, indiretto e riflessivo, oppure luogo. In c’è/ci sono aiuterà far vedere il possibile valore “di luogo” della particella. Per ne, insistere sul significato intrinseco di questo, di questa cosa, e così via. Naturalmente lo si faccia anche per il partitivo, facendo notare la dislocazione enfatica onde facilitare l’acquisizione, ad esempio di libri ne leggo molti. Per la “provenienza”, dire innanzitutto che si sia in presenza di un caso in cui l’italiano moderno tenda a omettere la particella, poi far vedere la sinonimicità di espressioni come da qui > di qui, da là > di là, sottolineando o cerchiando nuovamente la presenza della preposizione di.

CHIAVI

Esercizio 1 (p. 138) 2. vestiti

vestitevi

si vesta

3. accomodati

accomodatevi

si accomodi

4. dimmi ditemi mi dica 5. sentila

sentitela

la senta

6. fammi fatemi mi faccia 7. sbrigati

sbrigatevi

si sbrighi

8. stammi a sentire

statemi a sentire

mi stia a sentire

Esercizio 2 (p. 138) 1. a) 2. b) 3. c) 4. b)

Esercizio 3 (p. 139) 1. riflessivo

2. indiretto

3. a ciò

4. luogo

Esercizio 4 (p. 139) 1. luogo

2. andarsene

3. di questo

4. di questo

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IN PRATICA

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Esercizio 5 (p. 140) 1. b) 2. a) 3. a) 4. b) 5. b) 6. b) 7. b) 8. a)

Esercizio 6 (p. 140) 1. ne 2. ci 3. ne 4. ci 5. ne 6. ci 7. ne 8. ne 9. ci 10. ne

Esercizio 7 (p. 140) 1. ne 2. c’ 3. ne 4. ne 5. ce 6. ci 7. ci 8. ci 9. ne 10. ci

Attività in più

Esercizio 1 (p. 141) 1. a) 2. a) 3. a) 4. a) 5. a) 6. b) 7. b) 8 a) 9. a) 10. b)

Esercizio 2 (p.141) - L’incontro che ha cambiato la mia vita. “Scusi se L’ (1) ho seguita, ma Le (2) sono cadute le chiavi! Le (3) ho trovate accanto alla Sua auto. L’ (4) ho chiamata diverse volte, ma Lei (5) non mi (6) ha sentito, perché è partita in fretta! Per fortuna, avevo parcheggiato la mia macchina vicino alla Sua e sono riuscito a seguirLa (7)”. Anche se sono passati molti anni, mi (8) ricordo perfettamente queste frasi dal mio primo incontro con il nuovo inquilino del condominio, che fino a quel momento non avevo mai incontrato. Per ringraziarlo (9), qualche giorno dopo, l’ (10) ho invitato a casa mia, l’ (11) ho fatto accomodare nel salotto, gli (12) ho offerto qualcosa da bere e abbiamo chiacchierato fino a tardi. Quando ci (13) siamo salutati, mi (14) sono resa conto che dovevo far di tutto per rivederlo (15), perché ero veramente attratta dal fascino e dalla personalità di quell’uomo! Ma, per fortuna, è stato lui (16) stesso a cercarmi (17) per primo con una telefonata la mattina seguente. Poi, dopo un po’ di tempo, ci (18) siamo messi insieme, l’ (19) ho presentato ai miei e alcuni mesi dopo, addirittura, ci (20) siamo sposati!

Esercizio 3 (p.142) 1. A 2. A 3. C 4. A 5. C 6. A 7. B 8. B 9. B 10. A

Esercizio 4 (p.143) - Una scelta sbagliata. Nel febbraio passato, durante un viaggio all’estero, ho acquistato un cellulare a buon mercato. Però, già ad / in aprile il telefonino non prendeva più e l’ho portato a riparare da un tecnico di fronte al mio ufficio. Me l’ha consegnato a fine maggio, ma il giorno dopo era di nuovo guasto! Ora mi chiedo: ne devo comprare un altro? Il problema è che in questo periodo sono proprio al verde e quindi devo aspettare lo stipendio del mese prossimo per poter prendere una decisione!

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I gradi della comparazione Comparativo di uguaglianza Sottolineare semplicemente la non obbligatorietà di tanto o così. Comparativo di maggioranza / minoranza Sottolineare innanzitutto che l’uso di di per il secondo termine di paragone sia esclusivo quando segua un sostantivo o un pronome; in tutti gli altri casi il secondo termine di paragone sarà preceduto da che. Insistere sul significato di più / meno indicanti “quantità”. Infine, molto importante sarà far notare che il secondo termine di paragone presuppone o meno l’uso dell’articolo determinativo o indeterminativo secondo il significato specifico richiesto e che in linea di massima se il primo termine ha l’articolo spesso questo sarà presente (ma non necessariamente) anche di fronte il secondo termine della comparazione: L’Africa è più grande dell’Europa. La Luna è più piccola della Terra. Una sedia è meno comoda di una poltrona. Un film è più divertente di un documentario. Superlativo relativo Innanzitutto mostrare come a conti fatti il superlativo relativo non sia che “un comparativo con l’aggiunta dell’articolo determinativo”. Poi, ricordare e far vedere con abbondanza di esempi che la posizione più comune dell’aggettivo in italiano è dopo il nome: dunque invece di dire la più brava ragazza si dirà più spesso la ragazza più brava. Vale la pena di cerchiare la alla lavagna; il che aiuterà inoltre ad evitare errori simili come la ragazza la più brava. Per concludere, si sottolinei la possibilità dell’utilizzo di più preposizioni per il secondo termine di paragone: di, in, tra, fra. Superlativo assoluto Far notare come la costruzione perifrastica sia meno enfatica e oggi forse più usata della formazione sintetica. Per gli aggettivi come antico e simpatico, ricordare la regola dell’accento: se aggettivo piano come antico > antichissimo, se sdrucciolo come simpatico > simpaticissimo.

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IN PRATICA

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Comparativo e superlativo irregolare: aggettivi Far notare la differenza di significato tra inferiore e più basso, superiore e più alto, infimo e bassissimo, supremo/sommo e altissimo con esempi. Comparativo e superlativo irregolare: avverbi Per più e per meno va detto che essi sono anche aggettivi invariabili dal significato di *più molti *più pochi. Aggiungere tuttavia che queste ultime due forme non sono in uso (onde l’asterisco). Il periodo ipotetico – 1o tipo (realtà) Basterà insistere molto con gli esempi forniti per far capire un concetto che generalmente non procura nessun problema agli studenti. Al più fornire altri esempi di rinforzo.

CHIAVI

Esercizio 1 (p.144) 2. come / quanto 3. (tanto) – quanto 4. tanto – quanto 5. tanto – quanto

Esercizio 2 (p.144) 2. meno – dell’ 3. più – che 4. più – che 5. più / meno – della 6. più / meno – che 7. più / meno – della

Esercizio 3 (p.145) 1. b) 2. a) 3. c) 4. a) 5. b) 6. b) 7. c) 8. b)

Esercizio 4 (p.145) 1. più / meno – che 2. più – che 3. più / meno – di 4. meno – dell’ 5. più – che 6. che 7. più – che 8. più / meno – della

Esercizio 5 (p.145) 2. Il calcio è più /meno interessante del tennis.

6. Gino è più / meno bravo di te.

3. La vodka è più forte di questo liquore.

7. L’auto è più sicura della moto.

4. Questi vestiti sono più belli che pratici.

8. Questo è più grande dell’altro.

5. Preferisco andare al cinema che stare a casa.

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unità

14

IN PRATICA

Esercizio 6 (p.146) 1. è la più ricca

4. è il più famoso

2. è il più bello

5. è il più sincero

3. è il più alto

6. è la più forte

Esercizio 7 (p.146) 1. gentilissima / molto gentile 2. interessantissima / molto interessante 3. divertentissimo / molto divertente 4. simpaticissimi / molto simpatici 5. caldissima / molto calda 6. ricchissimo / molto ricco

Esercizio 8 (p.146) 2. elegantissime

le più eleganti

3. difficilissima

più difficile

4. intelligentissimo

il più intelligente

5. durissimi

i più duri

Esercizio 9 (p.147) 1. migliore / più buono – ottima 2. pessimo 3. superiore – inferiore 4. massima 5. ottima 6. maggiore / più grande – minore / più piccolo 7. pessimo

Esercizio 10 (p.147) 1. più / meno – moltissimo / pochissimo 2. più / meno – moltissimo / pochissimo 3. peggio 4. meglio – che 5. meglio 6. malissimo

Esercizio 11 (p.148) 1. smetterete – respirerete 2. finirai – avrai 3. vieni – vediamo 4. farà – vincerà 5. riceverete – potrete 6. sta – telefona 7. fate – sentiamo 8. hai – passo 9. studiate – supererete 10. piove – dobbiamo

Esercizio 12 (p.148) 1-e 2-a 3-d 4-g 5-h 6-b 7-c 8-f

75

unità

IN PRATICA

14

Attività in più Esercizio 1 (p.149) 1. meno 2. bene 3. superiore 4. massimo 5. molto 6. pochissimo 7. bassissimo 8. peggiore 9. meglio 10. malissimo 11. pessimo 12. minore

Esercizio 2 (p.149) Venezia, è una città molto particolare perché è piena di canali. I veneziani, quindi, non usano macchine, ma barche, gondole e vaporetti. Il canale più lungo e più largo di tutti è il Canal Grande. A Venezia ci sono molti ponti; il più importante di tutti è il Ponte di Rialto ed il più noto è il Ponte dei Sospiri. La sua piazza centrale è quella di San Marco, forse la più bella di tutte le piazze italiane, dove si trova la chiesa più importante e più famosa di questa magnifica città. Venezia, infine, è costruita su una laguna formata da molte piccole isole; la più famosa di tutte è Murano. Una visita a Venezia è veramente un’esperienza fra le più interessanti, soprattutto nel periodo del Carnevale.

Esercizio 3 (p.149) 1. V 2. V 3. F 4. V 5. F 6 V

Esercizio 4 (p.150) 1. AQUILA

5. FRIGORIFERO

2. PULLOVER

6. ETNICA

3. STIPENDIO

7. TRAM

4. ATEO

Soluzione: AUSTRIA

Esercizio 5 (p.150) 1. Diretto 2. Riflessivo 3. Diretto – Indiretto 4. Indiretto 5. Diretto 6. Riflessivo 7.Riflessivo 8. Indiretto – Indiretto 9. Riflessivo 10. Indiretto 11. Indiretto 12. Riflessivo 13. Riflessivo 14. Riflessivo 15. Riflessivo 16. Indiretto

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unità

14

IN PRATICA

TEST DI VERIFICA Esercizio A (p.151) 1. gliele 2. Te ne 3. glielo 4. me li 5. Glielo

Esercizio B (p.151) 1. ha/aveva letto 2. aveva rubato 3. si trovava 4. ha/aveva prestato 5. voleva

Esercizio C (p.151) 1. di – di / sui 2. da – dei 3. Di – di 4. per – di 5. per / con 6. in

Esercizio D (p.151) - I primi passi di un musicista. Ho cominciato / iniziato (1) a suonare a otto anni, perché mia madre era pianista e mio (2) zio chitarrista e flautista. Sono cresciuto, quindi, circondato dagli / da (3) strumenti che loro usavano fin da ragazzi. Da adolescente, inoltre, quando tutti in famiglia uscivano (4), io stavo a casa a suonare e a cantare ed ero (5) proprio felice! Avevo a disposizione (6) una chitarra, un registratore e un microfono, che i miei genitori mi avevano (7) regalato in varie occasioni. In (8) queste circostanze sono nati i ritmi e le (9) melodie che hanno segnato non solo la mia (10) vita, ma anche quelle dei miei ammiratori!

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TEST 1 PROVA A (p. 152) PROVA B (p. 153) PROVA C (p. 154) PROVA D (p. 154) PROVA E (p. 155) PROVA F (p. 156)

1. b) 2. b) 3. b) 4. a) 1-c 2-a 3-e 4-b 5.f 6-d 1-e 2-g 3-b 4-f 5-c 6-a 7-i 1-f 2-c 3-a 4-e 5-d 6-b 7-g 1. b) 2. c) 3. c) 4. a) 5. c) 1. A 2. A 3. C 4. A 5. B 6. A 7.B 8. A 9. B 10. B

TEST 2 PROVA A (p. 157) PROVA B (p. 158) PROVA C (p. 159) PROVA D (p. 159) PROVA E (p. 160) PROVA F (p. 161)

1. a) 2. b) 3. b) 4. b) 1-b 2-c 3-a 4-f 5-e 6-d 1-c 2-d 3-b 4-g 5-a 6-i 7-h 1-l 2-h 3-g 4-f 5-c 6-b 7-d 8-a 1. c) 2. b) 3. b) 4. c) 5. b) 1. B 2. A 3. C 4. A 5. B 6. B 7. A 8. A 9. C 10. B

TEST 3 PROVA A (p. 162) PROVA B (p. 163) PROVA C (p. 164) PROVA D (p. 164) PROVA E (p. 165) PROVA F (p. 166)

1. a) 2. b) 3. b) 4. a) 1-b 2-d 3-c 4-a 5-e 6-f 1-f 2-c 3-a 4-i 5-h 6-e 7-g 1-f 2-g 3-d 4-e 5-l 6-c 7-b 8-a 1. b) 2 b) 3. b) 4. c) 5. c) 1. B 2. B 3. C 4. A 5. B 6. B 7. C 8. B 9. A 10. C

TEST 4 PROVA A (p. 167) PROVA B (p. 168) PROVA C (p. 169) PROVA D (p. 169) PROVA E (p. 170)

1. b) 1 2 1. C 1. A 1. gli

2. b) 3. b) 4. b) 5. c) 4 6 7 2. C 3. A 4. B. 5. C 2. B 3. C 4. B 5. B 6. A 7. B 8. C 2. Le 3. ti 4. lo 5. ci

TEST 5 PROVA A (p. 171) PROVA B (p. 172) PROVA C (p. 173) PROVA D (p. 173) PROVA E (p. 174)

1. b) 1 2 1. B 1. B 1. gli

2. c) 3. b) 4. c) 5. b) 4 6 7 2. C 3. A 4. D 5. C 2. A 3. A 4. C 5. B 6. A 7. A 8. C 2. Ci 3. ti 4. vi 5. ne

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